Passione

Aforismi

Rivoluzione

Abbiamo inventato la rivoluzione, ma non sappiamo come condurla.
Cercava la rivoluzione e trovò l’agiatezza.
Chi non sta da una parte o dall'altra della barricata, è la barricata.
Chi provoca o fa una rivoluzione, appena ha ottenuto il suo scopo, diventa un conservatore.
Chi si ferma soltanto a metà di una rivoluzione si scava la fossa da solo.
Coloro che si sono vantati di aver fatto una rivoluzione hanno sempre visto, il giorno dopo, che non sapevano quel che facevano, che la rivoluzione che avevano fatto non assomigliava per nulla a quella che avrebbero voluto fare.
Colui che attende una rivoluzione sociale pura non la vedrà mai, egli è un rivoluzionario a parole che non capisce la vera rivoluzione.
Cominciare una rivoluzione è facile, è il portarla avanti che è molto difficile.
Credo fermamente che la rivoluzione sia la fonte del diritto.
Dicono che noi rivoluzionari siamo romantici. Si è vero lo siamo in modo diverso, siamo quelli disposti a dare la vita per quello in cui crediamo.
Dopo ogni rivoluzione il rivoluzionario ci avvisa che la vera rivoluzione sarà la rivoluzione di domani. Un miserabile spiega il rivoluzionario ha tradito la rivoluzione di ieri.
Durante le rivoluzioni vi sono solo due specie di uomini: coloro che le fanno e coloro che ne approfittano.
Esiste un'unica rivoluzione possibile ed è quella che si fa da soli, quella che avviene nell'individuo, che si sviluppa in lui con lentezza, con pazienza, con disubbidienza!
Essere giovane e non essere rivoluzionario è una contraddizione perfino biologica.
Fare una rivoluzione non è fomentare contro uno stato di fatto, ma preparare delle realtà nuove e delle reali novità, fare del reale e fare del nuovo.
Forse una rivoluzione potrà sì determinare l'affrancamento da un dispotismo personale e da un'oppressione avida di guadagno e di potere, ma mai una vera riforma del modo di pensare.
Giochiamo a fare i rivoluzionari nei nostri piccoli spazi riservati e ci sentiamo pericolosi e importanti e poi alla prima occasione vera torniamo poveri minorenni senza una casa e senza un lavoro e senza soldi, senza la minima possibilità di incidere sulla nostra vita.
Gli assembramenti portano al tumulto, il tumulto al saccheggio, il saccheggio alla rivolta, la rivolta alla ribellione e la ribellione alla rivoluzione.
Gli inferiori si ribellano per poter essere uguali e gli uguali per poter essere superiori. È questo lo stato d'animo da cui nascono le rivoluzioni.
Gli uomini hanno finito per convincersi, partendo dalle loro stesse disgrazie, del fatto che le rivoluzioni distruggono il carattere organico della società; che danneggiano il corso naturale della vita; che annientano i migliori elementi della popolazione dando campo libero ai peggiori; che nessuna rivoluzione può arricchire un Paese.
Gli uomini non fanno la rivoluzione più volentieri di quanto facciano la guerra.
Gran gente, i mediocri, quando sono operosi, attenti e pacati. Non hanno scatti di pensieri, di affetti, di risoluzioni; fanno quel che possono e sanno, magari quel che non sanno, ma con tanta buona volontà!
I movimenti rivoluzionari attirano i migliori e i peggiori elementi di una determinata società.
I popoli ben governati e contenti non insorgono. Le insurrezioni, le rivoluzioni, sono la risorsa degli oppressi e degli schiavi e chi le fa nascere sono i tiranni.
I popoli vivono soprattutto di speranza. Le loro rivoluzioni hanno lo scopo di sostituire con una speranza nuova le speranze antiche che hanno perso la loro forza.
I rivoluzionari hanno in comune con gli amanti la tendenza a prendere tutto troppo sul serio.
I rivoluzionari sono più formalisti dei conservatori.
I rivoluzionari sono riconoscibili per il loro odio contro il mondo e per la loro mentalità catastrofica; piú spesso ancora peccano di ottimismo.
Il concetto di rivoluzione, il concetto di sinistra, non cadrà mai in disuso. È l’espressione di una nostalgia che durerà quanto l’imperfezione intrinseca nella società umana e il desiderio degli uomini di riformarla.
Il guerrigliero è un riformatore sociale, il quale impugna le armi per rispondere all’irata protesta del popolo contro l’oppressore e lotta per cambiare il regime sociale colpevole di tenere i suoi fratelli inermi nell’ombra e nella miseria.
Il lavoratore diviene un rivoluzionario quando si libera del proprio 'operaismo', quando giunge a detestare il proprio ruolo di classe senza mezzi termini, qui e ora, e quando comincia a scrollarsi di dosso quei caratteri che i marxisti più gli ammirano l'etica del lavoro, la struttura caratteriale derivante dalla disciplina industriale, il rispetto per la gerarchia, l'obbedienza ai capi, il consumismo, le scorie del puritanesimo.
Il miglior sedativo per le smanie rivoluzionarie consiste in una poltrona ministeriale, che trasforma un insorto in un burocrate.
Il momento di fermare una rivoluzione è il principio non la fine.
Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere.
Il processo rivoluzionario è intrinsecamente il miglior programma di sanità pubblica possibile.
Il rivoluzionario che ha successo è uno statista, quello che non ha successo un criminale.
Il rivoluzionario crede nell'uomo, negli esseri umani. Chi non crede nell'essere umano, non è rivoluzionario.
Il rivoluzionario più radicale diventerà un conservatore il giorno dopo la rivoluzione.
Il rivoluzionario è un uomo condannato in partenza. Non ha interessi personali, né affari, né sentimenti, né affetti, né proprietà, neppure un nome. Tutto in lui è assorbito da un solo interesse, un solo pensiero, una sola passione: la rivoluzione.
Il vero rivoluzionario parte dall’accettazione della realtà per cambiarla con l’esempio.
Il vero rivoluzionario è guidato da grandi sentimenti d'amore.
In tempi di rivoluzione un soldato non deve mai disperare di nulla quando ha perseveranza e coraggio.
In una rivoluzione, come in un racconto, la parte più difficile è quella di inventare un finale.
In una rivoluzione, se è vera, si vince o si muore.
L'autentica rivoluzione è quella dello spirito, nata dalla convinzione intellettuale della necessità di cambiamento degli atteggiamenti mentali e dei valori che modellano il corso dello sviluppo di una nazione.
L'autentico rivoluzionario è logico e freddo, non un sentimentale.
L'esito vittorioso di una rivoluzione rimane tale per mezzo di metodi sconosciuti a quelli che l'hanno realizzata. E a volte persino attraverso sentimenti che sono altrettanto sconosciuti.
L'instabilità della moneta è la premessa della rivoluzione.
L'ottimismo è la fede delle rivoluzioni.
La bellezza, senza dubbio, non fa le rivoluzioni. Ma viene un giorno in cui le rivoluzioni hanno bisogno della bellezza.
La differenza tra il rivoluzionario e il terrorista risiede nella ragione per cui combatte.
La parola rivoluzione è una parola per la quale si uccide, per la quale si muore, per la quale si mandano a morte le masse, ma che non ha alcun contenuto.
La plebaglia può fare solo delle sommosse. Per fare una rivoluzione ci vuole il popolo.
La principale causa delle rivoluzioni è questa, che mentre le nazioni si muovono in avanti, le costituzioni stanno ferme.
La rivoluzione consiste nell'amare un uomo che ancora non esiste.
La rivoluzione del mondo, passa attraverso la rivoluzione dell'individuo.
La rivoluzione dell'eguaglianza, mai davvero compiuta, l'eredità difficile, la promessa inadempiuta del secolo breve, è oggi accompagnata dalla rivoluzione della dignità.
La rivoluzione deve essere permanente.
La rivoluzione divora i suoi figli.
La rivoluzione francese ha dimostrato che restano sconfitti coloro che perdono la testa.
La rivoluzione ha come obiettivo delle nuove istituzioni. La rivolta ci porta a non lasciarci più amministrare ma ad amministrare da soli. La rivolta non attende le meraviglie delle istituzioni future. Essa è una lotta contro ciò che esiste. Una volta riuscita, ciò che esiste crolla da solo.
La rivoluzione la intendo come una forza propulsiva, come il convergere di alcune situazioni storiche che determinano l'esplosione di tutte le valvole di sicurezza. La rivoluzione è un avvenimento che cambia il mondo.
La rivoluzione non è un pranzo di gala; non è un'opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità. La rivoluzione è un'insurrezione, un atto di violenza con il quale una classe ne rovescia un'altra.
La rivoluzione non è un qualcosa legato all'ideologia, né una moda di una particolare decade. È un processo perpetuo insito nello spirito umano.
La rivoluzione non è una mela che cade quando è matura. Devi farla cadere.
La rivoluzione si fa attraverso l’uomo, ma l’uomo deve forgiare giorno per giorno il suo spirito rivoluzionario.
La rivoluzione è come Saturno, divora i propri figli.
La rivoluzione è l'armonia della forma e del colore e tutto esiste, e si muove, sotto una sola legge, la vita.
La rivoluzione è la festa degli oppressi e degli sfruttati.
La rivoluzione è l’ispirazione frenetica della storia.
La rivoluzione è più un istinto che un pensiero: come istinto agisce e si propaga, e come istinto darà anche le sue prime battaglie.
La rivoluzione è sempre per tre quarti fantasia e per un quarto realtà.
La rivoluzione è una battaglia all'ultimo sangue tra passato e futuro.
La rivoluzione è una dittatura degli oppressi contro gli oppressori.
La rivoluzione è una grande distruttrice di uomini e di caratteri. Consuma i valorosi e annienta i meno forti.
La rivoluzione è uno strumento superato superato dalle procedure democratiche di rappresentanza e imperfetto.
La rivoluzione, come una donna di facili costumi, promette il massimo piacere a chi sa ben cavalcarla.
La rivoluzione, se vuol resistere, deve restare rivoluzione. Se diventa governo è già fallita, dovunque la rivoluzione ha cessato di essere permanente, là è ritornata la tirannia.
La routine, questa prefazione delle rivoluzioni.
La storia è una rassegna di rivoluzioni.
La teoria del governo rivoluzionario è nuova come la rivoluzione che le ha dato vita.
La vera rivoluzione dobbiamo cominciare a farla dentro di noi.
La vita potrebbe essere divisa in tre fasi: Rivoluzione, Riflessione e Televisione. Si comincia con il voler cambiare il mondo e si finisce col cambiare i canali.
Le brutalità del progresso si chiamano rivoluzioni. Quando sono finite, si riconosce questo: che il genere umano è stato maltrattato, ma ha camminato.
Le grandi rivoluzioni d'ordine spirituale, che mutarono l'aspetto del mondo, si possono solo pensare e realizzare quali lotte titaniche di singole figure, non mai quali imprese di coalizione.
Le grandi rivoluzioni riuscite fanno scomparire le cause che le produssero e, per gli stessi risultati da esse ottenuti, divengono incomprensibili.
Le occasioni fanno le rivoluzioni.
Le persone oneste e intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza.
Le persone oneste ed intelligenti difficilmente fanno una rivoluzione, perché sono sempre in minoranza.
Le pose rivoluzionarie della gioventù moderna sono prova inequivocabile di attitudine alla carriera amministrativa. Le rivoluzioni sono perfette incubatrici di burocrati.
Le rivoluzioni costano carissime, richiedono immensi sacrifici e perlopiù finiscono in spaventose delusioni.
Le rivoluzioni cruente sono spesso necessarie, a causa della stupidità umana; ma sono sempre un male, un male mostruoso e un grande disastro, non solo per quanto riguarda le vittime, ma anche per ciò che concerne la purezza e perfezione dell’idea nel cui nome avvengono.
Le rivoluzioni distruggono tutto in un istante e non ricostruiscono se non col lungo avvenire.
Le rivoluzioni dunque non riguardano piccole questioni, ma nascono da piccole questioni e mettono in gioco grandi questioni.
Le rivoluzioni nascono dalla cima. Sono causate da ciò che vi è di marcio alla cima.
Le rivoluzioni non hanno mai alleggerito il fardello della tirannia, lo hanno solo trasferito su altre spalle.
Le rivoluzioni non si esportano, ma nascono in seno ai popoli.
Le rivoluzioni non si fanno con l'acqua di rose.
Le rivoluzioni non sono sciocchezze, ma dalle sciocchezze hanno origine.
Le rivoluzioni non vanno all'indietro.
Le rivoluzioni sono figlie di idee e di sentimenti prima che di interessi.
Le rivoluzioni sono paragonabili ai letami più ributtanti che promuovono la crescita dei più bei vegetabili.
Le rivoluzioni sono una viva luce nella notte procellosa in cui la storia si compisce. Elleno dimostrano lo stato vero d'un popolo in politica e in morale, sono un giudizio del passato, una lezione per l'avvenire; il più grande studio che l'umanità possa fare per conoscer se stessa.
Le uniche rivoluzioni durature sono quelle del pensiero.
Lo spirito rivoluzionario offre questo grosso vantaggio: libera da ogni scrupolo per quanto concerne le idee.
Neppure l'amicizia viene prima della rivoluzione per un rivoluzionario. La prima cosa è la rivoluzione. Poi, tutto il resto.
Nessun vero rivoluzionario muore invano.
Nessuna grande rivoluzione, come la storia dimostra, si è compiuta senza guerra civile.
Nessuna rivoluzione è davvero necessaria. Il mondo è già una rivoluzione, in perenne mutamento.
Noi non osiamo dimenticare che siamo gli eredi di quella prima rivoluzione.
Non basta sganasciare la dirigenza politico-economico-social-divertentistica italiana. La rivoluzione deve cominciare in interiore homine. Occorre che la gente impari a non muoversi, a non collaborare, a non produrre, a non farsi nascere bisogni nuovi, e anzi a rinunziare a quelli che ha.
Non potrà esserci nessuna rivoluzione di massa finché non vi sarà una rivoluzione personale, a livello individuale.
Non si può fare una rivoluzione portando i guanti di seta.
Non sono gli uomini che guidano la rivoluzione, è la rivoluzione che guida gli uomini.
Ogni Stato ha i rivoluzionari che si merita.
Ogni civiltà è diventata di quando in quando una crosta sottile su un vulcano di rivoluzione.
Ogni grande impresa richiede passione e la rivoluzione richiede passione e audacia in grandi dosi.
Ogni movimento rivoluzionario è romantico, per definizione.
Ogni rivoluzione che possa dirsi tale ha tre componenti principali: un atteggiamento specifico verso il mondo, un programma per trasformarlo in modo essenziale e una fiducia incrollabile che questo programma si possa realizzare: una visione del mondo, un programma e una fede.
Ogni rivoluzione evapora, lasciando dietro solo la melma di una nuova burocrazia.
Ogni rivoluzione è stata al principio un pensiero nella mente di un uomo.
Per fare una frittata bisogna rompere delle uova.
Per fare una rivoluzione ci vogliono due cose: qualcuno o qualcosa contro cui rivoltarsi e qualcuno che si presenti e faccia la rivoluzione.
Per un vero rivoluzionario il pericolo più grave, fors'anche l'unico, è l'esagerazione rivoluzionaria.
Più si vedono da vicino i fenomeni storici, meglio si scorge che le rivoluzioni le hanno sempre fatte la borghesia o parte di essa. Il popolo è buono a compiere soltanto delle jacqueries, che non concludono.
Può esserci rivoluzione soltanto là dove c'è coscienza.
Qualsiasi rivoluzione dovrebbe cominciare dalla riforma del dizionario.
Quando il cittadino si rifiuta di obbedire, e l’ufficiale dà le dimissioni dal suo incarico, allora la rivoluzione è compiuta.
Quando il terrorismo perde, non solo non fa la rivoluzione ma agisce come elemento di conservazione, ovvero di rallentamento dei processi di cambiamento.
Quelli che fanno una rivoluzione a metà non hanno fatto altro che scavarsi una tomba.
Quelli che hanno servito la rivoluzione hanno arato il mare.
Quelli che rendono impossibili le rivoluzioni pacifiche rendono le rivoluzioni violente inevitabili.
Quelli della generazione del sessantotto pensavano che la rivoluzione fosse un caffè istantaneo.
Rivoluzionario è chi non accetta il dato naturale e storico e vuole cambiarlo.
Rivoluzione non è solo una rivolta contro un ordine preesistente, ma il costituire di un nuovo ordine in contraddizione con quello tradizionale.
Rivoluzione. In campo politico viene così chiamato il brusco passaggio da una forma a un'altra di malgoverno.
Sarebbe assolutamente vano sperare che la rivoluzione possa rigenerare la natura umana.
Sarà rivoluzionario colui che potrà rivoluzionare se stesso.
Se le troppe delusioni logorano le fibre e gettano la sfiducia nell'animo; se le soverchie ricchezze di alcuni, e la miseria spaventevole dei molti, troncano ogni nerbo alle moltitudini, e succede una solitudine di pensieri e d'interessi che distrugge affatto la coscienza nazionale: allora le rivoluzioni sono impossibili.
Se volete rendervi conto di quello che è la rivoluzione, chiamatela Progresso, ma se volete rendervi conto di quello che significa progresso, chiamatelo Domani, ora, il Domani compie irresistibilmente l'opera sua, e la comincia oggi, arrivando sempre al suo scopo, nei modi più strani.
Tra rivoluzionari e conservatori non c'è, molto spesso, se non quest'unica differenza, che gli uni sono canaglia turbolenta, e gli altri canaglia pacifica.
Tutte le civiltà sono diventate con il passare del tempo una piccola bocca sul vulcano della rivoluzione.
Tutte le rivoluzioni cominciano per strada e finiscono a tavola.
Tutte le rivoluzioni cominciano per strada e finiscono a tavola.
Tutte le rivoluzioni moderne hanno avuto per risultato un rafforzamento del potere statale.
Tutti gli uomini riconoscono il diritto alla rivoluzione, quindi il diritto di rifiutare l'obbedienza, e d'opporre resistenza al governo, quando la sua tirannia o la sua inefficienza siano grandi ed intollerabili.
Tutti i regimi sono condannabili, se vengono paragonati a un ideale astratto d’eguaglianza o di libertà. Soltanto la rivoluzione, in quanto avventura, o un regime rivoluzionario, poiché fa uso permanente della violenza, sembrano capaci di conseguire il fine ultimo. Il mito della rivoluzione serve di rifugio al pensiero utopistico, diventa il misterioso e imprevedibile mediatore tra reale e ideale.
Un bambino è come una rivoluzione, puoi dargli la vita, ma non controllare come andrà a finire.
Un trono non si rovescia con parole.
Una rivoluzione che non arriva alle sue ultime conseguenze è perduta.
Una rivoluzione dura solo quindici anni, il periodo che coincide con l'effettiva capacità di agire in una generazione.
Una rivoluzione finalizzata semplicemente a trasformare le politiche e le istituzioni ufficiali per migliorare le condizioni materiali ha poche probabilità di successo.
Una rivoluzione si fa, solo se si ha una cultura e delle idee.