Passione

Aforismi

Io

Ammetto la preghiera come una conversazione esaltata con un proprio io superiore.
Anche la più repressa delle donne ha una vita segreta, con pensieri segreti e sentimenti segreti che sono lussureggianti e selvaggi, ovvero naturali. Anche la più prigioniera delle donne custodisce il posto dell'io selvaggio, perché intuitivamente sa che un giorno ci sarà una feritoia, un'apertura, una possibilità, e vi si butterà per fuggire.
Bisogna dimenticarsi di sé per conoscere l’altro senza invaderlo, bisogna modificare la grammatica della psiche per passare dall’io e dal tu al noi.
Bisogna essere padroni della propria mente senza lasciare che la mente diventi la nostra padrona. Amici miei, risvegliate in voi una profonda fede e lucidate lo specchio della vostra vita senza la minima negligenza, giorno e notte. Conquistate il dominio del vostro io, stringendo abilmente le redini di quel cavallo ribelle chiamato mente.
C'è solo un angolo dell'universo che puoi essere certo di migliorare e quello è il tuo proprio io.
Cerca quel particolare atteggiamento mentale che ti fa sentire più profondamente e vitalmente attivo, quello col quale viene la voce interna che dice, ‘Questo è il mio io reale’, e quando hai trovato quell’atteggiamento, seguilo.
Cercare il proprio io nel potere dell'oro significa edificare sulla sabbia.
Che cos'è il tuo io? Quel gruppo di interessi e moventi di cui è riempito. Interessi economici, ricchezza, coltivazione, scienza, arti, fama. Sopravviene la morte. Tutto ciò, ossia tutto il tuo io, sfuma, come la fiamma d'una candela soffiata, come una bolla di sapone bucata.
Chi è io? Cos’è questo intervallo tra me e me?
Chiudersi in sé, consacrarsi esclusivamente al lavoro, significherebbe fare del proprio io una prigione.
Ci sono voluti miliardi di anni di incessante lavoro cosmico perché un essere vivente potesse giungere a pronunciare consapevolmente "io", e credo che si tratti di un lavoro prezioso. L'Io non va annullato, va piuttosto educato, purificato, talora severamente disciplinato, per raggiungere quella purezza verso cui è effettivamente predisposto.
Come il cavaliere, se non vuole essere disarcionato dal suo cavallo, è costretto spesso a ubbidirgli e a portarlo dove vuole, così anche l'Io ha l'abitudine di trasformare in azione la volontà dell'Es come se si trattasse della volontà propria.
Con l'alibi della ricostruzione dell'io, in realtà gli psicanalisti procedono a una scandalosa demolizione dell'essere umano. Innocenza, generosità, purezza, tutto ciò viene rapidamente triturato dalle loro rozze mani.
Credendo a ciò che pensi, sei trascinato negli infiniti drammi dell'io.
Depreco egualmente il trionfalismo di Kant e in genere di quelle filosofie che, trovando necessario partire dall'io, inneggiano ad esso come se fosse una grande conquista e non invece la miserabile sorte che ci è toccata.
Di tutte le parole di tutte le lingue che conosco, quella che ha la massima concentrazione è l'inglese "I".
Fa parte della felicità o infelicità dell'uomo mediocre il non sentire bisogno alcuno di misurare se stesso, il non provare la curiosità del proprio io prima che giunga il destino a interrogarlo.
Forse è questa la vera fiducia in se stessi: la capacità di osservare il mondo senza necessariamente trovare qualcosa che lusinghi il proprio Io.
Gli amici hanno la straordinaria capacità di riconoscere in voi l'esistenza del vostro io gentile e normale, quando tutti gli altri vi qualificano come dei mostri insopportabili.
Il domicilio del proprio io, come quello dell’anima, non lo si può trovare in un libro.
Il nostro Io è il copione che dobbiamo recitare sulla scena della vita.
Il perfezionamento del proprio io è la base fondamentale di tutto il progresso e lo sviluppo morale.
Il piacere di essere gregge è più antico del piacere di essere io: e finché la buona coscienza si chiama gregge, solo la cattiva coscienza dice: io.
Il proposito più alto delle coltivazioni intellettuali è di dare all'uomo una perfetta conoscenza e padronanza del suo io interiore, di rendere la sua consapevolezza la sua propria luce e il suo proprio specchio.
Il raggiungimento dell' è il primo passo nel procedere della vita personale.
Il vero Io è quello che tu sei, non quello che hanno fatto di te.
Il vostro vero io non è depresso, e non lo è mai stato. Incamminandovi sulla via per ritrovarlo, farete di più che curare la vostra depressione: emergerete alla luce e vedrete la vita in modo nuovo.
In fondo, l'unica ragione perché si pensa sempre al proprio io, è che col nostro io dobbiamo stare più continuamente che con chiunque altro.
In molti individui appare già come una sfrontatezza che abbiano il coraggio di pronunciare la parola "io".
Io è un altro.
Io è una ben piccola parola per contenere il nostro egoismo che è tanto grande.
Io: abbreviazione di Dio.
Io: un paesaggio che m'è venuto a noia.
L'Io non va annullato, va piuttosto educato, purificato, talora severamente disciplinato, per raggiungere quella purezza verso cui è effettivamente predisposto.
L'Io non è cosa o fatto, è soprattutto azione.
L'Io puro oppone nell'io ad un io divisibile un non-io divisibile.
L'Io si arricchisce nel confronto con le diversità, ma senza venire cancellato o assorbito. Il dialogo, che unisce gli interlocutori, presuppone la loro distinzione e una piccola, ma insopprimibile e feconda distanza.
L'Io è finito perché deve essere delimitato, però in questa finitezza è infinito perché il confine può essere spostato sempre più in là, all'infinito. È infinito secondo la sua finitezza e finito secondo la sua infinità.
L'amore viene per squilibrare le nostre certezze, le nostre aspettative, i nostri progetti, cioè tutte le illusioni dell'Io... mentre la mente lotta per andare in una direzione... il cuore spinge impercettibilmente verso l'altra.
L'analisi della melanconia ci insegna che l'Io può uccidersi solo quando, grazie al ritorno dell'investimento oggettuale, riesce a trattare sé stesso come un oggetto.
L'arrogante perseguendo l'affermazione incondizionata dell'io, è il bruco del dispotismo. Per spiccare il volo gli basta solo una claque più o meno cospicua di sostenitori su cui contare.
L'arte deve iniziare con consapevolezza e terminare nell'inconscio, cioè oggettivamente; l'Io è consapevole rispetto alla produzione, inconscio rispetto al prodotto.
L'invidioso non ha un Io forte, ben strutturato, ma si appoggia sempre a un Io gregario.
L'io esiste anche se non riuscite ad identificarlo.
L'io esiste anche se non riuscite ad identificarlo.
L'io si pone domande quando l'anima ne ha le risposte.
L'io è detestabile... ma si tratta di quello degli altri.
L'io è odioso.
L'io è un mare sconfinato e immisurabile.
L'io, ciò che non può mai divenire oggetto.
L'io, io!... Il più lurido di tutti i pronomi.
L'umorismo non è rassegnato ma ribelle, rappresenta il trionfo non solo dell'Io, ma anche del principio del piacere, che qui sa affermarsi contro le avversità delle circostanze reali.
L'unico viaggio irrinunciabile è l'esplorazione dell'io.
L'uomo è una situazione. Come fa un uomo a dire "io"?
La coscienza di un'idea generale ha all'interno una certa "unità dell'io", che è identico quando passa da una mente all'altra. È, quindi, molto simile a una persona, e in effetti, una persona è solo un particolare tipo di idea generale.
La felicità dell'essere umano non sta nel farsi mantenere e farsi risolvere i problemi dagli altri. Questo porta alla depressione perché l’Io crea un’immagine debole di sé.
La parola più difficile del linguaggio da pronunciare e da usare appropriatamente, è io.
La seduzione dell’anima, il suo richiamo al cambiamento, può generare angosce e resistenze nell’Io.
La strega incarna i desideri, i timori e le altre tendenze della nostra psiche che sono incompatibili con il nostro io.
La vera felicità nasce in primo luogo dal piacere del proprio io, e poi, dall'amicizia e dalla conversazione di pochi compagni scelti.
La vera felicità, ci viene detto, consiste nel tirar fuori il proprio io, ma il punto non è solo il tirarlo fuori ma di fare si che ci resti; perché resti fuori devi avere qualche compito che ti assorba.
Le emozioni sono infinite, amore e odio, ma anche noia e malinconia, simpatia e antipatia, angoscia e inquietudine. Comune a ciascuno di questi sentimenti è la capacità di portarci fuori dal nostro egoismo e dal nostro io. Un sentimento implica necessariamente un uscire da noi stessi per cercare di cogliere quello che le altre persone sono nella loro realtà più profonda e nelle loro emozioni.
Lo humor è il comico che ha perso la pesantezza corporea e mette in dubbio l’io e il mondo e tutta la rete di relazioni che li costituiscono.
Mi porto dentro tanti "io" che non conosco.
Noi siamo profondamente egoisti e, se seguiamo l'inclinazione naturale, vediamo ogni cosa in funzione del nostro sacrosanto io.
Noi stiamo tutti scontando una condanna a vita nelle carceri del nostro io.
Noi vediamo il nostro io migliore negli occhi di coloro che ci amano. E c’è una bellezza che solo la brevità procura.
Ogni epoca ha il proprio sentimentalismo, il suo modo di esagerare certi strati della sensibilità. Il sentimentalismo d'oggi è egoista e disamorato; amplifica non i sentimenti d'amore ma il sentimento del proprio io.
Ogni uomo forte raggiunge immancabilmente ciò che il suo vero io gli ordina di volere.
Per ogni uomo che viene sulla terra la partita della vita è sempre tra Io e Dio.
Pochi sono coloro eroi o santi che sacrificano il proprio io sull'altare dello Stato. Tutti gli altri sono in stato di rivolta potenziale contro lo Stato.
Poter gestire la propria morte è come poter gestire la propria vita in quanto ci dà la misura del nostro io.
Quale altro carcere è scuro come il nostro cuore! Quale carceriere così inesorabile come il nostro io!
Quando avete il controllo del vostro io interiore, non c'è niente che possa mettervi fuori combattimento. Potete essere messi ko, ma potete rialzarvi subito in piedi. Potete deviare per strade impervie, ma potete sempre ritrovare la vostra via verso la strada lastricata.
Quel che il pubblico ti rimprovera, coltivalo, è il tuo io.
Quest'orrore della solitudine, questo bisogno di dimenticare il proprio io nella carne esteriore, l'uomo lo chiama nobilmente bisogno d'amare.
Salvare la propria anima non è salvare il proprio io, bensì salvare nell'io quel frammento assetato, non di possedere tutto, ma di essere tutto; quella goccia di eternità che risale alla propria sorgente.
Se c'è in giro una cosa più importante del mio Io, dimmelo che le sparo subito.
Se l'io è detestabile, amare il prossimo come sé stessi diventa un'atroce ironia.
Se non si può pensare completamente un pensiero, a uno pare di perdere una parte del suo io, anzi quasi, come se fosse intimamente legato in qualche posto e se ne fosse tentato invano di liberare. Ogni pensiero è un possesso che bisogna conquistare all'universo, alla potenza che lo tiene stretto.
Se potessimo cancellare l'"Io" e il "Mio" dalla religione, dalla politica, dall'economia ecc. saremmo presto liberi e porteremmo il cielo in terra.
Se si riesce a mettere insieme l'io e il tu dell'amore con il noi dell’amicizia, allora si realizza il miracolo della vita piena.
Siamo in due. La mia parte oscura e io.
Soffermarsi troppo sull’io causa una terribile stanchezza. Un uomo in questa condizione è sordo e cieco a tutto il resto: è la stanchezza stessa a fare sì che non veda più le meraviglie che lo circondano.
Soggetti dall’Io ipertrofico: egomostri.
Solo le qualità che sorgono dalla nostra attività spontanea danno forza all'io e formano per tanto la base della sua integrità. L'incapacità di agire spontaneamente, di esprimere quel che veramente si sente e si pensa, è la conseguente necessità di presentare uno pseudo io agli altri e a se stessi, sono la radice del sentimento di inferiorità e di debolezza.
Spesso si dice che questa o quella persona non ha ancora trovato se stesso. Ma l'io non è qualcosa che si scopre: è qualcosa che si crea.
Spontaneità è attività dell'io stesso, da esso e per esso.
Stiamo tutti scontando una condanna a vita nella segreta dell'io.
Tra Io e Sé il conflitto è violentissimo come lo è tra Dio e la terra.
Tutte le grandi persone dicono che era nel loro destino essere grandi. Conosci te stesso, tu sei destinato ad essere grande. È codificato nel tuo DNA. Incontra il tuo "io" più grande. Esprimi il tuo "io" più grande. Soddisfa il tuo vero "io".
Un amico, se lo è, è un secondo io.
Un io feroce: ecco l'invidioso.
Una cretinata tutta particolare dei filosofastri di oggi è che essi danno per certo che gli animali non hanno un Io, mentre loro, evidentemente, ne avrebbero uno.
Viviamo di apparenze, non ci sforziamo di guardare dentro... forse siamo presi troppo dal nostro io.
Vorrei poter dimenticare che io son io.
È necessario superare se stessi, il piccolo io per unirsi all'oceano d'Amore dell'universo: è un perdersi per ritrovarsi nella più sublime grandezza.
È rimarchevole il fatto che l'uomo, quanto più limita la propria aggressività verso l'esterno, tanto più diventa rigoroso, ossia aggressivo, nel proprio ideale dell'Io.