Passione

Aforismi

Sofferenza

A chi tiene il piede fuori della sventura, è facile dare consigli a chi soffre.
A colui che soffre, le consolazioni di un consolatore felice non hanno un gran valore, e il suo dolore non è per noi ciò che è per lui.
A tutto ci si abitua, persino all'idea della sofferenza.
A unire il cuore delle persone non è soltanto la sintonia dei sentimenti. I cuori delle persone vengono uniti ancora piú intimamente dalle ferite. Sofferenza con sofferenza. Fragilità con fragilità.
A volte l'uomo è straordinariamente, appassionatamente innamorato della sofferenza.
Abbi fede nell’amore anche quando ti fa soffrire. Non chiudere il tuo cuore.
Al disotto degli atteggiamenti di ciascun uomo c'è un fondo che può essere toccato e la cui natura si può presentire pensando alla sua sofferenza.
Al nostro carattere morale la sofferenza è necessaria come la pressione dell'aria al nostro corpo. Senza questa il corpo scoppia; senza sofferenza il nostro carattere sprofonda nei piaceri e nei vizi di ogni genere.
Al posto degli uomini abbiamo sostituito i numeri e alla compassione nei confronti delle sofferenze umane abbiamo sostituito l'assillo dei riequilibri contabili.
Alla fine è semplice: il bene, il male, la lotta di chi soffre, la paura di chi è solo come un cane per strada. La vita è un gioco d’azzardo, se perdi stai calmo e aspetta la tua occasione ma non perdere la bussola. Non farti corrompere.
Alla mia età, ho incontrato tanta gente, ho sofferto e gioito, ma soprattutto ho imparato ad amare l'Amore, e a rifiutare l'odio. L'Amore dona a noi stessi l'eterna gioventù, e ogni domani è importante per incontrare nuova gente e vivere nuove storie importanti.
Amare e soffrire è, in definitiva, l'unico modo per vivere pienamente e con dignità.
Amare è dare a qualcuno il diritto, se non il dovere, di farci soffrire.
Amo la maestà delle sofferenze umane.
Amor non corrisposto. Soffro e dimagrisco. Amor corrisposto a metà. Il peso non cambierà.
Anche le sofferenze immaginarie sono reali.
Andando avanti nella vita incontriamo tanti tipi di sofferenza, ma ogni volta possiamo approfondire la nostra fede e sviluppare una convinzione più solida.
Arrabbiarsi ed essere scontenti non è produttivo; soffrire davvero per qualcosa è produttivo.
Arrivò il momento in cui la sofferenza degli altri non gli bastò più: dovevano trasformarla in spettacolo.
Ascolta con un solo scopo: permettere all'altro di esprimere se stesso e di trovare sollievo dalla sua sofferenza. Mantieni viva la compassione per tutto il tempo dell’ascolto.
Aspettare è doloroso. Dimenticare è doloroso. Ma non sapere quale decisione prendere è la peggiore delle sofferenze.
Avere sofferto rende molto più permeabili alla sofferenza altrui.
Bisogna che il cuore soffra per qualcuno. Altrimenti, strano o no, si svuota la vita.
C'è chi è impotente di fronte al destino e chi di fronte a una donna. Difficile dire chi soffre di più.
C'è qualcosa di magico in chi ha sofferto per tutta la vita, una bontà che si trasforma, da pianto in fucile.
C'è qualcosa di terribilmente morboso nella compassione che oggi si prova per la sofferenza. Si dovrebbe provare simpatia per il colore, la bellezza, la gioia di vivere. Quanto meno si parla dei mali della vita, tanto meglio è.
C'è una certa solidarietà e un'infamia condivisa tra il governo che fa il male e il popolo che lo lascia fare. Soffrire è una cosa venerabile, subire è una cosa disprezzabile.
C'è una grande consolazione nella monotonia. Le abitudini servono a cullare gli animi che non hanno nessun altro abbraccio che li riscaldi. Il mondo si ripresenta sempre uguale, non è troppo doloroso, non aggiunge sofferenze inattese, non pungola con inspiegabili desideri.
C'è, nel dolore, un livello così profondo che finisce per non sembrare neanche più dolore. La sofferenza diventa tanto intensa che il corpo non riesce più a sentirla. Come se la pena si cauterizzasse da sola, si cicatrizzasse, per impedire la tumefazione dei sentimenti.
Cerchiamo continuamente l'ebbrezza. Non vogliamo soffrire. Bene, voi sapete che c'è molto da imparare dalla sofferenza. Certo, io preferirei imparare e insegnare nella gioia; ma negare che nella sofferenza vi sia un certo valore è un errore enorme.
Certe donne preferiscono non far soffrire molti uomini contemporaneamente, e si concentrano invece su uno solo: sono le donne fedeli.
Che cos'è il genio se non l'arte di rendere gradevole la sofferenza?
Che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.
Chi comincia ad amare, deve essere pronto a soffrire.
Chi dorme non sente il mal di denti.
Chi fa soffrire il prossimo fa male a sé stesso. Chi aiuta gli altri, aiuta sé stesso.
Chi non ha i nomi per la sofferenza la agisce, la esprime volgendola in violenza, con conseguenze spesso tragiche.
Chi non ha mai sofferto, non sa nemmeno come confortare.
Chi non ha sofferto non sa niente; non conosce né il bene né il male; non conosce gli uomini né conosce se stesso.
Chi non ha sofferto non è un essere: tutt'al più un individuo.
Chi non ha sofferto, non sa niente: non conosce né il bene né il male, non conosce gli uomini, non conosce sé stesso.
Chi non rischia nulla non fa nulla, non ha nulla e non è nulla. Può evitare le sofferenze e l'angoscia, ma non può imparare, sentire, cambiare, crescere, progredire, vivere o amare. È uno schiavo, incatenato dalle sue certezze o dalle sue assuefazioni.
Chi non è in grado di fare qualche cosa per gli altri, ha almeno il dovere di partecipare alle sofferenze altrui senza ulteriori commenti.
Chi sa soffrire tutto può osare tutto.
Chi soffre un male estremo il male gli si addice.
Chi soffre è una preda di tutti: di fronte ad un sofferente tutti si sentono saggi.
Chi soffre, al momento della sofferenza, ignora sempre quale ne sia l’intensità e solo può valutarla, dopo, dalla scia di dolore che ne resta.
Chi vuol vivere in pace vede, soffre e tace con pazienza.
Chissà se un felice momento d'amore o la gioia di respirare o camminare in un chiaro mattino e l'odorare l'aria fresca, non valga tutta la sofferenza e lo sforzo che la vita implica.
Chiunque sorvegli il mondo deve vedere molte cose che lo fanno soffrire.
Ci sono delle persone che hanno bisogno di soffrire. Il piacere non è mai abbastanza forte, ed esse hanno bisogno di dolore.
Ci sono dolori che non hanno tempo, immobili, enormi, mille volte più forti della nostra capacità di soffrire, mille volte più forti della nostra capacità di sopportarli, e che il tempo modifica solo all'apparenza, allo sguardo degli altri.
Ci sono situazioni in cui il distacco è necessario per diminuire il senso di sofferenza, o per evitarlo del tutto.
Ci sono sofferenze che scavano nella persona come i buchi di un flauto, e la voce dello spirito ne esce melodiosa.
Ci sono state promesse sofferenze. Erano parte del programma. Ci è stato anche detto, "Beati siano coloro che soffrono".
Ci vuole coraggio morale per soffrire, coraggio religioso per godere.
Ci vuole più coraggio nella sofferenza che nella morte.
Ci vuole più coraggio per soffrire che per agire.
Ciò che abbatte, ciò che travolge, ciò che distrugge irrimediabilmente l'anima, è la mediocrità del dolore e della gioia, la sofferenza egoista e meschina.
Ciò che ci procura la sensazione di essere veramente vivi, è proprio la sofferenza che cerchiamo di superare.
Ciò che fu doloroso sopportare è piacevole dopo che lo si è sopportato: è naturale che uno goda della fine delle sue sofferenze.
Ciò che propriamente fa rivoltare contro la sofferenza non è la sofferenza in sé, bensì l'assurdità del soffrire.
Ciò che viene meritatamente sofferto viene sopportato con calma, ma quando il dolore è immeritato, lo strazio è irresistibile.
Ciò che è terribile, non è soffrire né morire, ma morire invano.
Coloro che aspettano ancora qualcosa dal futuro possono parlare di speranza; ma come si può infondere speranza in un uomo che è troppo debole anche per troncare le sue sofferenze?
Colui che può contemplare la bellezza del mondo, sentendone anche la sofferenza, comprendendo entrambe le meraviglie, colui è in contatto con le cose divine e si è avvicinato al segreto di Dio per quanto è possibile.
Colui che si attacca all’esistenza, è vittima della sofferenza. Egli invece si dovrebbe rendere conto della costante transitorietà delle cose, per cui niente sussiste in eterno.
Com'è straziante soffrire le sofferenze di un altro!
Come tutti i vizi mettono radici profonde, se non sono estirpati sul nascere, così i sentimenti di tristezza e di infelicità, che dilaniano se stessi, finiscono per nutrirsi del loro amaro, e il dolore si fa una perversa voluttà di soffrire.
Come è dolce la sofferenza quando il piacere viene posticipato.
Compassione significa voler fare qualcosa per sollevare gli altri dal loro disagio, e tale desiderio di aiutare, lungi dal caricarci di ulteriori sofferenze, in realtà ci fornisce energia e il senso di avere uno scopo e una direzione. Quando agiamo sulla base di una tale motivazione, ne beneficiamo tutti, sia noi sia le persone che ci circondano.
Comprendere non vuol dire tanto sentire con tutti quelli che sentono, ma soffrire con tutti quelli che soffrono.
Comunicare la verità è soffrire; se non soffri, infatti nemmeno comunichi la verità.
Con il metodo del respiro consapevole, il metodo della camminata consapevole, il metodo dell’abbraccio della rabbia, quello dell’osservazione profonda della natura delle nostre percezioni e quello dell’osservazione profonda dell’altro ci rendiamo conto che anche lui soffre e ha bisogno di aiuto.
Con l'allenamento, dubbi e sofferenze si possono limitare notevolmente. Dai una scossa elettrica a un topo, e la prossima volta sceglierà il percorso meno pericoloso.
Con una donna si possono fare soltanto tre cose: amarla, soffrire per lei o farne letteratura.
Conosco vite della cui mancanza non soffrirei affatto, di altre invece ogni attimo di assenza mi sembrerebbe eterno.
Cosa resta di tutto il dolore che abbiamo creduto di soffrire da giovani? Niente, neppure una reminiscenza. Il peggio, una volta sperimentato, si riduce col tempo a un risolino di stupore, stupore di essercela presa per così poco.
Credere nell'inconscio significa dar credito alla sofferenza psichica.
Da giovani pensiamo che il dolore sia causato dagli altri. Quando invecchiamo, e in un modo o nell'altro ci viene sbattuta la porta in faccia, comprendiamo che la vera sofferenza si misura con ciò che abbiamo perduto.
Dai libri che rileggi conosco la tua età, la tua indole, quello che hai sofferto, quello che speri.
Dalla stessa apertura da cui entra l’amore, s’intrufola la paura. Quel che ti voglio dire è che se sarai in grado di amare molto, soffrirai anche molto.
Dalle nostre letture dei classici sapevamo che l’amore comportava sofferenza e ci saremmo volentieri allenati a soffrire se ciò avesse comportato la tacita, perfino ragionevole promessa che prima o poi sarebbe arrivato l’amore.
Dei nostri affanni tristi possiamo ora parlare, ricordandoli. Perché anche dei mali, passato il tempo, può ormai parlare serenamente chi molto ha dovuto soffrire e molto vagare.
Devi capire l'interezza della vita, non soltanto una parte di essa. Ecco perché devi leggere, ecco perché devi guardare i cieli, ecco perché devi cantare e danzare, e scrivere poesie, e soffrire e capire, perché tutto questo è vita.
Di fatto, non esiste pazzia senza giustificazione e ogni gesto che dalla gente comune e sobria viene considerato pazzo coinvolge il mistero di una inaudita sofferenza che non è stata colta dagli uomini.
Di fronte alle difficoltà della vita, alle prove, alle sofferenze, alla morte, hai il diritto di piangere, ma anche tra le lacrime non hai mai il diritto di separarti dalla gioia. Il piacere, infatti, non può esistere là dove vive la sofferenza, mentre la gioia può accompagnarsi ai più grandi dolori.
Dietro un grande uomo, spesso, c'è una grande sofferenza.
Dinanzi a qualsiasi disgrazia che ci affligge, ci meravigliamo sempre di soffrire meno di quanto, a nostro giudizio, avremmo dovuto.
Dio ha dato la sofferenza agli uomini per purificarsi nella vita e l'amore per sopportarla.
Divenire lo spettatore della propria vita... significa sfuggire alle sofferenze della vita.
Diventa lieve il carico a chi sa ben sopportarlo.
Diventare adulti non è una scelta, solo diventare maturi lo è. Non è da tutti rischiare per i propri sogni, cadere e risollevarsi. Ritentare. Non lasciarsi mai sconfiggere dalle prove che la vita ci mette davanti. Dare e ricevere amore, soffrire, gioire, incontrarsi, conoscersi. Questa è la vita di chi sceglie di vivere, non solo di esistere.
Dobbiamo pensare quanto più lieve dolore sia non avere che perdere: e comprenderemo che la povertà ha tanto meno materia di sofferenze quanto minore ne ha di danni.
Dopo che ogni sofferenza fu bandita nell’Inferno, per il Paradiso non restò altro che la noia: ciò dimostra che la nostra vita non ha altre componenti che la sofferenza e la noia.
Dove lo spirito soffre, anche il corpo soffre.
Dove uno soffre, lì tiene anche la mano.
Dovunque tu sia, qualunque siano le circostanze, qualunque sfortuna tu possa aver sofferto, la musica della tua vita non è andata via. È dentro di te, se l’ascolti, puoi suonarla.
Esiste una legge psicologica inesorabile: nessuno può fare soffrire nessuno. Ognuno è rigorosamente causa della propria sofferenza.
Essendo il pensiero quel che c'è di più nobile nell'uomo, non vedo perché non vi possa andare unito qualche rischio di sofferenza e persino di morte.
Essere austero è non saper nascondere la sofferenza che si ha di non essere amato.
Fare sesso è meglio che parlare... Il parlare è la sofferenza necessaria per arrivare al sesso.
Felice quella famiglia che, senza possedere grandi ricchezze, tuttavia non soffre la povertà.
Fermezza di fronte al destino, grazia nella sofferenza, non vuol dire semplicemente subire: è un'azione attiva, un trionfo positivo.
Forse la gente deve soffrire davvero prima di arrischiarsi a fare ciò che ama.
Fra due che amano, ce n'è sempre uno che ama di più e soffre; l'altro ama di meno e si annoia.
Fra i desideri naturali che, se non vengono soddisfatti, non danno luogo a vera sofferenza, ve ne sono di quelli in cui sussiste una forte tensione; e questi hanno origine da vana opinione: e ci è difficile dissiparli non per la loro propria natura, ma per le stolte credenze degli uomini.
Gli amici, quelli fasulli (tanti), prendono le distanze. Quelli veri (pochi) soffrono.
Gli asceti che non nuociono ad alcuno, che controllano sempre il loro corpo, essi andranno al luogo eterno, dove non dovranno più soffrire.
Gli oggetti del mondo della nostra mente non sono reali, sono banalmente creazioni fantastiche della nostra mente. Che però noi scambiamo tragicamente per reali. Ecco la base e la materia della nostra sofferenza.
Gli umili soffrono quando i potenti si combattono.
Gli uomini imparano dalla sofferenza.
Guardare in faccia le cose non è una buona abitudine; è motivo di inutile sofferenza.
Guariamo dalla sofferenza solo provandola appieno.
Han diritto agli allori del trionfo coloro che, conoscendo meglio di tutti i benefici della pace, non si sono sottratti alle sofferenze della guerra.
Ho conosciuto il bene e il male, il peccato e la virtù, la giustizia e l'infamia; ho giudicato e sono stato giudicato, sono passato attraverso la nascita e la morte, l'allegria e la sofferenza, il cielo e l'inferno, e alla fine ho capito che sono in tutto ciò che è in me.
Ho odiato ogni minuto di allenamento, ma mi sono detto, "Non smettere. Soffri ora e vivi il resto della tua vita come un campione".
I buoni soffrono, i cattivi prosperano, e tutto ciò che è mortale passa.
I desideri smodati sono fonte di sofferenza, e la felicità della vita comincia solamente dove essi finiscono.
I giovani soffrono meno per i propri errori che per la prudenza dei vecchi.
I luoghi dove si ha pianto, dove si ha sofferto, e dove si trovarono molte risorse interne per sperare e resistere, sono proprio quelli a cui ci si affeziona di più.
I morti non soffrono di essere morti e i vivi non soffrono se non perché vivono.
I nostri pensieri sono così intensi e potenti che tutto possono: far soffrire, ammalare, guarire. Fare miracoli.
I piaceri violenti sono come le sofferenze profonde: sono muti.
I sadici, per lo meno, non sono indifferenti alle sofferenze che provocano.
I segni della sofferenza sono più paragonabili con la perdita di un dito o della vista di un occhio. Potremmo non sentirne la mancanza anche solo per un minuto l’anno, ma se succedesse non potremmo farci niente.
I segreti ti rendono più forte ma anche più solo. Fanno soffrire soprattutto chi li porta.
Il cambiamento vero è la rottura di uno schema. Un distacco che fa paura e produce sofferenza, ma una sofferenza indispensabile, preludio alla gioia.
Il capitalismo maturo, al pari di quello originario, poggia su sofferenze umane non contabilizzate, ma non per questo meno frustranti e degradanti.
Il carattere non può essere sviluppato nel conforto e nella pace. Solo attraverso l'esperienza delle prove e la sofferenza l'animo può rafforzarsi, l'ambizione ispirarsi, e il successo realizzarsi. L'argento viene purificato nel fuoco e così accade a noi. È nei momenti delle prove più dure che il nostro carattere si forma e viene rivelato.
Il corpo è un amico malfido, dategli ciò che gli è dovuto, nè più nè meno. La sofferenza e il piacere sono transitori, sopportate ognuno di questi aspetti con calma, cercando di portarvi al di là del loro potere.
Il desiderio non meno che il timore fa soffrire l'uomo.
Il desiderio, muovendo sempre verso ciò che ci è più contrario, ci costringe ad amare quel che ci farà soffrire.
Il destino del genitore è quello: dire le cose e poi aspettare e soffrire finché lui farà quello che ritiene giusto.
Il dolore non si può evitare, ma la sofferenza è opzionale.
Il dolore è una ferita che sanguina quando una mano la tocca, tranne quella dell'amore, e anche premuta da una carezza buona essa fa sangue, quantunque non la strazi più la sofferenza.
Il fatto che il corpo abbia sofferto per certi dolori, ci aiuta a saperci guardare dai dolori simili.
Il fine della vita è il piacere, ma non il piacere dei dissoluti e dei gaudenti, come credono alcuni ignoranti che non ci vogliono capire, bensì il non soffrire, per quanto riguarda il corpo, e il non turbarsi per quanto riguarda l'anima.
Il genere umano è strano; teme la vita, ma ancora di più la morte. È strano temere la morte, dato che la vita è sofferenza, e quando la morte arriva la sofferenza cessa.
Il genitore perfetto non esiste. L'idea di poter soddisfare ogni bisogno del bambino e di potergli risparmiare ogni sofferenza finirebbe in realtà per produrre un individuo infelice e mal adattato.
Il lieto fine è roba per le favole e per gli schiocchi. Si vive soffrendo, poi si muore. La vita, per definizione, non è concepita per concludersi felicemente.
Il male genera il male; la nostra prima sofferenza crea l'idea del piacere di tormentare un altro. L'idea del male non può entrare nella testa dell'uomo senza che egli desideri tradurlo in pratica.
Il male genera il male; la nostra prima sofferenza crea l'idea del piacere di tormentare un altro. L'idea del male non può entrare nella testa dell'uomo senza che egli desideri tradurlo in pratica.
Il male peggiore non è la sofferenza, ma l'insensibilità.
Il masochismo è l'incapacità di sentire il piacere se non nella sofferenza o la capacità di trarre piacere dalle sofferenze?
Il massimo dell'amore coincide con il massimo della sofferenza.
Il mondo non accetta volentieri le persone che soffrono senza pudore. Ognuno vuole solo illudersi che il male non esiste e così nessuno accetta di dividere troppo a lungo con qualcuno la testimonianza del contrario.
Il mondo è pieno di sofferenze ma è altrettanto pieno di persone che le hanno superate.
Il morire per fuggire la povertà o l'amore o una sofferenza qualsiasi non è da uomo coraggioso, ma piuttosto da vile: è una debolezza quella di fuggire i travagli, e chi in tal caso affronta la morte non lo fa perché è bello, ma per fuggire un male.
Il niente è da preferirsi al soffrire? Io perfino nelle pause in cui piango sui miei fallimenti, le mie delusioni, i miei strazi, concludo che soffrire sia da preferirsi al niente.
Il nostro atteggiamento verso la sofferenza è assai importante, perchè può influire sulla capacità di affrontare il dolore quando questo si presenta.
Il peggio della burocrazia è quando in uno Stato operaio sono gli operai a soffrire.
Il pensiero non è una delle attività naturali dell'uomo; è l'effetto della sofferenza, come un'alta temperatura nella malattia.
Il pensiero è la causa principale della nostra sofferenza, l’essenza stessa della sega mentale.
Il pessimismo cosmico è una dottrina di consolazione. Molto peggio sta chi credendo all'ambivalenza dell'ordine esistente, riconosce se stesso per inadatto, quindi per condannato a soffrire.
Il piacere è spesso un visitatore; ma la sofferenza si attacca crudelmente e lungamente a noi.
Il piacere è troppo effimero, la musica ci solleva un momento soltanto per poi lasciarci più tristi, ma il sonno è una compensazione. Anche quando ci ha lasciati, abbiamo bisogno di qualche secondo per ricominciare a soffrire.
Il poeta sente la sofferenza degli altri dentro di sé, guarda sempre lontano. Ha le braccia quanto il mondo per abbracciare tutti gli uomini che soffrono. Il poeta è nato per aiutare gli uomini a crescere e ad andare avanti.
Il problema degli animali non è "Possono ragionare?", né "Possono parlare?", ma "Possono soffrire?"
Il problema dell'amore è una delle grandi sofferenze dell'umanità e nessuno dovrebbe vergognarsi di pagare il suo tributo.
Il punto è importante proprio per il tipo di evidenza che assume in una cultura ancora fortemente romantica come la nostra: quel vino nega uno dei principi dell'estetica che ci è propria: l'idea che per raggiungere l'alta nobiltà del valore vero si debba passare per un tortuoso cammino se non di sofferenza quanto meno di pazienza e apprendimento.
Il rancore è una passione; aggiunto alla sofferenza dell'offesa, ne accentua il carattere alienante, ipotecando insieme la possibilità dell'offerta di perdono.
Il saggio non soffre di più se messo alla tortura egli stesso, che quando il suo amico è messo alla tortura.
Il saggio si abitua ai mali futuri e, mentre per gli altri diventano sopportabili dopo una lunga sofferenza, egli li rende tali con una lunga meditazione.
Il sangue dei poveri, è il denaro. Nella vita e nella morte per secoli. Riassume in modo espressivo tutte le sofferenze.
Il senso di colpa è un fenomeno assurdo: non sono mai i colpevoli a soffrirne. Spesso sono le vittime a farsene carico, solo perché occorre che qualcuno se ne faccia carico.
Il soffrire è umano non è elegante.
Il tempo che passiamo con piacere ci sembra breve, e quello in cui soffriamo dolore lunghissimo. Il tempo relativamente a noi altro non è che la successione delle nostre sensazioni. Se un uomo potesse per degli anni di séguito restare assorbito nell'estasi di una sola idea, egli non si accorgerebbe che sia trascorso tempo.
Il tempo è troppo lento per coloro che aspettano, troppo rapido per coloro che temono, troppo lungo per coloro che soffrono, troppo breve per coloro che gioiscono, ma per coloro che amano il tempo è eternità.
Il timore e l’ignoranza hanno generato la religione, il bisogno e la sofferenza la tengono in vita.
Il vero amore non si basa sull'attaccamento, ma sull'altruismo. E la compassione sarà la vostra risposta umana alla sofferenza, finché vi saranno esseri che continuano a soffrire.
Il vero coraggio consiste nel vivere e soffrire per ciò in cui credi.
Il vero male non è quello che si soffre, ma quello che si fa.
Il vero splendore è la nostra singola, sofferta, diversità.
Immaginare il bene ci rende soltanto più sensibili al male. Il dente crudele del dolore non fa mai soffrire tanto come quando rode la ferita e non la taglia di netto.
In amore si cercano sempre occasioni di sofferenza.
In ogni avversità c'è un solo pericolo: che chi soffre non voglia credere che l'avversità è un momento positivo.
In ogni storia d'amore c'è sempre uno che si annoia e uno che soffre.
Invidioso non è tanto chi soffre che altri abbia qualcosa che lui non ha, quanto chi soffre che altri abbia ciò che lui ha.
Io dico che un uomo deve essere certo della sua moralità per la semplice ragione che egli deve soffrire per essa.
L'amore per il quale l'uomo combatte e muore è come l'arbusto che non dà frutti. Soltanto l’amore buono e giusto, come l’enorme sofferenza dell’anima, ravviva ed eleva il cuore alla comprensione. Quando se ne abusa, è portatore d’infelicità.
L'amore totale si fonda non sull'attaccamento, ma sull'altruismo, che costituisce la risposta più efficace alla sofferenza.
L'amore è dolore. Chi non soffre (per l'altro), non ama (l'altro).
L'amore è l'unica cura per la solitudine, la vergogna e la sofferenza. Ma alcuni sentimenti si nascondono così profondamente nel cuore che solo la solitudine può aiutarti a ritrovarli.
L'anima soffre, e soffre tremendamente allorché la costringiamo a vivere in maniera superficiale. L'anima ama le cose belle e profonde.
L'animale della terra che soffre di più fu quello che inventò il riso.
L'arte della vita sta nell'imparare a soffrire e nell'imparare a sorridere.
L'arte più fa godere, e più fa soffrire, chi più l'ama.
L'elemento storico nelle cose non è che l'espressione della sofferenza passata.
L'entusiasmo è il fratello della sofferenza.
L'esempio di una sofferenza sopportata pazientemente è la più preziosa delle lezioni per un mondo tanto impaziente.
L'esistenza umana è da per tutto uno stato in cui c'è molto da soffrire e poco da gioire.
L'essenza della compassione è il desiderio di alleviare la sofferenza degli altri e di sostenere il loro benessere.
L'infelicità deve essere commisurata non tanto al male in sé, quanto al carattere di chi soffre.
L'infelicità, capii allora, colpisce ciascuno di noi perché ci riteniamo al centro del mondo, perché siamo sfortunatamente convinti di essere i soli a soffrire in maniera intollerabile. L'infelicità è sempre il sentirsi imprigionati nella propria pelle, nel proprio cervello.
L'inferno è la sofferenza di non poter più amare.
L'invidia soffre per la buona fortuna del prossimo, e non potendo godere, per insufficienza propria, dei propri successi, gode malignamente degli insuccessi altrui.
L'invidioso, invece di trovare piacere in ciò che ha, soffre per quello che gli altri hanno.
L'occhio di una donna sa leggere tutto l'orgoglio o tutta la sofferenza sulla fisionomia dell'uomo amato: si direbbe che, in ragione della loro debolezza, Iddio abbia voluto dare alle donne più di quello che da alle altre creature. Esse possono celare i loro sentimenti all'uomo; l'uomo non può celare alla donna i propri.
L'unica cosa bella che mi succede, è che comincio ad abituarmi a soffrire.
L'unico antidoto alla sofferenza mentale, è il dolore fisico.
L'unico caso in cui soffriamo è quando crediamo a un pensiero che si oppone a ciò che è.
L'unico modo per non soffrire è non amare, che nei casi in cui non puoi fare a meno di amare sei destinato a soccombere.
L'uomo che pensa, che riflette, che abbandona la chiacchiera futile per ascoltare la voce della propria anima alla ricerca di risposte alla propria sofferenza, appare un uomo malato.
L'uomo che si annoia, che fatica, che soffre, si consola andando col pensiero ad altri momenti della sua vita: tira fuori dal passato ricordi cari, anticipa le dolci aspettative dell'avvenire.
L'uomo che teme la sofferenza soffre già di ciò di cui ha paura.
L'uomo deve soffrire. Quando non ha preoccupazioni reali se le inventa.
L'uomo forte soffre senza lagnarsi, l'uomo debole si lagna senza soffrire.
L'uomo per non dover soffrire, si inventa la fortuna.
L'uomo può sopportare le disgrazie, esse sono accidentali e vengono dal di fuori: ma soffrire per le proprie colpe, ecco l'aculeo della vita.
L'uomo soffre forse di più o, se vogliamo, ha minore resistenza, mentre invece la donna soffre sempre senza colpa.
L'uomo è il mietitore del suo stesso raccolto, egli impara sia dalla sofferenza che dalla felicità.
L'uomo è l'unico animale che provoca sofferenza agli altri senza altro scopo che la sofferenza come tale.
L'uomo è nato per soffrire. E ci riesce benissimo.
L'uomo è nato per soffrire. Se non soffre, soffre.
L'uomo è uno scolaro e il dolore è il suo maestro; nessuno si conosce finché non ha sofferto.
L'uomo, l'animale più coraggioso e più abituato al dolore, in sé non nega la sofferenza; la vuole, la ricerca perfino, posto che gli si indichi un senso di essa, un "perché" del soffrire. L'assurdità della sofferenza, non la sofferenza, è stata la maledizione che fino ad oggi è dilagata su tutta l'umanità e l'ideale ascetico offrì ad essa un senso!
La bontà che nasce dalla stanchezza di soffrire è un orrore peggio che la sofferenza.
La capacità di provare dolore e piacere è una condizione non solo necessaria ma anche sufficiente perché si possa dire che un essere ha interessi come minimo assoluto, l'interesse a non soffrire.
La carne contro la carne produce un profumo, ma l'attrito delle parole non genera altro che sofferenza e divisione.
La chiesa dice che il dolore avvicina a Dio. Forse allora è per questo che preferisco non soffrire!
La consapevolezza del dolore è anche il suo limite. Solo i bambini soffrono senza limiti.
La coppa della sofferenza non ha la stessa misura per tutti.
La felicità non consiste nel mettersi al riparo dalla sofferenza, ma nell'integrarla al tessuto della nostra esistenza.
La felicità o la sofferenza sono i frutti del merito o del demerito, secondo che la causa è la virtù od il vizio.
La felicità è buona per il corpo, ma la sofferenza rafforza lo spirito.
La gente crede che il dolore faccia maturare, ma chi soffre troppo da giovane non cresce mai.
La gente di solito si rifugia nel futuro per sfuggire alle proprie sofferenze.
La gioia e la sofferenza sono il frutto di pensieri giusti o sbagliati. La sofferenza, in special modo, è più che altro una creazione personale.
La maggior parte delle persone non cerca verità che si possono dimostrare. La verità, in molti casi, come ha detto lei, comporta sofferenza. E quasi nessuno vuole soffrire. Quello di cui le persone hanno bisogno è una storia bella e piacevole, che renda la loro esistenza almeno un po' piú significativa. È proprio per questo che nascono le religioni.
La maggior parte delle persone ricercano la sofferenza nei luoghi più gioiosi, perché pensano di non meritare la felicità.
La malattia è il medico più ascoltato: alla bontà, alla scienza si fanno solo promesse; alla sofferenza si obbedisce.
La menzogna è nella vita. E allora perchè soffrire per combattere quello che è nella vita, che è la vita?
La modestia non può essere una virtù, perché assomiglia più ad una sofferenza che ad una qualità.
La morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza.
La nascita è sofferenza, la vecchiaia è sofferenza, la morte è sofferenza; tristezza, lamenti, dolore fisico e mentale, angoscia, sono sofferenza; la separazione da ciò che piace è sofferenza, non poter avere ciò che si desidera è sofferenza.
La natura della sofferenza umana è determinata dal modo di vivere degli esseri umani.
La natura umana ha i suoi limiti: essa può sopportare la gioia, la sofferenza, il dolore fino a un certo punto, e soccombe se questo è oltrepassato.
La necessità insegna a soffrire fortemente, e l'abitudine facilmente.
La nevrosi è sempre un sostituto delle sofferenza legittima.
La nostalgia non intensifica l'attività della memoria, non risveglia ricordi, basta a se stessa, alla propria emozione, assorbita com'è dalla sofferenza.
La nostalgia è la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare.
La nostra simpatia è fredda al resoconto di una sofferenza lontana.
La parola passione, per etimologia significa sofferenza. Quale profondità cupa in questo accostamento operato dall'istinto della lingua!
La passione ci consacra alla sofferenza, giacché, in fondo, essa è la ricerca di un impossibile.
La paura di soffrire è assai peggiore della stessa sofferenza. Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.
La perfezione sarebbe raggiunta da chi riuscisse a soffrire il dolore altrui come proprio.
La persona dalla mente poco impegnata teme sempre il cambiamento. Egli sente sicurezza nello status quo, e ha una paura quasi morbosa del nuovo. Per lui, la sofferenza più grande è la sofferenza per una nuova idea.
La pietà, mentre addolcisce le sofferenze degli altri, è giovevole ancor più a colui il quale la prova.
La prima nobile verità fu la verità della sofferenza, il fatto che la nostra felicità costantemente trapassi. Tutto ciò che abbiamo è soggetto a impermanenza.
La realtà pone grandi limiti alle aspirazioni umane, mentre non pone alcun limite alla sofferenza. La fantasia e l’immaginazione sono la rivincita della mente umana nei confronti di una natura insensibile e insensata.
La riforma non è piacevole, ma dolorosa; nessuna persona può riformare se stessa senza sofferenza e duro lavoro, tanto meno una nazione.
La saggezza si conquista attraverso la sofferenza.
La scelta non è fra la gioia e la sofferenza; la sola scelta è tra il dolore aperto dalla Croce e il dolore chiuso dell'inferno.
La sensibilità verso la sofferenza, unita al rispetto per la libertà e la dignità della persona, è ciò senza cui qualunque progetto di riumanizzazione della medicina è destinato al fallimento.
La simpatia è sempre ammirevole, ma la simpatia con la sofferenza ne è la forma meno bella.
La società crea soltanto falsi bisogni, che ci provocano tanta più ansia e sofferenza quanto più non riusciamo ad avere quello che vediamo ottenere dagli altri.
La società è strutturata in maniera tale che sono le persone povere e prive di istruzione a soffrire l’impatto piú grave dei disastri naturali, nonché di quelli prodotti dall’uomo.
La sofferenza accresce la forza interiore; il desiderio di soffrire fa scomparire la sofferenza.
La sofferenza apre gli occhi, aiuta a vedere le cose che non si sarebbero percepite altrimenti. Quindi non è utile che alla conoscenza, e, all'infuori di essa, serve solo ad avvelenare l'esistenza.
La sofferenza che si cagiona è l'ultima di cui ci si accorge.
La sofferenza ci rende egoisti, perchè ci assorbe completamente.
La sofferenza dei monaci e della monache, dei solitari d'ambo i sessi, non è una sofferenza della sessualità ma di maternità e di paternità, cioè di finalità.
La sofferenza della mente è peggiore di quella del corpo.
La sofferenza e il dolore sono sempre doverosi per una coscienza vasta e per un cuore profondo.
La sofferenza ha un compito. Serve a ricomporre i legami tra le cose dei vivi e quelli dei morti. E' un linguaggio che sostituisce le parole. Che cambia i termini della questione.
La sofferenza in amore è un vuoto a perdere: nessuno ci può guadagnare, tranne i cantautori che ci fanno le canzoni.
La sofferenza nasce quando ti scontri con la realtà, quando la tua falsità si scontra con la verità.
La sofferenza non è un'opzione.
La sofferenza non è una punizione, è un risultato.
La sofferenza passa quando la sopportiamo.
La sofferenza peggiore è nella solitudine che l'accompagna.
La sofferenza rende sinceri.
La sofferenza si attenua quando il dolore diminuisce.
La sofferenza spesso crea delle forze superiori di guarigione.
La sofferenza è forse l'unico mezzo valido per rompere il sonno dello spirito.
La sofferenza è insita nella natura umana; ma non soffriamo mai, o almeno molto di rado, senza nutrire la speranza della guarigione; e la speranza è un piacere.
La sofferenza è l'elemento positivo di questo mondo, è anzi l'unico legame fra questo mondo e il positivo.
La sofferenza è necessaria per crescere in consapevolezza.
La sofferenza è una specie di bisogno dell'organismo di prendere coscienza di uno stato nuovo.
La sofferenza, come il fabbro, modella mentre percuote.
La sofferenza, il dolore, la tristezza, la depressione ci legano a sé tenendoci prigionieri. La felicità ci libera.
La sofferenza, questa è l'unica causa della consapevolezza.
La sofferenza, se affrontata senza timore, costituisce il passaporto verso la libertà.
La sola medicina per la sofferenza, il crimine, e tutti gli altri mali dell'umanità, è la saggezza.
La solitudine ha morbide mani di seta, ma con forti dita afferra il cuore e lo fa soffrire. La solitudine è alleata del dolore come pure una compagnia di esaltazione spirituale.
La speranza del conforto dà coraggio nella sofferenza.
La tristezza di chi soffre ingiustamente è meglio della gioia di chi ha commesso iniquità.
La vera sofferenza non conosce se stessa e non fa mai calcoli. Essa apporta la propria gioia, che supera ogni altra gioia.
La vergogna, l'infamia, il disonore, le offese, nocciono nella misura in cui fanno soffrire. Per chi non se la prende, non sono neppure un male. Che t'importa se tutti ti fischiano, se tu ti applaudi? Che questo ti sia possibile lo devi alla sola Follia.
La verità che molte persone non capiscono mai, fino a che non è troppo tardi, è che più cerchi di evitare la sofferenza, più soffri, perché le cose più piccole e insignificanti iniziano a tormentarti in proporzione alla tua paura di soffrire.
La verità non aiuta a soffrire meno, ma ci mostra i limiti del dolore.
La verità è che tutti ti feriranno; tu devi solo trovare quelli per cui vale la pena soffrire.
La violenza e il tradimento sono armi a doppio taglio: feriscono più gravemente chi le usa, di chi le soffre.
La vista continua di persone sofferenti fa diminuire continuamente la compassione. Invece, si diventa tanto più sensibili al dolore degli altri quanto più si è capaci di partecipare alla loro gioia.
La vita ha 4 sensi: amare, soffrire, lottare e vincere. Chi ama soffre, chi soffre lotta, chi lotta vince. Ama molto, soffri poco, lotta tanto, vinci sempre.
La vita è davvero conosciuta solo da quelli che soffrono, perdono, sopportano le avversità e inciampano di sconfitta in sconfitta.
La vita è di un'inutilità totale, è non-senso, aberrazione, sofferenza infinita, invenzione di un Non-Dio di una malvagità che supera l'immaginazione.
La vita è di una precisione assoluta; si soffre nell’esatta misura di quanto vale la perdita, perciò si finisce per affezionarsi al dolore.
La vita è piena di miseria, solitudine, e sofferenza, e tutto ha fine troppo presto.
La vita è una serie di esperienze, ciascuna delle quali ci rende più grandi, anche se è difficile rendersene conto. Perché il mondo è stato creato per sviluppare il carattere, e noi dobbiamo imparare che i rovesci e le sofferenze che sopportiamo ci aiutano nel nostro cammino.
Lasciami dire qualcosa su di me. Sono cresciuto nella sofferenza e non so proprio come vivere bene, io so solo come si soffre, capisci? Questo è il modo in cui voglio stare. Cos’è la bella vita per gli altri? Non è ciò che io chiamo vita. Ciò che io chiamo vita è quando mi sveglio al mattino e mi preparo una piccola tazza di tè. E sopravvivo. Proprio non so come si fa a vivere alla grande.
Lasciate che il vostro cuore soffra per l'afflizione e la disperazione degli altri.
Lavora come se non avessi bisogno dei soldi ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire balla come se nessuno ti stesse guardando canta come se nessuno ti stesse sentendo.
Lavora come se non avessi bisogno di soldi. Ama come se non avessi mai sofferto. Danza come se nessuno ti guardasse.
Lavora come se non ti servisse il denaro, ama come se non avessi mai dovuto soffrire, e balla come se nessuno ti stesse guardando. Questa è la vita!
Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici.
Le disgrazie che sopportiamo... vengono dall'esterno, sono accidenti. Ma soffrire per un nostro errore, ah! Questo è il dolore più acuto che si possa provare nella vita.
Le donne erano destinate a soffrire; non c'era da meravigliarsi che volessero sempre grandi dichiarazioni d'amore.
Le generazioni future impareranno l'uguaglianza dalla povertà e l'amore dalla sofferenza.
Le grandi anime sanno soffrire tacendo.
Le malattie distinguono l'uomo dalle bestie e dalle piante. L'uomo è nato per soffrire.
Le opere, come nei pozzi artesiani, salgono tanto più alte quanto più a fondo la sofferenza ha scavato il cuore.
Le parole son medicina all'animo che soffre.
Le persone che non rischiano non ottengono niente. Potranno evitare le sofferenze, ma non conosceranno mai la gioia di vivere e di amare.
Le persone che non soffrono mai non possono crescere né sapere chi sono.
Le persone non vogliono soffrire né tantomeno vivere nel terrore, desiderano soltanto essere felici. Siamo tutti fatti così, per cui se ti rendi conto che un tuo comportamento potrebbe ferire qualcuno, devi modificarlo.
Le persone portano il peso del loro destino, come se nella parte che non possono vedere di se stesse si addensassero tutte le sofferenze, i pensieri, le speranze individuali.
Le sofferenze che il fato ci infligge devono essere sopportate con pazienza, ciò che ci infliggono i nemici con grande coraggio.
Le sofferenze dell'animo sono più profonde di quelle del corpo.
Le sofferenze dicono migliorano l'uomo. Visti i risultati, proverei con la felicità.
Le tristezze non furono fatte per le bestie, bensì per gli uomini; ma se gli uomini ne soffrono troppo, diventano bestie.
Lo stolto impara solo soffrendo.
Lottare significa vivere, e vivere soffrire.
Ma la sofferenza ancor ama scoprire, La propria immagine nei casi altrui.
Ma ti prego di riflettere su questo: un uomo privo di coscienza e di bontà non soffre.
Mai rassegnarsi, mai scappare. Meglio affrontare tutto, e soffrire. Non è poi così male ma mai, in nessun caso, rassegnarsi.
Meglio la sofferenza di uno solo che una nazione intera sia afflitta.
Meglio soffrire che morire: è degli uomini il motto.
Mentire a se stessi è un modo per non soffrire.
Mentre la risoluzione d'essere un uomo migliore è un atto sperimentale ed ipocrita essere divenuto, invece, più profondamente uomo è il privilegio di coloro che hanno sofferto.
Meritano più lodi coloro che sanno soffrire l'infelicità che quelli che temperano se stessi nella contentezza.
Molta gente ottiene dalla propria vita una giusta quantità di divertimento, ma tirando le somme la vita è sofferenza, e solo chi è molto giovane o molto sciocco immagina il contrario.
Molti di noi tendono a soffrire di "ansietà dell'agenda", la sensazione che ciò che vogliamo dire agli altri sia più importante di ciò che pensiamo essi possano voler dire a noi.
Molti dicono di volere giustizia, ma in realtà aspirano alla vendetta. Vogliono vedere dolore e sofferenza spandersi tutt'intorno in egual misura.
Molti hanno provato a spiegarmi come soffrire, perché non gli piaceva come lo facevo. Come se loro sapessero non solo il come io soffrissi, ma anche il quanto.
Molti milioni di uomini hanno sofferto come il Redentore, ma il mondo non l'hanno salvato.
Molto meglio è osare cose grandiose, conquistare gloriosi trionfi, anche se screziati dall'insuccesso, che entrare nei ranghi dei poveri di spirito che né gioiscono né soffrono molto, perché questi vivono nella grigia penombra che non conosce né la vittoria né la sconfitta.
Nella mente ha origine la sofferenza; nella mente ha origine la cessazione della sofferenza.
Nella ricerca del tormento, nell'accanimento alla sofferenza, solo il geloso può competere con il martire. Eppure, si canonizza l'uno e si ridicolizza l'altro.
Nella solitudine, nella malattia, nella confusione, la semplice conoscenza dell'amicizia rende possibile resistere, anche se l'amico non ha il potere di aiutarci. È sufficiente che esista. L'amicizia non è diminuita dalla distanza o dal tempo, dalla prigionia o dalla guerra, dalla sofferenza o dal silenzio. È in queste cose che essa mette più profonde radici. È da queste cose che essa fiorisce.
Nella vita ci sarà sempre un bastardo che ti farà soffrire, ma sarà l'unica persona che riuscirai ad amare veramente.
Nella vita incontrerai sempre degli abissi spaventosi che ti creano vertigini e paura. Tuttavia in quei momenti ti basterà ricordare che l'abisso c'è sempre stato mentre salivi la parete della tua vita: intento nella scalata non te ne accorgevi. Il modo migliore per superare le sofferenze? Badare a scalare senza voltarsi a ricordarle!
Nella vita sono spesso le cose più piccole a causare la sofferenza più grande.
Nello stesso momento in cui la sofferenza ci mette a stretto contatto col mondo, ce ne allontana.
Nessun cuore ha mai provato sofferenza quando ha inseguito i propri sogni.
Nessun grado di stanchezza arreca sofferenza quanto l'essere perfettamente riposati e senza niente da fare.
Nessuno, mai, riesce a dare l'esatta misura di ciò che pensa, di ciò che soffre, della necessità che lo incalza, e la parola umana è spesso come un pentolino di latta su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi mentre vorremmo intenerire le stelle.
Niente allevia le nostre sofferenze come quelle dei nostri amici.
Noi ci consoliamo delle sofferenze della vita pensando alla morte, e della morte pensando alle sofferenze della vita.
Noi contribuiamo ad aumentare la nostra sofferenza alimentando le nostre emozioni conflittuali.
Noi non abbiamo forse valore se non per le nostre sofferenze. C'è tanta gente la cui gioia è così immonda, il cui ideale è così meschino, che noi dobbiamo benedire la nostra disgrazia se ci fa più degni.
Noi siamo soli nella sofferenza. Questo è un fatto deprimente se siamo proprio noi la persona che soffre; ma questo fatto rende possibile la felicità al resto del mondo.
Noi tutti dobbiamo soffrire tra due dolori: il dolore della disciplina o il dolore del rimpianto. La differenza è che la disciplina pesa grammi mentre il rimpianto pesa tonnellate.
Noi, esseri limitati dallo spirito illimitato, siamo nati soltanto per la gioia e la sofferenza. E si potrebbe quasi dire che i più eminenti afferrano la gioia attraverso la sofferenza.
Non amare per paura di soffrire è come non vivere per paura di morire.
Non aspettare il giorno che smetterai di soffrire. Perché quando arriverà saprai di essere morto.
Non c'è bisogno di soffrire per essere un poeta; l'adolescenza è una sofferenza bastante per chiunque.
Non c'è bisogno di soffrire per essere un poeta; l'adolescenza è una sofferenza bastante per chiunque.
Non c'è creatura che soffra meno di uno sciocco.
Non c'è differenza fondamentale tra l'uomo e gli animali superiori nelle loro facoltà mentali... Gli animali inferiori, come l'uomo, provano manifesto piacere e dolore, felicità e sofferenza.
Non c'è ostacolo più grande alla felicità sentimentale della paura di non essere degni d'amore e di essere predestinati a soffrire.
Non c'è spazio, nei programmi di studio, per l’educazione emotiva all’insuccesso, alla sofferenza.
Non ci sono guadagni senza sofferenze.
Non confidare i tuoi dolori a nessuno. Anche a trovare chi, ascoltandoti, soffra davvero per te, che avrai ottenuto? Di aumentare la tua pena con la sua.
Non cresce il piacere della carne, ma solo subisce variazione, una volta che sia rimossa tutta la sofferenza che viene dal bisogno. Il limite dei piaceri che la ragione ci prescrive è prodotto dal calcolo razionale di questi stessi e di tutte le affezioni dello stesso tipo, che procurano all'anima i più grandi timori.
Non esiste un uomo più disgraziato di colui che non ha mai sofferto.
Non essere amati è una sofferenza grande, però non la più grande. La più grande è non essere amati più.
Non importa quanto soffri, il mondo non si fermerà a causa del tuo dolore.
Non lasciar discutere la propria coscienza, né disarmare la propria volontà, è così che si ottiene la sofferenza, è così che si ottiene il trionfo.
Non legare il cuore a nessuna dimora, perché soffrirai quando te ne strapperanno via.
Non mi lasciare, resta, sofferenza!
Non mi pento dei momenti in cui ho sofferto, porto su di me le cicatrici come fossero medaglie, so che la libertà ha un prezzo alto, alto quanto quello della schiavitù.
Non più una cultura che consoli nelle sofferenze, ma una cultura che protegga dalle sofferenze, che le combatta e le elimini.
Non possiamo prevedere in modo credibile ogni sventura o fortuna. Sappiamo bene che ogni guerra può finire con la nostra morte o con l’annuncio della pace, ogni malattia prevede una guarigione o altra sofferenza, ogni notte di viaggio ci fa sognare una tempesta o una locanda.
Non riesco a sentirmi solidale con la sofferenza. É troppo brutta, troppo orribile e troppo deprimente. C'è qualcosa di terribilmente morboso nella compassione che oggi si prova per la sofferenza. Si dovrebbe provare simpatia per il colore, la bellezza, la gioia di vivere. Quanto meno si parla dei mali della vita, tanto meglio è.
Non si ama finché non si soffre.
Non si avverte la propria catena quando si segue spontaneamente colui che trascina; ma quando si comincia a resistere e a camminare allontanandosi, si soffre molto.
Non si impara a soffrire di meno, ma si impara a gestire il dolore.
Non si può avere compatimento per gli altri, quando abbiamo troppo da soffrire per noi stessi.
Non si può impedire a qualcuno di farsi o disfarsi la propria vita, si tenta, si soffre, si lotta ma le persone non sono di nessuno, nel bene e nel male.
Non si soffre, in effetti, per la mancanza di questi beni, ma per il pensiero della loro mancanza. Chi ha il possesso di sé non ha perso niente: ma quanti hanno la fortuna di possedere se stessi?
Non si è fatti per stare a soffrire, andarsene se è ora di finire, affidarsi alla vita senza più timore, amare con chi sei o dare a chi ti dà e non desiderare sempre e solo quello che se ne va.
Non siamo mai così indifesi verso la sofferenza, come nel momento in cui amiamo.
Non soffrire significherebbe non essere stato mai felice.
Non v'è punizione più severa di quella sofferta dalla donna che si trova imprigionata tra un uomo di cui è innamorata e un altro che l’ama.
Non vi è santità senza una voluttà della sofferenza e senza una raffinatezza sospetta. La santità è una perversione senza eguali, un vizio del cielo.
Non è grazie al genio ma grazie alla sofferenza, e solo grazie ad essa, che smettiamo di essere una marionetta.
Non è l'alcol che rende l'uomo simile alla bestia, è la sofferenza fisica.
Non è l'amore che fa soffrire, ma la sua assenza.
Non è la sofferenza reale, ma il gusto delle cose migliori che eccita la gente alla rivolta.
Non è proprio questa la vita? La felicità in mezzo a qualsiasi sofferenza, come una benedizione che ci viene dal mondo intorno.
Non è ver che sia la morte il peggior di tutti i mali, è un sollievo de' mortali che son stanchi di soffrir.
Non è vero che la sofferenza nobilita il carattere; la felicità a volte lo fa, ma la sofferenza, il più delle volte, rende gli uomini meschini e vendicativi.
Nonviolenza e viltà sono termini in contraddizione. La nonviolenza è la più grande virtù, la viltà il più grande vizio. La nonviolenza scaturisce dall'amore, la viltà dall'odio. La nonviolenza subisce sempre, la viltà infligge sempre la sofferenza.
Nulla c'è al mondo che sia vuoto di senso, e il soffrire meno di qualunque altra cosa.
Nulla conforta un cuore che soffre quanto la vista della sofferenza altrui; e nulla toglie la speranza quanto il pensiero che solo pochi privilegiati hanno diritto a essa.
Nulla si ottiene senza sacrificio e senza coraggio. Se si fa una cosa apertamente, si può anche soffrire di più, ma alla fine l’azione sarà più efficace. Chi ha ragione ed è capace di soffrire alla fine vince.
Occorre persuadere molta gente che anche lo studio è un mestiere, e molto faticoso, con un suo speciale tirocinio, oltre che intellettuale, anche muscolare-nervoso: è un processo di adattamento, è un abito acquisito con lo sforzo, la noia e anche la sofferenza.
Occorre soffrire perché la verità non si cristallizzi in dottrina, ma nasca dalla carne.
Ogni dolore è facilmente disprezzabile, perché la sofferenza intensa è di breve durata, e la sofferenza più lunga ha una intensità minima.
Ogni essere che muore è un martire, un testimone dei limiti di questa realtà, è uno che ne ha sofferto.
Ogni infelicità è in parte, per così dire, l'ombra o il riflesso di sé stessa: non è soltanto il proprio soffrire, ma è anche il dover pensare continuamente al proprio soffrire.
Ogni inizio di idea coincide con una sofferenza, preferibilmente segreta.
Ogni legame è sofferenza e causa di sofferenza. Finché non ci si emancipa dagli esseri, si vive nella pura vulnerabilità.
Ogni sera, forse, mettendoci a dormire, accettiamo il rischio di vivere dolori che consideriamo come inesistenti e non avvenuti perché saranno sofferti nel corso di un sonno che crediamo senza coscienza.
Ogni sofferenza è unica e ogni sofferenza è comune. Bisogna che la seconda verità mi sia ripetuta quando soffro, e la prima quando vedo gli altri soffrire.
Ogni storia d'amore è potenzialmente anche storia di sofferenza. Se non subito, in un secondo tempo. Se non per l’uno, per l’altro. Per tutti e due, qualche volta.
Ognuno brucia la sua vita e soffre per il desiderio del futuro, per il disgusto del presente. Ma chi sfrutta per sé ogni ora, chi gestisce tutti i giorni come una vita, non desidera il domani né lo teme.
Ognuno ha sempre bisogno di una certa quantità di preoccupazioni, sofferenze o necessità, come la nave, per procedere fermamente e in linea retta, ha bisogno della zavorra.
Ormai sono abituato a soffrire, e forse ne ho la necessità.
Ovunque sia il piacere, e per il tempo in cui dura, non c’è dolore né sofferenza, né le due cose insieme.
Parliamo con indignazione o entusiasmo; parliamo di oppressione, crudeltà, crimine, devozione, sacrificio di sé, virtù, e non conosciamo nulla di concreto dietro le parole. Nessuno sa che cosa significhi la sofferenza e il sacrificio eccetto, forse, le vittime dello scopo misterioso di queste illusioni.
Per conoscere le sofferenze del potere, dobbiamo andare da quelli che lo hanno; per conoscere i suoi piaceri, dobbiamo andare da quelli che lo stanno cercando.
Per farsi un vero amico occorre, a volte, una vita intera. Bisogna aver sofferto e gioito assieme, litigato e condiviso i segni del destino.
Per le persone sublimi, il non soffrire consiste nella suggestione di essere felici.
Per nascere aquila bisogna abituarsi alle altitudini, per nascere scrittore bisogna imparare ad amare la rinuncia, le sofferenze, le umiliazioni. Soprattutto bisogna imparare a vivere appartato. Come la talpa, lo scrittore si aggrappa al suo limbo, mentre sopra di lui la vita in rigoglio continua, persistente, tumultuosa.
Per non soffrire delusioni nei riguardi della natura umana, dobbiamo cominciare col rinunciare alle nostre illusioni rispetto ad essa.
Perché infliggere sofferenza agli altri, quando noi stessi cerchiamo di sfuggirla?
Perché soffriamo così? È indubbio che siamo nati per vivere più secondo la materia che secondo lo spirito; ma a forza di pensare s’è creata una sproporzione fra la nostra intelligenza che è cresciuta e le condizioni della nostra vita che sono immutabili.
Piuttosto soffrire che morire, è il motto degli uomini.
Più a lungo vivo più vedo che non mi sono mai sbagliato riguardo a qualsiasi cosa, e che tutte le sofferenze che ho così umilmente provato per verificare le mie nozioni hanno solo sprecato il mio tempo.
Più della psicologia stessa, la sofferenza la sa lunga in materia di psicologia.
Più grande è la tua capacità di amare, più grande è quella di soffrire.
Più intelligenza avrai, più soffrirai.
Più si ama, più si soffre. La somma dei dolori possibili per ciascun amore è proporzionale al suo grado di perfezione.
Più si è raffinati, più si soffre.
Più si è sofferto, meno si rivendica. Protestare è segno che non si è attraversato alcun inferno.
Possiamo provare compassione solo fino a quando crediamo che la persona sofferente condivide con noi vulnerabilità e possibilità.
Possiamo provare disagio vedendo una creatura che soffre, senza provare pietà: ma non abbiamo pietà a meno che desideriamo soccorrerla.
Posso simpatizzare con qualsiasi cosa, tranne che con la sofferenza.
Povero è colui che soffre perché non possiede ciò che desidera e ne sente la mancanza.
Prima si soffriva per i delitti, ora si soffre per le leggi.
Può darsi che tutte le scienze, o la maggior parte di esse, comincino con la sofferenza o con la pietà. Ma una volta che la scienza ha preso avvio, non c’è più posto per queste emozioni.
Quando abbiamo sofferto così tanto per qualcuno, l'unico rimedio possibile è l'indifferenza.
Quando diventa più difficile soffrire che cambiare... cambierai.
Quando hai sofferto troppo, contando i soldi, non riesci più a vedere nulla della vita. Pensi solo a cambiarla.
Quando in passato hai sofferto molto, ogni ulteriore dolore è insopportabile e allo stesso tempo irrilevante.
Quando nel dolore si hanno compagni che lo condividono, l'animo può superare molte sofferenze.
Quando perdi qualcuno e questo qualcuno ti manca, tu soffri perché la persona assente si è trasformata in un essere immaginario: irreale. Ma il tuo desiderio di lei non è immaginario. Così è a quello che devi aggrapparti: al desiderio. Perché è reale.
Quando si conoscono i gatti, quando si è passata una vita insieme ai gatti, quel che rimane è un fondo di sofferenza, un sentimento del tutto diverso da quello che si deve agli umani, un misto di dolore per la loro incapacità di difendersi, di senso di colpa a nome di tutti noi.
Quando si soffre, si crede che di là dal cerchio esista la felicità; quando NON si soffre si sa che questa non esiste, e si soffre allora di soffrire perché non si soffre nulla.
Quando si vuole soffrire ed amare, si può molto, si può il massimo che si possa al mondo.
Quando ti arrabbi, ritorna a te stesso e prenditi molta cura della tua rabbia. Quando qualcuno ti fa soffrire, ritorna a te stesso e prenditi cura del tuo dolore, della tua collera.
Quando tu dai agli altri la colpa della tua sofferenza compi un errore fondamentale.
Quando un uomo buono viene ferito, tutti quelli che si considerano buoni devono soffrire con lui.
Quante sofferenze ci sono costati, i mali che non sono mai accaduti.
Quanti problemi, quante sofferenze, quanti dolori si potrebbero evitare se solo fossimo convinti di una cosa tanto semplice quanto importante. Che le persone non sono oggetti: anche se le amiamo e veniamo corrisposti non le "possediamo", mai. Mai! E dobbiamo accettare il fatto che in qualsiasi momento possono decidere di fare altre scelte. Che noi, pur soffrendo, dobbiamo sempre rispettare. Perché ogni persona è sempre libera e non può essere posseduta da nessuno, mai! Meno che mai quando si ama.
Quanto sono mutevoli i nostri sentimenti e quanto strano è l’attaccamento passionale alla vita che abbiamo anche nel massimo della sofferenza!
Quelli che si lamentano di più, sono quelli che soffrono meno.
Quelli che soffrono d'indigestione stanno male quanto quelli che muoiono di fame.
Quelli che soffrono davvero non formano la plebe, non formano un gruppo. Chi soffre, soffre in solitudine.
Quelli che soffrono per amore, amano ancor di più; morire d'amore è vivere.
Quello che chiamano amore non è altro che la sofferenza data dal desiderio.
Quello che ci frega è che non siamo capaci di godere di ciò che possediamo con la stessa intensità e durata con la quale siamo capaci di soffrire per ciò di cui sentiamo la mancanza.
Quello che sembra ingiusto quando soffriamo, ci sembra giusto quando siamo noi a far soffrire.
Quello che veramente fa soffrire non è morire ma sapere di dover morire.
Questa è la più amara sofferenza per un uomo: avere molta conoscenza ma nessun potere.
Respingo la morte a furia di vivere, soffrire, sbagliare, rischiare, dare e perdere.
Ricordare, ovvero riportare al cuore... Ci sono alcuni ricordi che saranno per sempre associati alla sofferenza. Magari smorzata dal tempo, Oppure appena velata di malinconia. Ma sempre lì, dolorosamente presente, reale.
Rifiutarsi di amare per paura di soffrire è come rifiutarsi di vivere per paura di morire.
Riguardo all'arroganza, i violenti la soffrono, ma i saggi la deridono.
Sappiate soffrire: sapendo soffrire, si soffre meno.
Scegliere di vivere in attesa o nel rimpianto è un alibi per non affrontare la paura più grande che abbiamo: perdere, dunque soffrire.
Scegliere la strada più facile nella vita, può portare a lunghe sofferenze. La vita quando ti sorride abbracciala tutta e vivila fino in fondo.
Scrivere ciò che abbiamo sofferto e goduto, è dare alle nostre memorie la durata della nostra esistenza.
Se fosse vero che le sofferenze rendono migliori, l'umanità avrebbe raggiunto la perfezione.
Se il lamentarsi non risuscita nessuno, se il soffrire non muta una sorte immobile e fissa per l’eternità e la morte non ha mai mollato quel che si è preso, cessi un dolore in pura perdita.
Se la pressione del bisogno, della fatica, degli sforzi insopportabili e vani fosse tolta alla vita degli uomini, la loro tracotanza aumenterebbe, anche se non fino a farli scoppiare, certo fino alle manifestazioni di stoltezza, o meglio pazzia furiosa, più sfrenate. Ognuno ha addirittura sempre bisogno di una certa quantità di preoccupazioni, sofferenze o necessità, come la nave, per procedere fermamente e in linea retta, ha bisogno della zavorra.
Se la sofferenza continua, è perché noi continuiamo a nutrirla.
Se la sofferenza porta saggezza, vorrei augurarmi di essere meno saggio.
Se la sofferenza rendesse davvero più forti, non pochi su questa terra avrebbero raggiunto l’invincibilità degli dèi.
Se le persone si fermassero a riflettere a quante sofferenze e a che vita innaturale sono sottoposti gli animali, forse a molti la carne ripugnerebbe.
Se non ci fossero le sofferenze degli altri a farci ridere, non rideremmo mai.
Se non si è ancora stati bastonati a sufficienza, e se non si è sofferto abbastanza, c'è anche un altro modo per svegliarsi: ascoltare.
Se non vuoi soffrire di solitudine, non ti sposare.
Se non è in tuo potere cambiare una situazione che ti crea dolore, potrai sempre escogitare l'attitudine con la quale affrontare questa sofferenza.
Se potessimo leggere la storia segreta dei nostri nemici, noi troveremmo nella vita di ciascuno dispiaceri e sofferenze tali da disarmare tutta la nostra ostilità.
Se saprai sorridere con chi sorride, piangere con chi soffre, e saprai amare senza essere riamato, allora, figlio mio, chi potrà contestarti il diritto di esigere una società migliore? Nessuno, perché tu stesso, con le tue mani, l'avrai creata!
Se sei triste e stai soffrendo, dentro, nessuno capisce, nessuno ti crede; tutti pensano che sia un posa, uno strano modo di mettersi in mostra.
Se si ama qualcuno si soffre, e se non ami, non puoi conoscere il significato di una vita cristiana.
Se si temono dolori o sofferenze, sarà necessario capire se si può fare qualcosa al riguardo. Se esiste un rimedio, non c’è bisogno di preoccuparsi; se non esiste, anche in questo caso non c’è bisogno di preoccuparsi.
Se si è coinvolti nella vita, la si vede poco chiaramente; la vista è oscurata dalla sofferenza, o dal godimento.
Se soffri più spesso di quando sei felice, vuol dire che non è amore, ma qualcosa di differente che ti tiene intrappolata in una sorta di prigione, e ti impedisce di vedere la porta verso la libertà, spalancata davanti a te.
Se soffri, ringrazia Dio! È un chiaro segno che sei vivo.
Se soffrire da soli insegnasse, tutto il mondo sarebbe saggio, dato che tutti soffrono. Alla sofferenza si deve aggiungere lutto, comprensione, pazienza, amore, apertura e volontà di rimanere vulnerabili.
Se sperimentiamo solo dolore, senza sofferenza, ciò che impariamo serve solo a noi stessi. Il dolore senza sofferenza è come una vittoria senza battaglia: non impariamo ciò che ci rende più forti, migliori.
Se un essere soffre, non può esistere nessuna giustificazione morale per rifiutarsi di prendere in considerazione tale sofferenza.
Se una persona si esprime con rabbia è perché sta soffrendo profondamente.
Se una sofferenza ci tormenta senza aiutarci, bisogna smetterla prima possibile e allontanare dal cuore conforti illusori e l’amara voluttà del dolore.
Se vuoi salire fino al cielo, devi scendere fino a chi soffre e dare la mano al povero.
Se è vero che ci si abitua al dolore, come mai con l'andare degli anni si soffre sempre di più?
Sebbene il mondo sia pieno di sofferenza, è anche pieno di vittorie sulla stessa.
Sembra di esser meno disgraziati, quando non si è soli a soffrire.
Sentimenti virtuosi nascono spontaneamente sul terreno fertile della sofferenza. Più si soffre, più si deve essere virtuosi.
Sentirci anonimi in mezzo alla gente che ci circonda è una sofferenza terribile: è come essere invisibili.
Senza accettare il fatto che tutto cambia, non riusciamo a trovare una perfetta compostezza. Ma, sfortunatamente, sebbene sia vero, è difficile per noi accettarlo. Perché non possiamo accettare la verità della transitorietà, noi soffriamo.
Senza essere benevoli con se stessi non si può esserlo con gli altri. Per provare amore, tenerezza verso gli altri, per desiderare che siano felici e che non soffrano, dobbiamo innanzitutto nutrire tali sentimenti verso noi stessi.
Senza gli uomini e la loro coscienza, e il loro soffrire, amare, sperare, non potrebbero sorgere le condizioni di possibilità del divino.
Servire e far servire per primi i più sofferenti, è la sorgente della vera Pace.
Si arriva a dipendere dalle persone che ci fanno soffrire molto più che da quelle che ci rendono felici.
Si conoscono solo coloro per i quali si soffre.
Si crede di lottare e di soffrire per la propria anima, ma in realtà si lotta e si soffre per la propria pelle. Tutto il resto non conta.
Si guarisce da una sofferenza solo a condizione di sperimentarla pienamente.
Si resiste a star soli finché qualcuno soffre di non averci con sé, mentre la vera solitudine è una cella intollerabile.
Si soffre molto per il poco che ci manca e gustiamo poco il molto che abbiamo.
Si vive nel falso fino a che non si è sofferto. Ma quando si comincia a soffrire, si entra nel vero soltanto per rimpiangere il falso.
Siamo la somma delle nostre decisioni, e troppo spesso con le decisioni viene anche la sofferenza.
So perfettamente che stai soffrendo, ma non trasformare la sofferenza in follia!
Soffre veramente solo chi soffre senza testimoni.
Soffriamo tanto quando ci muoiono i genitori perché sappiamo bene che nessuno ci amerà mai più così.
Soffrire ci insegna a desiderare le cose giuste.
Soffrire e piangere significa vivere.
Soffrire per l'assenza di chi si ama è un bene in confronto a vivere con chi si odia.
Soffrire senza lamentarci è l'unica lezione che dobbiamo imparare in questa vita.
Soffrire significa non poter mangiare né dormire, altrimenti è letteratura.
Soffrire è avere un segreto in comune con Dio.
Soffrire è produrre conoscenza.
Soffrire è sempre colpa nostra.
Soffrire è una debolezza, quando si può impedirselo e fare qualcosa di meglio.
Soffrire: il solo modo d'acquisire la sensazione d'esistere.
Soffrono molto nella vita quelli che fanno da scudo e quelli che sorvegliano, con l’udito e l’occhio sempre desti.
Solo chi ha finito la sua vita senza sofferenze potrai dire beato.
Solo chi ha il cuore spezzato conosce la verità sull'amore.
Solo chi non conosce il dolore, può ridere di chi soffre.
Solo chi non vive non soffre.
Solo le persone superficiali impiegano anni per liberarsi da un'emozione. Chi sia padrone di sé può porre termine a una sofferenza con la stessa facilità con cui inventa un piacere. Non voglio essere in balia delle mie emozioni. Voglio servirmene, goderle e dominarle.
Soltanto dopo essere scesi negli abissi del Dolore riusciamo a comprendere la complessità che essere umani comporta, a provare compassione per tutte le altre creature viventi che soffrono, a rendere onore al coraggio... e a donare comprensione, gentilezza e compagnia a coloro che ne hanno bisogno.
Soltanto vivendola in prima persona potevi sapere che sulla terra non esiste sofferenza più grande della separazione da me.
Sono le vittorie che tu riporti giornalmente sulla solitudine, sulla povertà, sulla fame, sulla fatica, sulla sconfitta, sulla delusione, sull’ingiuria, sul disprezzo, sulla sofferenza. Sono la tua resistenza alle difficoltà. Sono il tuo coraggio nell’affrontarle.
Sono più le cose che ci spaventano di quelle che ci minacciano effettivamente, e spesso soffriamo più per le nostre paure che per la realtà.
Spesso dietro un grande uomo, c'è una grande sofferenza.
Spesso noi continuiamo a soffrire senza fare uno sforzo per cambiare; ecco perché non troviamo pace durevole e appagamento. Se noi perseverassimo, saremmo certamente capaci di superare tutte le difficoltà. Dobbiamo fare lo sforzo, perché possiamo passare dalla miseria alla felicità, dallo sconforto al coraggio.
Spesso non diciamo quello che abbiamo dentro per paura di far soffrire gli altri e così ci portiamo dietro un peso che coni1 tempo diventa una montagna.
Spesso è la mancanza di immaginazione che impedisce a un uomo di soffrire troppo.
Suscitare nei propri confronti un sentimento di amore, di dedizione e di paura non è forse il primo segno e il più grande trionfo del potere? Essere per qualcuno causa di sofferenze e di gioie, pur non avendone alcun positivo diritto, non è forse l'alimento più dolce del nostro orgoglio? E che cos'è mai la felicità? Orgoglio soddisfatto.
Tanti sono morti disperati. E questi hanno sofferto più di Cristo. Ma la grande, la tremenda verità è questa: soffrire non serve a niente.
Terribile è il tempo in cui l'uomo non voglia soffrire e morire per un’idea, perché quest’unica qualità è fondamento dell’uomo, e quest’unica qualità è l’uomo in sé, peculiare nell’universo.
Tre passioni, semplici ma preponderanti, hanno governato la mia vita: il desiderio di amore, la ricerca della conoscenza, e la insopportabile pena per le sofferenze dell'umanità.
Tre sono le cose difficili; custodire il segreto, soffrire le ingiurie, ed impiegare bene il tempo.
Tutta l'educazione si riduce a questi due insegnamenti: imparare a sopportare l'ingiustizia e imparare a soffrir la noia.
Tutte le ragazzine sono esperte dell'amore. L'unica cosa che aumenta è la loro capacità di soffrire per colpa dell'amore.
Tutti dobbiamo portare la croce come Gesù, e la nostra croce sono le sofferenze che tutti incontriamo nella vita.
Tutti sono buoni a compatire le sofferenze di un amico, ma ci vuole un'anima veramente bella per godere dei successi di un amico.
Un astemio è uno che soffre per la sete invece che godersela.
Un bambino è convinto che la gioia sia infinita e la sofferenza breve.
Un dolore così, dolore dell’anima, non si elimina con medicine, terapie o vacanze; un dolore così lo si soffre, semplicemente, fino in fondo, senza attenuanti, come è giusto che sia.
Un pensiero è innocuo finché non l'abbiamo creato. Non sono i nostri pensieri, ma l'attaccamento ai nostri pensieri quello che causa la sofferenza. Attaccarsi ad un pensiero, significa credere che è vero, senza porlo in discussione. Una convinzione è un pensiero al quale noi siamo attaccati, spesso per più anni.
Un uomo che soffre prima del necessario soffre più del necessario.
Un uomo che teme di soffrire soffre già quel che teme.
Un uomo mostra più carattere in viso a quarant'anni che a venti, ha sofferto più a lungo.
Un uomo può compiere imprese stupefacenti e assimilare una grande quantità di conoscenze, eppure non avere alcuna comprensione di sé. Ma la sofferenza spinge un uomo a guardarsi dentro. Se vi riesce, ecco che là, dentro di lui, comincia il suo apprendimento.
Un'unica cosa insegno: la sofferenza e la distruzione della sofferenza.
Una delle tante insidie dell'infanzia è che non è necessario capire per soffrire. Ma quando arriva l’età della ragione, le ferite non possono essere sanate.
Una parte dell'umanità soffre di abbondanza e spreco. L'altra parte soffre di povertà e fame. Da tempo immemorabile si è perso ogni concetto di armonia nel mondo.
Una vecchia zitella può essere scusata soltanto se ha sofferto trent'anni per un uomo adesso sepolto sotto la neve o sposato a un'altra donna.
Una volta usciti dall'infanzia, occorre soffrire molto a lungo per rientrarvi, così come proprio in fondo alla notte si ritrova un'altra aurora.
Uno non ama meno un luogo solo per averci sofferto, a meno che non sia stata tutta sofferenza, nient'altro che sofferenza.
Vedere molto, soffrire molto, e studiare molto, sono i tre pilastri dell'apprendimento.
Vedo gli occhi di una donna che mi ama e non sento più bisogno di soffrire.
Vi sono esseri che hanno sofferto tanto, e che non solo non sono morti, ma hanno edificato una nuova fortuna sulla rovina di tutte le promesse di felicità che il cielo aveva loro fatte.
Vi sono ferite aperte, a volte ridotte alle dimensioni di una punta di spillo, ma sempre ferite. I segni della sofferenza sono confrontabili piuttosto con la perdita di un dito o della vista di un occhio. Possiamo non perderli neanche per un minuto all'anno, ma se li perdessimo non ci sarebbe niente da fare.
Vivere significa stare per il novanta per cento insieme a delle persone che non si possono soffrire.
Vivere, soffrire, morire: tre cose che non s'insegnano nelle nostre università e che tuttavia racchiudono in sé tutta la sapienza necessaria all'uomo.
Voglio sperimentare ogni formula d'amore, di sofferenza, di follia.
Voi siete gli artefici della vostra condizione, passata, presente e futura. La felicità o la sofferenza, dipendono dalla mente, dalla vostra interpretazione, non dipendono dagli altri, da cause esteriori o da esseri superiori. Ogni problema e ogni soddisfazione è creato da voi, dalla vostra mente.
Vuoi essere felice? Impara prima a soffrire.
Vuoto è l'argomento del filosofo che non dà sollievo all'umana sofferenza.
È assai facile vivere con il dolore, è una droga potente, presente nel nostro quotidiano, nella sofferenza nascosta, nelle rinunce che facciamo, quando diamo la colpa all’amore per la sconfitta dei nostri sogni.
È bello svegliarsi e non farsi illusioni. Ci si sente liberi e responsabili. Una forza tremenda è in noi, la libertà. Si può toccare l'innocenza. Si è disposti a soffrire.
È bene affrontare le difficoltà in gioventù perché chi non ha mai sofferto non ha temprato pienamente il suo carattere. Il samurai che si scoraggia o cede di fronte alla prova non è di alcuna utilità.
È debole e vile chi si dà la morte per paura del dolore, e insensato chi vive per soffrire.
È di gran sollievo pensare che il male che ti è accaduto, tutti prima di te l’han sofferto, e tutti lo soffriranno.
È difficile non credersi superiori, quando si soffre di più.
È la sofferenza a portarci verso la felicità.
È meglio soffrire il torto che commetterlo, e rende più felici essere qualche volta ingannati che non avere fiducia.
È meglio soffrire un torto che commetterlo.
È più importante impedire a un animale di soffrire, piuttosto che restare seduti a contemplare i mali dell'Universo pregando in compagnia dei sacerdoti.
È proprio una vergogna per un individuo assennato che il rimedio al dolore sia la stanchezza di soffrire: è meglio che sia tu a lasciare il dolore, non il dolore te.
È semplice chiacchiera ogni conversazione con chi non ha sofferto.
È solo la consapevolezza della condivisione della sofferenza umana da parte di Dio, che può impedire alla sofferenza d'essere un aumento della negatività dell'uomo.
È strano, ma il desiderio di certi piaceri è parte del mio soffrire.
È tanto facile avere simpatia per la sofferenza. E tanto difficile avere simpatia per il pensiero.
È umano volere ciò di cui abbiamo necessità, ed è umano desiderare ciò che non ci è necessario ma che è per noi desiderabile. Il male consiste nel desiderare con uguale intensità ciò che è indispensabile e ciò che è desiderabile, soffrendo per non essere perfetti come se si soffrisse per la mancanza del pane.
È uno strano destino quello della malinconia. Prende anche se hai tutto. Il viso non mostra segni di sofferenza: è meglio una febbre che costringe a rimanere a letto malati. Se sei triste e stai soffrendo, dentro, nessuno capisce, nessuno ti crede; tutti pensano che sia un posa, uno strano modo di mettersi in mostra.