Chi fa di tutto per compiacere gli amici, con il compiacimento presente crea l'inimicizia futura.
Ci sbarazziamo di un nemico sbarazzandoci dell'inimicizia.
Fra uomini esiste, per natura, soltanto indifferenza; ma fra donne, già per natura, vi è inimicizia.
I grandi pensatori sono tutti contemporanei tra loro e si richiamano, per amicizie o inimicizie ideali, al di là dei secoli e dei millenni.
Il temere inimicizia non v'è utile a nessuno e non ne cavate bene alcuno, ma più presto male.
In fondo all'inimicizia tra estranei risiede l'indifferenza.
Inimicizia è da pari a pari: da superiore a inferiore non può essere se non disprezzo, o pietà.
La guerra dell'inimicizia assoluta non conosce alcuna limitazione. Trova il suo senso e la sua legittimità proprio nella volontà di arrivare alle estreme conseguenze.
La vanità preferisce vedere nell'indifferenza una forma latente di inimicizia.
La vittoria alimenta inimicizia, perché chi è vinto giace dolente. Chi ha abbandonato vittoria e sconfitta, costui ristà tranquillo e felice.
Si danno casi in cui otteniamo una cosa da un uomo solo offendendolo e inimicandocelo: questo sentimento di avere un nemico lo tormenta tanto, che egli approfitta volentieri del primo segno di una disposizione più mite per riconciliarsi e sacrifica sull’altare della riconciliazione quella cosa che per lui prima rappresentava tanto, che non voleva darla a nessun costo.