Passione

Aforismi

Cultura

30 millenni di sviluppo della cultura, ma basta una generazione per mandare tutto all'aria.
Abbi un cuore, abbi un'anima, e sarai sempre un uomo, in tutte le occasioni. Tutto il resto è moda: c'è la moda di essere intelligenti, la moda di essere colti, come c'è una moda per i finimenti dei cavalli o per i bottoni.
Anche negli uomini considerati onestissimi, si scoprono facilmente i segni di un dubbio comportamento nei riguardi del denaro e della proprietà. L'avidità primitiva del lattante che cerca d'impadronirsi di tutti gli oggetti non scompare del tutto, in linea generale, sotto l'influenza della cultura e dell'educazione.
Ancora non si è capito che soltanto nel divertimento, nella passione e nel ridere si ottiene una vera crescita culturale.
Aver scarsa cultura è male, ma averne troppa è peggio.
Avere una grande cultura non significa essere intelligente.
Che la cultura sia la quintessenza di tutto ciò che si è dimenticato è una giusta nozione. Oltrepassato quel punto, la cultura è una malattia e un peso per chi sta intorno alla persona colta.
Chi ha cari i valori della cultura non può non essere pacifista.
Chi si dedica a letture occasionali, raramente possiede una cultura molto rigorosa.
Chi è per lo sport ha le masse al suo fianco, chi è per la cultura ha le masse contro, e per questo tutti i governi sono sempre per lo sport e contro la cultura.
Ci sono popoli più acculturati, avanzati e nobilitati dall'educazione di altri, ma non esistono razze più valide di altre, perché sono tutte egualmente destinate alla libertà.
Ciò che è la cultura per un blocco di marmo, è l'educazione per un'anima umana.
Coloro che scorgono bei significati nelle cose belle sono le persone colte. Per loro c'è speranza. Essi sono gli eletti: per loro le cose belle significano solo bellezza.
Coltivare la lucidità è il fine della cultura.
Colto è l'uomo che non converte la cultura in professione.
Come l'amore va cercato fuori del matrimonio, così la cultura va cercata fuori delle sue istituzioni.
Con la cultura si impara a vivere insieme; si impara soprattutto che non siamo soli al mondo, che esistono altri popoli e altre tradizioni, altri modi di vivere che sono altrettanto validi dei nostri.
Cultura non è leggere molto, né sapere molto: è conoscere molto.
Cultura significa anzitutto creare una coscienza civile, fare in modo che chi studia sia consapevole della dignità. L’uomo di cultura deve reagire a tutto ciò che è offesa alla sua dignità, alla sua coscienza. Altrimenti la cultura non serve a nulla.
Cultura è ciò ehe resta nella memoria quando si è dimenticato tutto.
Cultura è quella cosa che i più ricevono, molti trasmettono e pochi hanno.
Cultura. Facile da definire. Tutto quello che non pensiamo sia cultura è cultura.
Cultura: grande macchinazione ordita per fabbricare dei professori che, a loro volta, fabbricheranno dei professori che fabbricheranno.
Cultura: l'urlo degli uomini in faccia al loro destino.
Date agli uomini la cultura senza la religione e ne farete soltanto dei demoni intelligenti.
Dopo il piacere di possedere i libri, difficilmente c'è qualcosa di più piacevole che parlarne, e comunicare al pubblico l'innocente ricchezza di pensiero che abbiamo acquisito dalla cultura delle lettere.
E vi garantisco che uno sciocco colto è più sciocco di uno sciocco ignorante.
Essere colti non significa ricordare tutte le nozioni, ma sapere dove andare a cercarle.
Fare dono della cultura è fare dono della sete. Il resto sarà una conseguenza.
Gli uomini colti sono superiori agli uomini incolti nella stessa misura in cui i vivi sono superiori ai morti.
Ho sempre il sospetto che quelli che si riempiono la bocca di cultura siano dei ciarlatani. Le Muse sono discrete e non amano il proscenio.
I grandi cambiamenti culturali iniziano nell'affettazione e finiscono nella routine.
I traduttori sono i cavalli da tiro della cultura.
Il compito degli uomini di cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere certezze.
Il diploma è il nemico mortale della cultura.
Il linguaggio è potere, vita e strumento di cultura, lo strumento del dominio e della liberazione.
Il peggior nemico della cultura è la noia, la mancanza di chiarezza, o l'assenza di creatività.
Il prestigio della cultura induce gli stupidi a mangiare senza avere fame.
Il processo creativo è un cocktail di istinto, abilità, cultura e inventiva febbrile. Non è come una droga; è quel particolare stato in cui tutto accade velocemente, un miscuglio di coscienza e incoscienza, di paura e piacere; è un po’ come amare, l’atto fisico dell’amare.
Il punto è importante proprio per il tipo di evidenza che assume in una cultura ancora fortemente romantica come la nostra: quel vino nega uno dei principi dell'estetica che ci è propria: l'idea che per raggiungere l'alta nobiltà del valore vero si debba passare per un tortuoso cammino se non di sofferenza quanto meno di pazienza e apprendimento.
Il talento è il vero motore della nostra civiltà e della nostra cultura. In qualsiasi campo. Talento che per me vuol dire poi tante cose, estro artistico ma anche impegno, serietà, professionalità.
Il valore della cultura si rivela nel modo più chiaro quando una persona colta prende la parola a proposito di un problema che sta fuori dall'ambito della sua cultura.
In un uomo di stato, la cosiddetta cultura è in fin dei conti un lusso inutile.
In una cultura abituata da secoli a frazionare ogni cosa al fine di controllarla, può essere sconcertante scoprire che il medium è il messaggio.
L'anima non porta niente con sé nell’altro mondo tranne la propria educazione e cultura, e questo si dice che sia il più grande servizio oppure il torto più grande che si possa fare ad un uomo morto, proprio all’inizio del suo viaggio.
L'arte è un investimento di capitali, la cultura un alibi.
L'educazione è un diritto sacrosanto di tutti, ognuno deve avere la possibilità di istruirsi, ma la cultura costa e allora? Allora non lamentatevi se c'è la criminalità, il fine giustifica i mezzi.
L'essere orgogliosi della propria cultura è la peggiore specie d'ignoranza.
L'ignoranza delle persone colte non ha possibili termini di confronto che nella disonestà dei galantuomini, nella immoralità dei giusti, nell'imbecillità degli uomini di genio e nella debolezza dei potenti.
L'informazione è cresciuta più velocemente della cultura. In questo senso la propaganda ha più chance di prima.
L'intera cultura occidentale, persino nei suoi prodotti più alti, riposa sul non vero, sul dogma cristiano della divinità di un uomo. Nulla che non fosse invalidato da una tale non verità è progredito in questa cultura.
L'uomo colto ha sempre con sé la sua ricchezza.
L'uomo colto è colui che sa trovare un significato bello alle cose belle. Per lui la speranza è un fatto reale.
L'uomo è la sola creatura capace di essere educata. Per educazione s'intende la cura (il trattamento, la conservazione) che richiede l'infanzia di lui, la disciplina che lo fa uomo, infine la istruzione con la cultura. Sotto questi tre rispetti, egli è infante, allievo e scolare.
L'uomo è veramente uomo soltanto grazie alla cultura.
La capacità di godere richiede cultura, e la cultura equivale poi sempre alla capacità di godere.
La civiltà è l'ordine e la libertà che promuovono attività culturale.
La cosa migliore che un uomo può fare per la propria cultura quando è ricco è cercare di attuare i progetti che aveva quando era povero.
La crisi della cultura. C'è sempre stata: Shakespeare non sapeva il greco e Omero non sapeva l'inglese.
La crudeltà nei confronti degli animali non è conciliabile né con una vera cultura né con una vera erudizione. Essa è una dei vizi caratteristici di un popolo rozzo e ignobile.
La cultura a cui apparteniamo e l’eredità che ci hanno trasmesso i nostri antenati plasmano i risultati che sapremo conseguire.
La cultura abbraccia la disciplina e l’istruzione.
La cultura attuale dell'apparire, per come ci viene trasmessa, in particolare, attraverso la televisione, funziona da cassa di risonanza del narcisismo.
La cultura crea individui, l'industria vuole la massa.
La cultura degli uomini è divisa in parti uguali in tre aree stagne e comunicanti secondo convenienza: quella del silenzio, quella dell'omissione, quella dell'omertà. Un vero maschio rivelatore lo misuri solo dalla tenacia del suo coma volontario. Non vede, non sente, non parla.
La cultura dell'anima non germoglia, se non si va molto a fondo.
La cultura dell'uomo nasce dalla nobilitazione degli istinti animali, attraverso la vergogna, la fantasia e la conoscenza.
La cultura di oggi è fatta di offerte, non di norme.
La cultura finisce quando i barbari evadono da essa.
La cultura ha guadagnato soprattutto da quei libri con cui gli editori hanno perso.
La cultura ha la virtù di abbellire un volto più che il trucco e i cosmetici.
La cultura implica un senso di misura e di distacco da se stessi, e di conseguenza un innalzamento al di sopra di sé verso l'universalità.
La cultura non salva niente né nessuno, non giustifica. Ma è un prodotto dell'uomo: egli vi si proietta, vi si riconosce, questo specchio critico è il solo ad offrirgli la sua immagine.
La cultura non si eredita, si conquista.
La cultura non si può ottenere se non si conosce la propria storia.
La cultura non sostenuta dal buon senso è raddoppiata follia.
La cultura non è figlia del lavoro ma dello sport.
La cultura non è il comportamento umano, ma la chiave che usiamo per leggerlo e interpretarlo.
La cultura non è mancanza di memoria. La cultura comincia quando si riesce a fare una cosa senza sforzo.
La cultura non è sufficiente. Abbi quindi qualcosa su cui fare affidamento. Mostrati naturale, abbraccia la semplicità. Abbi pochi interessi personali e pochi desideri.
La cultura non è un lusso, è una necessità.
La cultura non è vita nella sua interezza, ma soltanto il momento della sua sicurezza, forza, e chiarezza.
La cultura parziale corre agli orpelli; la cultura estrema è la semplicità.
La cultura rende un popolo facile da guidare, ma difficile da trascinare; facile da governare, ma impossibile a ridursi in schiavitù.
La cultura si chiude in casa e si fa rappresentare dalla sua serva ch’è la sottocultura.
La cultura si potrebbe anche trarre da radio e tv, ma questi mezzi di comunicazione la contengono solo in misura minima e cadono sempre più in basso. Dovrebbero servire invece a innalzare i livelli medi di cultura, ovviamente in modo attraente e professionale: non con barbose conferenze e neanche con quiz sciocchi.
La cultura storica ha il fine di serbare viva la coscienza che la società umana ha del proprio passato, cioè del suo presente, cioè di se stessa.
La cultura è ciò che rimane quando ciò che è stato appreso è stato dimenticato.
La cultura è come la ricchezza, ci permette di essere noi stessi e di esprimere ciò che siamo.
La cultura è il miglior viatico per la vecchiaia.
La cultura è il petrolio d'Italia, e deve essere sfruttata.
La cultura è l'unico bene dell'umanità che diventa più grande se molti partecipano ad essa.
La cultura è la passione per la dolcezza e la luce, e (ciò che più conta) la passione di farle prevalere.
La cultura è la ricerca di una perfezione totale, e per questo noi dobbiamo conoscere il meglio di quanto è stato detto o pensato al mondo in tutti gli argomenti che ci riguardano.
La cultura è per la società, ciò che la memoria è per gli individui.
La cultura è quel che rimane quando non si sa far niente.
La cultura è soprattutto una unità di stile che si manifesta in tutte le attività di una nazione.
La cultura è terrena, mentre la civilizzazione è trascendente.
La cultura è un elemento stabilizzante, non c'è niente di meglio di un museo, di un'opera di Verdi o di un poeta con tanto di riconoscimenti ufficiali per ricacciare il progresso indietro.
La cultura è un fattore fondamentale di coesione e di integrazione sociale.
La cultura è un ornamento nella buona sorte, un rifugio nell'avversa.
La cultura è un tesoro e l'abilità non muore mai.
La cultura è uno strumento brandito da professori per costruire professori, che quando arriva il loro turno, costruiranno professori.
La cultura, presa nel suo significato etnografico più ampio, è quell’insieme che include conoscenze, credenze, arte, morale, legge, costume e ogni altra capacità e usanza acquisita dall’uomo come appartenente a una società.
La differenza fra intelligenza e cultura è questa: l'intelligenza vi procurerà una bella vita.
La disgregazione culturale può seguire alla specializzazione; ed è la disgregazione più radicale di cui una società possa soffrire.
La diversità tra culture è qualcosa da valorizzare, non da temere.
La facoltà di dubitare è rara fra gli uomini: solo un numero molto limitato di intelletti ne porta in sé i germi, che non si sviluppano senza cultura.
La globalizzazione culturale è una forma di totalitarismo.
La guerra è il sistema più spiccio per trasmettere una cultura.
La libertà non è un beneficio della cultura: era più grande prima di qualsiasi cultura, e ha subito restrizioni con l'evolversi della civiltà.
La mancanza di disciplina è un male peggiore della mancanza di cultura.
La modernità consiste nel riconoscimento dell'individuo, nell'uguaglianza dei diritti di uomini e donne, nella cultura dei valori democratici, nell'apertura verso il mondo.
La nostra cultura ci ha resi tutti uguali. Nessuno è più veramente bianco, nero o ricco. Tutti vogliamo lo stesso. Individualmente non siamo niente.
La nostra cultura si specchia nelle altre e solo a quel punto comincia a diventare comprensibile. Le altre culture sono specchi nei quali ci riflettiamo e nei quali riusciamo realmente a vederci come siamo.
La perdita delle proprie radici culturali e la mancanza di uno scopo nella vita siano tra i principali fattori che spingono alcuni di noi a giocare con la morte.
La personalità innata, e questa sola, permette a un uomo di star di fronte a presidenti o generali, o in qualsiasi distinta società, con aplomb e non la cultura, il sapere o l'intelligenza.
La prima battaglia culturale è stare di guardia ai fatti.
La scintilla del genio brilla per un attimo nell’oscurità. La cultura trasforma quel lampo in luce per tutti. E ne acceca le menti.
La società di massa non vuole cultura, ma svago.
La tradizione è la componente statica della cultura e noi, per lo meno nel pensiero, siamo molto dinamici.
La vera cultura vive di simpatie e ammirazioni, non di antipatie e disprezzo.
La vita dell'uomo colto dovrebbe alternarsi fra musica e non musica, come fra sonno e veglia.
Le idee, non le battaglie, segnano il progresso dell'umanità. Gli individui, non le masse, formano la cultura della razza.
Le radici della cultura sono amare, ma i frutti sono dolci.
Lo sviluppo della razza dipende dallo sviluppo dell'individuo, e quando l'individuo non ha più per ideale la coltura del proprio spirito, il suo livello intellettuale deteriora immediatamente e non di rado finisce col perdersi.
Nasciamo prìncipi, e il processo di acculturazione ci rende rospi.
Negli interstizi della lingua si nascondono i significativi segreti della cultura.
Nel passato la cultura era accessibile solo a una ristretta élite e alle donne ebree, perché tra gli ebrei la cultura era così amata che superava la differenza di sesso.
Noi intellettuali tendiamo sempre a identificare la 'cultura' con la nostra cultura: quindi la morale con la nostra morale e l’ideologia con la nostra ideologia. Questo significa che non usiamo la parola 'cultura' nel senso scientifico e che esprimiamo, con questo, un certo insopprimibile razzismo verso coloro che vivono, appunto, un’altra cultura.
Non devi bruciare i libri per distruggere una cultura. Basta far smettere alla gente di leggerli.
Non più una cultura che consoli nelle sofferenze, ma una cultura che protegga dalle sofferenze, che le combatta e le elimini.
Non sembrare mai più istruito delle persone che stai frequentando. Indossa la tua cultura come un orologio da tasca, e tienila nascosta. Non tirarlo fuori per vedere l’ora, ma dai l’orario quando ti viene chiesto.
Non è veramente colto chi non sa leggere il proprio cuore.
Oggi quello che conta non è l’ascolto, è l’audience, cioè il numero degli ascoltatori: più sale l’ascolto, più scende la cultura.
Ogni cultura assimila elementi di culture vicine o lontane, ma poi si caratterizza per il modo in cui li fa propri.
Ogni cultura e arte, ornamento dell'umanità, e il migliore ordinamento sociale sono frutti della insocievolezza, la quale si costringe da sé a disciplinarsi ed a svolgere quindi compiutamente con arte forzata i germi della natura.
Oltre ai farmaci, efficaci sui neurotrasmettitori ma impotenti contro il pessimismo, l'arma più temibile contro il mal di vivere è l'infantilizzazione degli individui attraverso l'azione di multimedia sempre più potenti. Nel nome della gioia di vivere, assistiamo a una gigantesca regressione culturale e intellettuale.
Parlare di cultura è sempre stato contro la cultura. Il denominatore comune «cultura» contiene già virtualmente la presa di possesso, l'incasellamento, la classificazione, che assume la cultura nel regno dell'amministrazione.
Per amare la cultura occorre una forte vitalità. Perché la cultura in senso specifico o, meglio, classista è un possesso: e niente necessita di una più accanita e matta energia che il desiderio di possesso.
Per me l'uomo colto è colui che sa dove andare a cercare l'informazione nell'unico momento della sua vita in cui gli serve.
Puoi leggere, leggere, leggere, che è la cosa più bella che si possa fare in gioventù: e piano piano ti sentirai arricchire dentro, sentirai formarsi dentro di te quell'esperienza speciale che è la cultura.
Quando il culto prevale sulla cultura, inizia il fanatismo.
Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l'aspetto di giganti.
Quando il temperamento originario prevale sulla cultura si è rozzi; quando la cultura prevale sul temperamento originario si è pedanti. Quando la cultura e temperamento si equilibrano, allora si è superiori.
Quando sento la parola cultura... levo la sicura alla mia Browning.
Ritengo che sia un limite della nostra cultura il fatto di avere un'opinione così elevata di noi stessi. Ci riteniamo infatti a torto più simili agli dèi anziché alle scimmie.
Se i sottoproletari si sono imborghesiti, i borghesi si sono sottoproletarizzati. La cultura che essi producono, essendo di carattere tecnologico e strettamente pragmatico, impedisce al vecchio «uomo» che è ancora in loro di svilupparsi. Da ciò deriva in essi una specie di rattrappimento delle facoltà intellettuali e morali.
Se la cultura fosse stata una casa, la lingua era la chiave della porta che permetteva di accedere a tutte le stanze.
Se non respiri attraverso la scrittura, se non piangi nello scrivere, o canti scrivendo, allora non scrivere, perché alla nostra cultura non serve.
Senza cultura e la relativa libertà che ne deriva, la società, anche se fosse perfetta, sarebbe una giungla. Ecco perché ogni autentica creazione è in realtà un regalo per il futuro.
Si possono leggere libri scritti da persone la cui compagnia non ci riuscirebbe gradevole, e dunque un'elevata cultura spirituale ci induce a poco a poco a trovare il nostro godimento quasi esclusivamente nella lettura dei libri e non nella conversazione con le persone.
Solo l'uomo colto è libero.
Soltanto per le persone colte lo scrivere può tenere luogo del parlare.
Sono la cultura e la storia a dividere i popoli, non la biologia. La biologia ci unisce, e ci unisce anche a molti altri esseri viventi.
Tutte le cose che fanno di un individuo quello che è, come i sentimenti legati alla coscienza, alla morale, al rispetto del prossimo, elementi che cambiano a seconda della cultura e dell’educazione ricevuta, tutto questo svanisce davanti all’istinto di sopravvivenza.
Tutte le persone incolte sono ipocrite.
Tutto ciò che vediamo intorno a noi è la proiezione della nostra mente: è la proiezione della nostra educazione, cultura, creatività, capacità imprenditoriale, conoscenza, organizzazione e dei nostri valori (in grado a loro volta di creare regole e di farle rispettare).
Tutto il suo bagaglio culturale occupava suppergiù lo spazio di una ventiquattrore.
Un paese è moderno non solo perché ha dei computer o dei robot, ma soprattutto perché ha un tessuto culturale che gli consente di fare delle scelte coerenti.
Un uomo di pace fa molto più bene di un uomo colto.
Un uomo può essere coltissimo fisicamente; può avere ornatissimo lo spirito, ma esser privo di cultura morale, ed essere un cattivo uomo.
Una ricca biblioteca può servire a mascherare una cultura povera.
Una rivoluzione si fa, solo se si ha una cultura e delle idee.
Una vasta cultura è una farmacia ben fornita: ma non c'è modo di avere la sicurezza che non ci venga porto del cianuro per curare un raffreddore.
Uno dei tratti salienti della nostra cultura è la quantità di stronzate in circolazione. Tutti lo sanno. Ciascuno di noi dà il proprio contributo.
Uomo colto è colui che sa trovare un significato bello alle cose belle.
Uomo colto è colui per il quale nulla è privo di interesse e quasi tutto di importanza.
È giusto ribellarsi a una certa cultura che prevede che le emozioni debbano essere sempre controllate: che non bisogna piangere né ridere troppo e nemmeno essere eccessivamente tristi.
È impossibile conoscere la propria cultura senza conoscere quelle degli altri.