Passione

Aforismi

Lettura

"Dimmi ciò che leggi e ti dirò chi sei" è vero; ma ti conoscerei meglio se mi dicessi quello che rileggi.
A non leggere troppi libri, quante mai cose s'imparano!
Alcune persone leggono così poco che hanno il cervello anchilosato.
Bisogna essere lettori saggi per citare saggiamente e bene.
Bisogna leggere molto, non molte cose.
Bisognerebbe leggere tutto. Più della metà della cultura moderna dipende da ciò che non si dovrebbe leggere.
C'è gente così sofisticata da leggere senza leggere. Come uomini-rana, attraversano i libri senza prendere una goccia d’acqua.
C'è solo un giudice ultimo della scrittura ed è lo scrittore. Quando diventa preda di critici, redattori, editori e lettori è finito. E naturalmente quando diventa preda della fama e della gloria potete buttarlo a mare insieme agli stronzi.
Cerca l'eccellenza leggendo, ascoltando e guardando un lavoro fatto bene a un dato momento di ciascuna giornata.
Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto.
Chi conosce il lettore, non fa più nulla per il lettore. Ancora un secolo di lettori e anche lo spirito emanerà fetore. Che a tutti sia lecito leggere, finisce per corrompere non solo lo scrivere ma anche il pensare.
Chi crede che leggere sia una fuga è all'opposto della verità: leggere è trovarsi di fronte il reale nella sua massima concentrazione.
Chi legge deve essere creativo, perché deve provare a rendere vive le pagine che sta leggendo.
Chi legge sa molto; chi osserva sa molto di più.
Chi legge sa molto; ma chi osserva sa ancora di più.
Chi molto legge prima di comporre, ruba senza avvedersene e perde originalità, se ne avea.
Chi non legge resta uno stupido. Anche se nella vita sa destreggiarsi, il fatto di non ingerire parole scritte lo condanna ineluttabilmente all’ignoranza, indipendentemente dai suoi averi e dalle sue attività.
Chi si dedica a letture occasionali, raramente possiede una cultura molto rigorosa.
Chi si ferma a leggere, a coltivare la propria individualità, a sognare l’impossibile, non ascolta le sirene che cantano la canzone della felicità facile facile.
Ci si dovrebbe lasciar guidare, nelle letture, solo dalla propria inclinazione: quello che si legge per una sorta di senso del dovere porterà ben poco vantaggio.
Ci sono casi, casi patologici per così dire di depressione spirituale, in cui la lettura può diventare una specie di disciplina terapeutica ed essere demandata e ripetutamente sollecitata a reintrodurre perpetuamente una coscienza pigra nella sua vita spirituale. In questi casi i libri assumono un ruolo analogo a quello degli psicoterapeuti con certi nevrotici.
Ci sono crimini peggior del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli.
Ci sono due motivi per leggere un libro: uno, che puoi godertelo, l'altro, che puoi vantarti di averlo letto.
Ci sono effettivamente molti che leggono per non dover pensare.
Ci sono persone che leggono troppo. Conosco certi che sono perpetuamente ubriachi di libri, come altri di whisky o di religione.
Ci sono regole diverse per leggere, per pensare, e per parlare. Scrivere è una miscela di tutte e tre.
Ci sono situazioni in cui il piacere è notevolmente amplificato dall’attesa. E una di queste è la lettura.
Ciò che uno non ha provato, non lo capirà mai leggendolo.
Ciò che è stato scritto senza passione, verrà letto senza piacere.
Coloro che leggono molti libri sono come i masticatori d'hashish: vivono in un sogno, e il veleno sottile che penetra nei loro cervelli li rende insensibili al mondo reale. Verrà il giorno che saremo tutti bibliotecari, e allora sarà finita per noi.
Come la negligenza nel vestire rivela disprezzo per la società nella quale si va, così lo stile affrettato, trascurato, cattivo rivela un offensivo disprezzo per il lettore, il quale poi lo ripaga giustamente non leggendo.
Con la lettura di un giorno, un uomo può avere la chiave nelle sue mani.
Credi in te stesso quando scrivi; dubitane, come un nemico, quando ti rileggi.
Cultura non è leggere molto, né sapere molto: è conoscere molto.
D'un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.
Dalle nostre letture dei classici sapevamo che l’amore comportava sofferenza e ci saremmo volentieri allenati a soffrire se ciò avesse comportato la tacita, perfino ragionevole promessa che prima o poi sarebbe arrivato l’amore.
Decidi di indulgere in un po' di lettura ogni giorno, anche se non si tratta d'altro che una singola frase. Se ci dedichi quindici minuti al giorno, si farà sentire alla fine dell'anno.
Delle lettere le radici sono amare, i frutti dolci.
Devi assumerti la responsabilità personale. Non puoi cambiare le circostanze, le stagioni, o il vento, ma puoi cambiare te stesso. Questo è qualcosa che spetta a te. Non sei responsabile delle costellazioni, ma sei responsabile del fatto che leggi, sviluppi nuove capacità, e segui nuove lezioni.
Devi capire l'interezza della vita, non soltanto una parte di essa. Ecco perché devi leggere, ecco perché devi guardare i cieli, ecco perché devi cantare e danzare, e scrivere poesie, e soffrire e capire, perché tutto questo è vita.
Di rado è solo chi ama leggere.
Durante la lettura, veramente la nostra testa non è che l'arena di pensieri altrui. Quando questi se ne vanno, che cosa rimane? Questa è la ragione perché colui che legge molto e quasi tutto il giorno, e negli intervalli si riposa passando il tempo senza pensare, a poco a poco perde la capacità di pensare da sé.
Erano aspiranti lettori che non avevano mai aperto un libro.
Esistono due motivi per leggere un libro: uno, perché vi piace, e l'altro, che potrete vantarvi di averlo letto.
Essendo la vita assai breve, e le ore tranquille poche, non dovremmo sprecarne nessuna per leggere libri senza valore.
Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?
Gli analfabeti del XXI secolo non saranno quelli che non sanno leggere e scrivere, ma quelli che non saranno in grado di imparare, disimparare e reimparare.
Gli infaticabili lettori di libri sono come gli eterni copisti di quadri che, quando provano a dipingere qualcosa di originale, trovano che manca loro l'occhio veloce, la mano sicura e i colori brillanti, e perciò non riescono a riprodurre le forme viventi della natura.
Gli sciocchi ammirano ogni parola d'un autore famoso, io leggo per me solo, e mi piace soltanto quello che fa per me.
I geni non possono propriamente leggere un libro infatti durante la lettura svilupperebbero maggiormente se stessi piuttosto che capire lo scritto.
I lettori sono personaggi immaginari creati dalla fantasia degli scrittori.
I libri che tutti ammirano sono quelli che nessuno legge.
I libri hanno valore soltanto se conducono alla vita, se servono e giovano alla vita, ed è sprecata ogni ora di lettura dalla quale non venga al lettore una scintilla di forza, un presagio di nuova giovinezza, un alito di nuova freschezza.
I libri più utili sono quelli dove i lettori fanno essi stessi metà del lavoro: penetrano i pensieri che vengono presentati loro in germe, correggono ciò che appare loro difettoso, rafforzano con le proprie riflessioni ciò che appare loro debole.
I libri sono di chi li legge.
I maggiori critici dei miei libri sono quelle persone che non li hanno mai letti.
I motivi per leggere e per scrivere sono molto diversi e spesso non sono chiari neppure per i lettori o gli scrittori autocoscienti.
Il buon lettore fa il buon libro.
Il divoratore di libri si avvolge nella sua rete di astrazioni verbali, e vede solo la pallida ombra delle cose riflessa dalla mente altrui.
Il gran leggere ci ha portati a una colta barbarie.
Il leggere rende un uomo completo; il parlare lo rende pronto; e lo scrivere lo rende preciso.
Il leggere senza pensare crea una mente disordinata; il pensare senza leggere rende disequilibrati.
Il lettore nutrito di buone letture diventa l'involontario ma impietoso testimone dei plagi di cui si nutrono i nuovi libri. Perciò è guardato con rancore dai giovani scrittori.
Il lettore può essere considerato come il personaggio principale di un romanzo, al pari dell'autore, senza di lui, non si fa niente.
Il lettore, nella libreria, non legge o legge poco, ma sfoglia, ispeziona a tentoni, quasi alla cieca. Non divora, ma gusta, annusa, o lecca la sostanza.
Il libro, creando un pubblico, produce lettori che a loro volta lo condizioneranno.
Il miglior lettore e il miglior essere umano sono quelli che mi fanno la grazia della loro assenza.
Il miglior metodo per la lettura dei libri è quello di seguire la legge del piacere.
Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere.
Il piacere di tutta la lettura è raddoppiato quando si vive con un'altra persona che divide gli stessi libri.
Il primo rischio per il lettore, il piú originario e fra i piú gravi, è quello di diventare, di voler diventare, scrittore; oppure, anche peggio, critico.
Il pubblico è così stupido, che preferisce leggere le cose nuove che non le buone.
Il ragguaglio è succinto, concreto e pertinente. La lettura è disordinata, dispersiva e sempre invitante. Il ragguaglio esaurisce la questione, la lettura la apre.
Il solo modo serio di leggere è rileggere.
Il successo è per il 20% capacità e per l'80% strategia. Puoi sapere come leggere, ma più importante ancora, cosa hai intenzione di leggere?
Il tempo dello scrittore è quello che gli serve per portare a termine il libro; quello del lettore è tutto il tempo che viene dopo.
Il tempo per leggere è sempre tempo rubato. Rubato a cosa? Diciamo, al dovere di vivere.
Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere.
Il tempo trascorso a guardare la televisione allontana il bambino dalla lettura; la capacità di leggere è scarsamente sviluppata, e il valore della lettura trascurato. I bambini vengono abbandonati ad una serva infedele che li espone a "vicende sconnesse raccontate da persone sconnesse".
Il tempo è tanto prezioso che andrebbe impiegato soltanto per leggere il meglio. Ma poiché per individuarlo occorrerebbe leggere tutto, è meglio non leggere.
Il verbo leggere non sopporta l'imperativo, avversione che condivide con alcuni altri verbi: il verbo "amare" e il verbo "sognare".
Impara tanto dallo scrivere quanto dal leggere.
Imparare ad ascoltare le parole degli altri, a leggere i libri e sospendere il giudizio sono questi gli strumenti per conseguire la capacità di giudizio degli antichi.
In realtà, la gente legge perché vuole scrivere. Ad ogni modo, la lettura è come riscrivere.
Io divido tutti i lettori in due classi: coloro che leggono per ricordare e coloro che leggono per dimenticare.
Io leggo sempre e sempre meno. Non ho perdonato i libri per aver mancato di dirmi la verità e rendermi felice.
L'arte di leggere è quella di saltare qua e là tra le pagine con criterio.
L'arte di non leggere è assai importante. Essa consiste nel non prendere in mano quello che in ogni momento occupa immediatamente la maggior parte del pubblico.
L'aspetto veramente importante della lettura è che favorisce una disinvolta intimità con il processo della scrittura; si mette piede nel paese dello scrittore con tutti i documenti più o meno in ordine.
L'atto classico della lettura richiede silenzio, intimità, cultura letteraria e concentrazione.
L'atto di lettura è autentico soltanto quando conosciamo integralmente un autore, quando esaminiamo con sollecitudine particolare, anche se un po' irritata, i suoi «fallimenti» per elaborare una nostra visione personale della sua presenza.
L'insegnamento che ottieni tramite la tua stessa osservazione ed esperienza, è di gran lunga superiore a quella ottenuta cogli esempi, dato che la conoscenza di un viaggiatore supera quella che si ottiene leggendo.
L'umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia.
L'unico consiglio che una persona può dare a un’altra sulla lettura è di non accettare consigli, di seguire il proprio istinto, di usare la propria testa, di arrivare alle proprie conclusioni.
L'unico vero lettore, è il lettore attento.
L'uomo costruisce case perché è vivo, ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo.
L'uomo dovrebbe leggere secondo la propria inclinazione, perché quello che legge per dovere non gli servirà a niente.
L'uomo impara solo in due modi, uno leggendo, e l'altro associandosi con gente più brillante.
La biblioteca è l'arena in cui ogni giorno si rinnova la lotta omerica fra i libri e i lettori.
La carta è paziente, ma il lettore non lo è.
La causa principale del diffondersi dell'ignoranza di massa è il fatto che tutti sanno leggere e scrivere.
La condizione per leggere le cose buone è di non leggere roba cattiva: poiché la vita è breve, il tempo e le forze sono limitati.
La cosa peggiore del leggere nuovi libri è che ci impedisce di leggere quelli vecchi.
La disattenzione è il modo più diffuso di leggere un libro, ma la maggior parte dei libri oggi non sono soltanto letti ma scritti con disattenzione.
La duplice scortesia del lettore nei confronti dell'autore consiste nel lodare il secondo libro di costui a spese del primo (o viceversa) e nel volere che l'autore gliene sia grato.
La fatica di leggere non può competere con la facilità di guardare, e allora, rispetto al libro, la televisione sarà il medium più amichevole perché è quello che "dà meno da fare".
La gente confonde quello che legge nei quotidiani con le notizie.
La gente dice che ciò che conta è vivere, ma io preferisco leggere.
La gente non legge quello che non gi interessa, e se gli interessa è perché ha la maturità di farlo.
La gente non legge. Se legge non capisce. Se capisce, non ricorda. Se ricorda, non impara.
La lettura ci insegna ad accrescere il valore della vita, valore che non abbiamo saputo apprezzare e della cui grandezza solo grazie al libro ci rendiamo conto.
La lettura di tutti i buoni libri è come una conversazione con gli uomini più eminenti dei secoli passati, che ne sono stati gli autori, anzi una conversazione meditata, nella quale essi ci rivelano solo quanto di meglio c’era nel loro pensiero.
La lettura di un libro, che meriti d'essere letto, dovrebb'essere una specie di copula, non soltanto piacevole, ma anche feconda.
La lettura d’un classico deve darci qualche sorpresa, in rapporto all’immagine che ne avevamo. Per questo non si raccomanderà mai abbastanza la lettura diretta dei testi originali scansando il più possibile bibliografia critica, commenti, interpretazioni.
La lettura fornisce alla mente soltanto il materiale per la conoscenza: è la riflessione che rende nostro quanto abbiamo letto.
La lettura ha un suo ritmo che è governato dalla volontà del lettore.
La lettura migliora in compagnia di un tè. Alternativamente, un tè migliora in compagnia della lettura.
La lettura non ha niente a che fare con l'organizzazione del tempo sociale. La lettura è, come l’amore, un modo di essere.
La lettura non è paragonabile con nessun altro mezzo d'apprendimento e di comunicazione.
La lettura per l'arte dello scrivere è come l'esperienza per l'arte di viver nel mondo, e di conoscer gli uomini e le cose.
La lettura preferita di mio nonno era l'Apocalisse, ma forse preferita non è la parola giusta, visto che lo turbava tanto che si ammazzò.
La lettura rende un uomo completo, la conversazione lo rende agile di spirito e la scrittura lo rende esatto.
La lettura senza la scrittura è sterile, la scrittura senza la lettura è orfana.
La lettura tende con gli anni a diventare una specie di doppio dell'esistenza, anzi, un concentrato di esistenza raramente eguagliato, per intensità, nell'ordinario scorrere delle giornate.
La lettura è a volte un modo ingegnoso per evitare di pensare.
La lettura è come le locande spagnole, ci si trova solo ciò che si porta con sé.
La lettura è di grande utilità quando si medita quello che si legge.
La lettura è il centro creativo della vita di uno scrittore.
La lettura è il viaggio di chi non può prendere un treno.
La lettura è la soglia della vita spirituale, può introdurci in essa ma non costituirla.
La lettura è per la mente quel che l'esercizio è per il corpo.
La lettura è piacere e gioia di essere vivo o tristezza di essere vivo, e soprattutto è conoscenza e domande. La scrittura, invece, di solito è vuoto. Nelle viscere dell'uomo che scrive non c'è nulla.
La lettura è solitudine. Si legge da soli anche quando si è in due.
La lettura è un atto necessariamente individuale molto più bello dello scrivere.
La lettura è una grande “fuga dalla realtà”. Uno straordinario modo di frequentare mondi diverti possibili. E un modo per avere informazioni non strumentalizzate.
La lettura è un’attività asociale, faticosa e anche noiosa. Ma rimane la più straordinaria di tutte.
La lettura é in fondo un'attività tautologica.
La mancanza di lettura di buoni libri indebolisce la visione e rafforza la nostra tendenza più fatale, il convincimento che il "qui ed ora" sia tutto quello che c'è.
La mente deve essere formata con una lettura attenta e profonda, non con la lettura di molti libri.
La mente deve essere formata con una lettura attenta e profonda, non con la lettura di molti libri.
La persecuzione contro i libri è propria di tutti i regimi dispotici, e basterebbe questo per farci amare la lettura.
La poesia è la rivelazione di un sentimento che il poeta crede che sia personale e interiore, che il lettore riconosce come proprio.
La prima lezione di lettura insegna a stare da soli.
La saggezza si acquista non con il leggere i libri ma gli uomini.
La vera gloria consiste nel fare ciò che merita di essere scritto, nello scrivere ciò che merita di essere letto; e nel vivere in modo da rendere il mondo più felice per il fatto che ci stiamo vivendo.
La vita di riposo senza le lettere è la morte e la sepoltura dell'uomo vivo.
La vita è un perenne ostacolo alla lettura.
Lascia agli sciocchi leggere ciò che gli sciocchi hanno scritto.
Lasciateci leggere e danzare, due divertimenti che non potranno mai fare del male al mondo.
Le biblioteche continueranno a sopravvivere finché noi continueremo ad attribuire parole al mondo che ci circonda, e a conservarle per i futuri lettori.
Le case senza libri sono stalle: i porci e gli asini non leggono.
Le cicatrici che hanno segnato la mia anima testimoniano che si è trattato di qualcosa di simile. La lettura mi ha accompagnato fino a oggi, trasformando la mia vita grazie a quelle verità che solo l'arte possiede.
Le foglie stanno volando via dal mondo e sopra c'erano dei messaggi e degli enigmi che non abbiamo decifrato. Anche le mani: lette poco, troppo poco; anche le rughe, i lobi... Non abbiamo letto che dei libri.
Le letture non si consigliano, se non ai principianti del leggere. Ognuno deve trovare le proprie letture con l'istinto, che nel lettore abituato diventa quasi sempre infallibile.
Le nostre ragioni di leggere sono strane quanto le nostre ragioni di vivere. E nessuno è autorizzato a chiederci conto di questa intimità.
Le persone che hanno meno idee di tutti sono gli scrittori e i lettori. È meglio non sapere né‚ leggere né‚ scrivere che non saper fare altro che questo.
Leggendo non cerchiamo idee nuove, ma pensieri già da noi pensati, che acquistano sulla pagina un suggello di conferma.
Leggere a letto non è solo uno svago; è anche una forma speciale di privacy. È un’azione immobile, libera dalle convenzioni sociali, invisibile al mondo, un’azione che svolgendosi fra le lenzuola, nel regno della lussuria e dell’ozio peccaminoso, ha il fascino delle cose proibite.
Leggere bene è uno dei grandi piaceri che la solitudine può concederci.
Leggere e ascoltare appartengono alla medesima arte: quella di apprendere.
Leggere e scrivere, aritmetica e grammatica non costituiscono l'educazione, non più di quanto coltello, forchetta e cucchiaio costituiscano un pasto.
Leggere equivale a pensare con la testa di qualcun altro invece che con la propria.
Leggere fa bene, ma può fare anche male, diciamo la verità. I libri sono come le medicine o come qualunque altro medium: vanno presi con cautela.
Leggere il giornale e certi libri è un esercizio zen: insegna che il pieno è uguale al vuoto.
Leggere mette in moto tutto dentro di te: fantasia, emozioni, sentimenti. È un'apertura dei sensi verso il mondo, è un vedere e riconoscere cose che ti appartengono e che rischiano di non essere viste.
Leggere molto è uno dei cammini che conducono all'originalità; uno è tanto più originale e peculiare quanto più conosce ciò che gli altri hanno detto.
Leggere non è un dovere, né un amaro calice da bere fino in fondo con la speranza di chissà quali benefici. Leggere vuol dire crearsi un proprio piccolo tesoro personale di ricordi e di emozioni, un tesoro che non sarà uguale a quello di nessun altro e che tuttavia potremo mettere in comune con altri.
Leggere per me era evasione e conforto, era la mia consolazione, il mio stimolante preferito: leggere per il puro gusto della lettura, per il meraviglioso silenzio che ti circonda quando ascolti le parole di un autore riverberate dentro la tua testa.
Leggere senza riflettere è come mangiare senza digerire.
Leggere significa affrontare qualcosa che sta proprio cominciando a esistere.
Leggere significa prendere in prestito; tirare fuori qualcosa di nuovo da ciò che si è letto significa ripagare il debito.
Leggere è come pensare, come pregare, come parlare con un amico, come esporre le tue idee, come ascoltare le idee degli altri, come ascoltare musica, come contemplare un paesaggio, come uscire a fare una passeggiata sulla spiaggia.
Leggere è come tradurre, perché le esperienze di due diverse persone non saranno mai identiche. Un cattivo lettore è simile a un cattivo traduttore. Per imparare a leggere nel modo giusto l'erudizione è meno importante dell'istinto.
Leggere è essenziale per coloro che cercano di elevarsi sopra l'ordinario. Noi non dobbiamo consentire a nulla di frapporsi tra noi ed il libro che potrebbe cambiare la nostra vita.
Leggere è fissare un punto per non alzare lo sguardo sulla confusione del mondo, gli occhi inchiodati sulle righe per sfuggire a tutto, le parole che una a una stringono il rumore in un imbuto opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamano libri. La più raffinata e vigliacca delle ritirate. Dolcissima.
Leggere è lasciare che un altro fatichi per voi. La forma più delicata di sfruttamento.
Leggere è lo strumento di base per vivere una buona vita.
Leggere è niente, il difficile è dimenticare ciò che si è letto. E ormai non sono più gli autori ad allontanarci dai loro libri, ma i loro lettori.
Leggere è sognare per mano altrui.
Leggere è un modo intelligente per evitare di pensare.
Leggere è un modo particolarmente elegante di tenersi lontano dagli altri.
Leggere è un processo a più livelli. Se si vuole riuscire nella lettura veloce, occorre sviluppare ciascun livello.
Leggere è un processo molto più lungo e complicato del vedere. Forse il modo più veloce di comprendere gli elementi che usa il narratore non è leggere, ma scrivere. Sperimentare in prima persona i pericoli e le difficoltà delle parole.
Leggere è un'attività successiva a quella di scrivere: più rassegnata, più civile, più intellettuale.
Leggere è una delle esperienze più formative e creative per la vita e l'intelligenza di un individuo e dunque di una collettività, di una civiltà.
Leggere è una forma di felicità.
Leggere è vedere per procura.
Leggere, come io l'intendo, vuol dire profondamente pensare.
Leggere, per il vero lettore, non è tradurre un'altra lingua nella sua?
Leggere, scrivere, è dovere; viaggiare, è potere.
Leggere, è andare incontro a una cosa che dovrà esistere.
Leggi ciò che è stato predetto, discerni ciò che ebbe compimento, il resto accadrà.
Leggi e pensa, che per non pensare hai dei secoli.
Leggi qualcosa di positivo ogni sera ed ascolta qualcosa di utile ogni mattina.
Leggi qualcosa nel tuo settore per un'ora al giorno. Questo significa circa un libro alla settimana, 50 libri all'anno, e ti garantirà il successo.
Leggi, ogni giorno, qualcosa che nessun altro legge. Pensa, ogni giorno, qualcosa che nessun altro pensa. Fai, ogni giorno, qualcosa che nessun altro sia abbastanza stupido da fare. È brutto per la mente fare continuamente parte dell’unanimità.
Leggiamo il libro, ma, più profondamente forse, è il libro a leggere noi.
Leggiamo per assaggiare la mediocrità e sentirci una schifezza; è un’esperienza che ci aiuta a riconoscere l’orrore quando comincia ad affiorare nel nostro lavoro, e a starne alla larga. Leggiamo anche per misurarci con la grandezza e il talento, per farci un’idea di tutto ciò che si può fare.
Leggo per dimenticare, per conoscere quali sono le gioie che il mondo dispensa ai felici e per goderne quasi di un eco.
Leggo per legittima difesa.
Lettore, in te palpita la vita, tu fremi d'orgoglio e amore: sei come me, lettore e perciò ti dedico i miei canti.
Lo spirito si migliora col cangiare di alimento. La diversità delle letture piace all'immaginazione come piace all'orecchio la diversità dei suoni.
Lo studio è stato per me il rimedio principale contro i travagli della vita; non avendo io mai avuto un dispiacere che non mi sia passato dopo un'ora di lettura.
Mi pare che tutti noi siamo come boccioli chiusi, e la più parte di ciò che leggiamo non ha su di noi alcun effetto, ma ci sono certe cose che hanno un particolare significato e che fanno aprire un petalo: poi i petali si aprono uno a uno e alla fine ecco il fiore.
Molte volte la lettura di un libro ha fatto la fortuna di un uomo, decidendo il corso della sua vita.
Molti libri non richiedono di riflettere a chi li legge, e per una ragione molto semplice: essi non fecero tale richiesta a coloro chi li scrissero.
Nella lettura solitaria, l'uomo che cerca sé stesso ha qualche possibilità di trovarsi.
Nessun intrattenimento è così a buon mercato quanto la lettura, e nessun piacere è altrettanto duraturo.
Niente lacrime nello scrittore, niente lacrime nel lettore.
Noi dobbiamo formare le nostre menti col leggere in profondità piuttosto che in estensione.
Noi siamo abituati a dare a parole come "silenzio" e "solitudine" un significato di malinconia, negativo. Nel caso della lettura non è così, al contrario quel silenzio e quella solitudine segnano la condizione orgogliosa dell'essere umano solo con i suoi pensieri, capace di dimenticare per qualche ora "ogni affanno".
Noi tutti leggiamo noi stessi e il mondo intorno a noi per intravedere cosa e dove siamo. Leggiamo per capire, o per iniziare a capire. Non possiamo fare a meno di leggere. Leggere, quasi come respirare, è la nostra funzione essenziale.
Non avendo mai io avuto un dolore che un'ora di lettura non abbia dissipato.
Non bisogna mai esaurire un argomento al punto che al lettore non resti più nulla da fare: perché non si tratta di far leggere, ma di far pensare.
Non devo leggere libri per sapere che il tema della vita è il conflitto e il dolore. Per istinto tutta la mia comicità si basava su queste cose.
Non dobbiamo leggere per dimenticare noi stessi e la nostra vita quotidiana, ma al contrario, per impossessarci nuovamente, con mano ferma, con maggiore consapevolezza e maturità, della nostra vita.
Non esistono parole più chiare del linguaggio del corpo, una volta che si è imparato a leggerlo.
Non ho mai voglia di conversare con un uomo che ha scritto più di quanto abbia letto.
Non leggere nulla è sempre meglio che leggere qualunque cosa.
Non leggere solo le cose facili. Possono divertirti, ma non ti faranno mai crescere.
Non leggete per contraddire e confutare, né per credere e accettar per concesso, non per trovar argomenti di ciarle e di conversazione, ma per pesare e valutare.
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. No, leggete per vivere.
Non merita d'essere letto il libro che non lasci desiderio d'essere riletto.
Non puoi sviluppare carattere leggendo libri. Il carattere si sviluppa con il conflitto.
Non serve rimpiangere quel che non si è letto, o inseguirlo insensatamente e con immane fatica: quello che non si è letto non era stato scritto per noi.
Non si è ciò che si è per quello che si scrive, ma per quello che si è letto.
Non so se è in grado di «salvarci» o di renderci cittadini migliori, ma certo l'esperienza della lettura mi appare ancora come la migliore approssimazione a una esperienza reale. Ovvero: incontro perlopiù accidentale, avventuroso, di un individuo con qualcosa che non può controllare e che lo modificherà in modo irreversibile.
Non v'è lettura più stucchevole e più nociva che la lunga e continuata lettura della prosa della vita. Perciò, se volete durare a vivere, dopo aver letto un volume di quella prosa, procurate di leggere una pagina almeno di poesia.
Non è ciò che leggiamo, ma ciò che ricordiamo che ci rende istruiti. Non è ciò che intendevamo ma ciò che facciamo che ci rende utili. E, non sono pochi effimeri desideri ma una vita intera di battaglie che ci rende valorosi.
Non è quanto costi un libro; è ciò che ti costerà se non lo leggi.
Non è sufficiente insegnare ai bambini a leggere: dobbiamo dare loro qualcosa che valga la pena di essere letto.
Non è un vero lettore, non è un philosophe lisant, colui che non ha mai provato il fascino accusatore dei grandi scaffali pieni di libri non letti.
Oggi la lettura tende a diventare una specie di orgia, dove ciò che conta è la volgarità dell'immaginazione, la banalità della trama e la mediocrità dello stile.
Ogni lettore esiste per assicurare a un certo libro una piccola immortalità. La lettura è, in tal senso, un rito di rinascita.
Ogni lettore, quando legge, legge sé stesso. L'opera dello scrittore è soltanto una specie di strumento ottico che è offerto al lettore per permettergli di discernere quello che, senza libro, non avrebbe forse visto in sé stesso.
Ogni lettura è un atto di resistenza. Di resistenza a cosa? A tutte le contingenze.
Ogni persona che sa come leggere ha il potere di potenziare se stessa, di moltiplicare i modi in cui esiste, di rendere la sua vita piena, significativa, e interessante.
Per essere un iperlettore, il critico deve anche restare semplice lettore, lettore senza difese, senza pinze, forbici e bisturi, lettore ricettivo che accetta i rischi.
Per non far conoscere la storia non serve più bruciare i libri, basta far passare la voglia di leggere.
Per risolvere qualsiasi problema, ci sono tre domande da porre a te stesso: Primo, cosa potrei fare? Secondo, cosa potrei leggere? E terzo, a chi potrei chiedere?
Perché una volta che il male di leggere si è impadronito dell'organismo, lo indebolisce tanto da farne facile preda dell'altro flagello, che si annida nel calamaio e che suppura nella penna.
Permetterci di conciliare il piacere della solitudine con il piacere della buona compagnia è uno dei grandi pregi della lettura.
Più leggevamo, più in effetti ci sentivamo ignoranti, soli sulla riva della nostra ignoranza, e di fronte a noi il mare.
Più si legge velocemente, migliore sarà la comprensione.
Possedere un libro diventa un surrogato del leggerlo.
Preferisco esser letto molte volte da uno solo che da molti una volta sola.
Propriamente, dovremmo leggere per acquisire potenza. Un uomo che legge dovrebbe essere un uomo intensamente vivo. Il libro dovrebbe essere una sfera di luce nelle proprie mani.
Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell'esperienza speciale che è la cultura.
Qualche libro lo si legge col sentimento di fare un'elemosina all'autore.
Quando ho voglia di leggere un romanzo, ne scrivo uno.
Quando la lettura è per noi l'iniziatrice le cui magiche chiavi ci aprono al fondo di noi stessi quelle porte che noi non avremmo mai saputo aprire, allora la sua funzione nella nostra vita è salutare. Ma diventa pericolosa quando, invece di risvegliarci alla vita individuale dello spirito, la lettura tende a sostituirsi ad essa.
Quando leggi, cerca sempre di stare nella migliore compagnia.
Quando leggo un libro mi sembra di leggerlo soltanto con gli occhi, ma di quanto in quando incontro un passaggio, forse solo una frase, che ha per me un significato, ed esso diventa parte di me.
Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice.
Quando rileggi un classico non cogli niente di più del libro rispetto ad una precedente lettura; ma vedi in te stesso più di ciò che c'era prima.
Quando si legge, si ama sempre un poco versarsi fuori di sé, viaggiare.
Quando stai male, quando ti senti sopraffatto, quando sei certo che non ce la farai, apri un libro e leggilo tutto. e se ancora non stai meglio prendine un altro e ricomincia.
Quando uno scrittore pubblica un libro, non è più suo, ma di chi lo legge. Ognuno lo interpreta come vuole e si emoziona su pagine diverse.
Quante letture ci si risparmierebbe, se si conoscessero prima gli scrittori. Tutte le letture?
Quanto una lettura eleva il vostro spirito e vi ispira sentimenti nobili e coraggiosi, non cercate un'altra regola per giudicare l'opera: è buona, e fatta da mano maestra.
Quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara.
Quelli che trascurano di rileggere si condannano a leggere sempre la stessa storia.
Quello che è scritto senza sforzo è sempre letto senza piacere.
Reputo felici coloro cui è dato compiere cose che meritano d'essere scritte; o di scrivere cose degne d'essere lette. Ma felicissimo poi chi può fare tutt'e due le cose insieme.
Rileggere. Si usa per i classici che si leggono la prima volta.
Sapeva ascoltare, e sapeva leggere. Non i libri, quelli son buoni tutti, sapeva leggere la gente. I segni che la gente si porta addosso.
Sappiate scrivere, ma non leggere: non importa.
Scortesie di lettore. La duplice scortesia del lettore nei confronti dell'autore consiste nel lodare il secondo libro di costui a spese del primo (o viceversa) e nel volere che l'autore gliene sia grato.
Scrivi qualcosa degno d'esser letto o fai qualcosa degno d'esser scritto.
Se avessi trovato le parole che cercavo, non avrei letto tanto.
Se desideriamo raggiungere una vera comunione con la creatura amata, il mezzo più certo è di leggere nello stesso tempo il medesimo volume, comunicando con lei attraverso le parole di un altro.
Se gli scrittori non leggessero e i lettori non scrivessero, le cose nella letteratura andrebbero straordinariamente meglio.
Se leggo un libro che mi gela tutta, così che nessun fuoco possa scaldarmi, so che è poesia. Se mi sento fisicamente come se mi scoperchiassero la testa, so che quella è poesia. È l'unico modo che ho di conoscerla. Ce ne sono altri?
Se non hai tempo per leggere, non hai il tempo o gli strumenti per scrivere.
Se non leggi non scrivi. Forse lo scrittore è il mezzo usato dai libri per riprodursi.
Se non si legge, la vita è un lento suicidio.
Se sai leggere devi capire; se sai scrivere devi sapere qualcosa; se sei in grado di credere devi comprendere; quel che desideri dovrai saperlo fare; se esigi non otterrai niente, e se hai esperienza devi renderti utile.
Se si desidera che la lettura sopravviva come attività di svago, allora dobbiamo fare pubblicità alle gioie che ci regala, più che ai suoi dubbi benefici.
Se si leggono libri come si stanno ad ascoltare gli amici, ciò che si legge allieterà e consolerà come soltanto gli amici sanno fare.
Se vuoi diventare ricco scrivendo, scrivi di cose che sono lette da persone che muovono le labbra quando leggono a se stessi.
Si deve leggere solo per scoprire ciò che va eternamente riletto.
Si possono leggere libri scritti da persone la cui compagnia non ci riuscirebbe gradevole, e dunque un'elevata cultura spirituale ci induce a poco a poco a trovare il nostro godimento quasi esclusivamente nella lettura dei libri e non nella conversazione con le persone.
Si vede subito quando uno legge. Chi legge, chi legge veramente, è altrove.
Sono molti che leggono ogni maniera di libri, e mai non aprono il libro dell'anima propria; e quando pure l'aprissero, non vi saprebbero leggere.
Spesso leggendo un libro si sente che l'autore avrebbe preferito dipingere piuttosto che scrivere, si può percepire il piacere che deriva dal descrivere un paesaggio o una persona, come se stesse dipingendo quello che sta dicendo, perché nel profondo del suo cuore egli avrebbe preferito usare pennelli e colori.
Spesso, il piacere della lettura dipende in gran parte dal benessere fisico del lettore.
Taccio sempre davanti all'ignoranza e alla mancanza di senso, non meritando esse alcuna attenzione. Parlo con stima davanti a intelligenza e sensibilità d'animo. È intelligente non chi legge miriadi di libri ma chi sa leggere dentro alle situazioni di ogni giorno.
Tali leggendo solo credono di studiare. Senza meditazione, la lettura non è che un perditempo.
Tu devi costantemente porti queste domande: Cosa sto facendo? Che cosa stanno facendo a me? Cosa mi fanno leggere? Cosa mi fanno dire? Dove mi fanno andare? Cosa mi fanno pensare? E, più importante, cosa mi fanno diventare? Poi poniti la questione principale: va bene che sia così?
Tutto quello che può fare per noi l'università o qualsiasi scuola superiore è sempre ciò che fu incominciato dalla scuola elementare: insegnarci a leggere.
Un buon lettore lo si riconosce innanzitutto dal fatto di sapere con assoluta certezza cosa non leggere.
Un buon lettore è raro quanto un bravo scrittore.
Un buon lettore, un gran lettore, un lettore attivo e creativo è un 'rilettore'. La prima lettura comporta un lavoro fisico, serve soltanto a prendere familiarità con i contenuti del libro. Solo le letture successive permettono di goderne i particolari e di valutarlo artisticamente, perché l'idea complessiva del testo dovrebbe essere ormai chiara nella mente del lettore.
Un gran bel libro dovrebbe essere letto in gioventù, di nuovo nella maturità e ancora nella vecchiaia, così come un bell’edificio dovrebbe essere visto alla luce del mattino, a mezzogiorno e al chiarore della luna.
Un grande lettore solitamente riconosce la sua solitudine.
Un lettore professionista è in primo luogo chi sa quali libri non leggere.
Un lettore vero è chi si immerge talmente nella lettura di un testo da uscirne cambiato, che si pone nei confronti del libro in uno stato di disponibilità profonda.
Un libro indegno di essere letto una seconda volta è indegno pure di essere letto una prima.
Un popolo che non sa né leggere né scrivere, è un popolo facile da ingannare.
Un uomo che legge dovrebbe essere un uomo intensamente vivo. Il libro dovrebbe essere una palla di luce nelle sue mani.
Un uomo che legge ne vale due.
Uno spirito originale sa subordinare la lettura alla propria attività personale. Per lei non è altro che la più nobile delle distrazioni, soprattutto la più feconda perché solo la lettura e il sapere forniscono lo spirito di "belle maniere".
Vi ha gente che è sempre del parere dell'ultimo libro che legge.
Vivere senza leggere è pericoloso, ci si deve accontentare della vita, e questo comporta notevoli rischi.
Vivere una vita priva di passioni ma colta, nella serenità delle idee, leggendo, sognando, e pensando di scrivere; una vita sufficientemente lenta per rimanere sempre ai margini del tedio, sufficientemente meditata per non imbattersi mai in esso.
Viviamo in un'epoca che legge troppo per essere saggia, e crede troppo per essere bella.
È assurdo avere una regola severa e fissa a proposito di ciò che uno deve o non deve leggere. Più della metà della cultura moderna dipende da ciò che uno non può leggere.
È impossibile diventare molto istruiti se si legge solo quello che ci piace.
È meglio non saper né leggere né scrivere che saper leggere e scrivere, e non esser capaci d’altro.
È più facile comprare un libro che leggerlo, e più facile leggerlo che capirlo.