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Aforismi

Scrittori

Accade così per tutti i grandi scrittori: la bellezza delle loro frasi è imprevedibile come la bellezza di una donna che ancora non conosciamo.
Ad essere scrittore uno impara a vivere come tale.
Agli scrittori piace soltanto la puzza dei propri stronzi.
Agli scrittori sono più utili i nemici degli amici, perché gli amici si fanno regalare una copia del loro libro per dirne bene, mentre i nemici, per dirne male, la comprano.
Alcuni scrittori per scrivere hanno bisogno della vena. Altri dell'avena.
Alcuni scrittori prendono gusto al bere, altri al pubblico.
Anche allo scrittore più onesto scappa una parola di troppo, quando vuole arrotondare un periodo.
Bisogna leggere due volte tutti gli scrittori, i buoni e i cattivi. Si riconosceranno i primi, si smaschereranno i secondi.
C'è chi crede d'esser un grande scrittore perché tutti lo leggono; e c'è chi crede d'esser un grande scrittore perché non lo legge nessuno.
C'è chi crede di essere un grande scrittore perché tutti lo leggono e c’è chi crede di essere un grande scrittore perché non lo legge nessuno.
C'è solo un giudice ultimo della scrittura ed è lo scrittore. Quando diventa preda di critici, redattori, editori e lettori è finito. E naturalmente quando diventa preda della fama e della gloria potete buttarlo a mare insieme agli stronzi.
Che cosa disgustosa uno scrittore che legge! Sarebbe come un cuoco che mangia.
Chi compone versi non riconosce alcun giudice competente per i suoi scritti: chi non fa versi, non se ne intende; chi ne fa, è suo rivale.
Chi scrive in sangue e sentenze, non vuol essere letto ma imparato a mente. Sui monti la via più diretta è quella da vetta a vetta: ma per questo occorre che tu abbia gambe lunghe. Le sentenze devono essere vette: e coloro ai quali si parla devono essere grandi e di alta statura.
Chi tende a divenire un grande scrittore dee disprezzare le protezioni ed i favori; perchè tanto più facilmente e tanto più alto ascende, quanto più si rende padrone di sè medesimo.
Chiedere a uno scrittore cosa pensa dei critici, è come chiedere a un lampione cosa pensa dei cani.
Ci sono certi scrittori che riescono ad esprimere già in venti pagine cose per cui talvolta mi ci vogliono addirittura due righe.
Ci sono così tanti scrittori alcolizzati perché se devi essere faccia a faccia con te stesso, è meglio se uno dei due è ubriaco.
Ci sono due specie di scrittori. Quelli che lo sono, e quelli che non lo sono. Nei primi forma e contenuto stanno insieme come anima e corpo, negli altri forma e contenuto vanno insieme come corpo e vestito.
Ci sono scrittori che devono la loro grande popolarità al fatto di essere dotati di una mediocrità tale da essere in perfetta sintonia con quella dei loro numerosissimi lettori.
Ci sono scrittori che di talento ne hanno tanto; non conosco scrittori che non ne abbiano. Ma un modo di vedere le cose originale e preciso e l'abilità di trovare il contesto giusto per esprimerlo, sono un'altra cosa.
Ci sono tre modi infallibili per far cosa gradita a un autore; tutti e tre formano un crescendo di complimenti: 1. dirgli che avete letto uno dei suoi libri; 2. dirgli che avete letto tutti i suoi libri; 3. chiedergli di farvi leggere il manoscritto del suo prossimo libro. Il n. 1 vi assicura il suo rispetto; il n. 2 vi assicura la sua ammirazione; il n. 3 vi assicura un posto nel suo cuore.
Ciò che chiamiamo scrittore è questa strana figura sociale, né esperto né gente, a cui si dà ascolto senza avergli posto alcuna domanda.
Com'è intelligente quello scrittore quando dice ciò che io ho pensato per tutta la vita.
Come gli scrittori diventano più numerosi, è naturale per i lettori diventare più indolenti; da ciò deve necessariamente sorgere il desiderio di raggiungere la conoscenza con la massima facilità.
Come regola generale, nessuno scrittore dovrebbe far figurare il suo ritratto nelle sue opere. Quando i lettori hanno gettato un'occhiata alla fisionomia dell'autore, di rado riescono a mantenersi seri.
Come si spiega il successo di tanti cattivi scrittori? Semplice, con l’esistenza di una moltitudine di cattivi lettori.
Conosciuti bisogna diventare. E se uno scrittore resta abbastanza a lungo uno sconosciuto, di solito c'è una buona ragione.
Denuda uno scrittore, indicagli tutte le sue cicatrici e saprà raccontarti la storia di ciascuna di esse, anche della più piccola. E dalle più grandi avrai romanzi, non amnesie. Un briciolo di talento è un buon sostegno, se si vuol diventare scrittori, ma l'unico autentico requisito è la capacità di ricordare la storia di ciascuna cicatrice.
Diffidate degli scrittori che si attaccano ai grandi soggetti, alle biografie degli uomini riputati enormi. Sono come quelli che si lasciano crescere la barba per nascondere il mento troppo corto.
Dopo la morte dello scrittore, leggere il suo diario è come ricevere una lunga lettera.
Due specie di scrittori hanno vero talento: quelli che pensano e quelli che fanno pensare.
Esistono tre motivi per diventare scrittore: il primo è che vi servono i soldi; il secondo, che avete qualcosa da dire che il mondo dovrebbe sapere; il terzo, e che proprio non sapete cosa fare nelle lunghe sere d'estate.
Felicità dello scrittore è il pensiero che può divenire totalmente sentimento, il sentimento che può divenire pensiero.
Gli autori dei libri di storia dedicano troppa attenzione ai cosiddetti “momenti forti” e troppo poca ai momenti di silenzio.
Gli incompresi si dividono in due categorie: le donne e gli scrittori.
Gli scrittori amano i gatti perché sono creature così tranquille, amabili e sagge, e i gatti amano gli scrittori per gli stessi motivi.
Gli scrittori chiari, chiari come l'acqua di fonte, non sembrano così profondi come in realtà sono; gli oscuri sembrano più profondi.
Gli scrittori creativi sono più grandi delle cause che rappresentano.
Gli scrittori di romanzi insegnano al lettore a considerare il mondo come una domanda.
Gli scrittori dovrebbero scrivere i libri come se dovessero essere decapitati il giorno che l'hanno finito.
Gli scrittori e i politici sono naturalmente rivali. Entrambi i gruppi cercano di rendere il mondo a loro immagine; combattono per il possesso dello stesso territorio.
Gli scrittori grandi, incapaci, per natura o per abito, di molti piaceri umani; privi di altri molti per volontà; non di rado negletti nel consorzio degli uomini, se non forse dai pochi che seguono i medesimi studi; hanno per destino di condurre una vita simile alla morte, e vivere, se pur l'ottengono, dopo sepolti.
Gli scrittori non dovrebbero sforzarsi di imitare il modo di guardare le cose di qualcun altro. Non funzionerebbe.
Gli scrittori non sono esattamente persone. O, se sono qualcosa di buono, sono un intero gruppo di persone che cerca davvero duramente di essere una persona.
Gli scrittori si forgiano nell'ingiustizia come si forgiano le spade.
Gli scrittori sono come i denti, si dividono in incisivi e molari.
Gli scrittori sono sempre così, ingannano.
Gli unici scrittori impeccabili sono quelli che non hanno mai scritto.
Grande scrittore è quello che intinge in inchiostro infernale la penna che strappa dall'ala di un arcangelo.
I buoni scrittori toccano spesso la vita. I mediocri la sfiorano con una mano fuggevole. I cattivi scrittori la sforzano e l'abbandonano.
I cattivi scrittori sono solitamente i più severi censori.
I due poteri più coinvolgenti di uno scrittore sono di rendere familiari le cose nuove, e nuove le cose familiari.
I filosofi, gli scrittori, gli artisti, persino gli scienziati, non hanno solo bisogno di incoraggiamento e di un pubblico: hanno anche bisogno del costante stimolo degli altri.
I giornalisti sono scrittori, come gl'imbianchini sono pittori.
I grandi scrittori non sono fatti per subire la legge dei grammatici, ma per imporre la loro.
I lettori sono personaggi immaginari creati dalla fantasia degli scrittori.
I motivi per leggere e per scrivere sono molto diversi e spesso non sono chiari neppure per i lettori o gli scrittori autocoscienti.
I veri grandi scrittori sono quelli il cui pensiero occupa tutti gli angoli e le pieghe del loro stile.
I veri scrittori incontrano i loro personaggi solo dopo che li hanno creati.
Il cestino è il miglior amico dello scrittore.
Il compito dello scrittore non è di esaltare il poco di bello che c'è: è di cercare il male, il brutto, e poi di denunciarlo. Il compito dell'uomo non è accontentarsi: è ribellarsi. Solo attraverso la ribellione si può cercare la verità.
Il corso della società sarà cambiato solo da un cambiamento delle idee. Per prima cosa dovete raggiungere gli intellettuali, gli insegnanti e gli scrittori, con argomentazioni ragionate. Sarà la loro influenza sulla società che prevarrà, e i politici seguiranno.
Il mestiere di scrittore prevede che uno sappia cosa sta facendo e per saperlo gli occorre capacità critica; per avere capacità critica deve avere molta familiarità con la storia della letteratura.
Il mestiere di uno scrittore dev'essere quello di diffondere le proprie idee, persino a costo del sacrificio della propria vita e, se necessario, anche di quella degli altri!
Il migliore scrittore sarà colui che ha vergogna di essere un letterato.
Il modesto compito dello scrittore è forse, alla fine, il più importante di tutti: trasmettere ciò che ha letto.
Il momento in cui puoi definirti uno scrittore è quando scrivi ogni volta che hai un attimo libero. Se non ti comporti in quel modo non combinerai mai nulla.
Il patrimonio di uno scrittore sono i suoi segreti, le sue sconfitte cocenti e inconfessate; il fermentare delle sue vergogne è la garanzia della sua fecondità.
Il pensiero vola e le parole vanno a piedi. Ecco il dramma dello scrittore.
Il più grande degli scrittori non può vedere al di là di un muro di mattoni, ma diversamente da noi egli non può costruirne uno.
Il primo rischio per il lettore, il piú originario e fra i piú gravi, è quello di diventare, di voler diventare, scrittore; oppure, anche peggio, critico.
Il sentimento dell'unità e il potere di realizzarlo nell'opera fanno il grande scrittore e il grande artista.
Il talento da solo non può fare lo scrittore. Ci deve essere un uomo dietro al libro.
Il tempo dello scrittore è quello che gli serve per portare a termine il libro; quello del lettore è tutto il tempo che viene dopo.
Il trucco non è diventare scrittori, ma rimanerlo.
Il vero scrittore non ha niente da dire. Ciò che ha importanza è il modo in cui lo dice.
Il vero scrittore non mette mai tutto nel suo libro; il meglio del suo lavoro si compie nell'anima dei lettori.
Il vero scrittore nuota abilmente in mezzo al mare di critiche rivolte alle sue opere, ci sguazza addirittura, ma non ci affoga mai. Il finto scrittore affogherà invece nel suo stesso mare di lacrime, trasportato dalla corrente del suo improduttivo piagnisteo.
In arte e, in particolare, in letteratura, contano solo quelli che si lanciano verso l’ignoto. Non si scoprono terre nuove senza accettare di perdere prima di vista e per molto tempo ogni terra conosciuta. Ma i nostri scrittori temono l’alto mare; non sanno che navigare vicino alla costa.
In generale, gli scrittori sono convinti segretamente di essere letti da Dio.
In tanti scrittori la mancanza d'ingegno è un dono di natura.
Io reputo che la fama degli scrittori ottimi soglia essere effetto del caso più che dei meriti loro.
L'ambizione e un po' di fortuna sono cose che possono essere di molto aiuto per uno scrittore, se ce l'ha. Troppa ambizione e poca fortuna, se non proprio scalogna, possono rovinarlo. Ma soprattutto bisogna avere talento.
L'arte di certi scrittori consiste soltanto nel ripetere cose già dette facendo credere alla gente di sentirle per la prima volta.
L'autore migliore sarà quello che si vergognerà di diventare scrittore.
L'autore ragionevole non scrive per nessun'altra posterità che per la propria, cioè per la propria vecchiaia, per potere anche allora provar diletto di sé.
L'esaltazione degli antichi scrittori procede non dalla reverenza per i morti, ma dallo spirito di rivalità e dalla reciproca invidia dei vivi.
L'inferno per uno scrittore è di sopravvivere ai suoi lettori.
L'ispirazione è meravigliosa quando arriva, ma lo scrittore deve sviluppare un approccio per la parte restante del tempo. L'attesa è semplicemente troppo lunga.
L'originalità più grande che un qualsiasi scrittore può sperare onestamente di raggiungere è di rubare con giudizio.
L'unica cosa vera di uno scrittore sta in quello che ha scritto, e non nella sua vita.
L'unico modo che gli scrittori hanno per incontrarsi è fare una pisciatina assieme sullo stesso lampione.
L'unico motivo per essere uno scrittore professionista è che non puoi farne a meno.
La carriera di un scrittore è comparabile a quella di una donna di facili costumi. Dapprima scrive per piacere, poi per far piacere ad altri e in fine per soldi.
La chiarezza è la buona educazione dello scrittore.
La cosa peggiore che può accadere a uno scrittore è non essere maturo per le sue stesse idee.
La creazione letteraria è un torrente che travolge ogni cosa, in quel vortice le nostre caratteristiche personali sono tutt'al più dei sedimenti. La vanità o il pudore dello scrittore contano ben poco di fronte al grande fenomeno di cui egli è teatro.
La critica non ha mai rivelato un grande scrittore o autore drammatico ai suoi primi passi e ha sempre soltanto cercato di demolirlo quando lo vedeva circondato dal favore del pubblico. Salvo poi a prostituirsi in salamelecchi ufficiali quando lo scrittore era ormai una gloria certa.
La differenza fra lo scrittore istruito e lo studente istruito consiste in questo, che il primo trascrive ciò che il secondo legge.
La gloria degli scrittori, non solo, come tutti i beni degli uomini, riesce più grata da lungi che da vicino, ma non è mai, si può dire, presente a chi la possiede, e non si ritrova in nessun luogo.
La leggenda del genio misconosciuto è stata creata e diligentemente mantenuta dagli scrittori mediocri.
La letteratura si nutre di se stessa, per questo talvolta capita che alcuni scrittori fanno indigestione e vomitano un mare di scemenze.
La lettura è il centro creativo della vita di uno scrittore.
La libertà di un popolo si misura principalmente dal grado di libertà degli scrittori.
La professione di scrivere libri fa apparire le corse dei cavalli un'attività solida, stabile.
La società e l'uomo sono nemici reciprocamente dipendenti e il compito dello scrittore è quello di definire e difendere il paradosso per sempre e alla fine, Dio ce ne scampi, poterlo risolvere.
La solitudine è l'elemento vitale dello scrittore.
Le citazioni sono le stampelle degli scrittori infermi.
Le fonti di uno scrittore sono le sue ignominie: colui che non ne scopre dentro di sé, o che vi si sottrae, è destinato al plagio o alla critica.
Le opere che uno scrittore fa con piacere sono spesso le migliori, come i figli dell'amore sono i più belli.
Le persone che hanno meno idee di tutti sono gli scrittori e i lettori. È meglio non sapere né‚ leggere né‚ scrivere che non saper fare altro che questo.
Lo scopo di ogni scrittore: comunicare un'impressione che non si potrà più dimenticare.
Lo scopo di uno scrittore è evitare che la civiltà distrugga sé stessa.
Lo scrittore che al giorno d'oggi tenti di scrivere qualcosa di diverso da ciò che i grandi industriali della letteratura di consumo fanno ingurgitare al lettore somiglia a uno cui manchi una gamba, il quale con le sue protesi tenti di iscriversi come centometrista a una corsa.
Lo scrittore che si sforza di sorvegliare le traduzioni dei suoi romanzi corre dietro alle innumerevoli parole come un pastore dietro a un gregge di pecore brade; triste figura ai propri occhi, ridicola agli occhi degli altri.
Lo scrittore che trascura la punteggiatura o che non la sa usare corre il rischio di non essere capito, e questo, per comune convinzione, non è altro che il risultato della negligenza o dell'ignoranza.
Lo scrittore deve adescare, non deve raccontare niente, non ha nessun compito di trasmettere verità.
Lo scrittore deve essere un testimone incorruttibile della sua epoca, deve avere il coraggio di dire la verità ed ergersi contro qualsiasi governo che, accecato dai propri interessi, perda di vista la sacralità della persona.
Lo scrittore deve guadagnare per vivere e scrivere, ma non deve vivere e scrivere per guadagnare.
Lo scrittore di mezza taglia piaggia e seconda il pubblico; lo scrittore grande lo scrolla e se lo trascina dietro.
Lo scrittore genuino: colui che scrive anche se sa di essere letto da uno solo.
Lo scrittore inganna sempre il lettore ad ascoltare il sogno.
Lo scrittore migliora con gli anni. Il paragone più frequente è il vino. Anche se pochi vini migliorano con il tempo. L'ascesa dello scrittore è invece inarrestabile e tocca il suo culmine con la decrepitezza e la morte. Lo scrittore morto è immortale.
Lo scrittore moderno è colui che accetta la sfida della realtà che lo circonda, e rinuncia alla dolce finzione dell'idillio campestre.
Lo scrittore non ha mai vacanza. Per uno scrittore la vita consiste o nello scrivere o nel pensare di scrivere.
Lo scrittore non è altro che una grigia radice coperta di polvere. Le opere che dà alla luce sono i suoi frutti e sono le uniche cose degne di attenzione.
Lo scrittore professionista è un dilettante che non ha mai smesso di scrivere.
Lo scrittore sceglie in primo luogo di essere inutile.
Lo scrittore stempera in dieci pagine quel che dovrebbe esser raccolto in uno sguardo.
Lo scrittore tossicodipendente è nient'altro che un tossicodipendente, sono tutti in altre parole comunissimi ubriaconi e drogati. La pretesa che droghe e alcol siano necessari per sopire una sensibilità più percettiva non è che la solita stronzata autogiustificativa.
Lo scrittore è colui che dà importanza alle inezie.
Lo scrittore è colui che è sommamente, eroicamente incompetente di letteratura.
Lo scrittore è essenzialmente un uomo che non si rassegna alla solitudine.
Lo scrittore è l'ingegnere dell'animo umano.
Lo scrittore è un anarchico spirituale, come lo è ogni uomo nella profondità della sua anima. Egli è scontento di tutto e tutti. Lo scrittore è il miglior amico di tutti e il solo vero nemico, un nemico buono e grande. Non cammina con la moltitudine né gioisce con essa. Lo scrittore che è uno scrittore è un ribelle che non si ferma mai.
Lo scrittore è un uomo che più di chiunque altro ha difficoltà a scrivere.
Lo scrittore è un uomo la cui intelligenza non basta per smettere di scrivere.
Lo scrittore, che tra miseria e distruzione, che in guerra e in pace sono la condizione umana, si giustifica e assicura di "sentire sinceramente" quel che scrive, dimentica la regola secondo cui non esiste letteratura "sincera".
Meglio essere attaccato che passare inosservato. Perché la peggiore cosa che si possa fare a uno scrittore è non parlare delle sue opere.
Mestiere di scrittore, mestiere di audace.
Mi ci sono voluti quindici anni per scoprire che non avevo il talento dello scrittore, ma non ho potuto smettere, perché a quel punto ero già troppo famoso.
Molti scrittori falliscono più per la mancanza di carattere che per la mancanza d'intelligenza.
Molti scrittori hanno necessità di ferite, ciascuna fisica o spirituale.
Molti scrittori scrivono libri che loro stessi non leggerebbero mai.
Nel prossimo mondo non c'è probabilmente inferno per gli scrittori, soffrono già tanto in questo a causa dei critici e degli editori.
Nella letteratura, come nella vita, solo chi tace è "sincero": nell'attimo in cui qualcuno parla a un pubblico non è più "sincero", ma scrittore, o attore, perciò uomo che civetta.
Nessun pessimista ha mai guadagnato un pubblico ampio quanto il suo genio, mentre molti scrittori ottimisti sono stati letti e il loro talento sopravvalutato solo perché hanno scritto del lato luminoso della vita.
Nessun uomo andrebbe mai a cercarsi una scrittrice. Sono come i debiti. Passano le giornate a sognare invece di cucinare. Pensano ai libri invece che ai bambini. Si dimenticano di pulire la casa.
Nessuno scrittore, per quanto violente siano le sue proteste, disdegna sul serio, se gli è chiesto, di leggere un libro ancora non pubblicato; si tratta del suo pupillo e possiede ancora quel fascino che, una volta arditamente stampato e rilegato, viene completamente distrutto.
Niente fa tanto piacere a un autore quanto vedere le sue opere rispettosamente citate da altri dotti autori.
Niente insegna a scrivere bene quanto leggere cattivi scrittori.
Niente lacrime nello scrittore, niente lacrime nel lettore.
Noi scrittori e artisti lavoriamo nelle tenebre, e come ciechi soppesiamo l'oscurità.
Non basta che lo scrittore sia padrone del proprio stile. Bisogna che lo stile sia padrone delle cose.
Non c'è mai stata una buona biografia di uno scrittore. Non potrebbe esserci. Se ha un qualche valore, lo scrittore è troppe persone.
Non c'è scrittore che, per quanto ridicolo, non sia stato giudicato eccellente da qualcuno.
Non credetegli quando dicono che lo scrittore deve adoperare una lingua che tutti devono capire. Non la deve capire nessuno! Figurarsi. Devono leggerla, rileggerla; sennò quale sarebbe la polivalenza linguistica dello scrittore nel tempo?
Non esistono argomenti noiosi. Solo scrittori noiosi.
Non è assolutamente vero che il mestiere dello scrittore sia un lavoro nobile, basta guardare certi giornalisti.
Occorre lottare contro la lingua affinché non imponga le sue formule, i suoi cliché, le frasi fatte, tutto ciò che caratterizza così bene un cattivo scrittore.
Oggigiorno tre intelligenti frasi ben tornite ed una bugia costituiscono uno scrittore.
Ogni costrizione viene applicata sugli scrittori per farli diventare sicuri, educati, obbedienti e sterili.
Ogni scrittore grande e originale, nella misura in cui egli è grande e originale, deve crearsi il gusto con cui deve essere assaporato.
Ogni scrittore, ogni uomo deve vedere in tutto ciò che gli accade, ivi compreso lo scacco, l'umiliazione e la sventura, uno strumento, un materiale per la sua arte, da cui deve trarre profitto.
Ogni segreto dell'anima di una scrittore, ogni esperienza della sua vita, ogni qualità della sua mente è scritto in grande nelle sue opere.
Ogni sguardo dello scrittore diventa visione, e viceversa: ogni visione diventa uno sguardo.
Parrà strano, ma nel mondo delle lettere il peggior peccato di uno scrittore consiste nello scrivere.
Per gli scrittori la domanda più importante è semplicemente: Cos'è interessante?
Per istruirsi uno scrittore dovrebbe più vivere che leggere. Per divertirsi uno scrittore dovrebbe più scrivere che leggere. Allora possono nascere quei libri che il pubblico legge per istruirsi e divertirsi.
Per lo scrittore la bile può essere un buon ingrediente stilistico.
Per nascere aquila bisogna abituarsi alle altitudini, per nascere scrittore bisogna imparare ad amare la rinuncia, le sofferenze, le umiliazioni. Soprattutto bisogna imparare a vivere appartato. Come la talpa, lo scrittore si aggrappa al suo limbo, mentre sopra di lui la vita in rigoglio continua, persistente, tumultuosa.
Per un paese, avere grandi scrittori è come avere un altro governo. Questo è il motivo per il quale nessun governo ha mai amato i grandi scrittori, ma solo quelli minori.
Per uno scrittore creativo, possedere la verità è meno importante di una sincerità emozionale.
Quando arriva il successo per uno scrittore inglese, questi si procura una nuova macchina da scrivere. Quando il successo arriva per uno scrittore americano, si procura una nuova moglie.
Quando troviamo uno stile naturale restiamo sorpresi e incantati, perché dove ci aspettavamo di trovare uno scrittore scopriamo un uomo.
Quando uno scrittore diventa un classico non c'è più bisogno di leggerlo: basta citarlo.
Quando uno scrittore parla a proprio nome dice ciò che pensa e in cui crede, afferma che la vita è un bene di cui ringraziare Dio o un male da deprecare; in ogni caso, condivide e sottoscrive la sua pagina.
Quando uno scrittore pubblica un libro, non è più suo, ma di chi lo legge. Ognuno lo interpreta come vuole e si emoziona su pagine diverse.
Quelli che scrivono con chiarezza hanno dei lettori, quelli che scrivono in modo ambiguo hanno dei commentatori.
Scrittore originale non è quello che non imita nessuno, ma quello che nessuno può imitare.
Scrittore. Spettatore di se stesso. Spesso, l'unico spettatore.
Scrittore: razza di intellettuali con pubblico limitato e presunzione infinita.
Scrittori e poeti parlano al nostro cuore perché non trovano il loro.
Scrivere bene è un talento, scrivere in breve è un'arte. Solo uno scrittore geniale sa fare le due cose insieme.
Se cerchi qualcuno che ha qualcosa da dire e che la sa dire in modo appropriato, allora hai trovato un buon scrittore.
Se fra voi c'è qualcuno che si sente abbastanza matto da voler diventare scrittore, gli consiglio va' avanti, sputa in un occhio al sole, schiaccia quei tasti, è la migliore pazzia che possa esserci, i secoli chiedono aiuto, la specie aspira spasmodicamente alla luce, e all'azzardo, e alle risate. Regalateglieli. Ci sono abbastanza parole per noi tutti.
Se gli scrittori non leggessero e i lettori non scrivessero, le cose nella letteratura andrebbero straordinariamente meglio.
Se la vita fosse semplice e senza problemi, non esisterebbero gli scrittori.
Se non leggi non scrivi. Forse lo scrittore è il mezzo usato dai libri per riprodursi.
Se si potesse far uso in questioni strettamente letterarie del brutto vocabolo di plagiario, tutti gli scrittori, gli artisti, i pensatori sarebbero plagiari; perché tutti si riattaccano all'arte e al pensiero precedente, svolgendolo e variandolo.
Se uno scrittore deve mettersi nei panni dell'orizzonte di attesa di un lettore, questo lettore deve essere lui stesso: che scriva dunque come e cosa gli piacerebbe leggere.
Se uno scrittore dovesse scrivere soltanto per il suo tempo, avrei dovuto spezzare la mia penna e gettarla via.
Se uno scrittore ha paura di offendere una categoria, non sarà mai un bravo scrittore.
Se uno scrittore volesse dimostrare che la libertà non gli é necessaria, assomiglierebbe a un pesce che volesse convincerci che l'acqua non gli serve.
Se uno scrittore è prolifico, date un'occhiata a sua moglie. È quasi sempre brutta. E che volete che faccia il poveretto? Scrive!
Se volete fare gli scrittori, ci sono due esercizi fondamentali: leggere molto e scrivere molto.
Se vostro figlio vuole fare lo scrittore o il poeta sconsigliatelo fermamente. Se continua minacciatelo di diseredarlo. Oltre queste prove, se resiste, cominciate a ringraziare Dio di avervi dato un figlio ispirato, diverso dagli altri.
Sebbene sia impossibile estrarre uno scrittore competente da un cattivo scrittore, e sia ugualmente impossibile tirar fuori un grande scrittore da uno bravo, è invece possibile, con molto duro lavoro, dedizione e aiuti tempestivi, trasformare in bravo uno scrittore che è solo competente.
Sembra che gli artisti, musicisti, pittori, scrittori, poeti abbiano sempre avuto un'accurata percezione del mondo che li circonda, ben diversa da quella popolare.
Si dovrebbe considerare uno scrittore come un malfattore che solo in rarissimi casi merita l'assoluzione o la grazia: questo sarebbe un rimedio contro il dilagare dei libri.
Siamo convinti che i grandi scrittori hanno messo la loro storia nelle loro opere. Si dipinge bene soltanto il proprio cuore, attribuendolo a un altro.
Solo la fama e con essa il reddito rendono "professionale" lo scrittore. Fino a che resta oscuro, appare agli occhi dei conoscenti e degli stessi famigliari nulla più che un innocuo e scontento "amateur".
Sono buoni scrittori coloro che mantengono il linguaggio efficiente. Vale a dire, che lo mantengono esatto, chiaro.
Talora uno scrittore, per dire troppo, diventa più comico dei suoi personaggi.
Tre razze di scrittori. Ci son di quelli che non dicon nulla ma lo dicon bene, ce n'è altri che dicon molto ma lo dicon male. I peggio son quelli che non dicon nullae lo dicon male.
Tutti gli scrittori scrivono della loro infanzia! Se io scrivessi della mia non ti vorresti sedere nella stessa stanza con me.
Tutti gli scrittori sono dei poveri idioti. È per questo che scrivono.
Tutti i grandi movimenti devono la loro origine a grandi oratori, non a grandi scrittori.
Un brillante oratore sa scrivere meglio di quanto un brillante scrittore sappia parlare, a meno che lo scrittore s'eserciti costantemente nell'oratoria.
Un buon lettore è raro quanto un bravo scrittore.
Un buon libro rende migliore colui che l'ha scritto.
Un buon scrittore non precisa mai.
Un fatto è disapprovare le idee politiche di uno scrittore, altra cosa, non necessariamente incompatibile con la prima, è disapprovare 'lui' perché ti costringe a pensare.
Un grande classico è uno scrittore che si può lodare senza averlo letto.
Un grande scrittore crea un suo mondo personale e i suoi lettori sono orgogliosi di viverci. Uno scrittore meno capace può interessarli per un momento, ma presto li vedrà dileguarsi.
Un libro capace di trasformare il lettore. Ogni scrittore aspira a questo risultato, anche se non è credibile che esso possa essere ottenuto da "un" solo libro.
Un talento mediocre, con una costituzione morale un po' fiacca, è il suolo che produce i più brillanti esemplari di scrittori di saggi premiati, e di epigrammi greci.
Una delle più diffuse ingenuità consiste nel ritenere che a furia di scrivere si possa diventare scrittori.
Una delle possibili definizioni giuste di scrittore, per me sarebbe addirittura la seguente: un uomo a cui sta a cuore tutto quanto accade, fuorché la letteratura.
Una grande quantità di cattivi scrittori vive unicamente della stoltezza del pubblico, che non vuol leggere se non ciò che è stato stampato il giorno stesso: sono i giornalisti.
Una parola non è la stessa in uno scrittore e in un altro. Uno se la strappa dalle viscere, l'altro la tira fuori dalla tasca del soprabito.
Uno scrittore che ha una maniera particolare di guardare le cose e riesce a dare espressione artistica alla sua maniera di guardare le cose, è uno scrittore che durerà per un pezzo.
Uno scrittore che parla dei propri libri è quasi insopportabile quanto una madre che parla dei propri figli.
Uno scrittore con l'animo in pace non è uno scrittore.
Uno scrittore deve abbandonarsi al piacere di sognare, di scrivere; anche se ciò fosse imprudente. Però chissà che la massima felicità non sia la lettura.
Uno scrittore deve sempre avere il suo manoscritto in tasca, non si sa mai cosa può succedere.
Uno scrittore d’insuccesso: tante parole per nulla.
Uno scrittore fedele al proprio editore. Come sono fedeli al marito le donne che nessun altro vuole.
Uno scrittore ha sempre una vita di scorta quando ha deciso di barare con la sua.
Uno scrittore impegnato non è come uno scrittore solenne.
Uno scrittore muore quando cessa di avere, ed esercitare, onnivora curiosità.
Uno scrittore non dimentica mai la prima volta che accetta qualche moneta o un elogio in cambio di una storia. Non dimentica mai la prima volta che avverte nel sangue il dolce veleno della vanità e crede che, se riuscirà a nascondere a tutti la sua mancanza di talento, il sogno della letteratura potrà dargli un tetto sulla testa, un piatto caldo alla fine della giornata e soprattutto quanto più desidera: il suo nome stampato su un miserabile pezzo di carta che vivrà sicuramente più a lungo di lui. Uno scrittore è condannato a ricordare quell'istante, perché a quel punto è già perduto e la sua anima ha ormai un prezzo.
Uno scrittore non sceglie i suoi argomenti, sono questi ultimi a sceglierlo.
Uno scrittore professionista fa ribrezzo, perché tutto quello che mangia lo trasforma in carta.
Uno scrittore professionista è un dilettante che non ha mai smesso di scrivere.
Uno scrittore vero non prende appunti per strada o al caffè perché significherebbe che sta rubando tempo alla scrittura interna che non deve cessare mai e che va celata sempre.
Uno scrittore è ingiusto con se stesso quando è incapace di essere duro con se stesso.
Uno scrittore è produttivo non nella misura in cui produce idee, ma nella misura in cui arricchisce l’editore che pubblica le sue opere.
Uno scrittore è qualcuno che prima di trinciare giudizi, le cose le apprezza per quello che sono.
Uno scrittore è sempre qualcuno, per me, che ha fallito a qualche altra cosa nella vita.
Uno scrittore è un idiota che, non contento di aver annoiato chi ha vissuto con lui, insiste a voler annoiare le generazioni future.
Uno scrittore è un uomo che con una musica gentile si tira vicino un lettore poi gli appiccica una frustata in faccia e questa frustata è salutare perché o fracassa una menzogna convenzionale o schianta in due un pregiudizio.
Vero é, che la penna in mano di un eccellente scrittore riesce per sé stessa un'arma assai più possente e terribile, e di assai più lungo effetto, che non lo possa mai essere nessuno scettro, né brando, nelle mani d'un principe.
Vi sono due tipi di scrittori: coloro che scrivono per amore della cosa, e coloro che scrivono per scrivere. I primi hanno avuto idee oppure esperienze che sembrano loro degne di essere comunicate; i secondi hanno bisogno di denaro e perciò scrivono per denaro. Essi pensano al fine di scrivere.
Vi sono soltanto due modi per essere un buono scrittore: accettare la vita nella sua interezza come Omero, Shakespeare o Goethe, oppure, come Pascal, Proust, Leopardi, Baudelaire, rifiutarsi in ogni momento di perdere di vista il suo orrore.
È difficile essere allo stesso tempo uno scrittore e un gentiluomo.
È dovere dello scrittore scavare col linguaggio, raschiare vicino all'osso.
È evidente che la famiglia degli scrittori si ridurrebbe rapidamente a numeri di scarsissima entità, se a chi fa un libro si ponesse la limitazione, fatale, di non dire niente che non rientri nello scopo.
È facile respingere le piaggerie d'uno scrittore, invece il livore e l'avversione trovano sempre ascolto favorevole, perché l'adulazione porta con sé l'accusa infamante di servilismo, mentre la critica maligna presenta un fallace aspetto di libertà.
È facile, dopo tutto, non essere uno scrittore. La maggior parte della gente non lo è e gli accadono solo piccoli inconvenienti.
È il compito degli intellettuali e degli scrittori porre dei dubbi sulla perfezione.
È impossibile scoraggiare i veri scrittori; non gliene importa nulla di quello che dici, loro devono scrivere.
È in ogni uomo attendersi che forse la parola, una parola, possa trasformare la sostanza di una cosa. Ed è nello scrittore di crederlo con assiduità e fermezza.
È sicuramente un cattivo autore quello che pretende di scrivere per la posterità. Non si deve sapere per chi si scrive.