Passione

Aforismi

Invidia

A differenza della lussuria, della superbia, della gola, l'invidia è forse l'unico vizio che non dà piacere.
A rendere alcuni totalmente privi d’invidia sono un grande orgoglio e una grande ambizione.
Accade invece che, quando ci si trovi in disaccordo su qualche punto, e quando l'uno non riconosca che l'altro parli bene e con chiarezza, ci si infuria, e ciascuno pensa che l'altro parli per invidia nei propri confronti, facendo a gara per avere la meglio e rinunciando alla ricerca sull'argomento proposto nella discussione.
Amare ciò che si ha, saperne gioire, godere dei privilegi del proprio stato, non invidiare coloro che ci sembrano più felici di noi, applicarsi per perfezionare noi stessi e per ricavare i maggiori vantaggi dai nostri comportamenti, è tutto quello che chiamo felicità.
Appena l'uomo abbandona l'invidia comincia a prepararsi per entrare nel sentiero della beatitudine.
Assieme alla lussuria, la gola è il vizio più confessabile. Nessuno si vanterà pubblicamente di essere invidioso, avaro, tracotante, iracondo, negligente. Ma nessuno si vergognerà di dire che va matto per le profiteroles.
Bellezza, dono di un giorno che il cielo ci invidia.
Che cos'è l'invidia? E' dire: ti odio perché tu hai ciò che io non ho e che desidero.
Che cosa è l'uomo che invidia l'altro uomo, se non una miseria che invidia un'altra miseria?
Che se ne fa l’uomo del danaro, se non lo aiuta a suscitare l’invidia del prossimo mediante lo sfarzo di indumenti rari? Che gusto c’è a vestirsi di lana o di tela, se tutto il mondo ne fa uso?
Chi dirà mai qualcosa in difesa dell'invidia? È un sentimento di specie abietta, e tuttavia bisogna mettersi nei panni del visitatore.
Chi dà pane ai cani d'altri, spesso vien latrato dai suoi.
Chi, in sé, non ha alcuna virtù, invidia sempre la virtù negli altri. Poiché la mente umana si nutre o del proprio bene o del male altrui, chi non ha il primo, prenderà l'altro.
Ci si può liberare dell'invidia gustando le gioie che si trovano sul proprio cammino, svolgendo il lavoro che si deve svolgere, ed evitando di fare confronti con coloro che reputiamo, forse erroneamente, molto più fortunati di noi.
Ci si vanta spesso delle passioni, anche delle più criminose; ma l'invidia è una passione timida e vergognosa che non si osa mai confessare.
Ci sono gli invidiosi, ma quando viene il momento sono costretti a dire la verità. L'onestà ha l'ultima parola.
Ci sono tre cose da evitare con cura: l'odio, l'invidia e il disprezzo.
Com'è fatta la gente! Che non può vedere un po’ di bene a nessuno, e anche se non hanno bisogno di nulla invidiano il pane che si mangia e le speranze che vengono su.
Come il sole la nebbia, così il pensier della morte fuga e discioglie ogni cupidigia, ogn'invidia, ogni odio.
Come la ruggine consuma il ferro, così la invidia consuma gli invidiosi.
Congratularsi vuol dire esprimere con garbo la propria invidia.
Dall'invidia si diventa strabici.
Dei sette vizi capitali, l'orgoglio è il peggiore. rabbia, avarizia, invidia, lussuria, accidia, gola riguardano il rapporto degli uomini tra di loro e con il resto del mondo. L'Orgoglio, invece, è assoluto. È la rappresentazione della relazione soggettiva che una persona intrattiene con sé stessa. Quindi, tra tutti, è il più mortale. L'Orgoglio non ha bisogno di un oggetto di cui essere orgogliosi. È narcisismo portato all'estremo.
Di norma, gli uomini sono stupidi, ingrati invidiosi, bramosi degli averi altrui; abusano della propria superiorità quando sono forti e diventano delinquenti quando sono deboli.
Di tutti i mali che affliggono l'anima, l'invidia è il solo che nessuno confessa.
Dove regna l'invidia non può vivere la virtù, né dove sta la miseria può aver luogo la liberalità.
Esisteva la gente per la quale obbedire, imitare e soprattutto non far pena a chi stimano di levatura sociale superiore alla loro, è legge suprema di vita: lo snob infatti, è il contrario dell'invidioso.
Essere felici è essere invidiati. Ebbene, c'è sempre qualcuno che c'invidia. Si tratta di conoscerlo.
Gli uomini di nobile nascita sono noti per essere invidiosi quando nuove persone salgono alla ribalta. Perché la distanza è cambiata, ed è come un inganno ottico, che quando altri salgono loro pensano di andare indietro.
Gli uomini invidiosi dal fiuto più sottile cercano di non conoscere con maggior precisione il loro rivale per potersi sentire superiori a lui.
Gli uomini mediocri fanno ragione del merito delle persone dalle pulitezze che ne ricevono: gli uomini superiori dovrebbono far ragione del proprio merito dalle impulitezze, che non sono altro che la misurai dell'altrui invidia.
Gli uomini oggetto di invidia sono destinati a scomparire: alcuni verranno eliminati, altri cadranno. La prosperità è inquieta: si tormenta da sé.
Gli uomini sono ben lungi dal poter essere facilmente guidati dalla ragione; ciascuno è sospinto dai suoi personali impulsi al piacere e gli animi spessissimo sono a tal punto dominati dall'invidia, dalla collera che nessun posto resta per la capacità di riflettere e giudicare.
Guai a chi invidia il passato.
Guardando bene, ci si rende conto che nel disprezzo v'è un poco di segreta invidia.
Ho sempre provato pena per gli invidiosi. Deve essere davvero triste vivere con la, costante, consapevolezza di essere inferiori a qualcun altro.
I nostri antenati ci hanno tramandato il desiderio di volare guardando con invidia gli uccelli librarsi liberi nell'aria infinita del cielo.
I pochi che fanno sono l'invidia dei molti che guardano soltanto.
I ricchi sono più invidiati da coloro che hanno poco, che da coloro che non hanno nulla.
Il comunismo possiede un linguaggio che ogni persona può comprendere: i suoi elementi sono fame, invidia, e morte.
Il ferro è consumato dalla ruggine, l’invidioso dal suo vizio.
Il lavoro non è vergogna; è l'ozio vergogna; se tu lavori, presto ti invidierà chi è senza lavoro mentre arricchisci; perché chi è ricco ha successo e benessere.
Il milionario non godrebbe niente se gli mancasse l'invidia del popolo.
Il più sicuro indizio di essere nati con grandi qualità, è l'esser nati senza invidia.
Il prezzo del successo è sopportare le critiche degli invidiosi.
Il primo oggetto di invidia è il seno che nutre, in quanto il bambino sente che il seno possiede tutto quello che egli desidera, ha una quantità illimitata li latte e di amore ma che lo tiene per suo godimento. Questa sensazione aumenta il risentimento e l'odio del bambino, e di conseguenza disturba la sua relazione con la madre.
Il segno più sicuro che si è nati con grandi qualità è l'essere nati senza invidia.
Il silenzio dell'invidioso fa molto rumore.
Il solo tesoro che l'uomo possegga davvero è quello della sua vita interiore; ed e un tesoro che nessuno gl'invidia.
Il successo che più c'invidiano è quello che abbiamo meritato.
Il successo degli imbecilli deve guarire dall'imbecillità dell'invidia.
Il successo degli invidiosi è l'insuccesso degli altri.
Il successo fa sì che fin troppe persone ti odino. Vorrei che non fosse così. Sarebbe meraviglioso godersi il successo senza vedere l'invidia negli occhi di chi ti circonda.
Il successo è un fattore scatenante dell’invidia. Il successo è l’appagamento delle proprie ambizioni e perciò è conseguito non appena queste sono state raggiunte.
Il valore genera l'invidia nelle menti meschine e l'emulazione nelle anime grandi.
Il vasaio ce l'ha con il vasaio e l'artigiano con l'artigiano, il mendico invidia il mendico e il poeta il poeta.
In questo Paese l'invidia si coltiva come un valore. Una strana sorta di guerra civile strisciante continua ad avvelenare gli animi.
In una società di consumo ci sono inevitabilmente due tipi di schiavi: i prigionieri delle dipendenze e i prigionieri dell’invidia.
Invidia e vanità sono le radici del benessere sociale.
Invidia, radice d'infiniti mali e tarlo delle virtù! Tutti i vizi seco si traggono.
Invidiamo gli altri più per quello che hanno che per quello che sono.
Invidiare la felicità altrui è una follia.
Invidiare lo scarso valore è codardia, e invidiare il valore è temerarietà.
Invidieranno il tuo successo, la tua salute, la tua intelligenza, il tuo aspetto, la tua condizione sociale, ma raramente il tuo sapere.
Invidioso non è tanto chi soffre che altri abbia qualcosa che lui non ha, quanto chi soffre che altri abbia ciò che lui ha.
Io non ho rispetto per la passione dell'uguaglianza, che a me sembra una semplice invidia idealizzata.
L'adulazione aderisce al potere, e invidia il merito superiore.
L'ammirazione è un sentimento che cela inconsapevolmente un sottile rammarico per il mancato possesso, se si tratta d'un oggetto, o un'impercettibile invidia nel caso d'una persona.
L'amore guarda attraverso un telescopio; l'invidia attraverso un microscopio.
L'anima del mondo è alimentata dalla felicità degli uomini. O dall'infelicità, dall'invidia, dalla gelosia. Realizzare la propria leggenda personale è il solo dovere degli uomini. Tutto è una sola cosa. E quando vuoi davvero qualcosa, l'intero universo cospira affinché chi lo desidera con tutto sé stesso possa riuscire a realizzare i propri sogni, per quanto sciocchi possano sembrare. Perché sono nostri e soltanto noi sappiamo quanto ci costa sognarli.
L'arroganza, la presunzione, il protagonismo, l’invidia: questi sono i difetti da cui occorre guardarsi.
L'esaltazione degli antichi scrittori procede non dalla reverenza per i morti, ma dallo spirito di rivalità e dalla reciproca invidia dei vivi.
L'indignazione morale è invidia con l'aureola.
L'invidia del cretino per l'uomo brillante trova sempre qualche consolazione nell'idea che l'uomo brillante farà una brutta fine.
L'invidia e la viltà sono sorelle germane.
L'invidia e le teste vuote vanno sempre insieme.
L'invidia fa crescere la sua furia in modo silenzioso, ma in modo ostile.
L'invidia genera individui pericolosi.
L'invidia ha gli occhi e la fortuna è cieca.
L'invidia negli uomini mostra quanto si sentano sfortunati, e la loro costante attenzione a quello che fanno o debbano fare gli altri, mostra quanto si annoino.
L'invidia non arriva mai al ballo vestita da invidia. Arriva vestita da qualcos'altro: ascetismo, standard elevati, buonsenso.
L'invidia onora il morto in modo da insultare il vivente.
L'invidia parla per quello che vede, non per quanto ci sta dietro.
L'invidia rivela la mediocrità; i grandi caratteri non conoscono che le rivalità.
L'invidia sarà un peccato, ma è anche uno sprone.
L'invidia si alimenta fra i vivi, e si quieta dopo la morte.
L'invidia soffre per la buona fortuna del prossimo, e non potendo godere, per insufficienza propria, dei propri successi, gode malignamente degli insuccessi altrui.
L'invidia somiglia molto all'amore: essere invidiato è quasi essere amato.
L'invidia tra gli altri ingredienti ha una miscela di amore e giustizia in sé. Noi siamo più arrabbiati verso le buone fortune non meritate che verso quelle meritate.
L'invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto e più ti torna a galla.
L'invidia è compagna della gloria.
L'invidia è così magra e pallida perché morde e non mangia.
L'invidia è distrutta dalla vera amicizia, e la civetteria dal vero amore.
L'invidia è il più stupido dei vizi, poiché non offre nemmeno un solo vantaggio.
L'invidia è il segno sicuro del difetto, dunque se è rivolta ai meriti altrui è il segno del difetto di meriti propri.
L'invidia è il sentimento che noi proviamo quando qualcuno, che noi consideriamo del nostro stesso valore ci sorpassa, ottiene l'ammirazione altrui. Allora abbiamo l'impressione di una profonda ingiustizia nel mondo. Cerchiamo di convincerci che non lo merita, facciamo di tutto per trascinarlo al nostro stesso livello, di svalutarlo; ne parliamo male, lo critichiamo. Ma se la società continua ad innalzarlo, ci rodiamo di collera e, nello stesso tempo, siamo presi dal dubbio. Perché non siamo sicuri di essere nel giusto. Per questo ci vergogniamo di essere invidiosi. E, soprattutto, di essere additati come persone invidiose.
L'invidia è innata nell'uomo.
L'invidia è l'avversario di quelli più fortunati.
L'invidia è la base della democrazia.
L'invidia è la prova della nostra debolezza; l'emulazione è la prova della nostra forza. L'una è la disperazione dell'impotenza, l'altra è lo sviluppo del talento.
L'invidia è la religione dei mediocri. Li consola, risponde alle inquietudini che li divorano e, in ultima istanza, imputridisce le loro anime e consente di giustificare la loro grettezza e la loro avidità fino a credere che siano virtù e che le porte del cielo si spalancheranno solo per gli infelici come loro, che attraversano la vita senza lasciare altra traccia se non i loro sleali tentativi di sminuire gli altri e di escludere, e se possibile distruggere, chi, per il semplice fatto di esistere e di essere ciò che è, mette in risalto la loro povertà di spirito, di mente e di fegato.
L'invidia è naturale all'uomo: tuttavia è un vizio e una disgrazia allo stesso tempo.
L'invidia è più irreconciliabile dell'odio.
L'invidia è quel tipo di odio per cui uno si rattrista della felicità di un altro e si rallegra dei mali di un altro.
L'invidia è sorella carnale dell'odio.
L'invidia è spesso come una bocca sdentata: tenta di mordere, ma sbava soltanto.
L'invidia è tanto più infelice quanto più è impotente.
L'invidia è un cieco che vuole strapparti gli occhi.
L'invidia è un furore che non può sopportare il bene altrui.
L'invidia è un sentimento che divora chi lo nutre.
L'invidia è un'affezione dello spirito e, a differenza di altri peccati della carne, non provoca piacere a nessuno. È un'emozione dolorosa per chi la prova e ha effetto ugualmente doloroso negli altri.
L'invidia è una bestia che riesce a farsi riconoscere anche in mezzo a un mare di complimenti.
L'invidia è una buona stoffa per confezionare una spia.
L'invidia è una confessione d'inferiorità senza speranza.
L'invidia è una confessione d'inferiorità.
L'invidia è una specie di lode.
L'invidia è una terribile fonte di infelicità per moltissima gente.
L'invidia, il sentimento più fortificante e più puro.
L'invidia, in effetti, è una delle forme di quel vizio, in parte morale, in parte intellettuale, che consiste nel non vedere mai le cose in se stesse, ma soltanto in rapporto ad altre.
L'invidia, la bile dell'anima.
L'invidioso mi loda senza saperlo.
L'invidioso non ha un Io forte, ben strutturato, ma si appoggia sempre a un Io gregario.
L'invidioso non muore mai una volta sola, ma tante volte quante l'invidiato vive salutato dal plauso della gente.
L'invidioso non riesce a sopportare che tu faccia il passo più lungo della sua gamba.
L'invidioso non usa mai ciò che ha, gli manca sempre ciò che vuole.
L'invidioso s'impoverisce quando vede gli altri arricchirsi.
L'invidioso si consuma alla vista dell’altrui proprietà.
L'invidioso è un impotente incapace di rassegnarsi.
L'invidioso, invece di trovare piacere in ciò che ha, soffre per quello che gli altri hanno.
L'odio che non poggia su una bassa invidia, ma su un sentimento generoso, è una passione sana e potentemente vitale.
L'odio è una funzione dell'invidia.
L'odio, l'invidia e la superbia sporcano la vita.
L'orgoglio ha quasi sempre una compagna ancora peggiore: l'invidia.
L'ubriachezza non origina i vizi, ma li mette in luce: è allora che l'uomo libidinoso non aspetta nemmeno di entrare in camera da letto, ma soddisfa subito le sue voglie; che l'impudico rivela apertamente i suoi istinti morbosi; che l'insolente non tiene più a freno la lingua e le mani. Cresce la superbia dell'arrogante, la crudeltà del violento, la malevolenza dell'invidioso; ogni vizio viene fuori ingigantito.
L'unico rimedio contro l'invidia per gli uomini e le donne comuni è la felicità, e il difficile sta nel fatto che l'invidia è in sé stessa un terribile ostacolo alla felicità.
L'uomo fa molte cose per essere amato, fa di tutto per essere invidiato.
L'uomo umile ha tutto da guadagnare e l'orgoglioso tutto da perdere, perché la modestia trova sempre la generosità e l'orgoglio l'invidia.
L'uomo è peggio delle bestie, che quand'hanno saziata la fame e la foia non conoscono invidia. L'uomo è nemico del prossimo.
La critica non è che un frutto dell'invidia.
La critica è un'imposta che l'invidia percepisce sul merito.
La fama più dolce è quella che ancora non mira a grandi successi e perciò non suscita invidia né provoca isolamento.
La fama rastrella il doppio di ciò che l'invidia ha potato.
La felicità è sempre soggetta all'invidia: la sola miseria non è invidiata da nessuno.
La fortuna serve per vivere, la gloria giova dopo la morte: quella vale contro l'invidia, questa contro l'oblio.
La gente spesso invidia agli altri quello che non può avere.
La grandezza ispira l'invidia, l'invidia genera rancore, il rancore produce menzogne.
La morale è la cattiva ipocrisia dell'invidia.
La morte acquieta l'invidia completamente, la vecchiaia lo fa per metà.
La nostra invidia dura sempre più a lungo della felicità di coloro che invidiamo.
La nostra invidia è sempre più grande della felicità di chi è invidiato.
La pietà è per i vivi, l'invidia è per i morti.
La solitudine è uno spazio così vasto che, alle volte, si prova invidia per chi urta sempre contro i soliti, vecchi spigoli.
La spia va a caccia per conto d'altri, come il cane; l'invidioso va a caccia per conto proprio, come il gatto.
La vera ricchezza consiste in un sonno privo di turbamenti, in una coscienza pulita, nella gratitudine reciproca, nell’assenza di invidia, in un buon appetito, forza muscolare, energia fisica, risate frequenti, pasti in compagnia, niente palestra, un po’ di lavoro fisico, evacuazioni regolari, niente sale riunioni e qualche sorpresa di tanto in tanto.
La vita diventa un veleno se non crediamo in essa, quando non è che un mezzo per saziare la vanità, l’ambizione, l’invidia.
Le ferite dei non amati, cicatrizzando, danno origine all’invidia.
Le persone possono mostrarsi gelose, ma nascondono la loro invidia.
Meglio essere invidiato che essere oggetto di compassione.
Nella dorata guaina della compassione si nasconde talvolta il pugnale dell’invidia.
Nelle folle, l'imbecille, l'ignorante e l'invidioso sono liberati dal sentimento della loro nullità e impotenza, che è sostituita dalla nozione di una forza brutale, passeggera, ma immensa.
Nessuno è gran che da invidiare, innumerevoli sono da compiangere molto.
Non appena nasce la virtù, nasce contro di lei l'invidia, e farà prima il corpo a perdere la sua ombra che la virtù la sua invidia.
Non augurate mai ad un invidioso di avere figli: sarebbe geloso di loro perché non può più avere la loro età.
Non bisogna invidiare chi non è degno di essere invidiato né gli sciagurati, ma averne piuttosto compassione.
Non bisogna mai provare invidia per gli altri. Ciascuno ha un suo posto, ciascuno ha il suo destino.
Non c'è forse fenomeno che contenga così tanto sentimento distruttivo quanto l'indignazione morale, che permette all'invidia o all'odio di manifestarsi sotto le spoglie della virtù.
Non c'è nessuno che meriti la tua invidia.
Non ci sono veri infelici, che quelli che invidiano la felicità degli altri.
Non deriva la nostra inquietudine da un'intima coscienza della nostra indegnità, da uno scontento di noi stessi, che sempre si collega con l'invidia e con una pazza vanità?
Non esiste animale più meschino, stupido, codardo, miserabile, egoista, malevolo, invidioso, ingrato del Pubblico. È il più vigliacco dei vigliacchi, perché ha paura di sé stesso.
Non invidiamo quelli che stanno più in alto: quelle che sembravano vette si sono rivelate dirupi.
Non invidiare la gloria del peccatore, perché non sai quale sarà la sua fine.
Non invidiate un uomo saggio poiché lo è diventato vivendo tutto ciò che ora vi porta a chiamarlo così.
Non perdere tempo con l’invidia. A volte sei in testa. A volte resti indietro. La corsa è lunga e alla fine è solo con te stesso.
Non potrei invidiare nessuno, nemmeno coloro che godono di una qualche felicità apparentemente perfetta agli occhi del mondo, perché io assaporo una felicità completa, anche quando soffro qualcosa per il mio amato sposo.
Non riesco a pensare ad un soggetto più basso dell'adulatore, eccetto colui che lo invidia.
Non si deve invidiare nessuno; visto che i buoni non meritano invidia, ed in quanto ai cattivi, più essi trovano buona sorte più si rovinano.
Non sopravvalutare quello che hai ricevuto e non invidiare il prossimo: colui che invidia il prossimo non conseguirà la pace della mente.
Non v'è nulla di più inconciliabile e crudele dell'invidia: eppure ci sforziamo senza posa soprattutto di suscitarla!
Non è felice l'uomo che nessuno invidia.
O invidia, radice di mali infiniti, verme roditore di tutte le virtù!
Odiamo la virtù quando è presente, invidiosi la cerchiamo quando è stata completamente portata via.
Ogni grande speranza è avversata dalla violenza, dall'invidia, dall'odio, dalla gelosia.
Ogni male ha la sua compensazione. Meno è il denaro, meno i problemi; meno i favori, minore è l'invidia. Perfino in quei casi che ci fanno uscir di senno, non è la perdita in se stessa che ci angustia, bensì la nostra valutazione della perdita.
Ogni volta che penso alla crocifissione di Cristo, commetto il peccato dell'invidia.
Per i successi altrui ho sempre avuto ammirazione, mai invidia. Non è volendo sottrarglieli ma comprendendo quelli degli altri, che ho costruito i miei.
Per un samurai l'unica cosa che conta dovrebbe consistere nel compiere il proprio dovere. Alla maggior parte delle persone non piace il proprio lavoro, esse ritengono più interessante quello altrui, e ciò causa invidie e porta disgrazie.
Perché, se leggiamo di un marito abbandonato dalla moglie, proviamo un così sfacciato sentimento d'invidia?
Più che una ricchezza maledetta c'è una povertà maledetta: quella di chi soffre non perché è povero ma perché non è ricco; quella di chi sopporta di buon grado ogni sventura purché condivisa; quella di chi non desidera eliminarla, ma preferisce piuttosto eliminare i beni che invidia.
Pochi sono gli uomini pronti a rendere omaggio, senza sentimenti d'invidia, al successo di un amico.
Pochissime persone parlano chiaramente e volentieri dell'invidia che provano: parlarne apertamente inibisce perché è come mettersi a nudo, svelare la parte più meschina e vulnerabile di sé.
Provare invidia è umano, assaporare la gioia per il danno altrui è diabolico.
Quando la disciplina è basata sulla casualità e sul denaro, essa si tramuta sempre in arroganza da una parte, in invidia nascosta e in rabbia dall'altra.
Quando sei vecchia non ti invidia più nessuno. Il peggio che ti può succedere è di essere ignorata. Ma quello ti succede comunque. Quindi la verità puoi dirla. Puoi dire tutto quello che pensi. E pensare senza censure.
Quando un amico ce la fa, un piccolo qualcosa muore dentro di me.
Quanto dobbiamo invidiare gli animali per la loro spensieratezza! Nel 99 per cento dei casi, gli animali sono infelici solo quando li rendono tali gli uomini.
Quanto più in alto sali, tanto più piccolo ti vede l'occhio dell'invidia.
Quanto più lo spirito si allarga, e tanto meno posto vi possono trovare l'odio e l'invidia.
Quanto più si accumulano le ricchezze, tanto più negli uomini cresce e si esaspera l'invidia.
Quanto sia biasimevole in un a persona eccellente il vizio dell'invidia, che in nessuno doverebbe ritrovarsi, e quanto scelerata et orribil cosa il cercar sotto spezie d'una simulata amicizia, spegnere in altri, non solo la fama e la gloria.
Quella secondo cui il denaro non può dare la felicità è una voce messa in giro dai ricchi perché i poveri non li invidino troppo.
Ricordati che un amico sarà sempre felice per te se tu sarai felice... L'invidia esiste soltanto nel cuore di quelle creature che non sanno accettare la tua felicità. E non sono tuoi veri amici.
Saggio è colui che per esistere non ha bisogno dell'ammirazione, dell'approvazione, dell'adulazione o dell'invidia del prossimo.
Se della virtù ti farai un modello e ti pregierai delle azioni eccellenti, non avrai invidia dei principi e dei signori: perché il sangue si eredita e la virtù si acquista: e questa basta da per sé sola, ciò che non può dirsi della nobiltà.
Se invidi le persone di successo, crei un campo di attrazione di forze negative che ti respinge dal fare le cose che ti servono per avere successo. Se ammiri le persone di successo, crei un campo di attrazione di forze positive che ti attira a diventare sempre più il tipo di persona che vorresti essere.
Se l'invidia o ignoranza, deride la tua semplicità, non crederti insultato e prosegui con indifferenza.
Se l'invidia potesse guardare fissamente il sole non ne vedrebbe che le macchie.
Se la morte è così attaccata alla vita non è per necessità biologica, ma per invidia.
Se non riesci a odiare e a invidiare gli altri, essi ti odieranno e ti invidieranno per questo.
Se tronchi alla radice qualunque accenno d'invidia, e ti rallegri sinceramente dei successi altrui, non perderai la gioia.
Se vuoi viaggiare lontano e veloce, viaggia leggero. Spogliati di tutte le invidie, gelosie, ripicche, egoismi e paure.
Si ammira soltanto chi, in un modo o nell’altro, è troppo distante da noi per poter essere invidiato.
Si è più facilmente invidiati che imitati.
Sola la miseria è senza invidia nelle cose presenti.
Solo l'uomo forte o felice può sopportare l'invidia.
Solo quando lasci che il tuo partner in amore o negli affari sia libero di essere tutto ciò che può essere, conoscerai quanto tu stesso sia attraente ed amabile; libero dalle incertezze e dai dubbi che causano invidia e gelosia.
Spesso si fa pompa delle passioni più delittuose; ma l'invidia è una passione timida e vergognosa che non si osa confessare.
Sulla terra nulla si presta tanto per allietare il malinconico, per intristire l'allegro, per infondere coraggio ai disperati, per inorgoglire l'umile e indebolire l'invidia e l'odio, come la musica.
Talvolta la virtù può trionfare sulla malvagità, sul libero pensiero, sul vizio e sull'invidia.
Tieni gli occhi e le orecchie ben aperti e la bocca chiusa, se vuoi acquisire l'abitudine di decidere rapidamente. Quelli che parlano troppo fanno ben poco altro. Se parli più di quanto ascolti, non solo privi te stesso di molte opportunità di accumulare conoscenze utili, ma rivelerai i tuoi progetti e le tue finalità a gente che proverà gusto a sconfiggerti, perché ti invidia.
Tre sono le cose che dovremmo sempre evitare: l'odio, l'invidia ed il disprezzo.
Un io feroce: ecco l'invidioso.
Un mezzo sicuro di non avere gente che ci invidi, è d'essere senza meriti.
Una delle proprietà della virtù è di non suscitare invidia.
Vive felicemente la propria vita chi la trascorre con semplicità tra le persone care, senza il peso di troppe cose, di troppe idee. Chi vive senza inutili fardelli nella propria umile casa, senza conoscere il peso dell'ipocrisia, della paura e dell'invidia. Senza ambizioni per tutto ciò che è inutile. Vive felicemente chi si gode l'essenziale ed ama il silenzio, la luce, la natura e l'armonia con se stesso e con gli altri.
È incredibile fino a che punto la cupidigia, l’invidia, la petulanza, la volgarità, l’avidità e, in generale, tutto quell'insieme di attributi che formano la condizione umana, si possano notare su un volto, in un modo di camminare, in uno sguardo.
È indizio di merito straordinario vedere che coloro che più lo invidiano sono costretti a lodarlo.
È meglio essere invidiati che compatiti.
È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.