Passione

Aforismi

Eschilo

A chi tiene il piede fuori della sventura, è facile dare consigli a chi soffre.
Ai morti la ricchezza nulla giova.
Ai più deboli non conviene un parlare ardito.
Aiuta un uomo contro la sua volontà e sarà come se lo uccidessi.
Alle fortune che già brillano, fortune s'aggiungono.
Chi detiene un potere appena conquistato è sempre inesorabile.
Chi può tutto è facilmente portato a credere di poter osare tutto.
Chi spontaneamente, senz'esservi costretto, si comporta con giustizia, non sarà infelice, né mai lo coglierà totale rovina.
Chiunque è incline a piangere con l'infelice; ma il morso del dolore non gli penetra fino nell'infinito; così, per mostrare di gioire con chi è felice, sforza il suo volto che fa resistenza al sorriso.
Colui il quale canta al dio un canto di speranza, vedrà compiersi il suo voto.
Dio lavora sempre con coloro che lavorano con volontà.
E dove non è vino non è amore né alcun altro diletto hanno i mortali.
Fatti coraggio: il colmo della sventura non durerà a lungo.
Ha un terribile potere chi venera gli dei.
I malvagi che hanno successo sono insopportabili.
Il bene pubblico è interesse dell'uomo: guai se decide la donna.
Il bronzo è lo specchio del volto, il vino quello della mente.
Il futuro lo conoscerete quando sarà arrivato; prima di allora, dimenticatelo.
Il malvagio che si avvoltola tra colpe è destinato a perire.
Il più saggio dei saggi può errare.
Il successo: questo tra i mortali è un dio, anzi più che un dio.
Il tempo con il suo trascorrere insegna tutte le cose.
In guerra, la verità è la prima vittima.
La bilancia della giustizia improvvisa oscura alcuni nella luce del giorno; altri attende nell'ora che il sole incontra la tenebra, e li copre l'affanno; altri avvolge una notte senza fine.
La bocca di Dio non conosce la falsità, ma supera ogni parola.
La cosa peggiore per i potenti è che non possono fidarsi degli amici.
La fortuna è un dio fra gli uomini, e più che un dio.
La giustizia brilla nelle capanne annerite dal fumo e onora la vita timorata.
La morte tra gli dei è la sola che non ama i doni.
La morte è migliore, è un destino più dolce che la tirannia.
La necessità è madre delle arti.
La saggezza si conquista attraverso la sofferenza.
La tecnica è di gran lunga più debole della necessità.
La vera saggezza è di non sembrare saggio.
Le parole son medicina all'animo che soffre.
Molti degli uomini preferiscono l'apparenza più che l'essenza, scostandosi dal giusto.
Morire gloriosamente è meglio che salvarsi.
Nessun mortale trascorrerà mai vita incolume da pene.
Nessuno può sorprendere i pensieri di un dio.
Non conviene che il debole abbia lingua audace.
Non di forza e di violenza c'è bisogno, ma il primo per conoscenza sarà re.
Non ritardare a cogliere l'attimo.
Non vi è riparo allo sterminio per l'uomo che, imbaldanzito dalle ricchezze, ha diroccato il grande altare della Giustizia.
Non è felice l'uomo che nessuno invidia.
Non è opportuno offuscare un giorno di festa con parole di malaugurio.
Non è saggio chi sa molte cose, ma chi sa cose utili.
Né anarchia né tirannia; abbiate fede nella medietà.
Pochi sono gli uomini pronti a rendere omaggio, senza sentimenti d'invidia, al successo di un amico.
Preferisco essere ignorante che avere la conoscenza del male.
Quando uno si dà da fare anche il dio lo assiste.
Quando, in fondo al sonno, il rimorso s'infiamma, è in esso, inconscio, la coscienza: così si attua la violenza d'amore degli dei al tribunale dei cieli.
Questo è il male della tirannia, non potersi fidare di un amico.
So come gli uomini in esilio si nutrano con sogni di speranza.
Solo chi ha finito la sua vita senza sofferenze potrai dire beato.
Solo quando la vita di un uomo arriva alla fine in prosperità si può dire che quell'uomo è felice.
Tutto insegna, maturando, il tempo.
Tutto quanto il futuro io conosco perfettamente fin d'ora, né mi giungerà inatteso alcun dolore. Bisogna sopportare il meglio possibile la porzione di sorte che ci è assegnata, sapendo che invincibile è la forza della necessità.
Umane sventure certo possono agli umani toccare; e molte sventure ai mortali vengon dal mare e molte poi dalla terra, se il tempo di vita in là si prolunghi.
Un antico proverbio è diffuso tra gli uomini, che la felicità dei mortali, raggiunto il suo culmine, partorisce, non muore sterile: dalla fortuna germoglia alla stirpe dolore insaziabile.
Una buona fortuna è un dio tra gli uomini, è più di una divinità stessa.
È la fatica dell'uomo che nutre l'ozio alle donne.
È nel carattere di pochi uomini onorare senza invidia un amico che ha fatto fortuna.
È nella natura dei mortali calpestare ancora di più chi è caduto.
È una cosa profittevole, se uno è saggio, sembrare folle.