Passione

Aforismi

Cristianesimo

"Gli ultimi saranno i primi". Promessa che basterebbe da sola a spiegare la fortuna del cristianesimo.
A quanto pare, un paio di millenni fa dio decise di convertirsi al cristianesimo.
Abbiamo cinquanta diversi tipi di cristianesimo. Vedete? Non riescono a mettersi d'accordo nemmeno tra di loro!
Ai cristiani, contrariamente al loro maestro, non è stato concesso di resuscitare i morti, in compenso sono stati capaci, in suo nome, di spedirne a migliaia al creatore prima del tempo.
Ammesso che in genere si creda, il cristiano ordinario è una pietosa figura, un uomo che veramente non sa contare neanche fino a tre, e che del resto, proprio a causa della sua irresponsabilità, non meriterebbe di essere punito così duramente come il Cristianesimo gli promette.
Anche i cristiani sono delle persone e spesso della specie meno piacevole.
Anche il cristianesimo non poté contentarsi di edificare il suo proprio altare: dovette per forza procedere all'abbattimento degli altari pagani. Solo partendo da questa fanatica intolleranza poté foggiarsi la fede apodittica, di cui l'intolleranza è appunto l'indispensabile premessa.
Appena ci si accorge che per credere nel Vangelo come si deve è necessario mortificarsi, sopportare con gioia il disprezzo e l'ingiuria, amare i propri nemici, andare, in una parola, contro le proprie inclinazioni naturali, allora ragione e natura, concordi, si rivoltano e non si vuol sentire parlare di religione cristiana.
Bisogna porre al centro dell'annuncio cristiano il supremo mistero del suo fallimento.
Che la morale del cristianesimo non tenga conto degli animali è un suo difetto che farebbe meglio a confessare.
Ci sono persone che vogliono render pesante la vita agli uomini, per nessun altro motivo se non quello di offrir loro in seguito le proprie ricette per l’alleviamento della vita, per esempio il proprio cristianesimo.
Coloro che sono anticristiani nelle parole e negli atti pubblici, sono abbastanza spesso migliori cristiani, nel loro pensiero originario e nei loro atti privati, dei cristiani di professione. Ma le Chiese distinguono necessariamente i loro fedeli in base alle apparenze, il che è inevitabile; ne risultano strane composizioni. Strani pagani, strani cristiani.
Come a un'era precristiana è seguita un'era cristiana, inevitabilmente sta per seguire un'era postcristiana.
Come il buddhismo, anche il cristianesimo fu un'associazione di poveri, il suo principale allettamento fu la facilità offerta alle classi diseredate di riabilitarsi con la professione d'un culto che offriva loro soccorsi e pietà infinita.
Cosa strana! Il cristianesimo che sembra teso a procurare agli uomini solo la felicità eterna, in realtà procura loro tutta la felicità che è possibile in questo mondo.
Credere che uno scenario di grattacieli non si adatti a differenza delle temde di un pastore al cristianesimo significa non credere nel cristianesimo.
Cristianesimo, alcol: i due grandi mezzi della corruzione.
Cristianesimo: che la sofferenza sia più grande della colpa è la terribile, la distruttiva verità della croce.
Cristiani non si nasce ma si diventa.
Cristiani, non tutti possono esserlo: è questione di fede, e diciamo anche, di grazia. Cattolici, tutti possono esserlo: è questione di volontà, di convenzione, di interesse.
Cristiano: seguace degli insegnamenti di Cristo solo finché non intralcino i peccati a cui si dedica più volentieri.
Da quando si è fatto del sentimento l'elemento essenziale della religione, la materia di fede del cristianesimo un tempo così sacra è divenuta indifferente.
Definisco il cristianesimo l’unica grande maledizione, l’unica grande e più intima depravazione, l’unico grande istinto della vendetta, per il quale nessun mezzo è abbastanza velenoso, furtivo, sotterraneo, meschino lo definisco l’unica immortale macchia d’infamia dell’umanità.
Di tutte le religioni, la cristiana è senza dubbio quella che dovrebbe ispirare maggiore tolleranza, sebbene, sino ad oggi, i cristiani si sian mostrati i più intolleranti degli uomini.
Dicesi cristiano un tale che si pente la domenica per quello che ha fatto il sabato precedente e per quello che rifarà il lunedì successivo.
Dove sono in realtà i cristiani? Tutt'intorno non vedo che pseudocristiani, che vivono allo stesso modo dei miscredenti. Mentre essere cristiano significa vivere in maniera diversa. Significa seguire la strada di Cristo, imitare Cristo. Significa rinunciare agli interessi personali, all'agiatezza e al potere, e volgere il viso ai poveri, ai semplici e ai sofferenti. Ma hanno forse fatto questo le Chiese?
Duemila anni di cristianità e che abbiamo ottenuto? poliziotti che cercano di tener insieme una merda che va in putrefazione, e che altro? Guerre a non finire, bombardamenti, grassatori per le strade, rapine, gente accoltellata, tanti pazzi che ne hai perduto il tonto, non ci fai più caso lasci che vadano in scorribanda per le strade, in divisa poliziotti oppure no.
Ero certo che riflettendo alle guerre crudeli provocate dal cristianesimo, alle persecuzioni, alle torture che i cristiani hanno inflitto ai cristiani; alla mancanza di carità, all'ipocrisia e all'intolleranza, il diavolo dovesse contemplare con compiacenza la chiusura del bilancio. E ricordando come il cristianesimo abbia imposto all'umanità l'amaro fardello del senso del peccato, che ha oscurato la bellezza delle notti stellate e gettato un'ombra maligna sui fuggevoli piaceri di un mondo fatto per la gioia, deve certo mormorare sogghignando: rendete grazie al diavolo.
Esagerazioni. Il cristianesimo. I mistici. Troppo amore. Troppa umiltà. Non ci si abbassa sinceramente al di sotto di un certo livello. L'abbassarsi autentico è limitato. È nel rigore del giudizio, non nella volontà di umiltà, e ancor meno nel desiderio di essere innalzato, assiso alla destra.
Essere cristiani è trovarsi di fronte a colui cui non possiamo nasconderci, di fronte a cui non possiamo mascherarci. È assumersi il peso di dire la verità anche quando offende.
Essere cristiano non si può ridurre all'obbedienza al papa. Vi può essere un'obbedienza al papa che non esprime il vero cristianesimo, e vi può essere una disobbedienza al papa che esprime il vero cristianesimo. Ancora una volta, non è il principio esteriore di obbedienza all'autorità a risultare decisivo, ma quello interiore di autenticità.
Forse non c’è nulla che abbia contribuito all’introduzione e alla perpetuazione della bigotteria nel mondo più delle dottrine della religione cristiana.
Già la parola "cristianesimo" è un equivoco, in fondo è esistito un solo cristiano e questi morì sulla croce.
Grande idea quella della religione cattolica che gli uomini importanti siano qualcosa agli occhi della divinità, e possano influirvi con la mediazione.
Ho proprio l'intenzione di credere al Cristianesimo per il puro piacere d'immaginare che potrei essere dannato.
I cattolici si dividono in due categorie: quelli che non lo sono e quelli che pensano di esserlo.
I cristiani non devono imporre nel mondo le proprie leggi, la tristezza, il risentimento e magari persino le armi. Dovremmo invece portare agli uomini il buon vino della vita senza conquistare gli altri con violenze o dogmi, bensì condividendo con tutti la parola di Gesù.
I cristiani sono ammaestrati a farsi il segno della croce in certe occasioni, a inchinarsi e cosi via; del resto la religione è, in genere, il vero capolavoro dell'ammaestramento.
I pagani non conoscono Dio, e amano solo la Terra. Gli ebrei conoscono il vero Dio, e amano solo la Terra. I cristiani conoscono il vero Dio, e non amano la Terra.
Il Cristianesimo sorse per alleviare il cuore; ma adesso deve prima opprimerlo, per poterlo poi alleviare. Per conseguenza perirà.
Il Cristianesimo è perfetto; gli uomini sono imperfetti. Ora, una conseguenza perfetta non può procedere da un principio imperfetto. Il Cristianesimo dunque non è venuto dagli uomini. Se non è venuto dagli uomini, non può essere venuto che da Dio. Se è venuto da Dio, gli uomini non hanno potuto conoscerlo che per mezzo della Rivelazione. Dunque il Cristianesimo è una religione rivelata.
Il Cristianesimo è più atto ad atterrire che a consolare.
Il Dio dei cristiani è un dio che fa molto caso dei suoi pomi e poco dei suoi figli.
Il cattolicesimo ha menomato la parola di Cristo per porre l'uomo in situazione servile. Societamorfismo.
Il cattolicesimo è una grande forza universale che attraversa i secoli; caratteristica, questa, che lo avvicina molto alla stupidità.
Il cattolico autentico non sta al di qua ma al di là della bestemmia.
Il compito dei cristiani è di essere sale, luce, di illuminare sentieri possibili, di offrire indicazioni di senso, di speranza, di dialogo tra le culture e le civiltà, tra le religioni.
Il cristianesimo aveva suscitato questi odi furibondi non tanto come dottrina religiosa, quanto come istituzione politica.
Il cristianesimo ha arricchito il pasto erotico con lo hors-d'oeuvre della curiosità e lo ha rovinato con il dessert del rimorso.
Il cristianesimo ha fatto molto per l'amore, facendone un peccato.
Il cristianesimo non è rinunzia, ma è acquisto e conquista. Non è diminuzione, ma aumento. Non già un perdersi per perdersi, ma un perdersi per ritrovarsi nella luce e nell'amore di Dio.
Il cristianesimo non è una filosofia, non è un sistema, non è altro che una storia.
Il cristianesimo è arte e non soldi. I soldi sono la sua maledizione.
Il cristianesimo è stato la più grande rivoluzione che l'umanità abbia mai compiuta: così grande, così comprensiva e profonda, così feconda di conseguenze, così inaspettata e irresistibile nel suo attuarsi, che non meraviglia che sia apparso o possa ancora apparire un miracolo.
Il cristianesimo è stato predicato da ignoranti e creduto da dotti, e in questo non assomiglia a nulla di conosciuto.
Il cristianesimo è un eterno camaleonte. Si trasforma di continuo.
Il cristianesimo è una potenza incredibile: è un'opera grandiosa il fatto che i missionari tornino dall'Asia senza essere convertiti.
Il cristianesimo, costituendosi con tutte le strutture del sacro, fin dal primo momento della morte di Gesù, non ha in nessun modo messo in atto quello che lui aveva proposto.
Il cristianesimo, questa negazione della volontà di vita divenuta religione!
Il cristiano moderno sente l'obbligo professionale di mostrarsi affabile e allegro, di sfoggiare un benevolo sorriso a trentadue denti, di ostentare cordialità ossequiosa per convincere il miscredente che il cristianesimo non è religione «ombrosa», dottrina «pessimista», morale «ascetica». Il cristiano progressista ci stringe forte la mano con ampio sorriso elettorale.
Il cristiano moderno è divenuto certamente più tollerante, ma non per merito del cristianesimo. Questo addolcimento del costume è dovuto a generazioni di liberi pensatori, che dal Rinascimento a oggi hanno provocato, nei cristiani, un senso di sana vergogna per molti dei loro tradizionali pregiudizi.
Il cristiano ordinario è una pietosa figura, un uomo che veramente non sa contare fino a tre, e che del resto, proprio a causa della sua irresponsabilità, non meriterebbe di essere punito così duramente come il Cristianesimo gli promette.
Il frutto maturo della vita cristiana è la carità.
Il fuoco dell'amore cristiano è perfino capace di accendere roghi.
Il giansenismo dei cristiani è lo stoicismo dei pagani, degradato nella forma e condotto alla portata di una plebaglia di cristiani; e questa setta ha avuto per difensori dei Pascal e degli Arnaud!
Il male di moltissimi cattolici è che somigliano maledettamente ai protestanti.
Il nucleo e lo spirito più profondo del cristianesimo è identico a quello del bramanesimo e del buddismo: tutti insegnano la grave colpa della razza umana causata dalla sua semplice esistenza.
Il paganesimo aveva un dio per l'amore ma non per il matrimonio; il cristianesimo ha, oserei dire, un dio per il matrimonio ma non per l'amore.
Il papa è il capo dei cristiani. Egli si dice successore di uno dei primi cristiani, chiamato san Pietro, e la sua è certo una ricca successione, perché ha immensi tesori e un vasto territorio sotto il suo dominio.
Il pensiero cristiano ha ammesso il pentimento e ha inventato il perdono: ciò la rende imperitura in un mondo come il nostro.
Il rispetto dei cattolici per la Bibbia è enorme e si manifesta soprattutto nel tenersene a rispettosa distanza.
Il vero cattolico dissimula la propria fede. Non perché se ne vergogni, ma perché non sia la fede a vergognarsi di lui.
In ogni tempo si è manifestata una ferma opposizione da parte delle Chiese contro ogni forma di progresso in campo morale e umanitario: dalla riforma delle leggi penali ai tentativi di evitare le guerre; dal miglior trattamento delle razze di colore all'abolizione della schiavitù. Il cristianesimo, così com'è organizzato, è stato ed è tuttora il più grande nemico del progresso morale nel mondo.
Io amo e stimo Gesù, ma non sono cristiano. Lo diventerei se solo vedessi un cristiano comportarsi come lui.
Io non so se Roma pagana gettò più uomini alle belve che Roma cristiana al rogo.
L'educazione cattolica, dopo il Concilio di Trento, t'insegna a vedere tutti quanti superiori a te; allora per poterti adattare finisci col ridurti veramente inferiore ad essi, e col cercare di crearti a tua volta degli inferiori. In questo modo non sei mai libero in nessun senso.
L'esistenza dei cristiani dimostra la non esistenza di Dio.
L'essenza del cristianesimo è l'amore e in tal senso molti che lo praticano senza dirsi o ritenersi cristiani lo sono più di tanti che dicono "Signore, Signore".
L'etica cristiana è riuscita a trasformare le etere in suore. Disgraziatamente è riuscita anche a trasformare i filosofi in libertini. E grazie a Dio la prima metamorfosi non è poi tanto sicura.
L'idea cristiana non è affatto universale. Essa divide gli uomini in due categorie: i credenti e i miscredenti. L'amore del prossimo, la carità cristiana ristanno di fronte al pazzesco abisso così scavato fra fedeli ed infedeli. Universale era la legge romana che si adeguava ad ogni tipo di uomo; universale era il paganesimo che sapeva godere ed esaltare le divine manifestazioni dell'universo.
L'ideale cristiano non è stato messo alla prova e trovato manchevole: è stato giudicato difficile, e non ci si è mai provati ad applicarlo.
L'intero mito cristiano della salvezza è già racchiuso in questa formula. Essendo l'uomo peccatore, e incapace di salvarsi pagando alla divinità il prezzo del proprio riscatto, interviene un «redentore», il quale lo paga per lui con la sua passione e il suo sangue: la funzione del Cristo è quella di essere il prezzo di «riscatto per molti».
L'odio verso sé stessi e l'amore verso i nemici è il principio e la fine del Cristianesimo.
La Chiesa Cattolica è strepitosa: è riuscita a convincerci che esiste un dio caritatevole, misericordioso, che ha creato il cielo e la terra, che ci ama, ci vuole vicino a lui, è l'onnipotente, e ha bisogno di soldi.
La confessione cattolica, che del cristianesimo eterno è una manifestazione storica transitoria, si rivela senza dubbio in contrasto insanabile con i postulati della mentalità contemporanea.
La cristianità è battaglia, non un sogno.
La cristianità è una buona notizia, non un buon consiglio.
La fede cattolica non può orientarsi come obbedienza all'autorità del magistero pontificio, perché tale autorità è in continua e talora incoerente evoluzione, mentre la fede, se veramente è un sentiero spirituale e non politico, ha necessariamente a che fare con l'eternità della dimensione divina.
La fede cristiana è fin da principio sacrificio: sacrificio di ogni libertà, di ogni orgoglio, di ogni autocoscienza dello spirito, e al tempo stesso asservimento e dileggio di se stessi, automutilazione.
La leggenda del cristianesimo può continuare ancora a vegetare solo nelle facoltà teologiche, e anche presso chi vuole conservare la religione al popolo, anche a costo della scienza.
La religione cattolica insegna ad elemosinare il paradiso perché a meritarselo sarebbe troppo scomodo.
La religione cattolica è fra tutte le religioni (della maomettana non so nulla) la più pericolosa dal punto di vista morale, perché pretende di essere la sola vera e, quindi, coltiva nei suoi adepti quella coscienza di un privilegio: l'idea, cioè, che non tutti hanno la fortuna di essere cattolici.
La religione cristiana ha molti martiri, fatti eroi nel sopportare, ma non nell'agire.
La religione cristiana svilisce il divino perché usa e abusa della morte, dell'inferno, del giudizio, della collera "divina", dell'eternità e del verme roditore; e perché non ammette che l'uomo quando si beffa di tutte queste porcherie, è più vicino al divino che non quando ci crede. Tutto quello che essa ottiene mediante la paura e l'artificio di un amore fondato sulla paura è una sorta di commedia, come una firma estorta. È sottintendere che se l'uomo non avesse niente da sperare o da temere da Dio, non ci sarebbe nessun Dio. È la deificazione del ricatto.
La religione cristiana è scaturita da un popolo in cui non c'era né scienza né arte né filosofia.
La religione cristiana è una parodia della venerazione solare, nella quale hanno messo un uomo di nome Cristo al posto del sole, e gli hanno reso l'adorazione originariamente resa al sole.
La rivoluzione cristiana operò nel centro dell'anima, nella coscienza morale, e, conferendo risalto all'intimo e al proprio di tale coscienza, quasi parve che le acquistasse una nuova virtù, una nuova qualità spirituale, che fin allora era mancata all'umanità.
La superstizione moderna del progresso è un sottoprodotto della menzogna con la quale si è trasformato il cristianesimo in religione romana ufficiale.
Molti cristiani vedono la chiesa come una società di assicurazione dove basta versare il premio alla scadenza giusta per assicurarsi la salvezza eterna.
Nei suoi momenti migliori il cattolicesimo fu sanguinario, come si addice a ogni religione veramente ispirata.
Noia e scetticismo ingrassano la fede cattolica.
Non al Cristianesimo, non all'entusiasmo religioso, ma solo all'entusiasmo della ragione dobbiamo l'esistenza di una botanica, di una mineralogia, di una zoologia, di una fisica e di una astronomia.
Non già il loro amore per il prossimo, bensì l'impotenza del loro amore per il prossimo impedisce agli attuali cristiani di metterci sul rogo.
Non ho mai notato né sentito né letto che il clero sia amato in nessun paese dove il cristianesimo è la religione di stato. Niente può rendere popolari i preti tranne una certa persecuzione.
Non sarei cristiano senza i miracoli.
Non si può decentemente predicare il cristianesimo agli altri, se non si vive da cristiani.
Non sono i dogmi del cristianesimo a ferire la ragione: la sconcertano, aprono degli abissi davanti a lei, ma non la feriscono.
Non è più l'obbedienza alla chiesa l'elemento che fa di un essere umano un cristiano. Il criterio del cristianesimo autentico procede dal magistero della verità che si dice come bene e come giustizia, e che si autocomunica immediatamente alla mente e al cuore.
Oggi contro il cristianesimo decide il nostro gusto, non più le nostre ragioni.
Ogni cristiano senza eroismo è un porco.
Ogni giorno mostra sempre più che i cattolici moderni sono affetti da stupidità. Essi non credono più affatto in Dio e il cattolicesimo, considerato come una tradizione di famiglia, serve a rivestire i luoghi comuni umanitari più apprezzati.
Oh qual brama ha il prigioniero di veder creature della sua specie! La religione cristiana, che è sì ricca d'umanità, non ha dimenticato di annoverare fra le opere di misericordia il visitare i carcerati.
Per i cristiani trovarsi di fronte a una cosa incredibile è una bella occasione per credere.
Per il cristiano è certa, reale soltanto l'esistenza del dio cristiano, per il pagano l'esistenza del dio pagano.
Per ogni uomo sincero del tempo nostro, non può non essere evidente che il vero cristianesimo la dottrina della rassegnazione, del perdono, dell'amore non può conciliarsi con lo stato, col suo dispotismo, con la sua violenza, con la sua giustizia crudele e con le sue guerre. Non solo il vero cristianesimo non permette di riconoscere lo stato, ma ne distrugge i principî stessi.
Per provare se qualcuno appartiene o non a noi, voglio dire agli spiriti liberi, si esamini il suo sentimento per il cristianesimo. Se il suo atteggiamento verso di esso è in un qualsiasi modo non critico, voltiamogli le spalle: egli ci porta aria non pura e cattivo tempo.
Per secoli i leader cristiani hanno considerato le donne come un male necessario, e i più grandi santi della Chiesa furono quelli che disprezzarono le donne più degli altri.
Per troppo tempo i cristiani hanno frettolosamente conciliato la sofferenza con Dio identificandola semplicemente con la sua volontà, trasferendo la liberazione nell'aldilà e consolando con questa prospettiva gli uomini asserviti.
Proprio perché non riesce più a detestare le altre religioni, perché le comprende, il cristianesimo è finito: manca sempre più di quella vitalità da cui procede l'intolleranza. E l'intolleranza era la sua ragione d'essere. Per sua disgrazia ha cessato di essere mostruoso.
Quale luogo spaventevole ha saputo fare della terra il cristianesimo, già per il solo fatto di aver collocato ovunque il crocifisso, e per aver in tal modo designato la terra come il luogo in cui "il giusto viene martirizzato a morte"!
Qualunque cosa si dica, il cattolicesimo è ancora la forma più accettabile di indifferenza religiosa.
Quand'anche si negassero al cristianesimo le sue prove soprannaturali, resterebbe ancora nella sublimità della sua morale, nell'immensità de' suoi benefici, nella bellezza delle sue pompe quanto basta a provare sufficientemente ch'esso è il culto più divino e più puro che gli uomini abbiano mai praticato.
Quando si è cristiani, di qualunque sesso si sia, non è permesso esser vili. L'anima del cristianesimo, se si può dir così, è il disprezzo di questa vita e l'amore dell'altra.
Quasi ogni setta del cristianesimo rappresenta una perversione della sua essenza in un compromesso con i pregiudizi del mondo.
Quei cattolici osservanti non si chiedevano se il lusso delle chiese non insultasse la miseria de poveri.
Riuscirei a tollerare la religione cristiana se i suoi aderenti vivessero secondo i dettami del loro credo, porgessero l'altra guancia, vendessero tutti i loro averi e dessero il ricavato ai poveri.
Se Cristo fosse qui, c'è una cosa che non vorrebbe mai essere: un cristiano.
Se la civiltà ha raggiunto il suo culmine fra i popoli cristiani, ciò non dipende da un'influenza positiva del cristianesimo, ma dal fatto che il cristianesimo è morto e ha, ormai, ben poca influenza: e infatti, finché ne ebbe molta, e cioè nel Medioevo, la civiltà era molto arretrata.
Se la mappa disegnata del cristianesimo tradizionale non è adeguata, se complica la fede invece di aiutarla, se impedisce il dialogo e l'incontro con le altre religioni, dobbiamo chiederci se è pertinente e cercarne un'altra, più appropriata.
Se la religione cristiana non è divina, è certamente assurda.
Se la via giusta è quella additataci dal cristianesimo, preferisco perdermi per vie sbagliate.
Se la vita fosse un male, come insegna il cristianesimo, la lotta sarebbe nonostante tutto nobile e pura.
Se un cristiano compie una cattiva azione la responsabilità è soltanto sua; se un ebreo compie una cattiva azione, la colpa ricade su tutti gli ebrei.
Se, come molti credono, viviamo ancora nella giovinezza dell'umanità, allora il cristianesimo è una delle più stravaganti fra le sue idee infantili, che fanno molto più credito al suo cuore che al suo cervello.
Si è detto talvolta che Platone annuncia il Cristianesimo. Ma non c'è niente in lui del guazzabuglio giudaico: il mondo doveva trovare salvezza nelle forme, non nella fede.
Sin dalla più tenera età non sono mai stato credente; andavo in chiesa e a catechismo solo per divertirmi, imparando da una parte notizie storiche e dall'altra una marea di stupidaggini; non mi è mai piaciuta l'ipocrisia e l'incoerenza del pensiero e del comportamento degli individui che si professano cristiani, non posso comunque negare che una certa educazione cattolica mi sia stata di considerevole aiuto nell'approfondimento dei miei studi sulla stupidità.
Solo il cristianesimo ha dipinto il diavolo sulla parete del mondo; solo il cristianesimo ha portato il peccato nel mondo. La credenza nei rimedi, che contro di esso offrì, è stata ormai a poco a poco scossa fin nelle più profonde radici: ma ancora sussiste la credenza nella malattia, che esso ha insegnata e diffusa.
Solo le filosofie e le religioni che adulano l'uomo hanno successo. Il cristianesimo ha dominato per secoli non in virtù del peccato originale, né dell'inferno, ma perché il figlio di Dio si è degnato di incarnarsi.
Sono pochi i veri cristiani. Dico proprio riguardo alla fede. Ce ne sono certo che credono, ma per superstizione. Ce ne sono che non credono, ma per libertinaggio. Pochi tra le due categorie.
Tanto poco un uomo si interessa dell'altro, che persino il Cristianesimo raccomanda di fare il bene per amore di Dio.
Tempo verrà e già viene in cui i princìpi cristiani della vita fratellanza, eguaglianza, comunità di beni, non resistenza al male con la violenza parranno così semplici e così naturali, come sembrano oggidì i princìpi della vita domestica e sociale.
Togliete a un cristiano la paura dell'inferno e gli avrete tolto la fede.
Tra i cattolici c’è di tutto: anche qualche cristiano.
È falso sino all’assurdo vedere in una “fede”, per esempio nella fede della redenzione per mezzo di Cristo, il segno distintivo del cristiano: soltanto la pratica cristiana, una vita come la visse colui che morì sulla croce, soltanto questo è cristiano.
È finito il tempo di fare da spettatore sotto il pretesto che si è onesti cristiani. Troppi ancora hanno le mani pulite perché non hanno mai fatto niente. Un cristiano che non accetta il rischio di perdersi per mantenersi fedele a un impegno di salvezza, non è degno d'impegnarsi col Cristo.
È più facile diventare un'automobile dormendo nel garage che diventare cristiani andando in chiesa.
È rassicurante apprendere che per essere un buon cattolico non ti serve altro che un'erezione e una doccia fredda.