Passione

Aforismi

Epicuro

Al fine di procurarsi sicurezza nei riguardi degli altri uomini, anche i beni del comando e del regno sono beni secondo natura in quanto con tali mezzi si sia capaci di procurarsela.
Alcuni vollero divenire famosi e rinomati ritenendo così di procurarsi sicurezza nei riguardi degli altri uomini. Ammesso che in tal modo la loro vita sia diventata veramente sicura, essi hanno acquistato un bene secondo natura; ma se la loro vita non lo è divenuta, non hanno raggiunto quel bene secondo natura sotto il cui impulso hanno agito fin dall'inizio.
Alcuni, durante la loro vita, s'accumulano di che vivere, senza riflettere che a tutti noi la bevanda della nascita fu versata mortale.
Anche se il saggio non cammina con lo stesso passo, di sicuro cammina per una stessa via.
Anima piccola nella buona sorte si esalta, nell'avversa si annulla.
Bello e virtù e le altre cose del genere vanno onorate se valgono a procurare piacere, se no, si mandino in pace.
Bisogna ben valutare il fine che ci è dato, e far sì di riportare tutte le nostre opinioni a una certezza evidente; o tutto quanto sarà pieno di insicurezza di giudizio e di turbamento.
Bisogna rendersi conto che le argomentazioni lunghe e quelle brevi portano allo stesso fine.
Cacciamo completamente da noi le nostre cattive abitudini, come se fossero uomini malvagi che ci abbiano per lungo tempo recato danni.
Chi conosce i limiti della vita, sa che è facile rimuovere il dolore che proviene dal bisogno e ottenere ciò che rende la vita perfetta; sì che non ha affatto bisogno di tendere a cose che comportino lotta.
Chi dice che l'età per filosofare non è ancora giunta o è già trascorsa, è come se dicesse che non è ancora giunta o è già trascorsa l'età per essere felici.
Chi dice che tutto avviene per necessità non ha nulla da rimproverare a chi dice che non tutto avviene per necessità: una simile proposizione, in base a quanto essa stessa dice, avviene per necessità.
Chi non ricorda il bene passato è vecchio già oggi.
Chi non ritiene bastante il poco non troverà nulla che gli basti.
Chi non si turba trova serenità verso se stesso e verso gli altri.
Chi non è causa di turbamento a sé stesso non dà noia neanche agli altri.
Ciascuno è maestro di se stesso e solo dentro di se trova la ragione delle cose.
Ciò che una volta presente non ci turba, nell'attesa ci fa impazzire.
Ciò che è beato e incorruttibile non ha problemi, né ne procura ad altri. Allo stesso modo non si fa prendere dall’odio né dalla passione; in colui che è debole, invece, si trovano tutte queste cose.
Colui che fa qualcosa di nascosto contro i patti stipulati reciprocamente circa il non recare ne ricevere danno non può confidare di non essere scoperto, anche se per il presente ciò gli riesce infinite volte: non può mai sapere se riuscirà a non farsi scoprire fino alla sua morte.
Come noi stimiamo le nostre opinioni, considerandole utili, nel caso che siano ammirate dagli altri ed anche quando non lo sono, nello stesso modo dobbiamo stimare le opinioni altrui, purché ne siano degne.
Con più piacere va incontro al domani chi meno ha bisogno del domani.
Consideriamo una gran cosa l'indipendenza dai bisogni non perché sempre ci si debba accontentare del poco, ma per godere anche di questo poco se ci capita di non avere molto.
Da ogni cosa ci si può mettere al sicuro, ma per la morte abitiamo tutti una città senza mura.
Dallo stesso tempo derivano le origini del sommo bene ed il godimento di esso.
Dei desideri alcuni sono naturali e necessari, altri naturali e non necessari, altri né naturali né necessari, ma nati solo da vana opinione.
Di fronte ad ogni desiderio bisogna porsi questa domanda: che cosa accadrà se il mio desiderio sarà esaudito, e che cosa accadrà se non lo sarà?
Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia.
Dobbiamo trovare qualcuno con cui mangiare e bere prima di cercare qualcosa da mangiare e da bere, perché mangiare da solo significa fare la vita di un leone o di un lupo.
Facile a disprezzare è ogni dolore: giacché quello che ha intenso il travaglio, ha breve la durata, e quello che nella carne perdura, ha temperato il travaglio.
Farà nulla il saggio di quanto è vietato dalle leggi, ove sappia di poter rimanere occulto? Non è senza difficoltà dire senz'altro sì o no.
Fatica da bestia fa crescere il mucchio, ma rende triste la vita.
Fino a quando siamo in vita dobbiamo sforzarci a fare il futuro migliore del passato; giunti alla fine, rallegrarci moderatamente.
Fra i desideri naturali che, se non vengono soddisfatti, non danno luogo a vera sofferenza, ve ne sono di quelli in cui sussiste una forte tensione; e questi hanno origine da vana opinione: e ci è difficile dissiparli non per la loro propria natura, ma per le stolte credenze degli uomini.
Gli Dèi esistono, è evidente a tutti, ma non sono come crede la gente comune, la quale è portata a tradire sempre la nozione innata che ne ha.
I mali se affliggono duramente affliggono per poco, altrimenti se lo fanno a lungo vuol dire che si possono sopportare.
I sapori semplici danno lo stesso piacere dei più raffinati, l'acqua e un pezzo di pane fanno il piacere più pieno a chi ne manca.
I sogni non hanno natura divina né potenza divinatoria, ma succedono a causa di immagini che ci hanno impressionati.
Il culmine del piacere è la pura e semplice distruzione del dolore.
Il divieto non significa necessariamente astensione, ma la pratica sotto forma di trasgressione.
Il dolore eccessivo finisce con la morte.
Il fatto che il corpo abbia sofferto per certi dolori, ci aiuta a saperci guardare dai dolori simili.
Il giusto fondato sulla natura è l'espressione dell'utilità che consiste nel non recare né ricevere reciprocamente danno.
Il giusto è privo in assoluto di turbamento, mentre l'ingiusto è ricolmo del turbamento più grande.
Il limite estremo della grandezza dei piaceri è la rimozione di tutto il dolore. Dove sia il piacere, e per tutto il tempo che vi sia, non vi è posto per dolore fisico, o dell'anima, o per l'uno e l'altro insieme.
Il maggior frutto dell'autosufficienza è la libertà.
Il piacere è l'inizio e la fine del vivere felicemente.
Il più gran frutto del bastare a sé stessi è la libertà.
Il saggio che si è adattato alle necessità sa meglio spartire con gli altri che prendere tutto per se; nell'autosufficienza ha trovato un tesoro così grande.
Il saggio lo fa ricco la natura.
Il saggio non soffre di più se messo alla tortura egli stesso, che quando il suo amico è messo alla tortura.
Il supremo frutto dell'autosufficienza è la libertà.
In generale la giustizia è uguale per tutti, perché è utile nei rapporti sociali; ma in casi particolari, e a seconda dei luoghi e delle condizioni, risulta che la stessa cosa non è giusta per tutti.
In senso generale il giusto è uguale per tutti, in quanto è un accordo di utilità reciproca nella vita sociale; ma a seconda della particolarità dei luoghi e delle condizioni risulta che non per tutti il giusto è lo stesso.
Ingrata verso i beni passati è la parola che dice: guarda la fine di una vita lunga.
L'amicizia percorre danzando la terra, recando a noi tutti l'appello di aprire gli occhi sulla felicità.
L'essere beato e incorruttibile non ha affanni, né ad altri ne arreca; è quindi immune da ira e da benevolenza, perché simili cose sono proprie di un essere debole.
L'ingiusta passione per la ricchezza è empia; con giustizia è brutta; l'eccessiva avarizia, quando anche non sia contraria alla giustizia, è comunque sordida.
L'ingiustizia non è di per sé un male, ma consiste nel timore che sorge dal sospetto di non poter sfuggire a coloro che sono stati preposti a punirlo.
L'uomo d'animo sincero vive soprattutto nella saggezza e nell’amicizia, l'una bene mortale, l'altra bene immortale.
L'uomo non è figlio del caso, sono le circostanze le creature dell'uomo.
L'uomo onesto coltiva saggezza e amicizia, l'una è un bene mortale e l'altra immortale.
L'uomo sereno procura serenità a sé e agli altri.
La divinità o vuol togliere i mali e non può, oppure può e non vuole o anche non vuole né può o infine vuole e può. Se vuole e non può, è impotente; se può e non vuole, è invidiosa; se non vuole e non può, è invidiosa e impotente; se vuole e può, donde viene l’esistenza dei mali e perché non li toglie?
La gioia più alta che si possa godere è quella che si ottiene quando si sfugge un gran male; questa è la natura del bene, per chi lo valuti giustamente e vi si fermi, senza continuare a discutere inutilmente su di esso camminando.
La giustizia non esiste di per sé, ma solo nei rapporti reciproci, e in quei luoghi nei quali si sia stretto un patto circa il non recare né ricevere danno.
La lode degli altri deve seguirci spontaneamente; noi dobbiamo occuparci della cura di noi stessi.
La maggior parte degli uomini sono in preda al torpore mentre si riposano, al furore mentre agiscono.
La medesima persuasione che ci incoraggiò a credere che nessun male è eterno o lungamente duraturo ci fa anche ritenere che la sicurezza più grande che si attui nelle cose finite è quella dell'amicizia.
La morte non costituisce nulla per noi, dal momento che il godere e il soffrire sono entrambi nel sentire, e la morte altro non è che la sua assenza.
La morte non è niente per noi. Ciò che si dissolve non ha più sensibilità, e ciò che non ha sensibilità non è niente per noi.
La morte, il più atroce di tutti i mali, non esiste per noi. Quando noi viviamo la morte non c'è, quando c'è lei non ci siamo noi.
La natura ingrata dell'anima ha reso la creatura umana avida di variazioni illimitate nel modo di vivere.
La natura è debole nei confronti del male, non nei confronti del bene, perché nei piaceri ha la sua salvezza e nei dolori la sua rovina.
La necessità è un male, ma non vi è nessuna necessità di vivere nella necessità.
La parsimonia è proporzione, chi la trascura è uguale a chi si lascia trascinare dai desideri eccessivi.
La più grande ricchezza è nel bastare a sé stessi.
La ricchezza non consiste nell'avere grandi proprietà, ma nell'avere pochi bisogni.
La ricchezza secondo natura ha confini ben precisi ed è facile a procacciarsi, quella secondo le vane opinioni cade in un processo all'infinito.
La scontentezza dell'anima porta l'uomo ai desideri eccessivi.
La sorte ha poca importanza per il saggio, perché la ragione amministra le cose più importanti per tutto il tempo dell’esistenza.
La stoltezza ha questo di proprio: ricomincia sempre da capo la vita.
La tua ansietà è direttamente proporzionale alla tua dimenticanza della natura, perché tu porti in te stesso paure e desideri illimitati.
La venerazione tributata al saggio fa onore a chi la esercita.
La voce della carne è: non aver fame, non aver sete, non aver freddo. Chi ha queste cose può gareggiare in felicità anche con Zeus.
Le leggi sono poste per i saggi non perché non commettano ingiustizia, ma perché non la subiscano.
Mai si è troppo giovani o troppo vecchi per la conoscenza della felicità. A qualsiasi età è bello occuparsi del benessere dell'animo nostro.
Meditare bisogna su ciò che procura la felicità, poiché invero se essa c'è abbiamo tutto, se essa non c'è facciamo tutto per possederla.
Meglio essere senza fortuna ma saggi che fortunati e stolti.
Messo di fronte alla necessità della vita, il saggio sa dare piuttosto che ricevere; bastare a se stesso è il suo tesoro.
Nasciamo una sola volta, due non è concesso; tu, che non sei padrone del tuo domani, rinvii l'occasione di oggi; così la vita se ne va nell'attesa, e ciascuno di noi giunge alla morte senza pace.
Nell'amore della vera filosofia finisce ogni ansia e il folle desiderio.
Nelle discussioni fatte per amore di sé stesse più guadagna chi è vinto, in ragione di quel ch'egli vi impara.
Nessun piacere è di per sé stesso un male: ma i mezzi per procurarsi certi piaceri arrecano molti più tormenti che piaceri.
Nessuno s'accorga che tu sei vissuto.
Nessuno, vedendo il male, lo preferisce, ma ne rimane ingannato, parendogli un bene rispetto al male peggiore.
Niente basta a chi non basta ciò che è sufficiente.
Noi riteniamo il piacere principio e fine della vita felice, perché lo abbiamo riconosciuto bene primo e a noi congenito.
Non abbiamo tanto bisogno dell'aiuto degli amici, quanto della certezza del loro aiuto.
Non aspetti il giovane a filosofare, né il vecchio di filosofare si stanchi: nessuno è troppo giovane o troppo vecchio per la salute dell'anima. Chi dice che non è ancora giunta l'età di filosofare o che è già trascorsa, è come se dicesse che non è ancora o non è più l'età per essere felici.
Non bisogna far violenza alla natura, ma persuaderla.
Non bisogna sciupare quello che si ha con il desiderio delle cose che mancano, ma riflettere sul fatto che anche ciò che si ha era prima oggetto del desiderio.
Non bisogna temere gli dei; la morte non ci deve insospettire; il bene si trova facilmente, il male difficilmente si sopporta.
Non chi cerca sempre l'assistenza degli amici dev'essere considerato un amico, né chi non se ne approfitta mai. L'uno fa mercato del bene per averne il contraccambio, l'altro recide la speranza del bene per l'avvenire.
Non cresce il piacere della carne, ma solo subisce variazione, una volta che sia rimossa tutta la sofferenza che viene dal bisogno. Il limite dei piaceri che la ragione ci prescrive è prodotto dal calcolo razionale di questi stessi e di tutte le affezioni dello stesso tipo, che procurano all'anima i più grandi timori.
Non dura ininterrottamente il dolore della carne; il suo culmine dura anzi un tempo brevissimo; e ciò che di esso appena oltrepassa il piacere non si protrae molti giorni nella nostra carne. Le lunghe malattie poi arrecano alla carne più piacere che dolore.
Non fare filosofia per scherzo, ma sul serio; perché non abbiamo bisogno di apparire sani ma piuttosto di esserlo veramente.
Non fare niente nella vita che ti farà temere che il tuo vicino se ne accorga.
Non fingere di essere saggio, ma sii saggio davvero: non abbiamo bisogno di apparire sani, ma di esserlo veramente.
Non gioverebbe a niente il procurarsi sicurezza nei riguardi degli altri uomini finche si continuasse a nutrire timore riguardo a ciò che sta sopra di noi, o sottoterra, o in generale nell'infinito.
Non il tempo più lungo si gode, ma il più dolce.
Non intorbidare il bene presente col desiderio di quello che ti manca, ma considera che anche questo lo hai desiderato.
Non la natura che è unica per tutti, distingue i nobili dagli ignobili, ma le azioni di ciascuno e la sua forma di vita.
Non rovinare ciò che hai col desiderare ciò che non possiedi; ma ricorda invece che ciò che ora hai era una volta tra le cose di cui solo potevi sperare.
Non sarebbe possibile dissolvere ogni timore intorno alle cose di maggior importanza se non si sapesse quale sia la natura dell'universo, ma si vivesse in sospettoso timore delle cose che ci raccontano i miti; non sarebbe possibile cogliere i piaceri nella loro purezza senza la scienza della natura.
Non serve non aver paura degli uomini finché si continua ad aver paura di ciò che sta sottoterra e sopra il cielo.
Non si deve invidiare nessuno; visto che i buoni non meritano invidia, ed in quanto ai cattivi, più essi trovano buona sorte più si rovinano.
Non si dà vita felice senza che sia intelligente, bella e giusta, né vita intelligente, bella e giusta priva di felicità, perché le virtù sono connaturate alla felicità e da questa inseparabili.
Non è apprezzabile chi è troppo facile all'amicizia né chi troppo vi esita; per amore dell'amicizia bisogna anche rischiare il proprio amore.
Non è un buon amico né chi lo è per interesse, ma nemmeno chi non riesce ad unire mai l'interesse all'amicizia; l'uno mercanteggia l'affetto con una contropartita, l'altro si taglia ogni speranza per il futuro.
Nulla vale tanto a dare serenità all'animo come il non darsi troppo da fare, il non cacciarsi in imprese di difficile esito, e il non sforzarsi al di là delle proprie capacità, tutte cose che ad altro non servono se non a mettere il disordine nella nostra natura.
Né la ricchezza più grande, né l'ammirazione delle folle, né altra cosa che dipenda da cause indefinite sono in grado di sciogliere il turbamento dell'animo e di procurare vera gioia.
Occorre convincersi che il discorso lungo e il discorso breve arrivano al medesimo fine.
Ogni amicizia è desiderabile di per se stessa, anche se ha preso origine dall'utilità.
Ogni dolore è facilmente disprezzabile, perché la sofferenza intensa è di breve durata, e la sofferenza più lunga ha una intensità minima.
Ognuno lascia la vita come se l'avesse cominciata allora.
Ovunque sia il piacere, e per il tempo in cui dura, non c’è dolore né sofferenza, né le due cose insieme.
Partecipiamo alle sventure degli amici non piangendoci sopra, ma dandoci da fare.
Per essere felici è necessario vivere nel piacere, ma questa condizione va vissuta con prudenza.
Per la maggior parte degli uomini quiete è torpore, attività furore.
Per molti le ricchezze acquistate non hanno rappresentato la fine, ma solo un mutamento delle loro miserie.
Per tutti quegli esseri viventi che non ebbero la capacità di stringere patti reciproci circa il non recare ne ricevere danno, non esiste né il giusto né l'ingiusto; e altrettanto si deve dire per quei popoli che non poterono o non vollero stringere patti per non recare e non ricevere danno.
Poca importanza ha la sorte per il saggio, perché le cose più grandi e importanti sono governate dalla ragione, e cosi continuano e continueranno ad essere per tutto il corso del tempo.
Sappi che il dolore non va temuto. Infatti se é intenso é breve, se é lungo non é intenso; e ricordati che il saggio è felice anche tra i tormenti.
Scacciamo per sempre da noi le cattive abitudini come se fossero uomini malvagi che ci hanno nuociuto per molto tempo.
Se ci siamo noi la morte non c'è, quando noi non ci siamo più non c'è più neanche la morte.
Se gli dèi esaudissero le preghiere degli uomini, l'umanità verrebbe dissolta a causa di tutti i mali che gli uomini si invocano l'un l'altro.
Se in ogni circostanza non rapporterai la tua azione al fine secondo natura, ma, nella scelta o nel rifiuto, ti indirizzerai ad altro fine, le tue azioni non saranno in coerenza con le tue parole.
Se la sicurezza nei riguardi degli altri uomini deriva fino a un certo punto da una ben fondata situazione di potenza e ricchezza, la sicurezza più pura proviene dalla vita serena e dall'appartarsi dalla folla.
Se la vista, la conversazione e lo stare insieme vengono tolti, la passione d'amore s'estingue.
Se le cose che danno luogo ai piaceri propri dei dissoluti fossero anche tali da liberarci dai timori dell' animo circa i fenomeni celesti, la morte, il dolore, e ci insegnassero quale sia il limite dei desideri, non avremmo niente da rimproverare a quelli: essi sarebbero infatti ricolmi di ogni piacere e non avrebbero mai da soffrire fisicamente o da affliggersi, nel che consiste appunto il male.
Se non ci turbasse la paura dei fenomeni celesti e quella della morte, ch'essa possa essere qualcosa che ci tocchi da vicino, e il non conoscere il confine dei piaceri e dei dolori, non avremmo bisogno della scienza della natura.
Se ogni piacere si intensificasse nel suo luogo e nella sua durata, e pervadesse tutto il nostro composto o le parti più importanti del nostro essere, allora i piaceri non differirebbero gli uni dagli altri.
Se rifiuterai una sensazione senza ben distinguere fra ciò ch'è dovuto a opinione, ciò che attende conferma, ciò ch'è presente con evidenza in base a sensazione o ad affezione o a un qualunque atto di intuizione rappresentativa della mente, finirai col confondere anche le altre sensazioni con opinione vana, e non riuscirai più ad usare alcun criterio di giudizio. E se nelle nozioni fondate sull'opinione tu farai valere ugualmente sia ciò che attende conferma sia ciò che non riceve conferma, non potrai sfuggire all'errore, perché non ti sarai liberato assolutamente dall'ambiguità nel giudizio circa la verità o falsità di una conoscenza.
Se si elimina il vedersi, il parlarsi e lo stare insieme, si dissolve la passione amorosa.
Se ti opporrai a tutte le sensazioni, non avrai più nemmeno criteri cui riferirti e perciò neanche modo di giudicare quelle che tu dici essere errate.
Se un nemico ti prega, non respingere la sua richiesta, ma prendi le tue cautele: non è diverso da un cane.
Se vivi sulla norma della natura, non sarai mai povero; su quella delle opinioni, non sarai mai ricco.
Si è disposto nella maniera migliore contro il turbamento che proviene dall'esterno colui che si è reso affini le cose possibili e non del tutto estranee le impossibili. Quanto a quelle cose riguardo a cui non ha avuto nemmeno tale potere, se ne è astenuto del tutto, fondandosi su tutto ciò che è utile a tale scopo.
Stolto è chi chiede alla divinità ciò che può ottenere da sé.
Tutte le volte che ti trovi in angustie, ciò è perché tu ti dimentichi della natura; crei infatti a te stesso timori e desideri che non hanno limite.
Tutti quei desideri che, se non esauditi, non arrecano vera sofferenza non sono necessari: il loro stimolo è tale da potersi annientare facilmente quando appaiano indirizzati a cose difficili a ottenersi, o siano tali da recare danno.
Un tempo illimitato contiene la stessa quantità di piacere che uno limitato, quando i confini dei piaceri si valutino con retto calcolo.
Vivi nascosto.
Vuoto è l'argomento del filosofo che non dà sollievo all'umana sofferenza.
È bene riflettere sulle cose che possono farci felici: infatti se siamo felici abbiamo tutto ciò che occorre; se non lo siamo facciamo di tutto per esserlo.
È difficile per chi commette ingiustizia evitare di essere scoperto, e impossibile avere fiducia di continuare a non esserlo.
È impossibile vivere piacevolmente se non si vive saggiamente, bene e con giustizia; ed è impossibile vivere saggiamente, bene e con giustizia se non si vive piacevolmente.
È nobile cosa la povertà accettata con gioia.
È non solo più bello ma anche più piacevole fare il bene anziché riceverlo.
È preferibile che un bel progetto non vada in porto piuttosto che abbia successo un progetto dissennato.
È sciocco chiedere agli dèi quello che si è in condizione di procurarsi da sé stessi.
È una cosa bellissima la vista del prossimo, quando al primo incontro ci si scopre dello stesso sentimento, o almeno col desiderio ardente verso questo fine.