Passione

Aforismi

Pena

A ciascun giorno basta la sua pena. A ciascun momento è sufficiente l'apparenza della realtà.
Abbiamo abolito la certezza della pena, non ci resta che abolire la certezza della colpa.
Abroghiamo la pena di morte, benissimo: ma comincino prima i signori assassini.
Alla dritta di ogni pena c'è una gioia sicura.
Alla pena di morte si può sostituire come cerimonia compensatrice finalmente incruenta la maledizione pubblica.
C'è nella sventura un termine oltre il quale la stessa amicizia aumenta le nostre pene, non le può guarire. Quando le ferite son mortali, ogni soccorso è inumano.
C'è spesso più angoscia nell'aspettare un piacere che nel subire una pena.
C'è un grado di gioie e di diletti che occorre nascondere, pena l’offesa dell’umanità, che se ne vendica infamandovi.
Chi fa di sé stesso una bestia si sbarazza della pena di essere un uomo.
Come sa bene chi ne ha fatto esperienza, le pene piú dure da sopportare sono quelle che si provano all’altezza del cuore proprio lí dove si tiene il portafoglio.
Essere un mediocre non è una pena. La pena è accorgersene. Ma è un mediocre chi s'avvede d'esserlo?
Fra le pene umane la più dolorosa è quella di prevedere molte cose e di non poterci fare nulla.
Generalmente l'uomo è distrutto dall'attesa della pena capitale molto tempo prima di morire. Gli si infliggono così due morti, e la prima è peggiore dell'altra, mentre egli ha ucciso una volta sola. Paragonata a questo supplizio, la legge del taglione appare ancora come una legge di civiltà. Non ha mai preteso che si dovessero cavare entrambi gli occhi a chi aveva reso cieco di un occhio il proprio fratello.
Gli amici sono gemelli nell'anima; essi convengono in tutto. Non si è felici senza la felicità dell'altro, né l'uno o l'altro possono sopportare la pena da soli; e se potessero scambiarsi i corpi, i veri amici prenderebbero su di sé i dolori dell'altro, sollevandosi a vicenda nelle condizioni più avverse.
Grande pena è per il povero procurarsi quello che gli manca, e per il ricco grande fatica è custodire quello che gli avanza.
Ha avuto una morte dolce come il miele. La pena è stata vivere.
I corpi li unisce il piacere, le anime la pena.
Il castigo del delitto sta nell'averlo commesso; la pena che vi aggiunge la legge è superflua.
Il cattivo guadagno porta sempre pena.
Il delitto è ribellione all'autorità dello Stato, è la negazione del diritto, la pena è a sua volta la negazione del delitto e quindi la riaffermazione del diritto.
Il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile. Il fine non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali.
Il malvagio può ritardare la pena, non sfuggirla.
Il mistero è anzitutto l'al di qua, la giornata terrestre con le attese, i ricordi, gli amori, le piccole pene e le piccole gioie, intrise di fragile argilla e di eternità.
Il più delle volte, le cosiddette pene di cuore, ecc., sono cattive digestioni, fagioli testardi che non si sciolgono, pesce andato a male, stitichezza. Una buona purga spazza via ogni smania d'amore.
Il più felice mortale ha sparso delle lacrime. Dal miscuglio dei piaceri e delle pene risulta quel che si chiama vita, cioè un tratto di tempo determinato, sempre troppo lungo agli occhi del saggio, che deve impiegarsi a fare il bene della società, nella quale ei si trova per godere le opere dell'Onnipotente, senza ricercarne follemente le cagioni.
L'attesa del castigo è già una pena.
L'intenzione della pena di schiavitù perpetua sostituita alla pena di morte ha ciò che basta per rimuovere qualunque animo determinato.
La brevità della vita non può distoglierci dai suoi piaceri, né consolarci delle sue pene.
La fedeltà, quando sostiene gli amici che la fortuna schiaccia, è lodata, ma paga una pena.
La pena accompagna e calca la colpa.
La pena capitale è tanto fondamentalmente sbagliata per la cura del crimine quanto la carità è sbagliata per la cura della povertà.
La pena che i buoni devono scontare per l'indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi.
La pena che i buoni devono scontare per l’indifferenza alla cosa pubblica è quella di essere governati da uomini malvagi.
La pena di morte diviene uno spettacolo per la maggior parte e un oggetto di compassione mista di sdegno per alcuni; ambidue questi sentimenti occupano più l’animo degli spettatori che non il salutare terrore che la legge pretende inspirare.
La pena di morte, oltre che non cura la emendazione della vittima, spegne una vita, non le importa se depravata o santificata dalla sventura, e le basta ad altrui spavento un capo mozzo o un cadavere appeso.
La pena per chi ride in tribunale è sei mesi di prigione; se non fosse per questa pena, la giuria non ascolterebbe mai le testimonianze.
La pena più grande è odiare se stessi.
La pena più tremenda è portare in cuore, notte e giorno, il testimone delle proprie colpe.
La pena, causata dal desiderio non appagato, è insignificante in confronto con quella del rimorso: la prima si trova davanti l'avvenire sempre aperto e imprevedibile; la seconda, il passato, irrevocabilmente chiuso.
La rinunzia è sempre una pena, anche se una pena sopportata volentieri.
La terra è una colonia penitenziaria dove dobbiamo scontare la pena per i delitti commessi in un'esistenza anteriore.
Le cose che desideriamo, desideriamole poco, non solo perché non meritano di essere altrimenti desiderate, ma anche perché desiderandole molto diventano fonte di mille pene.
Le pene dell'altro mondo furono immaginate per supplire alle insufficienti attrattive che ci si offrono in esso.
Le pene servono a spaventare coloro che non vogliono commettere peccati.
Nelle pene occorre seguire l’interpretazione più benevola.
Nelle persone sensibili, l'inatteso rende le gioie più vive e le pene più amare.
Nessun mortale trascorrerà mai vita incolume da pene.
Non bisogna affliggersi di non esser nati in una condizione più elevata della propria. Tutte le condizioni presentano amarezze e pene. L’apparenza della nobiltà salta agli occhi e sembra seducente. Se la si vedesse all’interno o in fondo, forse non impressionerebbe tanto.
Non bisogna immaginare Dio né troppo buono né cattivo. La giustizia si trova tra l'eccesso di clemenza e la crudeltà; così come le pene limitate stanno tra l'impunità e le pene eterne.
Non confidare i tuoi dolori a nessuno. Anche a trovare chi, ascoltandoti, soffra davvero per te, che avrai ottenuto? Di aumentare la tua pena con la sua.
Non ho alcun rispetto per la pena di morte. Si tratta di un'azione sporca, che non degrada solo i cani da forca pagati per compierla ma anche la comunità sociale che la tollera, la sostiene col voto e paga tasse specifiche per farla mettere in atto. La pena di morte è un atto stupido, idiota, orribilmente privo di scientificità.
Non è l'intensità della pena che fa il maggior effetto sull'animo umano, ma la estensione di essa.
Ogni pena che non derivi dall’assoluta necessità, dice il grande Montesquieu, è tirannica; proposizione che si può rendere più generale così: ogni atto di autorità di uomo a uomo che non derivi dall’assoluta necessità è tirannico.
Ogni vita, anche quella che ci sembra la più fortunata, ha il suo rovescio della medaglia, la sua pena. Una pena individuale, intima, certe volte, che magari per noi avrebbe lo stesso valore di un sonaglino perso a vent’anni. Ma quel che conta è come uno la vive, questa pena, non come la vivremmo noi al suo posto.
Pagata la pena si è liberi, ma non sono finite le responsabilità: questa idea non corrisponde alla realtà.
Penso che la pena capitale funzioni alla grande. Ogni assassino che si uccide non torna più a uccidere.
Perchè ogni pena non sia una violenza di uno o di molti contro un privato cittadino, dev’essere essenzialmente pubblica, pronta, necessaria, la minima delle possibili nelle date circostanze, proporzionata a’ delitti, dettata dalle leggi.
Perché una pena ottenga il suo effetto basta che il male della pena ecceda il bene che nasce dal delitto.
Piacere e pena sono i due unici sentimenti che muovono e muoveranno il mondo.
Preferisci una pena a un turpe guadagno: il primo addolora una volta, il secondo per tutta la vita.
Quanto la pena sarà più pronta e più vicina al delitto commesso, ella sarà tanto più giusta e tanto più utile.
Se io potrò impedire a un cuore di spezzarsi non avrò vissuto invano, se allevierò il dolore di una vita o guarirò una pena o aiuterò un pettirosso caduto a rientrare nel nido non avrò vissuto invano.
Se la società rinuncia al diritto di infliggere la pena di morte, ricomparirà immediatamente il diritto alla difesa personale: la vendetta batterà alla porta.
Se prendi una bella moglie non l'avrai solo per te, se la prendi deforme sarai solo tu a scontare la pena.
Se si vuole abolire la pena di morte, che comincino, in questo caso, i signori assassini.
Soltanto i despoti sostengono che la pena di morte è un attributo necessario all'autorità. Il popolo sovrano un giorno l'abolirà.
Sono contro la pena di morte come punizione. Ma sono anche contro il fatto che venga usata come premio.
Tre passioni, semplici ma preponderanti, hanno governato la mia vita: il desiderio di amore, la ricerca della conoscenza, e la insopportabile pena per le sofferenze dell'umanità.
Troppo riposo diventa una pena.
Un individuo che infrange una legge che crede ingiusta e che responsabilmente accetta la pena della prigionia per risvegliare la coscienza della comunità riguardo alla sua ingiustizia, in realtà sta esprimendo il più alto rispetto per la legge.
Un segno che l'amore è appena nato è che tutti i piaceri e tutte le pene che possono dare tutte le altre passioni e tutti gli altri bisogni dell'uomo cessano all'istante di avere incidenza su di lui.
Una fatica nella quale proviamo piacere è medicina alla pena che se ne sopporta.
Uno dei più gran freni dei delitti non è la crudeltà delle pene, ma l’infallibilità di esse.
È abbastanza evidente che coloro che sostengono la pena di morte hanno più affinità con gli assassini di quelli che la combattono.
È forse questo che si cerca nella vita, nient'altro che questo, la più gran pena possibile per diventare se stessi, prima di morire.
È stupido strapparsi i capelli nel dolore, come se la pena fosse diminuita dalla calvizie.