Passione

Aforismi

Caccia

Chi non prova compassione per l'animale abbattuto non è un vero cacciatore.
Con la cattura finisce il piacere della caccia.
Da noi, chi segue con lo sguardo il volo leggiadro dell'allodola, si precipita sulla doppietta. Conosce l'animale soltanto colui che la stermina.
Gli uomini s'impegnano a correr dietro a una palla e a una lepre: anche i re si divertono a questo modo.
Hanno detto che la caccia è immagine della guerra; e in effetti i contadini, i cui campi vengono devastati, devono senz'altro convenire sull'adeguatezza del confronto.
I cacciatori prendono le lepri coi cani; molti uomini prendono gli ignoranti con l'adulazione.
Il cosidetto divertimento della caccia, spogliato dalle sue lusinghiere apparenze, non è altro che la soddisfazione del perfido istinto dell'uomo di spargere sangue e di distruggere. Esclusi i cacciatori di professione che hanno una valida scusa nel bisogno di procurarsi il vitto o quelli che caccian le bestie feroci, feroci beninteso per l'uomo, tutti gli altri che cacciano per semplice gusto non sono che assassini. Che se si vuol scusare la caccia colle passeggiate, spec. alpine, che la caccia provoca e giovano alla salute, le passeggiate si possono fare egualmente anche senza fucile, e se si vuol scusarle come un mezzo di apprendere a colpire al segno, vi sono bersagli inanimati da tutte le parti, senza abbattere gli innocenti augellini e le timide lepri.
Il diritto di uccidere un cervo o una mucca è l’unica cosa sulla quale l’intera umanità sia fraternamente concorde, anche nel corso delle guerre più sanguinose.
Il vero cacciatore ama gli animali a cui dà la caccia, forse anche perché li considera complici di questo gioco in cui ritrova la sua origine esistenziale. Non spara, per esempio, sul bersaglio fermo: lo considera sleale.
In ogni bestia folgorata da un fucile in un sottobosco si ritorna a punire l'innocenza di Gesù Cristo.
La caccia al cervo sarebbe un autentico sport, se solo il cervo avesse il fucile.
La caccia e la boxe appartengano alla macelleria, non allo sport.
La caccia era una occupazione naturale per l'uomo primitivo, mentre questa occupazione nell'uomo moderno civilizzato non fa che esercitare e sviluppare in lui istinti bestiali, che la coscienza riprova, e che teoricamente la nostra civiltà vorrebbe aboliti.
La caccia non è che un atto inumano e sanguinario, degno solamente di selvaggi e di uomini che conducono una vita senza coscienza, che non si armonizza con la civiltà e col grado di sviluppo a cui noi ci crediamo arrivati.
La caccia non è una forma naturale della lotta per l'esistenza, ma un ritorno volontario allo stato selvaggio.
La caccia non è uno sport. In uno sport entrambi i contendenti sanno di giocare.
La caccia è davvero uno sport se tu disponi di tutto l'equipaggiamento e il tuo avversario non sa a che gioco sta giocando?
La caccia è sempre stato il passatempo preferito degli uomini di guerra in tempo di pace, vale a dire nei periodi più o meno brevi in cui la caccia all'uomo non è aperta.
La caccia è sempre una forma di guerra.
La caccia è una forma collaterale della pazzia umana.
La pazienza, la prima virtù del cacciatore.
Ma chi caccia le aquile con una colomba?
Nella caccia non vedo che un atto inumano e sanguinario, degno solamente dei selvaggi e di uomini che conducono una vita senza coscienza.
Nello spazio in cui vive un cacciatore possono vivere dieci pastori, cento contadini e mille giardinieri.
Non c'è caccia come la caccia all'uomo e quelli che hanno cacciato a lungo uomini armati provando piacere a farlo non hanno più interesse per nient'altro.
Non c'è cacciatore che non vanti il suo cane, non c'è vignaiolo che non vanti il suo vino, non cavaliere che non vanti il suo nastro. Ma pochi sono i mariti gloriosi delle lor mogli.
Non pensare di cacciare due lepri con un cane.
Non sanno di cercare la caccia e non la preda.
Non si dicono mai tante bugie quante se ne dicono prima delle elezioni, durante una guerra e dopo la caccia.
Ogni volta che vedo la fotografia di un cacciatore che sorride sopra la sua vittima, resto sempre impressionato dalla schiacciante superiorità morale ed estetica dell'animale morto rispetto a quello vivente.
Prima di iniziare una caccia, è saggio chiedere a qualcuno cosa stai cercando prima di iniziare a cercarlo.
Quando tutti gli animali impareranno a sparare? Quando diventerà pericoloso per ogni cacciatore sparare?
Quando un uomo vuole uccidere una tigre, lo chiama sport; quando una tigre vuole uccidere lui, la chiama ferocia.
Quell'amore che ha l'uomo cacciatore per ciò che è vivo e non sa esprimerlo altro che puntandovi il fucile.
Se si vuol scusare la caccia colle passeggiate, spec. alpine, che la caccia provoca e giovano alla salute, le passeggiate si possono fare egualmente anche senza fucile, e se si vuol scusarle come un mezzo di apprendere a colpire al segno, vi sono bersagli inanimati da tutte le parti, senza abbattere gli innocenti augellini e le timide lepri.
Si può essere contrari alla caccia, ma per coerenza bisogna anche battersi contro la pesca: perché il merluzzo impigliato nella rete o la trota con un amo in bocca non sono più allegri del coniglio che aspetta la botta sul collo.
Sport detestato la caccia, che deve i suoi piaceri ai dolori di un altro.
Un cacciatore è un uomo che, ogni tanto, deve semplicemente uscire e uccidere qualcosa. Non che lui sia crudele. Lui non farebbe male a una mosca. Non è abbastanza grande.
È poco probabile che fra i cacciatori se ne trovi uno che non provi, almeno per una volta, un principio di pietà per una delle sue vittime, ma che pure ogni volta non cerchi di respingere un tal sentimento considerandolo come una debolezza. Ed è così che è schiacciato il bocciolo appena schiuso della pietà, da cui potrebbe germogliare e fiorire quel sentimento più elevato e più perfetto, che è l'amore. In questo costante suicidio morale è il male supremo della caccia.
È proprio vero che la violenza ricade sul violento, e il cacciatore finisce nella trappola che ha preparato per la sua preda.
È sciocco portare a caccia delle cagne svogliate.