Passione

Aforismi

Consumare

Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? Che cos'è che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la "prima": il consumismo.
Consumatore. Uno che crede alla pubblicità.
I consumatori moderni possono etichettare sé stessi con questa formula: io sono ciò che ho e ciò che consumo.
Il consumatore reale diventa consumatore di illusioni. La merce è questa illusione effettivamente reale, e lo spettacolo la sua manifestazione generale.
Il consumatore è un eterno lattante che strilla per avere il poppatoio: una condizione che assume ovvia evidenza in fenomeni patologici come l'alcolismo e l'assuefazione alle droghe.
Il consumatore è un lavoratore che non sa di lavorare.
Il consumo è il solo fine e scopo di ogni produzione; e non si dovrebbe mai prender cura dell'interesse del produttore, se non in quanto ciò possa tornare necessario per promuovere quello del consumatore. La massima è così perfettamente evidente di per se stessa che sarebbe assurdo tentare di dimostrarla.
L'atteggiamento implicito nel consumismo è quello dell'inghiottimento del mondo intero.
L'uomo è l'unica creatura che consuma senza produrre.
La futura occupazione di tutti i bambini, così come si presenta oggi, è di essere consumatori specializzati.
La nostra società detta dei consumi è il più grande depressivo che esista. Robot, non ce ne rendiamo sempre conto. Non ne abbiamo il tempo.
La nostra società è piena di desideri di consumare e di apparire.
Le gravi catastrofi naturali reclamano un cambio di mentalità che obbliga ad abbandonare la logica del puro consumismo e a promuovere il rispetto della creazione.
Oggi il consumatore è la vittima del produttore, che gli rovescia addosso una massa di prodotti ai quali deve trovar posto nella sua anima.
Oggi il mito del consumo illimitato sostituisce la fede nella vita eterna.
Per permettere alla società dei consumi di continuare il suo carosello diabolico sono necessari tre ingredienti: la pubblicità, che crea il desiderio di consumare, il credito, che ne fornisce i mezzi, e l'obsolescenza accelerata e programmata dei prodotti, che ne rinnova la necessità.
Quanto più una torcia fa luce, tanto più si consuma e tanto meno dura.
Una società di consumatori non saprà mai prendersi cura di un mondo e delle cose pertinenti in esclusiva allo spazio delle apparenze terrene, perché la sua posizione fondamentale verso tutti gli oggetti, consumare significa la rovina di tutto ciò che tocca.
Viviamo in un mondo di cose e il nostro unico legame con loro è che sappiamo come manipolarle o consumarle.