Passione

Aforismi

Traduzione

Alcuni traduttori si occupano di ogni cosa, positivamente di ogni cosa, meno che di quella che l'autore del testo originale intendeva dire.
Altro è interpretare, altro è tradurre: interpretare è analisi, tradurre è sintesi. Chi interpreta guarda al particolare in sé; chi traduce lo vede ne' suoi rapporti con il rimanente.
Anche tradurre è, come far musica e poesia, come dipingere un quadro e scolpire una statua, sforzo e anelito di conquistare e di possedere la propria realtà.
Chi non può scrivere, traduce.
Guai a quelli che fanno traduzioni letterali, e traducendo ogni parola snervano il significato. È ben questo il caso di dire che la lettera uccide e lo spirito vivifica.
I traduttori sono come i pittori di ritratti: essi possono abbellire la copia, ma essa deve sempre assomigliare all'originale.
I traduttori sono da considerare quasi zelanti mezzani che ci vantano come amabilissima una bellezza semivelata: essi suscitano un desiderio irresistibile dell'originale.
I traduttori sono i cavalli da tiro della cultura.
I traduttori sono pagati male e traducono peggio.
Il traduttore è con evidenza l'unico autentico lettore di un testo. Certo più d'ogni critico, forse più dello stesso autore. Poiché d'un testo il critico è solamente il corteggiatore volante, l'autore il padre e marito, mentre il traduttore è l'amante.
Il traduttore è la vittima di difficoltà insite alla natura stessa del linguaggio; il lavoro del tradurre non fa che renderle manifeste.
L'equivalenza: ecco il fine di ogni traduzione.
L'originale è infedele alla traduzione.
La cosa più difficile da tradurre: non il dialogo, la descrizione, bensì i brani riflessivi. Se ne deve mantenere l'esattezza assoluta, ma al tempo stesso anche la bellezza.
La traduzione delle opere letterarie, o sono fedeli e non possono essere se non cattive, o sono buone e non possono essere se non infedeli.
La traduzione è, nel migliore dei casi, una eco.
Le traduzioni, ha detto qualcuno, se vogliono essere belle, debbono anche essere infedeli. Perché? Proprio perché è cattivo traduttore quello che, volendo restare fedelissimo al testo, adopera alla fine un italiano contorto e striminzito, che infastidisce il lettore. Una certa dose di libertà occorre, se si vuol rendere in bell'italiano un bello scritto straniero. Fedeltà allo spirito più che alla lettera.
Lo scrittore che si sforza di sorvegliare le traduzioni dei suoi romanzi corre dietro alle innumerevoli parole come un pastore dietro a un gregge di pecore brade; triste figura ai propri occhi, ridicola agli occhi degli altri.
Lo spirito di una lingua si manifesta chiaramente soprattutto nelle parole intraducibili.
Non è necessario conoscere una lingua per tradurla, perché si traduce soltanto per persone che non la conoscono.
Quando s'intraprende una traduzione, occorre scegliere l’autore come si sceglierebbe un amico, ossia di gusto conforme al proprio.
Quando traduci i fatti in parole, li modifichi: inevitabile. Il narratore ha libertà assoluta quando scrive. È un suo diritto. La fiction, appunto.
Questo deve fare il perfetto traduttore; senza sviarsi né a destra né a sinistra deve trovare la ragione espressiva della propria fatica; la sua personalità non si annulla perché non può, ma si fa trasparente, si riduce come una parete di cristallo che lascia vedere senza deformazioni ciò che sta dall'altra parte, ma che con il suo spessore mantiene separati gli ambienti.
Se si vuole studiare un testo straniero in profondità, lo si deve tradurre nella propria lingua. Allora ci si rende conto immediatamente che il compito è impossibile, che ci si può avvicinare al testo, ma non si può mai raggiungerlo.
Tradurre in un'altra lingua un'opera della lingua vuol dire che uno si toglie la pelle, passa il confine e là indossa il costume del paese.
Tradurre è anzitutto comprendere, ma non è poi semplicemente riprodurre quanto si è compreso.
Tutte le traduzioni rimangono sempre delle piccole cose a paragone delle opere originali.
Una donna bella e fedele è rara come la traduzione perfetta di un lavoro poetico. La traduzione di solito non è bella, se è fedele, e non è fedele se è bella.