Passione

Aforismi

Libri

A che di libri può crescer lo stuolo?! Purché insegnasse a vivere e morire, soverchierebbe al mondo un libro solo.
A che serve un libro senza dialoghi né figure?
A cosa serve avere tanti libri e librerie se poi non basterebbe una vita intera per leggere solo i titoli?
A leggere la quarta di copertina dei libri in commercio, sembrerebbe che in circolazione ci siano soltanto capolavori.
A non leggere troppi libri, quante mai cose s'imparano!
A scrivere un libro brutto si fa la stessa fatica che a scriverne uno bello; e il libro brutto viene con la stessa sincerità dell'anima dell'autore.
A volte capita a noi come ai libri: ci troviamo nel posto sbagliato.
A volte, mentre passeggio, mi viene voglia di andare in una libreria. Entrare e trascorrere del tempo, prendendo ogni tanto un libro in mano, mi rilassa. Mi fa stare bene. Mi fa sentire sempre un po' più intelligente e interessante di come sono realmente.
Abbiamo bisogno di libri che agiscano su di noi come una disgrazia che ci fa molto male, come la morte di uno che ci era più caro di noi stessi, come se fossimo respinti nei boschi, via da tutti gli uomini, come un suicidio.
Accade ai libri come alle ragazze, fra le quali spesso le migliori e più degne rimangono trascurate. Ma finalmente appare qualcuno che le tira dall'oscurità del loro rifugio alla luce d'un bel campo d'azione.
Ah! Quanti libri non si scriverebbero affatto se si volessero denunciare le devastazioni causate dalle idiozie assolute.
Alcuni libri ci lasciano liberi e alcuni libri ci rendono liberi.
Alcuni libri sono immeritatamente dimenticati; nessuno è ricordato immeritatamente.
Alcuni libri vanno assaggiati, altri inghiottiti, pochi masticati e digeriti.
Ammiro il libro che mi obbliga a leggerlo.
Anche per i libri vale il detto “Meglio pochi ma buoni”.
Appartengono alla letteratura tutti i libri che si possono leggere due volte.
Avere dei libri senza leggerli è come avere dei frutti dipinti.
Avvezzatevi per tempo a bastare a voi stessi, e cercate rifugio nei vostri libri.
Bisogna sempre essere prudenti con i libri e con ciò che contengono, perché le parole hanno il potere di cambiarci.
Bisogna sfogliare un'intera biblioteca per fare un libro.
Bisognerebbe leggere, credo, soltanto i libri che mordono e pungono. Se il libro che leggiamo non ci sveglia con un pugno sul cranio, a che serve leggerlo?
Bisognerebbe studiare le persone allo stesso modo in cui si studiano i libri.
Buoni amici, buoni libri e una coscienza sonnacchiosa: questa è la vita ideale.
C'è chi scrive per pubblicare un libro, e chi pubblica un libro per averlo scritto.
C'è chi stima i libri dal loro peso, quasi che si scrivesse per fare esercizio di braccia più che di ingegno.
C'è gente che è sempre del parere dell'ultimo libro che legge.
C'è gente tanto brava da scrivere due libri contemporaneamente: il primo e l'ultimo.
C'è più filosofia in una bottiglia di vino che in tutti i libri.
C'è solo un modo di sconfiggere il nemico, ed è quello di scrivere meglio che ti è possibile. Il miglior argomento è un innegabile buon libro.
Capite ora perché i libri sono odiati e temuti? Perché rivelano i pori sulla faccia della vita. La gente comoda vuole soltanto facce di luna piena, di cera, facce senza pori, senza peli, inespressive.
Certi libri costituiscono un tesoro, un fondamento; letti una volta, vi serviranno per il resto della vita.
Certi libri già dopo tre righe mostrano un radiatore che fuma.
Certi libri sembrano scritti non perché da essi si impari qualcosa, ma perché si sappia che l'autore sapeva qualcosa.
Che ci vuole a scrivere un libro? Leggerlo è la fatica.
Che diversità, che cambiamento e che interesse nei libri, se si scrivesse soltanto quel che si pensa!
Che sensazione di sicurezza dà un vecchio libro che il Tempo ha criticato per noi!
Checché se ne dica, il libro cartaceo, in fin dei conti, possiede un solo vero ineguagliabile vantaggio rispetto al libro elettronico: quello di essere un prezioso e gradevole oggetto d’arredamento.
Chi accumula libri, accumula desideri; e chi ha molti desideri è molto giovane, anche a ottant'anni.
Chi fa un libro ci mette dentro, di solito la parte migliore di sé; e per questo, conversare con i libri, è più piacevole che conversare con gli uomini.
Chi ti promette libri nel deserto è perché ha molta sete.
Chi trova un buon libro trova un tesoro.
Ci dovrebbe essere un tempo nella vita adulta dedicato a rivisitare le letture più importanti della gioventù. Se i libri sono rimasti gli stessi noi siamo certamente cambiati, e l’incontro è un avvenimento del tutto nuovo.
Ci sono coloro che vogliono dei libri e per ottenere il loro scopo trasformerebbero un essere umano in materiale da stampa.
Ci sono crimini peggior del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli.
Ci sono crimini peggiori del bruciare libri. Uno di questi è non leggerli.
Ci sono degli uomini che sembrano nati solo per succhiare il veleno dei libri.
Ci sono dei libri ingiustamente dimenticati, non ce ne sono di ingiustamente ricordati.
Ci sono due motivi per leggere un libro: uno, che puoi godertelo, l'altro, che puoi vantarti di averlo letto.
Ci sono libri brevi che, per essere compresi come si meritano, è necessaria una vita molto lunga.
Ci sono libri che non sarebbero degni neppure d’essere bruciati.
Ci sono libri che non si dovrebbero osare se non dopo i quarant’anni.
Ci sono libri che si posseggono da vent’anni senza leggerli, che si tengono sempre vicini, che uno si porta con sé di città in città, di paese in paese, imballati con cura, anche se abbiamo pochissimo posto, e forse li sfogliamo al momento di toglierli dal baule; tuttavia ci guardiamo bene dal leggerne per intero anche una sola frase. Poi, dopo vent’anni, viene un momento in cui d’improvviso, quasi per una fortissima coercizione, non si può fare a meno di leggere uno di questi libri d’un fiato, da capo a fondo: è come una rivelazione. Ora sappiamo perché lo abbiamo trattato con tante cerimonie.
Ci sono libri che una volta aperti non riesco a chiudere, altri che una volta chiusi non riesco più a riaprire.
Ci sono libri e giornali che fanno gli uomini pensatori in camera e sciocchi nel mondo.
Ci sono libri, certamente molto rari, così vasti e profondi, che non si finisce praticamente mai di percorrere e conoscere in tutta la loro estensione; per cui, pur ritornandovi più volte nel corso degli anni, si può essere sicuri di fare sempre qualche nuova interessante scoperta.
Ci sono più tesori in un libro che in tutti i covi dei pirati dell'Isola del Tesoro... e meglio di ogni altra cosa, puoi goderti queste ricchezze ogni giorno della tua vita.
Ciò che è stato scritto senza passione, verrà letto senza piacere.
Coloro che leggono molti libri sono come i masticatori d'hashish: vivono in un sogno, e il veleno sottile che penetra nei loro cervelli li rende insensibili al mondo reale. Verrà il giorno che saremo tutti bibliotecari, e allora sarà finita per noi.
Colui che ripete quel che non comprende non è migliore di un asino che porti un carico di libri.
Come le molte e complicate leggi in politica, così i molti e complicati libri sono segni indiscutibili di decadenza.
Come una partitura spetta a chi la suona, così il libro è del lettore, affidato alla sua irripetibile esecuzione.
Comporre i nostri costumi è il nostro compito, non comporre dei libri, e conquistare non battaglie e province, ma l'ordine e la tranquillità alla nostra vita. Il nostro grande e glorioso capolavoro è vivere come si deve. Tutte le altre cose, regnare, ammassare tesori, costruire, non sono pere lo più che appendici e ammennicoli.
Con il passare dei secoli, aumenterà il numero di libri, al punto che possiamo prevedere un tempo in cui imparare dai libri sarà difficile come studiare l’universo.
Con un libro al capezzale, anche la morte è una tenera amante.
Conoscere i libri è una forza, conoscerli più della vita una debolezza.
Conservare e trasmettere la memoria, imparare dall'esperienza degli altri, condividere la conoscenza del mondo e di noi stessi sono alcuni dei poteri (e pericoli) che i libri ci conferiscono, e le ragioni per cui li custodiamo con amore e li temiamo.
Contrariamente alle buone bottiglie, i buoni libri non invecchiano. Ci aspettano sui nostri scaffali e siamo noi a invecchiare. Quando ci riteniamo abbastanza "invecchiati" per leggerli, li affrontiamo un’altra volta.
D'un classico ogni rilettura è una lettura di scoperta come la prima.
Dai libri che rileggi conosco la tua età, la tua indole, quello che hai sofferto, quello che speri.
Dai libri imparo meno che dalla vita; un solo libro mi ha molto insegnato: il vocabolario. Ma adoro anche la strada, ben più meraviglioso vocabolario.
Datemi un libro e sopporterò il mondo.
Definizione di un classico: un libro che si crede che tutti abbiano letto e che spesso tutti credono di aver letto.
Deve essere assolutamente facile dire in mezz'ora se un libro vale qualcosa o non vale niente. Dieci minuti bastano, se uno ha istinto per la forma.
Di libri basta uno per volta, quando non è d'avanzo.
Di tutte le cose i libri sono stati quelli che ho più amato.
Dopo il piacere di possedere i libri, difficilmente c'è qualcosa di più piacevole che parlarne, e comunicare al pubblico l'innocente ricchezza di pensiero che abbiamo acquisito dalla cultura delle lettere.
Dove bruciano libri, prima o poi qualcuno accenderà un televisore.
Dovunque si bruciano i libri, si finisce per bruciare anche gli uomini.
E tu scopri che il mondo deve essere pieno di cose meravigliose e per conoscerle tutte, visto che la vita non ti basterà a percorrere tutta la terra, non rimane che leggere tutti i libri.
Edizioni economiche di grandi libri possono essere deliziose, ma edizioni economiche di grandi uomini sono assolutamente detestabili.
Erano aspiranti lettori che non avevano mai aperto un libro.
Esistono due motivi per leggere un libro: uno, perché vi piace, e l'altro, che potrete vantarvi di averlo letto.
Essendo la vita assai breve, e le ore tranquille poche, non dovremmo sprecarne nessuna per leggere libri senza valore.
Essere un collezionista di libri significa combinare le peggiori caratteristiche di un drogato con quelle di un taccagno.
Fare un libro è un mestiere, come fare una pendola: ci vuol qualcosa di più che la sola intelligenza, per essere un autore.
Fare un’opera e, dopo averla fatta, riconoscere che è brutta, è una delle tragedie dell’anima. Soprattutto è grande quando si riconosce che quell’opera è la migliore che si potesse fare.
Finché non abbiamo letto tutti i libri antichi, non c'è ragione di preferire i moderni.
Giudicare poco importante un libro non appena si scopre che mira a un qualunque fine. La prima qualità richiesta ai libri di qualità è la necessità.
Gli altri fanno libri. Quanto a me, io faccio la mia mente.
Gli anni ci insegnano più dei libri.
Gli autori dei libri di storia dedicano troppa attenzione ai cosiddetti “momenti forti” e troppo poca ai momenti di silenzio.
Gli infaticabili lettori di libri sono come gli eterni copisti di quadri che, quando provano a dipingere qualcosa di originale, trovano che manca loro l'occhio veloce, la mano sicura e i colori brillanti, e perciò non riescono a riprodurre le forme viventi della natura.
Gli scritti più vicini alla perfezione, hanno questa proprietà, che ordinariamente alla seconda lettura piacciono più che alla prima. Il contrario avviene in molti libri composti con arte e diligenza non più che mediocre, ma non privi però di un qual si sia pregio estrinseco ed apparente; i quali, riletti che sieno, cadono dall'opinione che l'uomo ne avea conceputo alla prima lettura.
Gli unici libri che ci influenzano sono quelli per i quali siamo pronti e che sono andati leggermente oltre nel nostro particolare cammino.
Gli uomini non capiscono i libri finché non hanno vissuto un po', o in ogni caso, nessun uomo capisce un libro profondo finché non ha visto o vissuto almeno parte del contenuto di esso.
Gli uomini non si dividono in buoni e cattivi, meridionali e settentrionali, intelligenti e stupidi, o le altre mille distinzioni che inventiamo per vivacizzare l’esistenza. Si dividono in «spiegazzatori di libri» e «non spiegazzatori di libri». I primi sono piú felici. I secondi possono diventarlo.
Guai al libro che si può leggere senza interrogarsi per tutto il tempo sull'autore!
Ho cercato la pace ovunque, non l'ho trovata da nessuna parte se non in un angolo con un libro.
Ho il negozio, e i libri mi proteggono da tutto quello che c’è fuori.
I bei libri non servono che a mettere addosso la paura di scriverne brutti.
I bei libri si distinguono perché sono più veri di quanto sarebbero se fossero storie vere.
I buoni libri non si vendono.
I buoni libri non ti rivelano subito tutti i loro segreti.
I classici sono libri che esercitano un'influenza particolare sia quando s'impongono come indimenticabili, sia quando si nascondono nelle pieghe della memoria mimetizzandosi da inconscio collettivo o individuale.
I classici sono libri che quanto più si crede di conoscerli per sentito dire, tanto più quando si leggono davvero si trovano nuovi, inaspettati, inediti.
I classici sono quei libri che ti fanno odiare la scuola.
I classici sono quei libri di cui si sente dire di solito: "Sto rileggendo..." e mai "Sto leggendo...".
I confini di un libro non sono mai netti né rigorosamente delimitati.
I discorsi non sono che rumore e i libri non sono che carta.
I geni non possono propriamente leggere un libro infatti durante la lettura svilupperebbero maggiormente se stessi piuttosto che capire lo scritto.
I libri aggiungono all'infelicità dell'uomo una profondità che scambiamo per consolazione.
I libri andrebbero scritti unicamente per dire cose che non si oserebbe confidare a nessuno.
I libri brutti sono come le donne brutte: non ci si può mica cavarne fuori molto.
I libri buoni, dopotutto, non mancano; ciò che scarseggia sono i buoni lettori.
I libri che hai studiato sono soltanto le impronte cancellate dei passi dei saggi del passato. Queste impronte sono lasciate da delle scarpe, ma non sono quelle scarpe.
I libri che il mondo chiama immorali sono i libri che mostrano al mondo la sua vergogna.
I libri che recensiva li leggeva soltanto in seguito. Così sapeva già quello che ne pensava.
I libri che tutti ammirano sono quelli che nessuno legge.
I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante.
I libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi, ci consigliano e si legano a noi con una sorta di familiarità attiva e penetrante.
I libri condussero alcuni alla saggezza, altri alla follia.
I libri devono costare fatica, altrimenti non ci servono a nulla.
I libri dicono: lei ha fatto questo perché. La vita dice: lei ha fatto questo. I libri sono dove ti vengono spiegate le cose, la vita dove le cose non vengono spiegate.
I libri hanno gli stessi nemici dell'uomo: il fuoco, l'umidità, il tempo e il proprio contenuto.
I libri hanno un proprio orgoglio: quando si prestano non ritornano più.
I libri hanno valore soltanto se conducono alla vita, se servono e giovano alla vita, ed è sprecata ogni ora di lettura dalla quale non venga al lettore una scintilla di forza, un presagio di nuova giovinezza, un alito di nuova freschezza.
I libri in edizione economica sono molto interessanti ma penso che non sostituiranno mai i libri con le copertine classiche, sono degli ottimi fermaporta.
I libri mi piacciono perché non strillano, sono silenziosi, eppure dicono un sacco di cose.
I libri migliori sono proprio quelli che dicono quel che già sappiamo.
I libri migliori sono quelli che ci consentono di leggere ciò che sta scritto in noi stessi.
I libri nascono dall’ignoranza e, se continuano a vivere dopo essere stati scritti, lo fanno solo nella misura in cui sfuggono alla comprensione.
I libri nel tempo sono come i telescopi nello spazio: così gli uni come gli altri ne avvicinano gli oggetti lontani.
I libri non hanno alcun bisogno degli autori, una volta che sono stati scritti.
I libri non servono per sapere ma per pensare, e pensare significa sottrarsi all'adesione acritica per aprirsi alla domanda, significa interrogare le cose al di là del loro significato abituale reso stabile dalla pigrizia dell'abitudine.
I libri non sono fatti per arredare, ma non c'è nulla che così bene arredi una casa.
I libri non sono fatti per crederci, ma per essere sottoposti a indagine. Di fronte a un libro non dobbiamo chiederci cosa dica ma cosa vuole dire.
I libri non sono strumenti di perfezione, ma barricate contro il tedio.
I libri non sostituiscono la vita, ma neppure la vita sostituisce i libri.
I libri o i film o tutto quello che facciamo, in fondo non serve che a questo, a fuggire da noi stessi.
I libri pensano per me.
I libri per necessità sono come quelle persone che stando cogli altri, parlano sempre esse, e non ascoltano mai. Per tanto è di bisogno che il libro dica molto buone e belle cose, e dicale molto bene; acciocché dai lettori gli sia perdonato quel parlar sempre. Altrimenti è forza che così venga in odio qualunque libro, come ogni parlatore insaziabile.
I libri piccoli sono più duraturi di quelli grossi e vanno più lontano. I librai stimano quelli grossi, ma i lettori preferiscono i piccoli. Ciò che è raffinato è migliore di ciò che è prolisso.
I libri più utili sono quelli dove i lettori fanno essi stessi metà del lavoro: penetrano i pensieri che vengono presentati loro in germe, correggono ciò che appare loro difettoso, rafforzano con le proprie riflessioni ciò che appare loro debole.
I libri più vecchi per chi non li ha letti sono appena usciti.
I libri potenti si ricordano come se fossero d'una pagina sola.
I libri seri non istruiscono, interrogano.
I libri servono a capire e a capirsi, e a creare un universo comune anche in persone lontanissime.
I libri si dividono in due categorie: i libri per adesso e i libri per sempre.
I libri si fanno solo per legarsi agli uomini al di là del nostro breve respiro e difendersi così dall’inesorabile avversario di ogni vita: la caducità e l’oblio.
I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare.
I libri sono come sentieri di sabbia che conservano le impronte dei passi.
I libri sono cose già pensate, già fatte, già dette, che tu devi elaborare, fare tue. Il tuo interlocutore di carta è sempre gentile, paziente, non ti lascia mai a metà strada. È una persona che ti chiede di ascoltarlo, con il quale puoi fare dei viaggi meravigliosi.
I libri sono dei divertenti piccoli pezzi portatili di pensiero.
I libri sono di chi li legge.
I libri sono gli amici più tranquilli e costanti, e gli insegnanti più pazienti.
I libri sono i grandi guardiani dei tesori del genere umano. Essi conservano da un secolo all'altro il meglio, che fu mai pensato o inventato, e ci fan sapere ciò che una volta fu vivente in terra.
I libri sono i migliori amici che l'uomo possa avere. Scegli quelli che preferisci; puoi sempre fidarti di loro ed essi ti saranno utili nel tuo lavoro, nel tuo riposo, nei tuoi affari. Li hai sempre vicino, ai tuoi ordini.
I libri sono i soldi della letteratura, ma solo i gettoni della scienza.
I libri sono l'alimento della giovinezza e la gioia della vecchiaia.
I libri sono l'umanità stampata.
I libri sono la maledizione della razza umana.
I libri sono la merce più strana di questo mondo: sono stampati da chi non li capisce, venduti, legati, criticati, letti da chi non li capisce, ed ora persino anche scritti da gente che non li capisce.
I libri sono le finestre attraverso le quali l'anima guarda fuori.
I libri sono lunghe lettere che inviamo agli amici.
I libri sono per loro natura strumenti democratici e critici: sono molti, spesso si contraddicono, consentono di scegliere e di ragionare. Anche per questo sono sempre stati avversati dal pensiero teocratico, censurati, proibiti, non di rado bruciati sul rogo insieme ai loro autori.
I libri sono specchi: riflettono ciò che abbiamo dentro.
I libri sono un antidoto alla tristezza.
I libri sono un'assicurazione sulla vita, una piccola anticipazione di immortalità. All'indietro anziché in avanti.
I libri sono una bella cosa a modo loro, ma sono un ben misero surrogato della vita.
I libri sono vettori di civiltà. Senza i libri, la storia è muta, la letteratura ottusa, la scienza zoppa, il pensiero e la speculazione a un punto morto.
I libri specialmente, che ora per lo più si scrivono in minor tempo che non ne bisogna a leggerli, vedete bene che, siccome costano quel che vagliono, così durano a proporzione di quel che costano.
I libri vanno letti con la stessa cura e con la stessa riservatezza con cui sono stati scritti.
I libri vengono usati meno come 'occhiali' per guardare la natura, che come imposte per tenerne lontana la forte luce e la scena mutevole da occhi deboli e temperamenti apatici.
I libri è meglio ruminarli che divorarli.
I libri, per quanto buoni, non possono sempre piacere. Le menti non sempre bramano il loro cibo.
I maggiori critici dei miei libri sono quelle persone che non li hanno mai letti.
I miei libri sono amici che non mi tradiscono mai.
I migliori compagni di viaggio sono i libri: parlano quando si ha bisogno, tacciono quando si vuole silenzio. Fanno compagnia senza essere invadenti. Danno moltissimo, senza chiedere nulla.
I nemici dei buoni libri e del buon gusto non sono comunque coloro che disprezzano i libri, ma chi legge di tutto.
I personaggi, le frasi e le parole trovate nei libri sono come ponti che ti permettono di spostarti da dove sei verso dove vuoi andare, e quasi sempre è un ponte che unisce il tuo vecchio io a quello nuovo che ti attende.
I piccoli libri vengono letti ma non presi in considerazione, quelli grossi non vengono letti ma sono molto considerati.
I veri libri devono essere figli non della luce e delle chiacchere ma dell'oscurità e del silenzio.
Ignorare certi libri, certe peculiarità della scienza letteraria, resterà sempre, quand'anche si tratti di un uomo di genio, un segno di rozzezza intellettuale.
Il bene di un libro sta nell'essere letto. Un libro è fatto di segni che parlano di altri segni, i quali a loro volta parlano delle cose. Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.
Il buon lettore fa il buon libro.
Il diluvio di giornali, tutti i libri pubblicati anno per anno dagli intellettuali, scivolano sui milioni di uomini dei ceti inferiori come l'acqua sul cuoio unto d'olio.
Il fare un libro è meno che niente, se il libro fatto non rifà la gente.
Il giornalismo è un viaggio all'esterno di se, i libri sono un viaggio dentro di se.
Il giudizio, l'esperienza, l'iniziativa, il carattere sono le condizioni di successo nella vita; e tutte questo non lo si apprende sui libri.
Il guaio di un libro è che scopri cosa contiene solo quando è troppo tardi.
Il libro che per primo meriterebbe di essere proibito è il catalogo dei libri proibiti.
Il libro deve desiderare penna, inchiostro e scrivania: ma di solito sono penna, inchiostro e scrivania a desiderare il libro. Perciò oggi i libri valgono così poco.
Il libro essenziale, il solo libro vero, un grande scrittore non deve, nel senso corrente, inventarlo, poiché esiste già in ciascuno di noi, ma tradurlo. Il dovere e il compito di uno scrittore sono quelli di un traduttore.
Il libro non è un ente chiuso alla comunicazione: è una relazione, è un asse di innumerevoli relazioni.
Il libro reale è quello in cui le parole diventano sempre più luminose man mano che la nostra esperienza aumenta o quando siamo guidati e spinti a considerarlo con maggiore attenzione.
Il libro ti muta nell’essenza.
Il libro è l'oppio dell'Occidente.
Il libro è una delle possibilità di felicità che abbiamo noi uomini.
Il libro, creando un pubblico, produce lettori che a loro volta lo condizioneranno.
Il luogo comune tradizionale scandalizza l'uomo moderno. Il libro più sovversivo nel nostro tempo sarebbe una raccolta di vecchi proverbi.
Il miglior libro è quello mai scritto.
Il miglior metodo per la lettura dei libri è quello di seguire la legge del piacere.
Il mio pensiero è stato formato dai libri; il mio desiderio dalle immagini.
Il mondo vivrebbe molto più facilmente senza libri che senza fogne. E ci sono posti sulla terra dove ce ne sono pochi degli uni e poche delle altre. Io naturalmente preferirei vivere senza fogne, ma io sono malato.
Il mondo è fatto per finire in un bel libro.
Il mondo è un bel libro, ma poco serve a chi non lo sa leggere.
Il mondo è un libro del quale ogni passo ci apre una pagina.
Il motivo per cui vengono scritti così pochi libri buoni è che così poche persone che possono scrivere sanno tutto.
Il nome di uno scrittore, il titolo di un libro, possono a volte, e per alcuni, suonare come quello di una patria.
Il nostro appetito per i libri è come il nostro appetito per il cibo.
Il piú originale ed elettrizzante dei libri gialli sarebbe quello in cui la vittima, alla fine, fosse l’autore stesso. Ancora nessuno, a quanto pare, ha avuto il coraggio di scriverlo.
Il pregio di un libro consiste nella sua utilità o nella sua piacevolezza, o in ambedue le cose, quando ne ha le qualità; ma il successo, che non prova sempre l'esistenza del merito, è spesso legato più alla scelta del soggetto che alla sua esecuzione, all'insieme dei fatti e personaggi presentati, piuttosto che al modo della loro trattazione.
Il primo libro sarebbe meglio non averlo mai scritto. Finché il primo libro non è scritto, si possiede quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita.
Il principale vantaggio della diffusione del libro elettronico sarà quello di liberarci, finalmente, dalla piaga dei libri stampati con caratteri minuscoli, esecrabile vizio editoriale contro il quale neppure gli autorevoli richiami di un Leopardi, di uno Schopenhauer o di un Kundera avevano mai potuto qualcosa. Sia benedetta la tecnologia.
Il rischio in realtà piú frequente, è leggere quel tipo di libri che sarebbe stato meglio non leggere, o che sarebbe stato meglio che non fossero stati pubblicati e scritti.
Il successo di molti libri è dovuto all'affinità tra la mediocrità delle idee dell'autore e la mediocrità del pubblico.
Il tuo classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.
Il vero luogo natio è quello dove per la prima volta si è posato uno sguardo consapevole su sé stessi: la mia prima patria sono stati i libri.
Imparare ad ascoltare le parole degli altri, a leggere i libri e sospendere il giudizio sono questi gli strumenti per conseguire la capacità di giudizio degli antichi.
In fondo, ciò che cerchiamo in un libro è un compagno o una guida, un amico sincero o un buon maestro.
In un libro, come in tutto, ci sono cose buone, altre mediocri, altre cattive.
Inconsapevolmente noi andiamo cercando nei libri le parole che ci aiutino a esprimere i nostri pensieri.
Inganno dell’apparenza: i libri più lunghi non sono quelli col maggior numero di pagine, ma quelli più noiosi.
Insegna l'adagio latino che bisogna guardarsi dall'uomo di un solo libro, ed ha ragione; ma bisogna anche guardarsi un qualche po' dall'uomo di troppi libri.
Internet è la più grande biblioteca del mondo. È solo che tutti i libri sono sparsi sul pavimento.
Io dico e credo, che il libro è e deve essere la quintessenza del suo scrittore e che se non è tale, egli sarà cattivo, debole, volgare, di poca vita e di effetto nessuno.
Io leggo sempre e sempre meno. Non ho perdonato i libri per aver mancato di dirmi la verità e rendermi felice.
Io non ho mai aspirato 'ai' libri, aspiro 'al' libro, scrivo perché credo in 'una' verità da dire, e se torno a scrivere non è perché mi accorga di 'altre' verità che si possono aggiungere, e dire 'in più', dire 'inoltre', ma perché qualcosa che continua a mutare nella verità mi sembra esigere che non si smetta mai di ricominciare a dirla.
Io non posso vivere senza libri.
Io sono sicuro di avere un'anima, e tutti i libri con i quali i materialisti hanno infastidito il mondo non mi possono convincere del contrario.
L'amore dei libri è fonte, per sé solo, di mille piaceri vivissimi, piaceri della vista, del tatto, dell'odorato. Certi libri, si gode a palparli, a lisciarli, a sfogliarli, a fiutarli.
L'apprendimento si acquisisce leggendo libri, ma l'apprendimento molto più necessario, la conoscenza del mondo, si acquisisce soltanto leggendo gli uomini, e studiando tutte le loro diverse sfaccettature.
L'argomento del mio libro sono io.
L'enorme moltiplicarsi dei libri in ogni ramo dello scibile è uno fra i peggiori flagelli dell'età nostra, uno dei più seri ostacoli al raggiungimento d'ogni conoscenza positiva.
L'esperienza è figlia del pensiero, e il pensiero è figlio dell'azione. Non possiamo conoscere gli uomini dai libri.
L'essenza di tutti i libri, di tutte le tradizioni, di tutte le storie, si riduce a questo: una moglie che inganna il marito, un marito che inganna la moglie, o una moglie e un marito che si ingannano a vicenda.
L'influsso esercitato dai luoghi sui libri e quello dai libri sui luoghi somiglia al problema dell'uovo e della gallina.
L'istruzione è la conoscenza di ciò che gli altri in genere non sanno, e che non possiamo apprendere che di seconda mano per mezzo dei libri, o di altre sorgenti artificiali.
L'oro, l’argento, i gioielli, la ricca veste, il palazzo di marmo, il bel podere, i dipinti, il destriero dall’elegante bardatura, e le altre cose del genere, recano con sé un godimento inerte e superficiale; i libri ci danno un diletto che va in profondità, discorrono con noi.
L'ultima cosa che si scopre scrivendo un libro è come cominciare.
L'umanità è andata avanti per secoli leggendo e scrivendo prima su pietre, poi su tavolette, poi su rotoli, ma era una fatica improba. Quando ha scoperto che si potevano rilegare tra loro dei fogli, anche se ancora manoscritti, ha dato un sospiro di sollievo. E non potrà mai più rinunciare a questo strumento meraviglioso. La forma-libro è determinata dalla nostra anatomia.
L'unica opera grande e perfetta è quella che non si sogna mai di realizzare.
L'uomo costruisce case perché è vivo, ma scrive libri perché si sa mortale. Vive in gruppo perché è gregario, ma legge perché si sa solo.
La bellezza di un libro come oggetto non può prescindere dal suo contenuto. Non c'è infatti sopruso maggiore di un libro stupido rilegato lussuosamente.
La biblioteca è l'arena in cui ogni giorno si rinnova la lotta omerica fra i libri e i lettori.
La caratteristica dei grandi libri è che ogni lettore ne è l'autore.
La cenere del passato ha la sua fenice, il libro.
La censura è una buona cosa, poiché in tal modo a ogni libro è garantito almeno un lettore attento.
La cosa peggiore del leggere nuovi libri è che ci impedisce di leggere quelli vecchi.
La cultura ha guadagnato soprattutto da quei libri con cui gli editori hanno perso.
La disattenzione è il modo più diffuso di leggere un libro, ma la maggior parte dei libri oggi non sono soltanto letti ma scritti con disattenzione.
La duplice scortesia del lettore nei confronti dell'autore consiste nel lodare il secondo libro di costui a spese del primo (o viceversa) e nel volere che l'autore gliene sia grato.
La fatica di leggere non può competere con la facilità di guardare, e allora, rispetto al libro, la televisione sarà il medium più amichevole perché è quello che "dà meno da fare".
La fraternità con i libri è forse la più alta forma di vita sociale.
La frequentazione dei libri esige una certa sedentarietà, un certo grado di imborghesimento necessario.
La gente che sa leggere si appropria del meglio che trova nei libri e poi se ne adorna come pare facciano certi granchi quando s'agghindano di alghe per imbellirsi.
La maggior parte dei libri attuali dà l'impressione di essere stata fatta in una giornata con dei libri letti il giorno avanti.
La maggior parte dei libri saranno dimenticati. Impressione duratura la fanno solo quelli in cui l’autore ha messo tutto se stesso. In tutte le grandi opere si ritrova l’autore tutto intero.
La maggior parte delle persone è incapace di giudicare il valore dei libri. Però nessuno vuole rimanere fuori dalla corrente che muove il mondo.
La mancanza di lettura di buoni libri indebolisce la visione e rafforza la nostra tendenza più fatale, il convincimento che il "qui ed ora" sia tutto quello che c'è.
La memoria è più potente del ricordo. La memoria rimarrà nelle pagine dei libri, il ricordo no.
La mente deve essere formata con una lettura attenta e profonda, non con la lettura di molti libri.
La moltitudine dei libri ci rende ignoranti.
La persecuzione contro i libri è propria di tutti i regimi dispotici, e basterebbe questo per farci amare la lettura.
La prefazione di un libro potrebbe essere chiamata il parafulmine.
La prima regola da seguire per evitare di scrivere un libro noioso, è quella di non scriverlo affatto.
La propagazione della verità e della nonviolenza dipenderà molto più dal testimoniarne i principi nella vita che dai libri.La vita veramente vissuta conta più dei libri.
La qualità di un libro dipende dal lettore.
La ragione e il vero sono quei tali conquistatori che per vincere e conquistare durevolmente nessuna arme devono adoperare che le semplici parole. Perciò le religioni diverse e la cieca obbedienza si sono sempre insegnate coll'armi, ma la sana filosofia e i moderati governi coi libri.
La recensione è un genere letterario da abolire perché induce al riassunto, quindi alla chiusura del libro. I libri invece vanno aperti, sfogliati, dissolti nella loro presunta unità, per offrirli a quella domanda che non chiede "che cosa dice il libro?", ma "a che cosa fa pensare questo libro?
La saggezza si acquista non con il leggere i libri ma gli uomini.
La scrittura crea i libri, i libri creano biblioteche e una biblioteca è il luogo più forte e radicato di una casa privata, come lo è di una città se biblioteca pubblica. Una biblioteca sostituisce la realtà assente o malvagia, e ne costituisce il luogo della beatitudine, del piacere: il luogo pagano della gioia.
La scuola e l’università dovrebbero servire a far capire che nessun libro che parla d’un libro dice di più del libro in questione; invece fanno di tutto per far credere il contrario.
La sola consapevolezza che un buon libro ci sta aspettando alla fine di una lunga giornata rende quel giorno più felice.
La solitudine significa anche: o la morte o il libro. Ma innanzi tutto significa alcol.
La stanza che contiene i miei libri, i miei migliori amici, è per me una splendida corte, dove converso spesso con i vecchi sapienti e i vecchi filosofi.
La vera conoscenza non viene dai libri, neppure da quelli sacri, ma dall’esperienza. Il miglior modo per capire la realtà è attraverso i sentimenti, l’intuizione, non attraverso l’intelletto. L’intelletto è limitato.
La vera università di questi giorni è una collezione di libri.
La verbosità dei nostri libri testimonia le lacune e le incertezze che si annidano nella nostra cultura. Se fossimo di tutto compiutamente informati, un libro di morale non conterrebbe che norme, uno di fisica non altro che assiomi, un libro spirituale i soli atti. Il resto è un riempitivo che tradisce le preoccupazioni, i tormenti e tutto il nostro imbarazzo.
La verità e la nonviolenza si diffondono, più che per mezzo di testi scritti, attraverso il vivere la loro concreta applicazione. La vita veramente vissuta vale più dei libri.
La vita di una persona è plasmata più dai libri che dagli esseri umani.
La vita è come una libreria posseduta dall'autore. In essa ci sono alcuni libri che egli stesso ha scritto, ma la più gran parte è stata scritta per lui.
La vita è un libro, del quale non ha letto che una pagina sola chi non ha visto che il suo paese natìo.
Lasciateci dare il benvenuto ai libri controversi ed agli autori controversi.
Le case senza libri sono stalle: i porci e gli asini non leggono.
Le cose che voglio sapere sono nei libri, il mio migliore amico è la persona che mi porta un libro che non ho letto.
Le idee che cambiano la vita mi sono sempre venute attraverso i libri.
Le lezioni che s'insegnano nei grandi libri sono ingannevoli. Le relazioni nella vita raramente sono così semplici e non sono mai altrettanto giuste.
Leggere fa bene, ma può fare anche male, diciamo la verità. I libri sono come le medicine o come qualunque altro medium: vanno presi con cautela.
Leggere è essenziale per coloro che cercano di elevarsi sopra l'ordinario. Noi non dobbiamo consentire a nulla di frapporsi tra noi ed il libro che potrebbe cambiare la nostra vita.
Leggere è fissare un punto per non alzare lo sguardo sulla confusione del mondo, gli occhi inchiodati sulle righe per sfuggire a tutto, le parole che una a una stringono il rumore in un imbuto opaco fino a farlo colare in formine di vetro che chiamano libri. La più raffinata e vigliacca delle ritirate. Dolcissima.
Leggi per primi i libri migliori: potresti non avere l’occasione di leggerli tutti.
Leggi qualcosa nel tuo settore per un'ora al giorno. Questo significa circa un libro alla settimana, 50 libri all'anno, e ti garantirà il successo.
Leggiamo il libro, ma, più profondamente forse, è il libro a leggere noi.
Libri che non hanno alcunché di essenziale, ma sono zeppi di cose superflue.
Libri dai quali ci viene il piacere di sentirci dire che abbiamo ragione.
Libri e computer sono strumenti neutri, sta a noi scovare quelli che fanno al caso nostro, scegliere quelli adatti agli interessi, al gusto, alle esigenze nostre. Soprattutto riempirli, libri e computer, di contenuti nostri.
Libri, insegnanti, genitori, la società intorno a noi, tutti ci dicono cosa pensare, ma non come pensare.
Libro originale non è quello che non imita nessuno, bensì quello che nessuno può imitare.
Lo stile e la struttura sono l'essenza di un libro, le grandi idee sono inutili.
Là dove bruciano i libri finiscono per bruciare anche gli uomini.
Mai imprestar libri, non uno fa ritorno; i soli che ho in biblioteca sono quelli che altri mi hanno imprestato.
Mai memorizzare quello che puoi comodamente trovare in un libro.
Mai sottovalutare il potere dei libri.
Meglio qualsiasi libro che un uomo qualsiasi.
Metti da parte il libro, la tradizione, l'autorità, e prendi la strada per scoprire te stesso.
Mi diletta perdermi nella mente altrui. Quando non vado a passeggio, leggo, sono incapace di star seduto a pensare. I libri pensano per me.
Molte volte la lettura di un libro ha fatto la fortuna di un uomo, decidendo il corso della sua vita.
Molti libri non richiedono di riflettere a chi li legge, e per una ragione molto semplice: essi non fecero tale richiesta a coloro chi li scrissero.
Molti libri riassumono una frase.
Molti scrittori scrivono libri che loro stessi non leggerebbero mai.
Nei libri che ricordiamo c'è tutta la sostanza di quelli che abbiamo dimenticato.
Nei libri come nei piatti amo soltanto il magro.
Nei libri vive l'anima di tutto il passato, l'articolata percettibile voce del passato, quando cioè che fu, per così dire, il suo corpo e la sua sostanza materiale è, come un sogno, interamente svanita.
Nel caso di buoni libri, il punto non è quanti di questi tu riesci ad assorbire, ma piuttosto quanti possono assorbirti.
Nell'oscurità, in silenzio e tra i libri io posso vivere, come i topi, di briciole.
Nelle civiltà più progredite, il libro è tuttora il più grande piacere. Chi ha conosciuto una volta questa soddisfazione è fornito di una risorsa contro le calamità.
Nessuno di noi sarebbe stato quello che è stato se non avesse letto quel tale o quel tal altro libro.
Niente di più bello di un bel libro, nel mondo.
Noi siamo troppo educati coi libri. Per un paio di frasi dorate giriamo e in pratica leggiamo un volume di quattro o cinquecento pagine.
Non basta avere molti libri, bisogna anche spolverarli.
Non bisogna prestare i libri. I libri sono come le fanciulle: a lasciarle andare in giro si perdono.
Non c'è nessun amico più leale di un libro.
Non c'è niente di più bello che starsene lì sdraiati con un bel libro avuto in regalo, un libro nuovo che non si è ancora mai visto e che nessun altro in casa conosce, e sapere che si può leggere pagina dopo pagina finché si riesce a stare svegli.
Non ci sono libri morali o immorali. Ci sono libri scritti bene o scritti male.
Non devi bruciare i libri per distruggere una cultura. Basta far smettere alla gente di leggerli.
Non devo leggere libri per sapere che il tema della vita è il conflitto e il dolore. Per istinto tutta la mia comicità si basava su queste cose.
Non esiste programma di vacanza più bello che proporsi di non leggere neppure un rigo, e dopo, niente di più piacevole che, al momento opportuno e con un libro veramente attraente, tradire il bel programma.
Non esiste un vascello veloce come un libro, per portarci in terre lontane, né corsieri come una pagina di poesia che si impenna.
Non leggere più nessun libro che sia nato e sia stato battezzato nello stesso tempo.
Non leggete mai un libro che non sia vecchio di un anno.
Non merita d'essere letto il libro che non lasci desiderio d'essere riletto.
Non puoi sviluppare carattere leggendo libri. Il carattere si sviluppa con il conflitto.
Non si fraintende un vero libro quando lo si incontra. È come innamorarsi.
Non si leggono i classici per dovere o per rispetto, ma solo per amore.
Non si scrive un libro perché si vuole dire qualcosa; si scrive un libro perché si ha qualcosa da dire.
Non si è ancora finito di leggere un buon libro se lo si è letto una sola volta.
Non troviamo nei libri molto di più di quello che ci mettiamo dentro. Ma nei grandi libri, la mente trova posto per mettere molte cose.
Non v'è libro tanto brutto, da non essere in qualche parte utile.
Non viaggio senza libri né in pace né in guerra. È il miglior viatico che abbia trovato in questo viaggio umano.
Non voglio leggere più nessun autore di cui si noti che volle fare un libro: ma solo quelli i cui pensieri divennero improvvisamente un libro.
Non è né il meglio né il peggio di un libro, ciò che in esso è intraducibile.
Non è quanto costi un libro; è ciò che ti costerà se non lo leggi.
Nonostante la televisione, la scrittura rimane la più sorprendente invenzione dell'uomo: se va via la luce, il libro non si spegne.
Ogni buon libro si scrive da solo; basta non disturbarlo.
Ogni grande libro è stato scritto dall'autore per se stesso.
Ogni lettore esiste per assicurare a un certo libro una piccola immortalità. La lettura è, in tal senso, un rito di rinascita.
Ogni libro che aprite ha la sua o le sue lezioni da offrirvi, e abbastanza spesso i libri brutti hanno da insegnarvi di più di quelli belli.
Ogni libro è anche la somma dei malintesi di cui è l'occasione.
Ogni libro è un amico discreto (che se ti stanchi smette di parlare) che ti consiglia e ti riprende in segreto.
Ogni libro è un capitale che silenziosamente ci dorme accanto, ma che produce interessi incalcolabili.
Ogni libro, ogni volume possiede un'anima, l'anima di chi lo ha scritto e l’anima di coloro che lo hanno letto, di chi ha vissuto e di chi ha sognato grazie a esso. Ogni volta che un libro cambia proprietario, ogni volta che un nuovo sguardo ne sfiora le pagine, il suo spirito acquista forza.
Ogni medico dovrebbe essere ricco di conoscenze, e non soltanto di quelle che sono contenute nei libri; i suoi pazienti dovrebbero essere i suoi libri.
Ogni vero libro si misura con la demonicità della vita; anche il Vangelo è terribile, perché constata che a chi ha viene dato e a chi non ha viene tolto pure quel poco che ha. In questa capacità di scrutare verità anche intollerabili c'è una bontà più grande di ogni conciliante bonomia, la disponibilità a scendere fino in fondo, con impavida e sconsolata pietà, nel nostro buio.
Passare attraverso la vita senza amore è come andare in battaglia senza musica, come viaggiare senza un libro, come andare per mare senza una stella che ci guida.
Penserei piuttosto alla vita come a un buon libro. Più ti ci addentri, più inizia a ricomporsi e ad avere un senso.
Pensiamo di essere noi a scegliere i libri che leggiamo. Ma non sempre è così. Talvolta ci sono libri speciali che sono stati scritti per incontrarci. Ci aspettano pazientemente anche per anni. Perché hanno cose da dirci e si aspettano da noi qualcosa. Ci prendono per mano e ci fanno viaggiare, sognare e cambiare. Ci insegnano, ci rivelano segreti, ci fanno vivere. Da noi si aspettano che leggiamo anche le righe non scritte. Ed allora ci fanno capire che la vita da sola non basta e loro ci sono proprio per questo. Non succede mai per caso che un libro aspetti di incontrare proprio noi.
Per alcune persone, i libri fanno la differenza tra felicità e infelicità, speranza e disperazione, una vita degna di essere vissuta e una orribilmente noiosa.
Per capire la differenza che esiste tra leggere un racconto su internet o su un libro, basta chiudere gli occhi e mettere il palmo della mano, prima sullo schermo e poi sulla pagina del libro. Il contatto con la carta, anche detto "libridine", ci fa capire la differenza.
Per chi li ama i libri sono come figli, riconoscibili fra mille copie ingannevolmente uguali, “pezzi ’e core”.
Per grande e profonda che possa essere la conoscenza di un uomo, nei momenti più inaspettati egli incontra nel libro che meno vale ai suoi occhi, qualche frase che gli insegna qualcosa che egli ignora.
Per me un libro è valido quando ti dà l'impressione che l'autore sarebbe crepato se non l'avesse scritto.
Per non far conoscere la storia non serve più bruciare i libri, basta far passare la voglia di leggere.
Per ogni libro degno di essere letto c'è una miriade di cartastraccia.
Per quello che mi riguarda, se un libro è ben scritto, lo trovo sempre troppo corto.
Per scrivere quel libro essenziale, l'unico libro vero, un grande scrittore non ha, nel senso comune della parola, da inventarlo, in quanto esiste già in ciascuno di noi, ma da tradurlo. Il dovere e il compito d'uno scrittore sono quelli d'un traduttore.
Per scrivere un libro nel terzo millennio ci vuole una smisurata superbia. Basta entrare in una biblioteca comunale e guardare le vetrine di un cartolaio per capire che il mondo non ha bisogno di un volume in più.
Persone che sono troppo pigre per esaminare i fatti non sono abbastanza intelligenti per scrivere dei libri interessanti.
Più di qualsiasi altro momento, quando tengo un amato libro tra le mie mani, le mie limitazioni mi abbandonano, il mio spirito è libero.
Pochi libri contengono più di un pensiero: e la maggior parte non contiene nemmeno tanto.
Pochi sono i libri che cambiano la nostra comprensione.
Possedere un libro diventa un surrogato del leggerlo.
Preferisco il libro al film, per il motivo della precedenza. Non succede che un libro sia tratto da un film.
Propriamente, dovremmo leggere per acquisire potenza. Un uomo che legge dovrebbe essere un uomo intensamente vivo. Il libro dovrebbe essere una sfera di luce nelle proprie mani.
Pubblicare un libro comporta lo stesso genere di noie di un matrimonio o di un funerale.
Pubblicare un libro è parlare a tavola davanti ai domestici.
Pubblicare un libro è sempre un pericolo: non sappiamo in quali mani può finire.
Può essere che non esista libro, per quanto ben scritto, che possa rimuovere un grammo di dolore dalla tragedia in Iraq o in Ruanda, ma può anche darsi che non esista libro, per quanto mal scritto, che non permetta un'epifania al suo lettore predestinato.
Qualche libro lo si legge col sentimento di fare un'elemosina all'autore.
Qualsiasi bambino che ha due genitori che si interessino a lui e una casa piena di libri non è povero.
Quando leggo un libro mi sembra di leggerlo soltanto con gli occhi, ma di quanto in quando incontro un passaggio, forse solo una frase, che ha per me un significato, ed esso diventa parte di me.
Quando penso a tutti i libri che mi restano da leggere, ho la certezza di essere ancora felice.
Quando sarò morto, spero che si dirà, i suoi peccati erano scarlatti, ma i suoi libri sono stati letti.
Quando si è giovani, si vogliono provare sentimenti simili a quelli di cui leggiamo nei libri. Passioni che ti sconvolgono la vita, che creano e definiscono una realtà nuova. Piú tardi vogliamo dai sentimenti qualcosa di piú pratico e modesto: che siano di sostegno alla nostra vita per come è diventata e si manifesta.
Quando stai male, quando ti senti sopraffatto, quando sei certo che non ce la farai, apri un libro e leggilo tutto. e se ancora non stai meglio prendine un altro e ricomincia.
Quando un libro è uscito è tempo, per l'autore, di rimorsi.
Quando uno scrittore pubblica un libro, non è più suo, ma di chi lo legge. Ognuno lo interpreta come vuole e si emoziona su pagine diverse.
Quando vendi ad un uomo un libro, non gli vendi 12 once di carta, un po' di inchiostro e della colla, gli vendi un'intera nuova vita.
Quando, intorno a noi, le cose terrene diventano insignificanti, solo i libri conservano tutto il loro valore.
Quanti di noi sarebbero naufraghi senza speranza in una notte atlantica, senza le voci che si levano e ci chiamano dai libri.
Quanti uomini hanno datato l'inizio d'una nuova era della loro vita dalla lettura di un libro.
Quanto più, col passare del tempo, talune esigenze di divertimento e di istruzione di massa potranno essere soddisfatte mediante altre invenzioni, tanto più il libro riacquisterà dignità e autorità.
Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l'autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira. Non succede spesso, però.
Questo non sarà mai un paese civilizzato fino a quando non si spenderanno più soldi nei libri che nelle gomme da masticare.
Ringrazio tutti gli imbecilli del mondo, senza di loro infatti i miei libri non avrebbero mai potuto scalare le vette dell'arte.
Salta un pasto se devi farlo, ma non saltare un libro.
Scrivere libri significa puntare i piedi davanti alla verità, dopo averla vista. È la magnificenza di un passo indietro, animale e di danza. Ovviamente dovrebbe essere proibito a chi non dispone della paura e dell’eleganza necessarie.
Scrivere un libro senza preoccuparsi della sua sopravvivenza sarebbe da imbecilli.
Scrivere un libro è un po' come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno.
Se aveste intera fiducia nei libri, sarebbe meglio non avere libri.
Se ben usati, i libri sono la migliore di tutte le cose; se abusati, sono tra le peggiori.
Se leggo un libro che mi gela tutta, così che nessun fuoco possa scaldarmi, so che è poesia. Se mi sento fisicamente come se mi scoperchiassero la testa, so che quella è poesia. È l'unico modo che ho di conoscerla. Ce ne sono altri?
Se non esistessero gli scrittori alla moda, quelli, cioè, che pubblicano libri insignificanti di grande successo, che dopo qualche anno nessuno ricorda piú, tanta gente non leggerebbe neppure un libro in vita sua. Il che, detto tra noi, sarebbe anche meglio.
Se proprio devi prestare un libro, regalalo.
Se un libro e una testa, scontrandosi, emettono un suono fesso, non è detto che la colpa sia del libro.
Se un libro non dà piacere a rileggerlo infinite volte, tanto vale non leggerlo affatto.
Se un libro ti attira 'veramente', non badare al prezzo. È il modo più sicuro per fare debiti, ma anche per evitare le recriminazioni di una vita. Il rammarico per un acquisto sbagliato è niente in confronto all'angoscia per un acquisto mancato.
Se vogliamo conoscere il senso dell'esistenza, dobbiamo aprire un libro: là in fondo, nell'angolo più oscuro del capitolo, c'è una frase scritta apposta per noi.
Se vogliamo moltiplicarci, non dobbiamo agire, fuggire, viaggiare in India o a Tahiti, ma scegliere un libro nuovo nella frusciante foresta di pagine che avvolge i muri della nostra stanza.
Se vuoi che qualcuno legga un libro, digli che è sopravvalutato.
Senza un occhio che lo legga, un libro reca segni che non producono concetti, e quindi è muto.
Sfido io che alcuni preferiscono i libri. Perché danno un senso alla vita. L’unico problema è che le vite alle quali danno un senso sono quelle di altri, mai la nostra.
Si deve sapere cogli occhi, con la paura, con la pancia vuota, non con le orecchie, coi libri.
Si dicono classici quei libri che costituiscono una ricchezza per chi li ha letti e amati; ma costituiscono una ricchezza non minore per chi si riserba la fortuna di leggerli per la prima volta nelle condizioni migliori per gustarli.
Si possono ignorare moltissimi libri, senz'essere, per questo, un ignorante.
Si possono leggere libri scritti da persone la cui compagnia non ci riuscirebbe gradevole, e dunque un'elevata cultura spirituale ci induce a poco a poco a trovare il nostro godimento quasi esclusivamente nella lettura dei libri e non nella conversazione con le persone.
Si pubblicano libri con caratteri sempre più piccoli. Immagino la fine della letteratura: a poco a poco, senza che nessuno se ne accorga, i caratteri rimpiccioliranno fino a diventare completamente invisibili.
Si può essere colti sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro. Dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai. Ma proprio per questa ragione essi sono gli unici che non avranno mai preoccupazioni di questo genere.
Si scrive soltanto una metà del libro, dell'altra metà si deve occupare il lettore.
Soffro della malattia dello scrivere libri e di vergognarmi d'essi quando sono finiti.
Soglionsi per lo più i libri dedicare alle persone potenti, perché gli autori credono ritrarne chi lustro, chi protezione, chi mercede.
Sono i libri che un uomo legge, quelli che lo accusano maggiormente.
Sono la più forte contraddizione delle sbarre, i libri. Al prigioniero steso sulla branda spalancano il soffitto.
Sono molti che leggono ogni maniera di libri, e mai non aprono il libro dell'anima propria; e quando pure l'aprissero, non vi saprebbero leggere.
Spesso leggendo un libro si sente che l'autore avrebbe preferito dipingere piuttosto che scrivere, si può percepire il piacere che deriva dal descrivere un paesaggio o una persona, come se stesse dipingendo quello che sta dicendo, perché nel profondo del suo cuore egli avrebbe preferito usare pennelli e colori.
Spesso nella tua vita tu troverai che un libro è migliore amico di un uomo.
Spesso, ci si ricorda di un libro solo per un particolare, un’immagine, un’impressione che non ha nulla a che vedere con una costruzione intellettuale o con una teoria.
Taccio sempre davanti all'ignoranza e alla mancanza di senso, non meritando esse alcuna attenzione. Parlo con stima davanti a intelligenza e sensibilità d'animo. È intelligente non chi legge miriadi di libri ma chi sa leggere dentro alle situazioni di ogni giorno.
Talvolta i pensieri ci consolano delle cose, e i libri degli uomini.
Tra le maggiori scoperte fatte negli ultimi tempi dall'intelligenza umana va annoverata, a mio parere, l'arte di giudicare i libri senza averli letti.
Triste è il destino del libro prestato: frequentemente viene perso, sempre si rovina.
Troppi libri sono dispersivi: dal momento che non puoi leggere tutti i volumi che potresti avere, basta possederne quanti puoi leggerne.
Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.
Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà.
Tu prendi un libro, apri alla prima pagina e leggi le prime parole. Poi vai all’ultima pagina e prendi le ultime. Se stanno bene insieme il libro è bello, se non stanno bene, il libro è brutto.
Tutte le cose buone sono forti stimolanti della vita, persino ogni buon libro che sia scritto contro la vita.
Tutti i libri che possediamo, letti e non, sono l’espressione più piena che abbiamo a disposizione della nostra personalità.
Tutti i libri del mondo non ti danno la felicità, però in segreto ti rinviano a te stesso. Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno, sole stelle luna. Perché la luce che cercavi vive dentro di te.
Tutti i libri in generale, e anche i più belli, mi sembrano molto meno preziosi per quello che contengono che per quello che vi può mettere dentro il lettore.
Tutti sappiamo che i libri bruciano, ma sappiamo anche che i libri non possono essere uccisi dal fuoco. Gli uomini muoiono, i libri non muoiono mai. Nessun uomo, nessuna forza possono abolire la memoria.
Tutto il senso del libro si potrebbe riassumere nelle parole: Quanto può dirsi, si può dir chiaro, e su ciò, di cui non si può parlare, si deve tacere.
Tutto è già cominciato prima, la prima riga della prima pagina di ogni racconto si riferisce a qualcosa che è già accaduto fuori dal libro.
Un avvocato senza libri sarebbe come un lavoratore senza attrezzi.
Un bel libro o una bella canzone ti sequestrano la voce interiore e si mettono al volante al suo posto.
Un best seller è un libro di cui tutti parlano, che molti comprano e che pochissimi leggono.
Un best-seller è generalmente un brutto libro la cui vendita permette all'editore di pubblicare degli altri libri altrettanto brutti, ma che non si vendono.
Un best-seller è la tomba dorata d'un talento mediocre.
Un buon libro fa apparire quello che senza quel libro forse non sarebbe mai stato visto.
Un buon libro non dovrebbe darci nulla di nuovo, ma prendere qualcosa da noi, cioè le nostre sicurezze.
Un buon libro rende migliore colui che l'ha scritto.
Un buon libro è il migliore degli amici, oggi come per sempre.
Un buon libro è il prezioso sangue vitale d'uno spirito sovrano, imbalsamato e custodito perché viva oltre la vita.
Un buon libro è quello che si legge volentieri; un gran libro, il libro della nostra vita, quello in cui ci si legge con meraviglia.
Un buon libro è quello che viene aperto con trepidazione e chiuso con profitto.
Un buon libro è un compagno che ci fa passare dei momenti felici.
Un classico che dura nel tempo, un libro la cui noia è divenuta immortale.
Un classico è qualcosa che tutti vorrebbero aver letto e nessuno vuol leggere.
Un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire.
Un classico è un libro di successo sopravvissuto alla reazione del periodo e della generazione successiva.
Un classico è un’opera che provoca incessantemente un pulviscolo di discorsi critici su di sé, ma continuamente se li scrolla di dosso.
Un difetto comune a molti libri è che anche quando freschi di stampa puzzano già di muffa.
Un gran bel libro dovrebbe essere letto in gioventù, di nuovo nella maturità e ancora nella vecchiaia, così come un bell’edificio dovrebbe essere visto alla luce del mattino, a mezzogiorno e al chiarore della luna.
Un grosso libro è un grosso male.
Un libro autentico non è mai impaziente. Può attendere secoli per risvegliare un’eco vivificante.
Un libro bruciato equivale al fascismo.
Un libro capace di trasformare il lettore. Ogni scrittore aspira a questo risultato, anche se non è credibile che esso possa essere ottenuto da "un" solo libro.
Un libro che lascia il lettore uguale a com'era prima di leggerlo è un libro fallito.
Un libro che non valga la pena di essere letto due volte non è neppure degno d'esserlo una volta sola.
Un libro che per sé non valga nulla, ma sia difficile da trovare, diventa pei bibliofili di professione un libro prezioso.
Un libro che si legge “tutto d’un fiato”, nove volte su dieci è un libro privo di valore. Un libro degno di questo nome, il fiato lo deve spezzare.
Un libro che, dopo aver demolito tutto, non demolisca anche se stesso, ci avrà esasperato invano.
Un libro chiuso non è che un ceppo.
Un libro degno di questo nome può incuriosire, interessare, sorprendere, meravigliare, istruire, appassionare, divertire, coinvolgere, consolare, avvincere, entusiasmare, ma anche infastidire, irritare, spazientire, ingannare, deludere, illudere, avvilire, inquietare… Insomma, può far tutto, ma non lasciare indifferenti, perché in tal caso fallirebbe in quello che è lo scopo della sua stessa esistenza: farsi leggere.
Un libro del quale non si può citare nulla non è, me judice, un libro, è soltanto un trastullo.
Un libro dev'essere un cordiale. Se non vi tonifica, gettatelo via.
Un libro deve avere un peso e presentarsi come una fatalità; quando lo leggiamo deve darci l'impressione che non avrebbe potuto non essere scritto.
Un libro deve essere un'ascia per il mare ghiacciato che è dentro di noi.
Un libro deve frugare nelle ferite, anzi deve provocarle. Un libro deve essere un pericolo.
Un libro deve procurare le ferite, deve allargarle. Un libro deve essere pericoloso.
Un libro di massime rassomiglia sempre un po' a un mea culpa.
Un libro dove ci sono delle teorie é come un oggetto sul quale si lascia il cartellino del prezzo.
Un libro fatto è un istante passato, un gradino che ci ha servito per portarci più in alto.
Un libro indegno di essere letto una seconda volta è indegno pure di essere letto una prima.
Un libro non serve a nulla se non salva la memoria, se non la toglie dalle soffitte e le scrolla via la polvere del tempo.
Un libro non è innocuo solo perché nessuno si sente offeso dallo stesso.
Un libro non è mai un capolavoro: lo diventa.
Un libro non è soltanto, o non è sempre, un tempio delle idee o un'officina di musica e luce, è anche un luogo oscuro di sfoghi e di rimozioni, dove si combatte un duello senza pietà, con la sola scelta di guarire o morire.
Un libro può essere divertente con molti errori, o può essere noiosissimo senza neanche un'assurdità.
Un libro sceglie i suoi lettori come un commedia sceglie il suo pubblico.
Un libro serve a chi lo scrive, raramente a chi lo legge, perciò le biblioteche sono piene di libri inutili.
Un libro sogna. Il libro è l'unico oggetto inanimato che possa avere sogni.
Un libro vero non è quello che si legge, ma quello che ci legge.
Un libro è un indirizzamento o un appello. Sotto la linea melodica del suo canto corre, ininterrottamente, il basso continuo del suo invito, della sua domanda, della sua ingiunzione o della sua preghiera: "Leggimi! Leggetemi!".
Un libro è un regalo che puoi aprire ancora e ancora.
Un libro è un suicidio differito.
Un libro è una pistola carica.
Un libro è uno specchio. Se ci si guarda una scimmia, quella che compare non è evidentemente l'immagine di un apostolo.
Un libro, come un bambino, ha bisogno di tempo per nascere. I libri scritti in fretta mi ispirano diffidenza nei confronti dell'autore. Una donna per bene non dà alla luce un figlio prima dei nove mesi di rito.
Un libro, così come un paesaggio, è uno stato di coscienza che varia a seconda del lettore.
Un libro, per continuare a vivere, deve avere il potere di cambiare mentre noi cambiamo.
Un libro, per triste che sia, non può essere triste come una vita.
Un monaco dovrebbe certo amare i suoi libri con umiltà, volendo il ben loro e non la gloria della propria curiosità: me quello che per i laici è la tentazione dell'adulterio e per gli ecclesiastici regolari è la brama di richezze, questa per i monaci è la seduzione della conoscenza.
Un prigioniero senza libri né inchiostro è un uomo morto ancora in vita.
Un tempo i libri erano scritti dagli uomini di lettere e letti dal pubblico. Oggi li scrive il pubblico e non li legge nessuno.
Un uomo che legge dovrebbe essere un uomo intensamente vivo. Il libro dovrebbe essere una palla di luce nelle sue mani.
Un uomo che non legge buoni libri non ha alcun vantaggio rispetto a quello che non sa leggere.
Un uomo deve subire molti castighi per scrivere un libro veramente divertente.
Un vecchio libro, un buon couchage, una torta o un caffè. Ecco tutti i piaceri della vita: e poi, bisognerà cancellarne, a mano a mano!
Un vero legame si stabilisce fra gli uomini che hanno letto lo stesso libro.
Un vero libro è sempre arduo, anche quando sembra linguisticamente e concettualmente semplice.
Una casa senza libri è come un giardino senza fiori.
Una casa senza libri è come una stanza senza finestre.
Una delle cose meravigliose di un libro, al contrario dello schermo di un computer, è che puoi portarlo a letto con te.
Una stanza senza libri è come un corpo senz'anima.
Uno dei modi migliori di mettere in schiavitù le persone è di evitare che vengano educate... Il secondo modo di mettere in schiavitù è di sopprimere le fonti di informazione, non solo bruciando libri ma controllando tutti gli altri modi in cui le informazioni vengono trasmesse.
Uno non può criticare un cattivo libro senza ostentarlo.
Uno scrittore che parla dei propri libri è quasi insopportabile quanto una madre che parla dei propri figli.
Uscire da un libro è come uscire dal meglio di sé. Passare dagli archi soffici e ariosi della mente alle goffaggini di un corpo accattone sempre in cerca di qualcosa è comunque una resa.
Vi ha gente che è sempre del parere dell'ultimo libro che legge.
Vi sono molti libri con un errore di stampa: è stato un errore stamparli.
È la sola e più dolce custodia di ogni paura: un libro che inizia.
È nella ricerca delle risposte che nascono i libri.
È più facile comprare un libro che leggerlo, e più facile leggerlo che capirlo.
È quasi uguale uccidere un uomo che uccidere un buon libro. Chi uccide un uomo uccide una creatura ragionevole, immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione stessa, uccide l'immagine di Dio nella sua stessa essenza.
È questa passione per i libri che ha fatto di me l'idiota più erudita del mondo.
È segno che si comincia a invecchiare quando i libri che si vorrebbero leggere diventano sempre meno rispetto a quelli che si preferirebbe rileggere.
È soprattutto per i libri che noi godiamo della compagnia delle menti superiori, e questo mezzo inestimabile di comunicazione è comune e possibile a tutti. Nei migliori libri, i grandi uomini ci parlano, ci danno i loro pensieri precedenti e mettono le loro anime nelle nostre. Sia ringraziato Dio per i libri.
È un pensiero che calma e dà forza, sapere che tra i libri che possediamo ce ne sono alcuni sufficienti a liberare e a salvare. Se ne aggiungono di nuovi, quasi ogni giorno, ma quelli necessari già ci sono da tempo.
È un viaggio per viandanti pazienti, un libro.
È vero che ciascuna persona ha sotto braccio il libro che si merita.
È vero che la tecnologia ci promette delle macchine con cui potremmo esplorare via computer le biblioteche di tutto il mondo, sceglierci i testi che ci interessano, averli stampati in casa in pochi secondi, nei caratteri che desideriamo a seconda del nostro grado di presbiopia e delle nostre preferenze estetiche, mentre la stessa fotocopiatrice ci fascicola i fogli e ce li rilega, in modo che ciascuno possa comporsi delle opere personalizzate. E allora? Saranno scomparsi i compositori, le tipografie, le rilegatorie tradizionali, ma avremmo tra le mani, ancora e sempre, un libro.