Passione

Aforismi

Massa

Al diritto divino dei re s'è sostituito il diritto meglio che divino delle masse; all'infallibilità del papa l'infallibilità delle maggioranze. Il rivolgimento è grande; non forse altrettanto grande il guadagno.
Bisogna offrire al popolo delle feste rumorose; gli sciocchi amano il rumore e la massa è costituita da sciocchi.
Chi non impiega fin da giovanissimo gran parte delle proprie energie per contrapporsi alla follia della massa, diventa inevitabilmente vittima dell'idiozia.
Chi è per lo sport ha le masse al suo fianco, chi è per la cultura ha le masse contro, e per questo tutti i governi sono sempre per lo sport e contro la cultura.
Cosa importano alla massa, la grande massa incapace di osservazione, che non saprebbe riconoscere un castoro dai denti o un compositore dal suo pollice sinistro, le sottigliezze dell'analisi e della deduzione!
Finché può, la massa accoglie in sé ogni cosa; ma proprio perché accoglie ogni cosa, essa si disgrega.
Forse è solo lo spirito della massa. Dare addosso all'individuo.
Gli uomini della massa sono come l'acqua che prende la forma del vaso che la contiene.
Ho imparato che solo i bisogni e le necessità della grande massa possono portare a dei mutamenti.
I movimenti di massa possono nascere e diffondersi senza credere in Dio, ma mai senza credere nel diavolo.
I sentimenti della massa sono sempre semplicissimi e molto esagerati. La massa non conosce quindi né dubbi né incertezze. Corre subito agli estremi, il sospetto sfiorato si trasforma subito in evidenza inoppugnabile, un’antipatia incipiente in odio feroce.
Il Buono è il prodotto dell'abilità artistica sia etica che spirituale degli individui; non può essere il prodotto della massa.
Il potere si conquista soltanto col soccorso delle masse e del denaro.
L'adunanza di masse è utile già per questo, che in essa l'individuo, che in principio, essendo soltanto sul punto di diventare un membro del giovane partito, si sente isolato e preso dal terrore di essere solo, vede per la prima volta lo spettacolo di una grande collettività e ne rimane incoraggiato e irrobustito.
L'individuo in massa acquista, per il solo fatto del numero, un sentimento di potenza invincibile. Ciò gli permette di cedere a istinti che, se fosse rimasto solo, avrebbe necessariamente tenuto a freno.
L'intelligenza non ha mai prodotto ricchezza e non ha assolutamente mai avuto la venerazione della massa che per definizione, non avendo intelligenza, non è in grado di prenderla in considerazione.
L'uomo che non vuole appartenere alla massa non deve far altro che cessare di essere accomodante verso se stesso; segua la sua coscienza che gli grida: "Sii te stesso!".
L'uomo-massa è l'uomo la cui vita manca di programma e va alla deriva.
La calamità sono le masse.
La cultura crea individui, l'industria vuole la massa.
La declamazione dell'autenticità individuale diventa una posa quando si parla contro la massa dimenticando di farne parte.
La grande massa pensa assai poco perché le mancano il tempo e l'esercizio necessari. Ma, così, conserva molto a lungo i suoi errori.
La grande massa è sempre pronta a rotolare verso la parte ove al momento sta il peso del potere.
La massa degli uomini serve lo stato in questo modo, non come uomini soprattutto, bensì come macchine, con i propri corpi.
La massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca memoria.
La massa non dev'essere seguita.
La massa non fa nessun progresso.
La massa non può fare a meno di uomini capaci, ma gli uomini capaci le sono sempre di peso.
La massa non si sente mai sazia. Fin quando resta un uomo non ancora catturato da lei, essa mostra il suo appetito.
La massa non vuol essere amata, ma sedotta.
La massa per me non è altro che un gregge di pecore, finché non è organizzata. Non sono affatto contro di essa. Soltanto nego che essa possa governarsi da sé. Ma se la si conduce, bisogna reggerla con due redini: entusiasmo e interesse.
La massa può amare un poeta solo per malinteso.
La massa è assai paziente, ma non è fatta per niente di un'argilla plasmabile a piacere.
La massa è impulsiva, mutevole e irritabile. È governata quasi per intero dall’inconscio. A seconda delle circostanze gli impulsi cui la massa obbedisce possono essere generosi o crudeli, eroici o pusillanimi; sono però imperiosi al punto da non lasciar sussistere l’interesse personale, neanche quello dell’autoconservazione. Nulla in essa è premeditato. Pur potendo desiderare le cose appassionatamente, non le desidera mai a lungo, è incapace di volontà duratura. Non tollera alcun indugio fra il proprio desiderio e il compimento di ciò che desidera. Si sente onnipotente, per l’individuo appartenente alla massa svanisce il concetto dell’impossibile.
La massa è straordinariamente influenzabile e credula, è acritica, per essa non esiste l’inverosimile. Pensa per immagini, che si richiamano vicendevolmente per associazione come, nel singolo, si adeguano le une alle altre negli stati di libera fantasticheria: queste immagini non vengono valutate da alcuna istanza ragionevole circa il loro accordo con la realtà.
La massa è un gregge docile che non può vivere senza un padrone. È talmente assetata di obbedienza da sottomettersi istintivamente a chiunque se ne proclami padrone.
La nostra vita quotidiana si svolge immersa nella massa, ed è sempre più pesantemente condizionata da quest'ultima. La massa non è dunque un concetto astratto di cui si occupino specialisti di saperi esoterici, bensì una realtà esperita quotidianamente, spesso dolorosamente, sempre faticosamente, dall'uomo della strada.
La società di massa si vede ad occhio nudo e si sperimenta nella vita quotidiana: le strade sono affollate, così come i mezzi di trasporto, le spiagge, i locali pubblici e via discorrendo. La nostra vita quotidiana si svolge immersa nella massa, ed è sempre più pesantemente condizionata da quest'ultima. La massa non è dunque un concetto astratto di cui si occupino specialisti di saperi esoterici, bensì una realtà esperita quotidianamente, spesso dolorosamente, sempre faticosamente, dall'uomo della strada.
Le grandi masse non sono fatte di diplomatici o di giuristi, e nemmeno di gente ragionevole, ma sono come i bimbi: ondeggianti e dubbiose.
Le idee non hanno bisogno di armi, se sono in grado di convincere le grandi masse.
Le idee, non le battaglie, segnano il progresso dell'umanità. Gli individui, non le masse, formano la cultura della razza.
Le masse hanno bisogno di un padrone forte, perché senza un controllo regnerebbe l’anarchia.
Le masse non domandano la libertà, domandano la sicurezza.
Le masse non hanno mai conosciuto la sete della verità. Hanno bisogno di illusioni e a queste non possono rinunciare. L’irreale ha costantemente in esse la precedenza sul reale, soggiacciono all’influsso di ciò che non è vero quasi altrettanto che a quello di ciò che è vero. Hanno l’evidente tendenza a non fare alcuna distinzione tra i due.
Le masse non si ribellano mai in maniera spontanea, e non si ribellano perché sono oppresse. In realtà, fino a quando non si consente loro di poter fare confronti, non acquisiscono neanche coscienza di essere oppresse.
Le masse pensano che l'ubriachezza, la stupidità e l'immoralità debbano essere loro proprietà privata, e che se uno di noi si rende ridicolo è come se andasse a caccia di frodo nelle loro riserve.
Le masse sono abbagliate più facilmente da una grande bugia che da una piccola.
Le masse sono rudi, storpie, scomposte, pericolose nelle loro pretese e nella loro influenza, e non hanno bisogno di essere lusingate, ma di essere ammaestrate.
Le masse vogliono apparire anticonformiste, così questo significa che l'anticonformismo deve essere prodotto per le masse.
Massa è "l'uomo medio".
Massa è tutto ciò che non valuta se stesso né in bene né in male mediante ragioni speciali, ma che si sente "come tutto il mondo", e tuttavia non se ne angustia, anzi si sente a suo agio nel riconoscersi identico agli altri.
Non mischiarti alla facile massa; non cresceresti. Vai dove le sfide sono grandi e le emozioni elevate. Vai dove le aspettative sono così forti che arrivano a provocarti, spingerti, e ad insistere che tu non resti in un posto. In quel modo, tu crescerai e cambierai.
Per distinguersi dalla massa occorrono tempo, denaro e fiducia in se stessi.
Per giudicare correttamente la moralità della masse, occorre tener conto del fatto che, nello stare insieme degli individui riuniti in una massa, tutte le inibizioni individuali scompaiono e tutti gli istinti crudeli, brutali, distruttivi, che nel singolo sonnecchiano quali relitti di tempi primordiali, si ridestano ed aspirano al libero soddisfacimento pulsionale. Per influsso della suggestione le masse sono però anche capaci di realizzazioni più alte, quali l’abnegazione, il disinteresse, la dedizione ad un ideale.
Poiché riguardo al vero e il falso la massa non conosce dubbi ed è però consapevole della sua grande forza, essa è a un tempo intollerante e pronta a credere all’autorità. Rispetta la forza e soggiace solo moderatamente all’influsso della bontà, che ai suoi occhi costituisce solo una sorta di debolezza. Ciò che essa richiede ai propri eroi è la forza o addirittura la brutalità. Vuole essere dominata ed oppressa e temere il proprio padrone.
Pur essendo incline a tutti gli estremi, la massa può venir eccitata solo da stimoli eccessivi. Chi desidera agire su essa, non ha bisogno di coerenza logica fra i propri argomenti; deve dipingere nei colori più violenti, esagerare e ripetere sempre la stessa cosa.
Quando le masse applaudono, ci si chiede cosa si è fatto di male; quando criticano, ci si chiede cosa si è fatto di bene.
Se due persone fumano sotto il cartello 'divieto di fumare' gli fai la multa, se venti persone fumano sotto il cartello 'divieto di fumare' chiedi loro di spostarsi, se duecento persone fumano sotto il cartello 'divieto di fumare' togli il cartello.
Se l'obbedienza è il risultato dell'istinto delle masse, la rivolta è quello della loro riflessione.
Se la massa non ti rispetta, ricorda che sei sulla strada giusta.
Sii uno con le masse e, qualunque cosa ti accada nella vita, sentirai battere con te proprio i cuori che tu stimi, e battere contro di te quelli che disprezzi!
Sono offeso da come va il mondo dalla volgarità delle masse.
Tra il grigio delle pecore si celano i lupi, vale a dire quegli esseri che non hanno dimenticato che cos'è la libertà. E non soltanto questi lupi sono forti in sé stessi, c'è anche il rischio che, un brutto giorno, essi trasmettano le loro qualità alla massa e che il gregge si trasformi in un branco. È questo l'incubo dei potenti.
Un individuo, posto in una compagnia, o in un battaglione, circondato dai suoi commilitoni, si getterà più di buon grado nella lotta, che se fosse solo. Nelle masse si sente ben protetto, anche se vi fossero mille prove per pensare il contrario.
È brutto essere oppressi da una minoranza, ma è peggio venire oppressi da una maggioranza. Perché vi è una riserva di potere latente nelle masse al quale, se viene chiamato in gioco, la minoranza può raramente resistere. Ma dalla volontà assoluta di un intero popolo non c'è appello, nessuna redenzione, nessun rifugio se non il tradimento.
È la massa ad avere il senso comune, che invece è sempre mancato ai dotti di ogni epoca.
È meglio guadagnarsi la fiducia e il rispetto dei propri figli, che acquisire la notorietà e l'adulazione delle masse.
È più facile morire per le masse che viverci insieme.
È prova di una mente semplice e molto primitiva che uno desideri di pensare come le masse o la maggioranza, semplicemente perché la maggioranza è maggioranza. La verità non cambia perché è, o non è, creduta dalla maggioranza delle persone.
È sempre stata attribuita allo sport, in ogni epoca e soprattutto da ogni governo, un'importanza grandissima, per la buona ragione che lo sport intrattiene e obnubila e rimbecillisce le masse.