Passione

Aforismi

Critica

A favore dei critici. Gli insetti pungono non per cattiveria, bensì perché vogliono vivere anch'essi: così anche i nostri critici; essi vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
A meno che un critico abbia il coraggio di lodarti senza riserve, io dico, ignora il bastardo.
A metà strada tra la fede e la critica c’è l’ostello della ragione. La ragione è la fede in ciò che si può comprendere senza fede; ma è anche essa una fede, perché comprendere implica presupporre che esista qualcosa di comprensibile.
Abbandonate la piccola e facile critica dei difetti per la grande e difficile critica delle bellezze.
Accetto con gratitudine la più aspra critica, se soltanto rimane imparziale.
Acquistiamo il diritto alla critica più severa solo quando siamo riusciti a convincere il prossimo del nostro affetto per lui e della lealtà nel nostro giudizio, e quando siamo sicuri di non rimanere assolutamente irritati se il nostro giudizio non viene accettato o rispettato. In altre parole, per poter criticare, si dovrebbe avere un'amorevole capacità di chiara intuizione e un'assoluta tolleranza.
Ai critici che si improvvisano narratori consiglierei un nuovo genere letterario: l'autostroncatura.
Alcuni lodano la mattina ciò che alla sera criticano; ma pensano sempre che l'ultima opinione è quella giusta.
All'uomo viene meno il senso critico allorquando trova molte soluzioni.
Anche l'amore ha i suoi momenti di critica; ma quando la critica è da lui sopraffatta, allora l'amore è possente.
Annoiarsi è una forma di critica.
Ascolta i critici anche quando non sono giusti, resisti loro anche se lo sono.
Biasima quando devi, sii imparziale dove puoi. E sii in ogni critica l'uomo amichevole.
Bisognerebbe fare un lungo esame di coscienza prima di pensare a criticare gli altri.
C'è solo un giudice ultimo della scrittura ed è lo scrittore. Quando diventa preda di critici, redattori, editori e lettori è finito. E naturalmente quando diventa preda della fama e della gloria potete buttarlo a mare insieme agli stronzi.
Censurare la critica vuol dire mettere a tacere la libertà.
Che sciocca occupazione quella d'impedirci di provare un piacere o farci arrossire di quello che abbiamo provato! È l'occupazione del critico.
Chi desse retta alla critica corrente, dovrebbe adattarsi a credere anche questa incredibilissima cosa, che uno spirito piccolo possa comprendere, misurare e giudicare uno spirito grande.
Chi non risparmia le sue critiche a nessun genere di uomini, dimostra di non avercela con nessun uomo, ma di detestare tutti i vizi.
Chi possiede poca saggezza criticherà i suoi tempi. Ciò è all'origine delle disgrazie. Una persona prudente nel parlare sarà utile in tempi prosperi ed eviterà guai nei tempi nefasti.
Chi può fare e fa, non ha né tempo né voglia di troppo criticare ciò che fanno gli altri.
Chi scrive non deve mai dolersi fuor di misura per le critiche negative o per il silenzio che ricadono sulla sua opera.
Chiedere a uno scrittore cosa pensa dei critici, è come chiedere a un lampione cosa pensa dei cani.
Ci dovrebbe essere un pizzico di dilettantismo nella critica. Perché il dilettante è un entusiasta che non si è ancora sistemato e non è legato alle abitudini.
Ci sono due specie di critiche, l'una che s'ingegna più di scorgere i difetti, l'altra di rivelar le bellezze. A me piace più la seconda che nasce da amore, e vuol destare amore che è padre dell'arte; mentre l'altra mi pare che somigli a superbia, e sotto colore di cercare la verità distrugge tutto, e lascia l'anima sterile.
Coloro che scrivono male, e coloro che non hanno mai osato scrivere, diventano critici soltanto per pura vendetta e spregio.
Come la creazione artistica implica il lavoro della facoltà critica, tanto che senza di essa non si può dire neppure che esista, così la critica è creativa nel più alto senso della parola.
Comprensione, inventiva, direzione, critica: l'intelligenza è contenuta in queste quattro parole.
Contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e più acuti, non affronterebbero.
Credo nella libertà di espressione, cioè giornali e televisioni liberi di criticare il potere.
Critica te stesso; ti abituerai a dire e ad ascoltare la verità.
Critica. Una cosa che può essere evitata non dicendo nulla, non facendo nulla e non essendo nessuno.
Criticare i propri errori è meglio che criticare quelli degli altri.
Criticare un'opera è facile. Il difficile è apprezzarla.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Criticare è valutare, impadronirsi, prendere possesso intellettuale, insomma stabilire un rapporto con la cosa criticata e farla propria.
Critici si chiamano quelle persone che non hanno niente da dire, ma che devono parlare lo stesso.
Critici si nasce, artisti si diventa, pubblico si muore.
Critici si nasce, artisti si diventa.
Critico portando idee nuove, non dando colpe.
Critico. Persona che si vanta di essere incontentabile perché nessuno si sforza di compiacerla.
Critico: autore mancato.
Dagli amici si vogliono critiche impietose che poi non si perdonano.
Dai un dito a un critico e questo scriverà una commedia.
Dare un ordine a una biblioteca è un modo silenzioso di esercitare l'arte della critica.
Dobbiamo acquisire una pace e un'armonia mentale tale da poter dare il dovuto peso ad ogni parola di critica, e poterci umiliare di fronte ad ogni parola di apprezzamento.
Dopo tutto, uno conosce i propri punti deboli così bene, che è piuttosto sconvolgente vedere i critici trascurarli per inventarne degli altri.
Dove comincia la critica cessa la creatività, così come quando si fanno troppi inventari vuol dire che la produzione ristagna.
Fate quello che sentite giusto nel vostro cuore e sarete comunque criticati. Sarete dannati se lo farete e dannati e se non lo farete.
Forse sarebbe meglio per la scienza se tutte le critiche fossero palesi.
Forza e successo stanno al disopra della moralità, al disopra della critica.
Gli elogi annoiano. Le critiche suscitano interesse. Le polemiche vendono.
Gli insetti pungono non per cattiveria, bensì perché vogliono vivere anch'essi: così anche i nostri critici; essi vogliono il nostro sangue, non il nostro dolore.
Grande pace mentale ha colui che non si preoccupa né dei complimenti né delle critiche.
Ha il diritto di criticare colui che ha il cuore di aiutare.
Ho avuto la critica più breve che sia mai stata pubblicata. Diceva: "Ieri sera al teatro è stato rappresentato Domino. Perché?
I critici confondono verbosità e respiro, prolissità e potenza. Tutti questi romanzi illeggibili di cui si dice tanto bene: preferirei essere condannato a morte piuttosto che leggerli. Mi dà talmente fastidio in un libro ciò che è inutile, di troppo, che ben pochi sono quelli che riesco a cominciare. A qualsiasi pagina apra un libro, avverto subito quello che vi è di superfluo, insomma tutti quei riempitivi a cui comunemente si dà il nome di "letteratura". Se di qualcosa sono debitore ai moralisti francesi è il culto della concisione, l'orrore del vaniloquio, la percezione che ho dell'impostura nelle lettere, in filosofia e nel commercio quotidiano. Ora, per me, verbosità e impostura sono termini equivalenti.
I critici dovrebbero essere tutti eliminati.
I critici giudicano le opere e non sanno di essere giudicati.
I critici non recensiscono che se stessi. La recensione è un prolungamento dell'ufficio stampa e della casa editrice: non serve a nulla!
I critici non riescono a fare musica nemmeno strofinando tra loro le proprie gambe.
I critici sono come gli eunuchi di un harem: sanno come si fa, lo vedono fare tutti i giorni, però non sono capaci di farlo.
I critici sono spesso persone che avrebbero voluto essere poeti, storici, biografi ecc., se avessero potuto; hanno messo alla prova il loro talento nell'una o nell'altra cosa, e non hanno avuto successo; perciò si sono dati alla critica.
I giovani hanno bisogno di esempi, non di critiche.
I giovani hanno più bisogno di esempi che di critiche.
I maggiori critici dei miei libri sono quelle persone che non li hanno mai letti.
I nostri cani ameranno e ammireranno il più duro di noi, e nutriranno la nostra vanità colossale con il loro omaggio privo di critiche.
I novantanove centesimi della critica che si fa tra gli uomini non nasce già dall'amore del vero, ma da presunzione, arroganza, acrimonia, litigiosità, astio gelosia.
Il buon critico è quello che racconta le avventure della sua anima in mezzo ai capolavori.
Il cattivo critico critica il poeta, non la poesia.
Il censurare e il lodare sono operazioni sentimentali che nulla hanno a che vedere con la critica.
Il critico capace dovrebbe essere un filosofo, perché dalla filosofia ha imparato la serenità, l'imparzialità, e la transitorietà delle cose della vita umana.
Il critico ci mostrerà sempre l’opera d’arte in una qualche nuova relazione con la nostra epoca. Lui ci ricorderà sempre che le grandi opere d’arte sono cose vive sono, infatti, le sole cose vive.
Il critico deve educare il pubblico, l'artista deve educare il critico.
Il critico deve scrivere, non prescrivere.
Il critico dovrebbe, per poter dare un giudizio definitivo, rifare il corso del mondo sino all'opera d'arte da giudicare, in due parole, essere uguale a Dio.
Il critico pretende d'insegnare all'artista quel che lui non imparerà mai.
Il critico è colui che sa trasformare in una nuova foggia o in un materiale nuovo le impressioni da lui riportate intorno alle cose belle.
Il critico è simile all'attore; entrambi non riproducono semplicemente il mondo poetico, ma lo integrano.
Il critico è un soldato che spara sulle sue truppe.
Il critico è uno che sul libro fa il tassello, come se fosse un'anguria: se è rosso dice che è bello senza assaggiarlo.
Il fulcro della crisi attuale del pensiero critico sta nella confusione semantica, nella difficoltà di sapere che cosa siano oggi la scultura, la pittura, la fotografia e le installazioni, il teatro o le performance. Diventa necessario ridare un significato alle parole che usiamo.
Il gusto è il genio del critico.
Il lavoro più inutile a questo mondo è quello del critico, ma ammetto che si tratta di un'affermazione pregiudizievole.
Il malumore è il padre della critica letteraria; l'ammirazione è solo la sua madrina.
Il mestiere di scrittore prevede che uno sappia cosa sta facendo e per saperlo gli occorre capacità critica; per avere capacità critica deve avere molta familiarità con la storia della letteratura.
Il mondo ha bisogno di modelli di ruolo, invece che di critici.
Il nemico dell'amore è la critica rivolta all'altro. Se qualcuno ti critica è perché non ti ama. Bisogna accettare l’altro così com’è.
Il pensiero cerca il travestimento dell'arguzia perché in tal modo si raccomanda alla nostra attenzione, può sembrarci più significativo, più valido, ma soprattutto perché questa veste corrompe e disorienta la critica.
Il piacere della critica ci toglie quello di essere vivamente colpiti da cose bellissime.
Il prezzo del successo è sopportare le critiche degli invidiosi.
Il primo rischio per il lettore, il piú originario e fra i piú gravi, è quello di diventare, di voler diventare, scrittore; oppure, anche peggio, critico.
Il problema di molti di noi è che vorremmo piuttosto essere rovinati dalle lodi che salvati dalle critiche.
Il pubblico è il solo critico la cui opinione valga davvero qualcosa.
Il realismo è la premessa della critica, mentre all'irrealismo è connaturata l'acquiescenza, la favola che si racconta ai bambini perché prendano sonno.
Il ruolo di un autore è un ruolo abbastanza vano; è quello di un uomo che si crede in condizione di dare delle lezioni al pubblico. E il ruolo del critico? È ben più vano ancora; è quello di un uomo che si crede in condizione di dare delle lezioni a colui che si crede in condizione di darne al pubblico.
Il senso critico si manifesta più nella composizione che in un saggio critico.
Il temperamento è il requisito primario per il critico un temperamento suscettibile squisitamente alla bellezza, e alle varie impressioni che la bellezza ci offre.
Il vero Sé, che è il vostro spirito, la vostra anima, è immune nei confronti della critica, non teme nessuna sfida e non si sente inferiore a nessuno. Nel contempo è umile e non nutre sentimenti di superiorità nei confronti di nessuno.
Impara a sopportare la critica. Non essere un bambino viziato dalle tue stesse opinioni.
Iniziamo ad amarci quando non ci critichiamo. Il giudizio negativo ci imprigiona proprio nello schema mentale che stiamo cercando di cambiare. Essere comprensivi e buoni con noi stessi ci aiuta a uscirne. Ricorda che ti critichi da anni e non ha funzionato. Cerca invece di apprezzarti e vedi cosa succede.
Io scrivo critica e poesia, la formula perfetta per fare la fame.
L'abbondanza di parole e la molteplicità di significati sono strumenti del pensiero, ne accrescono la potenza e la capacità critica: parallelamente, la ricchezza del pensiero richiede, e anzi esige, ricchezza di linguaggio.
L'arma della critica non può sostituire la critica delle armi.
L'arte della critica in poche parole: elaborare slogan senza tradire le idee.
L'arte migliore è spesso il frutto della solitudine, è ciò che viene fuori per necessità e non per strategia, che nasce nella vostra pancia e che poi, come un bambino, avrete il coraggio di mettere al mondo, rischiando critiche e fallimenti.
L'arte si definisce da sé, il critico è altra inutile cornice.
L'artista è l'agente di cambio della materia. Il critico il suo cambiavalute.
L'autostima significa che nessuna opinione e nessun giudizio è così criticamente vitale per la tua stessa crescita e sviluppo come quello che tu hai di te stesso.
L'ignorante è colui che critica senza aver capito nulla.
L'insoddisfazione e la critica finiscono per ritorcere le forze equilibratrici contro di voi. Occorre sostituire l’abitudine di reagire negativamente con quella di trasmettere energia positiva.
L'intelligenza è l’abilità grazie alla quale si può intraprendere e mantenere una determinata direzione, adattarsi a nuove situazioni e mantenere la capacità di criticare le proprie azioni.
La critica dei giornali riesce sempre ad esprimere in quali rapporti è il critico con chi viene criticato.
La critica della ragione conduce alla fine necessariamente alla scienza; l'uso dogmatico, invece, di essa senza critica, ad affermazioni prive di fondamento.
La critica distruttiva nell'infanzia fa sì che tu tema il fallimento e il rifiuto da adulto.
La critica dovrebbe essere una conversazione informale.
La critica non ha mai rivelato un grande scrittore o autore drammatico ai suoi primi passi e ha sempre soltanto cercato di demolirlo quando lo vedeva circondato dal favore del pubblico. Salvo poi a prostituirsi in salamelecchi ufficiali quando lo scrittore era ormai una gloria certa.
La critica non è che un frutto dell'invidia.
La critica onesta non significa nulla: quello che uno vuole è la passione sfrenata, il fuoco per il fuoco.
La critica spesso non è una scienza; è un mestiere, dove occorrono più salute che spirito, più lavoro che capacità, più abitudine che genio.
La critica striscia e la creazione vola.
La critica teatrale è un resoconto consapevole di come la coscienza di una persona possa cambiare mentre assiste ad una rappresentazione teatrale.
La critica va fatta a tempo, bisogna disfarsi del brutto vizio di criticare dopo.
La critica è come un piccione viaggiatore: ritorna sempre da dove era partita.
La critica è il pregiudizio reso plausibile.
La critica è in sé stessa un’arte.
La critica è indulgente coi corvi e si accanisce con le colombe.
La critica è inutile perché pone le persone sulla difensiva e le induce immediatamente a cercare una giustificazione. È pericolosa perché ferisce l’orgoglio della gente, la fa sentire impotente e suscita risentimento.
La critica è l'arte di far risuscitare i morti e di far morire i vivi.
La critica è la coscienza o l'occhio della poesia, la stessa opera spontanea del genio riprodotta come opera riflessa dal gusto.
La critica è la disposizione preliminare e necessaria alla promozione di una approfondita metafisica come scienza.
La critica è la potenza dell'impotenza.
La critica è più facile dell’arte.
La critica è un fucile molto bello: deve sparare raramente!
La critica è un'imposta che l'invidia percepisce sul merito.
La critica è una spazzola che non si può usare sulle stoffe leggere, dove porterebbe via tutto.
La critica è venefica e benefica.
La critica è, di regola, l'arte di acquistar credito e autorità alle proprio preferenze.
La critica, come la carità, dovrebbe cominciare a casa propria.
La critica, per come ho sempre tentato di interpretarla, sia in primo luogo letteraria, e con questo intendo personale e passionale. Non si tratta di filosofia, politica o religione: nei casi più alti è una forma di letteratura sapienziale, e quindi una meditazione sulla vita.
La critica, tanto nella più alta che nella più bassa sua espressione, non è che una forma di autobiografia.
La cultura non salva niente né nessuno, non giustifica. Ma è un prodotto dell'uomo: egli vi si proietta, vi si riconosce, questo specchio critico è il solo ad offrirgli la sua immagine.
La democrazia è l'espressione di una società aperta, basata sull'esercizio critico della ragione umana, e quindi su un continuo perfezionamento di determinate istituzioni, senza ricorso ad atti di violenza.
La dittatura non accetta le critiche, ma le ascolta; la democrazia le accetta, ma non le ascolta.
La fiaccola della critica si accende più spesso per distruggere che per illuminare.
La forza della critica risiede nella debolezza della cosa criticata.
La franchezza è la gemma più splendente della critica.
La gente che non fa niente, è sempre la prima che fa delle critiche a tutto.
La gente spesso critica il proprio passato senza pensare di migliorare il futuro.
La gente ti chiede una critica, ma in realtà vuole soltanto una lode.
La malignità è lo spirito della critica, e la critica è l'origine del progresso e della civiltà.
La nostra critica è quella di criticare gli altri di non avere le qualità che crediamo di avere.
La pigrizia porta ad adagiarsi nell’abitudine, che vuol dire intorpidimento della curiosità critica e sclerosi della umana sensibilità.
La più piccola critica che proferiamo sporca la nostra perfezione, il più piccolo atto privo di misericordia inizia a distruggerci. Se non critichiamo l’altro, non lo giudichiamo, non lo sminuiamo, non lo feriamo… che liberazione immensa!
La poesia è oblio dell'anima nell'oggetto della sua contemplazione; la critica è oblio dell'anima nella poesia.
La scomparsa del senso critico costituisce una seria minaccia per la preservazione della nostra società. Rende facile ai ciarlatani imbrogliare la gente.
La simpatia è la prima condizione della critica.
La via più rapida e sicura per sfuggire alle critiche è correggersi.
Lascia che il miglioramento e la rifinitura della tua stessa vita ti tenga così occupato da avere poco tempo per criticare gli altri.
Le critiche che rivolgiamo alle persone amate ce le allontanano sempre un pò. Non bisogna toccare gli idoli; la doratura può restarci sulle dita.
Le critiche sono la tassa che un uomo paga al pubblico per essere famoso.
Le disavventure degli ‘esperti’ sono un ricco capitolo. In ogni falsario che confessa, si trova un pittore fallito che proclama con orgoglio di aver provato un gusto matto ad umiliare i critici che avevano decretato il suo insuccesso.
Le fonti di uno scrittore sono le sue ignominie: colui che non ne scopre dentro di sé, o che vi si sottrae, è destinato al plagio o alla critica.
Le opere d'arte sono di una solitudine infinita, e nulla può raggiungerle meno della critica.
Le parodie e le caricature sono le critiche più acute.
Lo scetticismo, lo spirito critico è l’aristocrazia dell’intelligenza.
Meglio fare le notizie che riceverle; meglio essere un attore che un critico.
Negli anni più vulnerabili della giovinezza, mio padre mi diede un consiglio che non mi è mai più uscito di mente. "Quando ti viene voglia di criticare qualcuno, mi disse, ricordati che non tutti a questo mondo hanno avuto i vantaggi che hai avuto tu".
Nel vocabolario dello stupido manca il termine perché. Egli non percepisce il dubbio, non ha un senso critico, non mostra interesse per i temi della società, semmai li strumentalizza a favore dei propri.
Nella mia vasta esperienza di vita, negli incontri con parecchi grandi personaggi, non ho mai conosciuto nessuno, per quanto famoso e realizzato fosse, che non lavorasse meglio e non rendesse di più in un’atmosfera di approvazione piuttosto che di critica.
Nella misura in cui aumenta la nostra capacità e volontà all'autocritica s'innalza pure il livello della nostra critica.
Nelle arti, i critici sono le uniche fonti d'informazione indipendenti. Il resto è pubblicità.
Nelle nostre critiche, giudichiamo noi stessi più che gli altri.
Noi seguiamo questa regola apostolica trasmessaci dai Padri: se troviamo qualcosa di vero anche negli uomini malvagi, ne correggiamo la malvagità senza violare quel che in essi c'è di giusto. Così, nella medesima persona, emendiamo gli errori a partire dalle verità da lui ammesse, evitando di distruggere le cose vere con la critica di quelle false.
Non bisogna chiedere all'artista più di quanto possa dare, né al critico più di quanto possa vedere.
Non bisogna temere le critiche degli altri, ma solo quelle che rivolgiamo a noi stessi, poiché sono le uniche realmente sincere e prive di secondi fini.
Non c'è arte senza coscienza di sé, e la coscienza di sé e lo spirito critico sono tutt'uno.
Non c'è nulla che uccida le ambizioni di una persona quanto le critiche dai suoi superiori.
Non credo esista alcuna reale critica al di là della posterità.
Non criticare e non parlar male di coloro che lavorano con te. Questo provoca disordine e ferite molto lunghe da medicare e guarire.
Non criticare quello che non puoi capire.
Non farti distrarre dalle critiche. Ricorda che il solo assaggio del successo che hanno molte persone è quando ne mordono un pezzo da te.
Non prestare alcuna attenzione alla critica degli uomini che non hanno, loro stessi, scritto un'opera notevole.
Non prestare alle lodi che un orecchio; apri gli occhi alla critica.
Non si critica un uovo perché non è un pollo.
Non si può criticare ed essere diplomatici nello stesso tempo.
Non si è mai data un’epoca creativa che non sia stata anche critica. Poiché è la facoltà critica che inventa forme nuove. La tendenza della creazione è quella di ripetersi.
Oggi la critica è l'arte di cui abbiamo più bisogno.
Oggigiorno gli industriali hanno imparato a parlare come gli economisti, gli artisti come i critici e i pazienti come i medici.
Ogni buon poeta è anche un critico, ma il contrario non è possibile.
Ogni critico ha tre sorta di avversari: quelli che ha biasimati; quelli che non ha mai nominati; quelli che ha lodato una volta sola, molti anni addietro e che, per quanto s'intenerisca, non riesce più a lodare. Questi sono i più accaniti.
Ogni critico letterario crede che metterà nel sacco la storia ed avrà l'ultima parola.
Ogni critico è propriamente una donna nell'età critica, astioso e refoulé.
Ogni pensiero aggressivo che formuliamo è un ladro. Ogni nostra mancanza di fede è un criminale. Ogni volta che ascoltiamo con atteggiamento critico e non col cuore siamo fuori strada.
Ogni volta che esercitiamo un'autocritica, ogni volta che confrontiamo le nostre idee col mondo esterno, facciamo scienza. Quando siamo indulgenti con noi stessi e non esercitiamo il nostro senso critico, quando confondiamo speranze e fatti, scivoliamo nella pseudoscienza e nella superstizione.
Ora, in realtà, il mondo ha pagato un complimento troppo grande ai critici, e li ha immaginati essere uomini di molto più acume di quanto siano in realtà.
Ormai stanno scomparendo i lettori, nel senso ingenuo della parola, giacché tutti sono critici potenziali.
Osa rischiare la pubblica critica.
Pensare prima di parlare è la parola d'ordine del critico. Parlare prima di pensare è quella del creatore.
Per essere un iperlettore, il critico deve anche restare semplice lettore, lettore senza difese, senza pinze, forbici e bisturi, lettore ricettivo che accetta i rischi.
Per evitare le critiche non fare nulla, non dire nulla, non essere nulla.
Per evitare le critiche, non fare niente, non dire niente, non essere niente.
Per operare con la creatività bisogna essere critici nei confronti di noi stessi e di tutto ciò che rappresentiamo.
Per poter criticare si dovrebbe avere un'amorevole capacità, una chiara intuizione e un'assoluta tolleranza.
Più la critica è ostile, più l'artista dovrebbe essere incoraggiato.
Poiché l'arte sorge dalla personalità, è solo alla personalità che si rivela e dall'incontro delle due nasce una corretta critica interpretativa.
Prima di criticare qualcuno, cammina per un miglio nelle sue scarpe. In questo modo, quando lo criticherai sarai a un miglio di distanza ed avrai le sue scarpe.
Private generalmente e sistematicamente di ogni educazione scientifica, grazie alle paterne cure di tutti i governi e delle classi privilegiate le quali traggono utilità nel mantenerle il più a lungo possibile nell’ignoranza nella devozione e nella fede, tre sostantivi che esprimono all’incirca la stessa cosa, le masse non conoscono neppure l’esistenza e l’uso di quello strumento di emancipazione intellettuale che si chiama critica, senza la quale è impossibile una completa rivoluzione morale e sociale.
Purtroppo la maggioranza della popolazione è costituita da gente ignorante, plagiata, o proprio cattiva. Priva di capacità critica, pronta a seguire il primo che alza la voce e che dice di possedere la "verità"!
Qualsiasi cosa tu possa fare, ci sarà sempre qualcuno pronto a criticarti.
Qualsiasi stupido può criticare, condannare e lamentarsi, e quasi tutti gli stupidi lo fanno. Ci vuole invece carattere ed auto-controllo per ascoltare, comprendere e perdonare.
Qualunque critico che esprima rabbia e avversione per un racconto è pretestuoso. È come una persona che abbia indossato un’armatura completa per attaccare un budino alla vaniglia.
Quand'ebbe creato il mondo, il Padre Eterno lo giudicò, dicendolo buono; lo che prova che la critica è coeva della creazione.
Quando i critici dissentono tra loro, l'artista è d'accordo con sé stesso.
Quando le masse applaudono, ci si chiede cosa si è fatto di male; quando criticano, ci si chiede cosa si è fatto di bene.
Quando qualcuno esprime un'opinione, bisogna saperla accettare con gratitudine anche se non sembra utile. Solo a questa condizione costui vi farà partecipi di ciò che ha sentito di voi. E' bene fare e accettare critiche in modo amichevole.
Quando sei in compagnia, il miglior modo di controbattere alle critiche è di sorpassare la propria autocritica.
Quando siete autoconsapevoli, assumete un atteggiamento critico verso ciò che state facendo e vi chiedete: Che cosa significa questo per me?
Quelli che possono, fanno; quelli che non possono criticano le decisioni di quelli che possono.
Rifiutati di criticare, condannare o lamentarti. Invece pensa e parla solo delle cose che davvero vuoi.
Sai chi sono i critici? Gli uomini che hanno fallito nella letteratura e nell'arte.
Saper criticare è bene, saper creare è meglio.
Scrivere romanzi è un buon affare quando si è ammogliati con la critica.
Se avessi ascoltato i critici sarei dovuto morire ubriaco nei canali di scolo.
Se decidi di sacrificare l'ammirazione di molti uomini per le critiche di uno solo, forza, sposati!
Si critica più aspramente un uomo, un libro, quando se ne disegna l'ideale.
Si dice che il poeta nasce; anche il critico nasce; anche nel critico ci è una parte geniale, che gli dee dar la natura.
Si fa della critica quando non si può fare dell’arte, nello stesso modo che si diventa spia quando non si può fare il soldato.
Siamo cresciuti con la falsa convinzione che le critiche siano motivo di fallimento.
Siate umani: se avete un figlio che non sa distinguere i colori, fatene un critico d'arte piuttosto che un macchinista ferroviario.
Sii un esempio e non un critico. Non dire ai tuoi bambini, ai tuoi pari, o ai tuoi subordinati cosa fare, mostralo. E quando la lezione è finita, continua a mostrarlo dimostrando che le tue azioni sono parte del tuo carattere, non parte del loro curriculum.
Solitamente i critici da noi parlano poco del libro o spettacolo o dipinto che dovrebbero recensire. Più che altro parlano di sé.
Solo chi beneficia dell'elogio apprezza la critica.
Sono rari quei critici che potrebbero sostenere un colloquio a quattr'occhi con l'autore che hanno giudicato.
Sopporta, non criticare, ciò che non puoi cambiare.
Spesso passiamo buona parte della nostra vita a criticare duramente certe persone, ma alla fine, ci rendiamo conto che, come tentativo maldestro di reagire alle loro malefatte, siamo diventati esattamente come loro. Se non peggio.
Spesso si critica quello che non si capisce. Talvolta, proprio perché non lo si capisce.
Sull'autorità, le tradizioni, gli esempi dei maestri. Non sono meno pericolosi di quanto non siano utili. Fanno traviare o rendono timidi gli artisti, armano i critici di argomenti terribili contro ogni originalità.
Tanto le più elevate quanto le più infime forme di critica sono una sorta di autobiografia.
Testa e cuore costituiscono la totalità dell'uomo, come la volontà e la rappresentazione: una volta che si siano elogiati testa e cuore, non v'è più nulla da criticare.
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere cosi come sei! Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un'opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l'opera finisca priva di applausi.
Trovo che il dolore di una piccola critica, anche se infondata, è più acuto del piacere di molte lodi.
Un artista nasce in ginocchio e lotta per alzarsi in piedi, mentre un critico nasce seduto, per la natura implicita nell'atto del giudizio.
Un critico può recensire soltanto il libro che ha letto, non quello che lo scrittore ha scritto.
Un critico un po’ è un filologo, un po’ è un visionario, un po’ è un diagnostico.
Un critico è un tizio che conosce la strada ma non sa guidare.
Un critico è un uomo che non crea nulla e proprio perciò si ritiene qualificato a giudicare il lavoro degli uomini creativi. Vi è logica, in questo: lui non ha preconcetti, odia allo stesso modo tutti gli individui creativi.
Un critico è una vergine che vorrebbe insegnare a Don Giovanni come si fa l'amore.
Un prudente scetticismo è il primo attributo di un bravo critico.
Un saggio scetticismo è il primo attributo di un buon critico.
Un'epoca che non possiede critica è anche un’epoca in cui l’arte è immobile, ieratica, e confinata alla riproduzione di tipi formali, o un’epoca che non possiede arte del tutto.
Una critica onesta è dura da accettare, particolarmente se vi viene da un parente, un amico, un conoscente o uno sconosciuto.
Una società globalizzata si governa meglio se è fatta di persone con poco senso critico, quindi irrazionali.
Uno fa il critico se non può fare l'artista, proprio come un uomo diventa una spia quando non riesce a essere un soldato.
Uno non può criticare un cattivo libro senza ostentarlo.
È dal grembo dell'arte che è nata la critica.
È facile criticare giustamente; e difficile eseguire anche mediocremente.
È facile respingere le piaggerie d'uno scrittore, invece il livore e l'avversione trovano sempre ascolto favorevole, perché l'adulazione porta con sé l'accusa infamante di servilismo, mentre la critica maligna presenta un fallace aspetto di libertà.
È la critica che crea l'atmosfera intellettuale di un’epoca.
È la critica che rende la mente uno strumento raffinato.
È molto più facile essere critici che essere corretti.
È ridicolo per qualsiasi uomo criticare i lavori di un altro se non si è distinto egli stesso per le sue proprie attività.
È solo attraverso la critica che è possibile troncare alla radice stessa il materialismo, il fatalismo, l'ateismo, l'incredulità dei liberi pensatori, il fanatismo e la superstizione, che possono costituire un danno per tutti.
È solo attraverso l’intensificazione della sua propria personalità che il critico può interpretare la personalità e l’opera di altri, e più questa personalità entra con forza nell’interpretazione più reale diventa l’interpretazione.