Passione

Aforismi

Scuola

A me la cosa peggiore in una scuola sembra l'uso di metodi basati sulla paura, sulla forza e sull'autorità artificiosa. Un tale trattamento distrugge i sentimenti sani, la sincerità e la fiducia in se stesso dell'allievo. Produce dei soggetti sottomessi. È relativamente semplice tenere la scuola lontana da questo gravissimo male. Date all'insegnante il minore numero possibile di mezzi coercitivi, così che l'unica fonte di rispetto da parte dell'allievo sia costituita dalle qualità umane e intellettuali dell'insegnante stesso.
A scuola ha successo chi sa fare bene i compiti che gli vengono assegnati. Nella vita ha successo chi riesce ad assegnare i compiti agli altri.
A scuola ho imparato che i soldi non sono tutto. È la felicità che conta. Fu così che mamma mi mandò in una scuola diversa.
Alcune persone incapaci di andare a scuola erano più istruite e più intelligenti dei professori universitari.
Alla scuola spetta il compito di inserire l’allievo dentro la storia e dentro la cultura di un borgo, di una città, di una nazione e del mondo intero.
Anziché ignorare la televisione, la scuola dovrebbe incoraggiare i bambini a discutere i programmi e le idee buone e cattive che essa comunica. La scuola dovrebbe elaborare dei programmi pedagogici per insegnare ai bambini ad essere telespettatori critici.
Appartenere a una scuola, significa perdere la propria personalità; non appartenere a una scuola, significa abdicare a ogni possibilità di prestigio.
Aprite una scuola, chiuderete un carcere!
Bisogna chiuder le scuole tutte le scuole. Dalla prima all’ultima. Asili e giardini d’infanzia; collegi e convitti; scuole primarie e secondarie; ginnasi e licei; scuole tecniche e istituti tecnici; università e accademie; scuole di commercio e scuole di guerra; istituti superiori e scuole d’applicazione; politecnici e magisteri. Dappertutto dove un uomo pretende d’insegnare ad altri uomini bisogna chiuder bottega.
C'è troppo poco umorismo nelle nostre scuole e certamente ce n'è troppo poco nelle riviste di pedagogia.
C'è una forma di schiavitù che forse non finirà mai: quella dei bambini costretti a quattro o cinque ore di scuola ogni mattina appena svegli.
Chi apre la porta di una scuola, chiude una prigione.
Da oltre mezzo secolo i bambini, i ragazzi e i giovani vengono obbligati a starsene seduti, tra scuola e compiti, circa otto ore al giorno, e che, alla fine dei loro corsi di studi, a qualsiasi domanda culturale, il loro sguardo vaga smarrito o si esprime in un "boh!".
Dalla culla e non dalla scuola deriva l'eccellenza di qualunque ingegno.
Diploma: permesso di dimenticare o perlomeno di non imparare più.
Durante i miei nove anni alle scuole superiori non sono riuscito a insegnare niente ai miei professori.
Esiste una sola scuola: quella del talento.
Fedeltà, abnegazione, taciturnità sono virtù di cui un grande popolo ha necessità: l'insegnarle e il perfezionarle nella scuola è più importante di molte cose che oggi riempiono i nostri programmi scolastici.
Finita la scuola “dell’obbligo”, i giovani sono finalmente liberi di scegliere tra la prigionia dell’università e la schiavitú del lavoro. Davvero una gran bella prospettiva.
Forse non è a scuola che impariamo per la vita, ma lungo la strada di scuola.
I bambini entrano a scuola come punti interrogativi e la lasciano come punti.
I classici sono quei libri che ti fanno odiare la scuola.
Il commercio è la scuola della frode.
Il minimo dell'apprendimento ha luogo nelle aule scolastiche.
Il successo è lo studio dell'ovvio. Chiunque dovrebbe imparare a scuola Ovvio I e Ovvio II.
In tutto il mondo la scuola esercita sulla società un effetto antieducativo, in quanto la si considera la sola istituzione specializzata nell'istruzione.
In uno Stato nazionale, la scuola deve lasciare libero per l'educazione fisica un tempo di gran lunga maggiore. Non è necessario riempire i giovani cervelli d'una zavorra di cui, come insegna l'esperienza, riterranno solo la minima parte.
L'entusiastica fantasia ha sempre marinato la scuola.
L'esperienza è una grande scuola di vita, ma lo stupido imparerà in un'altra.
L'istruzione è ciò che resta dopo che uno ha dimenticato tutto quello che ha imparato a scuola.
L'unico periodo in cui la mia educazione si è interrotta è stato quando andavo a scuola.
La mancanza di vita e la noia di certe materie scolastiche si addicono anche agli insegnanti e quindi le scuole sono piene di uomini e donne presuntuosi e dalle vedute strette il cui orizzonte mentale è limitato alla lavagna e ai libri di testo. Se vi volete rendere conto di quanto siano morti la maggioranza degli insegnanti, basta che leggiate una qualsiasi rivista di pedagogia.
La scuola consegue tanto meglio il proprio scopo quanto più pone l'individuo in condizione di fare a meno di essa.
La scuola deve far sì che un giovane ne esca con una personalità armoniosa e non ridotto a uno specialista.
La scuola deve insegnare ad analizzare e discutere i parametri su cui si reggono le nostre affermazioni passionali.
La scuola dovrebbe essere un luogo bellissimo; così bello che i bambini disobbedienti, per punizione, il giorno dopo dovrebbero essere chiusi fuori dalla scuola.
La scuola dà il sapere che non è un orpello, una decorazione, ma uno strumento per vivere.
La scuola e l’università dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla d’un libro dice di più del libro in questione; invece fanno di tutto per far credere il contrario.
La scuola fa molto più male che bene ai cervelli in formazione.
La scuola non è la vita; nella scuola si sogna, nella vita bisogna adattarsi. Questa è la realtà. Non si diventa mai quello che si vuole.
La scuola oggi è incapace di sviluppare quelle competenze e quei talenti che sono oggi necessari per continuare ad appartenere a una società industriale avanzata. È talmente distaccata dalle vere esigenze del mondo del lavoro da essere diventata, in larga misura, una fabbrica di disoccupati con la laurea.
La scuola pubblica rimane oggi l'ultimo luogo della società di mercato in cui il bambino cliente debba pagare di persona, piegarsi al do ut des: sapere in cambio di studio, conoscenze in cambio di sforzi, accesso all'universalità in cambio dell'esercizio solitario della riflessione, una vaga promessa di futuro in cambio di una piena presenza in classe, ecco ciò che la scuola esige da lui.
La scuola quasi sempre non premia le persone intelligenti, piuttosto quelle con buona memoria. Avere buona memoria non significa essere intelligenti.
La scuola si deve occupare di persone e una persona è una intelligenza e una affettività che devono porsi dentro la società per dare un contributo positivo e nel contempo trarne dei vantaggi.
La scuola è così essenzialmente antigeniale che non ristupidisce solamente gli scolari ma anche i maestri.
La scuola è fatta per avere il diploma. E il diploma? Il diploma è fatto per avere il posto. E il posto? Il posto è fatto per guadagnare. E guadagnare? È fatto per mangiare. Non c'è che il mangiare che abbia fine a se stesso, sia cioè un ideale. Salvo in coloro, in cui ha per fine il bere.
La scuola è l'agenzia pubblicitaria che ti fa credere di avere bisogno della società così com'è.
La scuola è un nido di rivalità accanite.
La scuola è un posto fatto così, la cosa più importante che ci può insegnare è questa verità profonda: che le cose veramente importanti non si imparano a scuola.
La televisione sta insegnando per tutto il tempo. Fa più educazione delle scuole e di tutte le istituzioni di insegnamento superiore.
Le scuole sono soltanto fabbriche di imbecillità e di depravazione.
Le teorie e le scuole, come i microbi e i globuli, si divorano tra loro e assicurano, con la loro lotta, la continuità della vita.
Lo stato mantiene le scuole perché i padri di famiglia le vogliono e perché lui stesso, avendo bisogno tutti gli anni di qualche battaglione di impiegati, preferisce tirarseli su a modo suo e sceglierli sulla fede di certificati da lui concessi senza noie supplementari di vagliature più faticose.
Molti imparano non per la vita ma per la scuola.
Noi finiamo con l'imparare per la scuola e non per la vita.
Ogni istruzione seria s'acquista con la vita, non con la scuola.
Ogni studente suona il suo strumento, non c'è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l'armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un'orchestra che prova la stessa sinfonia.
Pensavo che gli esseri umani imparassero direttamente dall'esperienza, ma alcuni di noi devono andare alla scuola estiva.
Per uno che voglia fare l'attore, vale di più un anno di prigione che un anno di scuola: in prigione s'impara di più e ci si annoia molto meno.
Perché dovevo andare a scuola? Perché il mondo funzionava cosí? Nasci, vai a scuola, lavori e muori. Chi aveva deciso che quello era il modo giusto? Non si poteva vivere diversamente? Come gli uomini primitivi?
Povero quel maestro che non sa essere maestro se non fra le pareti della scuola.
Può dire di non essere mai andato a scuola chi non fu alla scuola del dolore.
Quasi tutti gli uomini che hanno fatto qualcosa di nuovo nel mondo o non sono mai andati a scuola o ne sono scappati presto o sono stati “cattivi” scolari.
Quello che passa per stupidità è assai più spesso mancanza di interesse e di un motivo sufficiente per stare attenti, e applicarsi con disciplina agli aridi e insignificanti scopi dello studio scolastico. Le migliori capacità sono molto al di sopra di questa schiavitù, così come le peggiori stanno al di sotto. I nostri uomini di più grande ingegno non si sono particolarmente distinti né a scuola né all'università.
S'imparano mille cose in un istante, non occorre essere stati a scuola, quando la vita ti colpisce a tradimento con le sue cattiverie: basta avere una spina dorsale che ti mantenga in piedi.
Se guidassi una scuola, darei un voto mediocre a coloro che mi forniscono le risposte esatte, per essere dei buoni pappagalli. Darei un voto alto a coloro che fanno un sacco di errori e me ne parlano e poi mi dicono che cosa hanno appreso da essi.
Se la scuola fosse più efficace, la televisione non sarebbe tanto potente.
Se tu non educhi una persona al suono, al canto, alla pittura, non puoi pretendere che sia interessata all’arte. È una questione di sensibilità, che la scuola dovrebbe insegnare.
Si deve tornare ad insegnare arte e musica a scuola per abituare i giovani alla bellezza.
Sul mare non è come a scuola, non ci stanno professori. Ci sta il mare e ci stai tu. E il mare non insegna, il mare fa, con la maniera sua.
Tutto il male che si dice della scuola fa dimenticare il numero di bambini che ha salvato dalle tare, dai pregiudizi, dall’ottusità, dall’ignoranza, dalla stupidità, dalla cupidigia, dall’immobilità o dal fatalismo delle famiglie.
Tutto quello che può fare per noi l'università o qualsiasi scuola superiore è sempre ciò che fu incominciato dalla scuola elementare: insegnarci a leggere.
Un paese civile dovrebbe proibire le scuole che funzionano solo sulla base della possibilità dei genitori di pagare la retta.
Un uomo che non è mai andato a scuola può rubare da un carro merci; ma se ha un'istruzione universitaria, può rubare l'intera ferrovia.
Una scuola che costringa un adolescente a ricevere giudizi negativi, confronti frustranti con i coetanei e bocciature, è un sistema raffinato di tortura. E va contro non solo ai principi di libertà, ma a tutte le odierne concezioni psicologiche e sociali in tema di educazione.
Una scuola dove gli studenti si facessero le regole sarebbe una scuola triste.